Intrigo al Concilio Vaticano II di Rosa Alberoni è un’ottima chiave di lettura per comprendere lo scontro tra monsignor Manganini e il circolo culturale John Henry Newman.
Il fil rouge che si dipana nelle 190 pagine che compongono il libro dell’Alberoni può essere sintetizzato nello scontro avvenuto tra progressisti e tradizionalisti durante le sessioni del Concilio. I primi volevano rivoluzionare la Chiesa, sradicarla dalla Tradizione. I secondi, invece, volevano rinnovarla, là dove era necessario, seguendo la dottrina e gli insegnamenti di sempre. La protagonista del libro dell’Alberoni, Rachele Vidal, incontra Padre Robert, perito teologico ai tempi del Concilio. Il sacerdote racconta come venne a crearsi la contrapposizione tra tradizionalisti e progressisti. Da cosa derivava questa separazione? Dalla fedeltà al Pontefice e alla Chiesa di Roma. Il che non rappresenta niente di arcaico o di sentimentale, ma un attaccamento necessario per difendere la cattolicità della nostra fede. Basta – a tal proposito – notare come la Chiesa, grazie agli uomini che si sono succeduti sul trono di Pietro, abbia mantenuto salda la sua fede. Ciò nonostante i momenti di tempesta, anche quando hanno regnato in Vaticano uomini indegni. Le chiese protestanti, invece, si sono accasciate sotto il giogo del potente di turno. Per questo motivo esiste un’unica vera Chiesa fondata da Cristo e coloro che si separano dalla Madre o fanno ritorno ad Essa o sono destinati a perdersi. La disobbedienza, al tempo del Concilio, fu quindi la bandiera che i progressisti issarono al vento.
Nei giorni confusi ed agitati che hanno preceduto la conferenza dell’Abbè Herman a Seregno si è replicato lo stesso scontro tra progressisti e papisti descritto nel libro dell’Alberoni. La curia di Milano ha avuto modo di mettere in pratica la sua disobbedienza al Pontefice. Già nel 2007, non appena il Papa aveva pubblicato il motu proprio, il solito Manganini aveva annunciato – in un’intervista ad Andrea Tornielli – che: «in quei territori della diocesi di Milano che seguono il rito romano il Motu proprio si applicherà, anche se noi non abbiamo mai avuto contestazioni o particolari richieste di tradizionalisti. Per quanto riguarda invece le parrocchie di rito ambrosiano, che è un rito autonomo con un suo capo-rito nella persona dell’arcivescovo di Milano, non avendo riscontrato in questi anni particolari istanze, non riteniamo debbano rientrare nel Motu proprio. A Milano c’è fin dal 1988 una chiesa dove si celebra ogni domenica la liturgia antica, al Gentilino. E continuerà. Nel documento del Papa - conclude Manganini - si parla della necessità che vi sia un gruppo stabile, che segua davvero la spiritualità legata al messale antico. I fedeli del Gentilino non mi sembrano un gruppo stabile». Disobbedienza totale al Papa perché, del resto, la diocesi di Milano non sembra rientrare nell’orbe cattolico per il quale invece vale – senza se e senza ma – il motu proprio.
Nel recente commento di Andrea Tornielli sulla vicenda di Seregno, c’è un passaggio sul nostro monsignor Manganini che vale la pena di riprendere. Tempo fa l’arciprete del Duomo aveva rimproverato i fedeli perché, a suo parere, avrebbero idolatrato l’Eucarestia. Il verbo idolatrare è molto forte ed è utilizzato anche dal grande Domenico Giuliotti, scrittore toscano di inizio Novecento e abile conoscitore della nostra lingua. Scrive Giuliotti a proposito di Luis Veuillot, «gran difensore, per oltre cinquant’anni, del Cattolicismo», che «egli era infatti, pei cattolici sedotti dallo spirito della rivoluzione, un idolatra: vale a dire (e ciò rappresenta la sua massima gloria) un cattolico assolutamente fedele al Papa e, per conseguenza, un dichiarato nemico di tutti coloro che avrebbero preteso che il Vicario di Cristo, adattandosi ai tempi, fosse venuto più o meno a patti con l’errore. Egli stava, insomma, con la dottrina immutabile della Chiesa, riaffermata, con sempre maggior forza, contro il mondo moderno, in tutte le encicliche degli ultimi pontefici, mentre gli altri (i cattolici-liberali), secondo l’arguta frase d’una donna di spirito, “mescolando il petrolio con l’Acqua Benedetta, s’immaginavano di farne vino di Bordeaux”». Per i progressisti sono idolatri, per forza di cose, sia coloro che pregano con piena devozione l’Eucarestia sia coloro che servono devotamente il Pontefice. L’una cosa implica l’altra.
