di Andrea Tornielli
«A quanti capiscono poco o nulla di quello che si dice durante la Messa, ma sono devoti, più attenti di un teologo...».
È quanto afferma il teologo don Nicola Bux in Come andare a Messa e non perdere la fede (Piemme, pagg. 196, euro 12, nelle librerie dal 2 novembre).
Titolo volutamente provocatorio per un libro serio che, presentando le origini e la storia della messa cattolica – nella sua versione ordinaria del rito romano scaturita dalla riforma conciliare, e nella sua forma antica, ripristinata da Benedetto XVI – la paragona alla liturgia orientale e ne approfondisce il significato.
Un libro che s’inserisce nella scia dei contributi che intendono favorire quella «riforma della riforma» liturgica (espressione oggi politicamente scorretta, nonostante sia stata coniata da un certo cardinale Joseph Ratzinger) auspicata da quanti vogliono recuperare, pur senza sguardi nostalgici al passato, una maggiore sacralità del rito, e mettere fine ai non rari abusi.
Nel volume di don Bux è pubblicato un significativo contributo di Vittorio Messori, autore di best seller sui fondamenti della fede cristiana. Messori si sofferma sul «problema dell’omelia», uno dei punti dolenti della messa, offrendo «qualche sommesso consiglio» da «fruitore domenicale».
Dopo una pagina ironica e gustosissima, nella quale lo scrittore nota, citando André Frossard, come «dopo il Concilio, per farsi più comprensibile all’uomo comune» la Chiesa sia «passata dal latino al greco» - e gli esempi non mancano, dato che si sprecano parole come carisma, presbitero, kerygma, kénosis, sinassi, agape, dossologia, teandrico, escatologico, pneumatologico (qui ha a che fare con il soffio dello Spirito Santo, non con problemi polmonari), parenetico, mistagogico, ecumenico, esegetico, soteriologico – Messori consiglia al prete di predicare secondo queste tre regole auree del giornalismo: 1) semplificare, 2) personalizzare, 3) drammatizzare.
Consiglia di concentrarsi su un solo argomento e di riuscire sempre a parlare rivolgendosi al meno colto dei fedeli. «Soprattutto un cristiano – scrive – dovrebbe essere ben conscio di una verità: non esiste nessuna realtà o nessun concetto (per quanto “alti”) che non possano essere espressi con parole comprensibili alla maggioranza». Al tempo stesso, il buon predicatore, secondo Messori, dovrebbe saper far passare certe idee «più che attraverso un ragionamento astratto, attraverso le vicende di persone concrete con nome, cognome, età... Alla gente non importano i proclami, ma le esperienze; non le teorie, ma le storie. Di qualunque cosa vogliate parlare, evidenziatene il risvolto umano». Ma lo scrittore, a sorpresa, invita a non dimenticare che i giornali più letti e le trasmissioni tv più viste sono quelle sportive, dove il dibattito è più acceso e dove si individua sempre un antagonista.
Una predica appassionerà di più, spiega scagliandosi contro la «disastrosa melassa buonista», se ritroverà degli antagonisti, dei «nemici»: «Non delle persone, certo – precisa Messori –. Ma perché non delle idee? Perché non il diavolo? Perché non noi stessi e il peccato che è in noi?».
<span>Perché non il diavolo? Perché non noi stessi e il peccato che è in noi?».
RispondiElimina1) perchè i preti non credono più all'esistenza del diavolo (tutt'al più si può parlare di problemi esistenziali e di vissuti negativi....) ;
2) perchè come clausola derivante dal vietato vietare (v. nuova logica sessantottina e post-) è<span>tassativamente vietato</span> nominare il peccato (termine denso di contenuti preconciliari), insieme alle altre parole-tabù: MORTE-GIUDIZIO-INFERNO-PARADISO.
Ovviamente.</span>
perché il prete non parla più dalla pienezza del cuore, ma spesso con gli slogan che gli hanno inculcato
RispondiEliminaMessori dà consigli corretti. Peccato che le stesse cose la abbia già scritte una mezza dozzina di volte. Che stia cominciando a inflazionarsi?
RispondiEliminaComunque il titolo del libro "Come andare a messa e non perdere la fede" è di toccante attualità. Io infatti, personalmente, ho rischiato di perdere la fede andando a Messa.
RispondiEliminaMa il libro l'ha scritto Messori o Bux. E se l'ha scritto il secondo perché Tornielli recensisce l'appendice del primo? Forse il secondo è in fase "carrierismo tridentino"? E comunque se è vero che Messori si ripete, anche Bux con sta storia dell'oriente quanto è ripetitivo! Ricordate che all'epoca del penultimo sinodo fu pubblicamente accusato di plagio da un eminente studioso di liturgia orientale, il prof. Taft: http://whispersintheloggia.blogspot.com/2005/09/cloud-over-synod.html
RispondiEliminaNessuno potrà mai dar ascolto a Messori; se i preti non vogliono avere il crocifisso davanti quando celebrano la Messa, per non essere guardati in quello che fanno, figuratevi se lo vogliono all'ambone, per essere sentiti in tutte le ca..volate che dicono...
RispondiEliminaMessori, esegeta senza esegesi, Bux liturgista senza liturgia. Finito Benito 16, finiranno loro pure.
RispondiEliminaInfatti, nella stragrande maggioranza dei casi, sono gli stessi sacerdoti educatori che etichettano i Novissimi come "arcaico devozionismo". Non parliamo poi del problema del male e dell'esistenza dell'inferno...Una volta, mi sono permesso soltanto di accennare la questione con un sacerdote docente di Ecclesiologia, la risposta perentoria fu: "Queste superstizioni sono ormai superate!!!". Non stupiamoci dunque se di fatto tanti nostri parroci non sanno più che cosa sia la direzione spirituale dei fedeli! Del resto, non è raro sentirli lamentare: "Non sappiamo più cosa inventarci per far venire la gente in chiesa!"...Bene, l'equivoco è proprio qui: il Signore non chiede affatto ai sacerdoti d'inventare quante più iniziative pastorali possibili, ma di liberare gli uomini dal peccato! Se un parroco riuscisse a farsi trovare libero dai continui impegni e incontri, anche solo per due ore ogni sera, e le dedicasse questo tempo alle confessioni, assisterebbe stupito all'affluire di gente in chiesa così tanto sperato! Ma purtroppo fare ragionamenti del genere sembra oggi parlare di cose...dell'altro mondo!
RispondiEliminaAlla faccia della jettatura, Celestì...Se te leggono Messori e Bux, quelli se toccano...
RispondiEliminaSegnalo questo video, che si potrebbe intitolare "Chiesa belga ormai alla frutta (o alla crema)"...
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/v/wbuIkO2Rsaw" type="application/x-shockwave-flash" width="170" height="140
Oppure dipende dal fatto che i problemi non cambiano? Stessi problemi, stesse soluzioni.
RispondiEliminacose dell'altro mondo: APPUNTO.
RispondiEliminaI preti NON VOGLIONO più parlare della vita soprannaturale, non ne vogliono sapere, credono di dover fare discorsi improntati ad un generico moralismo buonista, socialistoide o filantropico. E nient'altro.
Pare che abbiano paura della vita eterna: perchè ?
Vogliono rimanere appiattiti nell'aldiqua...visto che dell'aldilà nessuno sa niente e l'altra vita...se esiste chissà !se siamo a l punto che quella semplice bussola della vita morale cristiana viene liquidata come "superstizione", poveri noi, che ci aspettiamo da loro se non le noiose e scialbe fotocopie di discorsi che possiamo sentire all'angolo della strada o al bar o dal parrucchiere ?
E DOVE andremo per sentire PAROLE DI VITA ETERNA, se i preti NON CE le dicono più ?
Non vogliono pensare e nominare l'altro mondo, ma rimanere e farci rimanere ATTACCATI a questo e VEDERE ed amare SOLO <span> </span>questo mondo m ateriale.
Ma questa è Fede ?
:(
ma quella sarebbe una Messa ? =-O
RispondiEliminaPensa che l'arcivescovo che nel video ha preso la torta in faccia è quello che, fra tutti in Belgio, celebra riti ancora sostanzialmente "imparentati" col messale romano. Immagina gli altri.