Noi, che siamo orgogliosi papisti abbiamo il compito di difendere questo Pontefice coraggioso. Un condottiero senza generali, ma circondato da semplici soldati che sono pronti a difenderlo.
Matteo Carnieletto
Ancora una splendida perla – se ce ne fosse bisogno – del Mons. MANGANINI protagonista di un duro scontro con l’Amministrazione comunale di Milano per l’installazione di un albero di natale in piazza Duomo sponsorizzata da una gioielleria.
RispondiEliminaQUI LA NOTIZIA:
http://www.cronacalive.it/milano-monsignor-manganini-accende-la-polemica-contro-tiffany-in-piazza-duomo.html
Ed ecco alcune mie riflessioni:
E’ fin troppo scontato che Manganini vada contro la Moratti, la Lega e il centrodestra. Ormai queste prese di posizione non hanno più nessun valore di PROFEZIA.
Tra l’altro, l’iniziativa sembra ancora più ideologica se andiamo a leggere le motivazioni: “l’albero di Natale è un simbolo cristiano…” ma da quando?
Sì, magari lo accettiamo, ormai, ma il simbolo del Natale per eccellenza è il presepe. Perché la curia non promuove un bel presepe in piazza Duomo, a grandezza naturale, così da richiamare fortemente l’attenzione su un simbolo veramente cristiano, e ricordare a tutti, senza vergogna (e senza paura di offendere le altre fedi!!!), che il Natale cristiano è memoria dell’Incarnazione del Signore Gesù?
Ancora: fare polemica invocando la crisi è populismo da 4 soldi. Allora perché non facciamo chiudere i negozi di via Torino, di via Manzoni, di via Montenapoleone e di via della Spiga? Sappiamo tutti il commercio che sta dietro alle feste di Natale. Non si risolve certo così l’esortazione del Papa, più volte ripetuta, ad una sobrietà di vita.
Infine, mi pare di dover dare ragione al alcuni miei colleghi che, indignati come dicono loro dall’ennesima “interferenza” della Chiesa, ricordano all’arciprete che piazza Duomo non è piazza San Pietro, ovvero di proprietà della Chiesa, ma è una piazza cittadina, aperta a tutti gli usi. Poi si potrà discutere sull’opportunità di alcuni usi, e sono d’accordo, ma invocare un diritto di veto da parte del monsignore non mi pare che abbia alcun fondamento giuridico.
Così facendo, noi cattolici ci attiriamo ancora di più le accuse di ipocrisia del mondo laico e laicista.
Mi domando allora: perché Manganini non ha preso posizione sui musulmani che pregavano in duomo voltando le terga al duomo?
Questa Chiesa parla poco di Cristo, ma fa molta politica. Per non parlare di un certo “pauperismo” dilagante… strano però che chi parla di povertà lo faccia provenendo da ambienti molto agiati…
E’ evidente lo scollamento tra la sensibilità religiosa e sincera della gente, e un certo modo di condurre la Chiesa di Milano. La gente grida a suo modo il proprio bisogno di Dio, ma le risposte sono deludenti.
Chi deve decidere su Milano… ne tenga conto!!!!!
Oremus pro Pontifice
Scusate l’OT (anche se non troppo), per segnalare una ancora una perla – se ce ne fosse bisogno – del Mons. MANGANINI protagonista di un duro scontro conn l’Amministrazione comunale di Milano per l’installazione di un albero di natale in piazza Duomo sponsorizzata da una gioielleria.
RispondiEliminaQUI LA NOTIZIA:
<span>http://www.cronacalive.it/milano-monsignor-manganini-accende-la-polemica-contro-tiffany-in-piazza-duomo.html</span>
Ed ecco alcune mie riflessioni:
E’ fin troppo scontato che Manganini vada contro la Moratti, la Lega e il centrodestra. Ormai queste prese di posizione non hanno più nessun valore di PROFEZIA.
Tra l’altro, l’iniziativa sembra ancora più ideologica se andiamo a leggere le motivazioni: “l’albero di Natale è un simbolo cristiano…” ma da quando?
Sì, magari lo accettiamo, ormai, ma il simbolo del Natale per eccellenza è il presepe. Perché la curia non promuove un bel presepe in piazza Duomo, a grandezza naturale, così da richiamare fortemente l’attenzione su un simbolo veramente cristiano, e ricordare a tutti, senza vergogna (e senza paura di offendere le altre fedi!!!), che il Natale cristiano è memoria dell’Incarnazione del Signore Gesù?
Ancora: fare polemica invocando la crisi è populismo da 4 soldi. Allora perché non facciamo chiudere i negozi di via Torino, di via Manzoni, di via Montenapoleone e di via della Spiga? Sappiamo tutti il commercio che sta dietro alle feste di Natale. Non si risolve certo così l’esortazione del Papa, più volte ripetuta, ad una sobrietà di vita.