RispondiEliminaIl primo successo di Vittorio Messori, Ipotesi su Gesù, è del 1976, quando il Papa non era nemmeno Vescovo, quindi credo che collegare le sue fortune letterarie al Pontefice sia quanto meno fantasioso. Ma chi è Benito 16? Io mi ero fermato a quello finito testa in giù a Piazzale Loreto ma mi sembra fosse solo Benito 1!!?
RispondiEliminaL'arcivescovo è mons. Léonard, primate del paese, cattolico devoto che ho avuto il piacere di incontrare più volte: degno di ogni stima e senza ombra di dubbio meritevole (e bisognoso) delle nostre preghiere.
RispondiEliminaMa soprattutto non sarebbe il caso di spiegare ai nostri predicatori che ci piacerebbe tanto tanto tanto sentire che cosa dice LA CHIESA, non che cosa pensano loro... Se un prete non crede all'inferno...(brutalmente) cavolacci suoi...ma in predica deve dire che esiste. Punto.
RispondiEliminaNon mi pare sia l'omelia il posto in cui far disquisizioni sul sesso degli angeli...
Messori stavolta ha scoperto l'acqua calda....
RispondiElimina<span><span>MORTE-GIUDIZIO-INFERNO-PARADISO sono diventati i "vecchissimi" oramai, purtroppo.
RispondiElimina</span></span>
Probabile, purtroppo però è acqua calda solo per pochi...
RispondiEliminaRiporto questo intervento http://www.salpan.org/SCANDALI/Giovanni%20Paolo%20II/I%20Novissimi%20di%20GPII.htm che mi è costato molto, molto dolore leggere.
RispondiEliminaSalpan ... o mamma! I soliti analfabeti della libertà!
RispondiEliminaLeggi gli scritti del Papa che è meglio!
MD
<span>Sarà ma mi sembra che almeno in questa occasione qualche ragione ce l'abbiano.</span>
RispondiElimina<span>Comunque, non a caso ho scritto «che mi è costato molto, molto dolore». Credo che si possa dissentire dai metodi, le idee, i rimedi che qualcuno propugna, ma se anche quando chi non la pensa interamente come te individua le tue stesse cause dei mali che anche tu ravvisi (e condanni), allora credo che si debba riflettere seriamente, molto seriamente.</span>
Bux: dice le cose a metà, si comporta, si veste, parla a metà.... Dice anche cose giuste ma manca sempre un pezzettino che è quello decisivo. ("Quanto al Bux don Nicola/scelga al pie' 'na staffa sola...").
RispondiEliminaMessori è un tiepido sornione; Tornielli un falso magro.... Eppur tutti dicono cose pure giuste; ma ci manca un pezzettino.
Benito 16 sarebbe un volgare e per nulla divertente tentativo di paragonare Sua Santità BENEDETTO XVI a Mussolini. C'è da dire che se il paragone fosse veramente calzanto almeno il Papa si sarebbe già sbarazzato di tutti i nemici del suo pontificato e della Tradizione tra cui, tre nomi tanto perché si ricordino che ci stanno sui maroni, Martini, Tettamanzi, Mahoney. Messa in questi termini, ci sarebbe quasi da sperare che il celestomane qui sopra avesse ragione.. O:-) .
RispondiEliminaMessori e Tornielli son giornalisti. Da quando i giornalisti ti dicono le cose per filo e per segno? :-D
RispondiElimina.....tornielli, messori, socci sono piu' profondi di certi sacerdoti evviva questi personaggi che fanno molto bene alla chiesa e al popolo di Dio,
RispondiEliminaQuando sei pregiudiziale non hai nessuna ragione!
RispondiEliminaRibadisco: una lettura dei testi del Papa ( partendo dal concetto di esperienza) è decisamente meglio che le sbrodolate irriverenti e capziosi di sedevacantisti più o meno dichiarati!
MD
Perfettamente d'accordo. hanno tenuto viva la fiamma della grande apologetica cattolica, che si stava spegnendo per colpa degli aggiornatori.
RispondiElimina... per carità: a ognuno i suoi meriti; MA a ognuno i suoi compiti!
RispondiElimina