Infine, mi pare di dover dare ragione al alcuni miei colleghi che, indignati come dicono loro dall’ennesima “interferenza” della Chiesa, ricordano all’arciprete che piazza Duomo non è piazza San Pietro, ovvero di proprietà della Chiesa, ma è una piazza cittadina, aperta a tutti gli usi. Poi si potrà discutere sull’opportunità di alcuni usi, e sono d’accordo, ma invocare un diritto di veto da parte del monsignore non mi pare che abbia alcun fondamento giuridico.
Così facendo, noi cattolici ci attiriamo ancora di più le accuse di ipocrisia del mondo laico e laicista.
Mi domando allora: perché Manganini non ha preso posizione sui musulmani che pregavano in duomo voltando le terga al duomo?
Questa Chiesa parla poco di Cristo, ma fa molta politica. Per non parlare di un certo “pauperismo” dilagante… strano però che chi parla di povertà lo faccia provenendo da ambienti molto agiati…
E’ evidente lo scollamento tra la sensibilità religiosa e sincera della gente, e un certo modo di condurre la Chiesa di Milano. La gente grida a suo modo il proprio bisogno di Dio, ma le risposte sono deludenti.
Chi deve decidere su Milano… ne tenga conto!!!!!
Oremus pro Pontifice
<span>Supponiamo che, al posto di musulmani, fossero stati dei cattolici venuti sulla piazza del duomo per assistere a una messa tradizionale. Cosa avrebbe fatto monsignor Manganini? Avrebbe sbraitato contro l'usurpazione tradizionalista e, molto probabilmente, dopo aver proibito di celebrare la Messa, avrebbe accettato che la Messa fosse detta in piazza ma...a porte chiuse.
RispondiEliminaUna perla di monsignor Manganini, inoltre, è l'avere imbrattato la cripta del duomo con la videoinstallazione della "Via dolorosa" di Mark Wallinger.</span>
Io non capisco tutto questo livore. Rispetto le gioiellerie, ma strumentalizzare il Natale non è molto elegante, come minimo. Bene ha fatto il monsignore a condannare.
RispondiEliminaPer tornare in argomento, ho letto il libro della Alberoni, ma ha ben poco di romanzo e molto di romanzesco, non so se mi spiego. Non credo serva a nessuno prendersela con il Concilio, bisogna accettarlo. Per fortuna il concilio c'è stato, così non si sente più definire la Messa come "la rinnovazione di un Sacrificio cruentissimo", che è anche italiano orrendo.
Poi, cos'è questo appoggio al Papa, ma solo se ci da retta? Se il Papa fosse stato Martini o Bertone o Tettamanza sarebbe stato meno da obbedire? Possibile che lo Spirito santo assista solo il papa e non i vescovi?
Difficile dialogare con voi, è più facile con i fratelli separati. Mi dispiace.
Il libro dell'Alberoni, putroppo, ha ben poco di romanzo o romanzesco, perchè gran parte degli eventi narrati corrisponde a verità. In tal senso forse è più corretto definire "Intrigo al Concilio Vaticano II" una cronaca di quel Concilio.
RispondiEliminaIl Papa non dà retta a noi (in italiano "dà" senza accento è orrendo), ma ogni sua azione è volta al bene della Chiesa. Per quanto riguarda Martini, Bertone o Tettamanzi basta ricordare quanto successo con Paolo VI: in aria di progressismo e, seguendo la definizione di Maritain, uomo di sinistra, salvò la Chiesa nel momento in cui stava per affondare. Come lui stesso ammise, le aperture al mondo avevano fatto entrare il fumo di Satana nel tempio di Cristo.
<span>Il libro dell'Alberoni, purtroppo, ha ben poco di romanzo o romanzesco, perchè gran parte degli eventi narrati corrisponde a verità. In tal senso forse è più corretto definire "Intrigo al Concilio Vaticano II" una cronaca di quel Concilio.
RispondiEliminaIl Papa non dà retta a noi (in italiano "dà" senza accento è orrendo), ma ogni sua azione è volta al bene della Chiesa. Per quanto riguarda Martini, Bertone o Tettamanzi basta ricordare quanto successo con Paolo VI: in aria di progressismo e, seguendo la definizione di Maritain, uomo di sinistra, salvò la Chiesa nel momento in cui stava per affondare. Come lui stesso ammise, le aperture al mondo avevano fatto entrare il fumo di Satana nel tempio di Cristo.</span>
Caro ministrante in quattro righe sei stato capace di affilare (nel senso di mettere in fila) una ventina di errori teologici......
RispondiEliminaVedo di spulciare qualche perla:
"non credo bisogna prendersela con il concilio: bisogna accettarlo"
Ohibò non sapevo che il mitico concilio degli anni sessanta fosse una sorta di superdogma...... anche i chierichetti sanno che fu un concilio molto, ma molto pastorale, cavallo di battaglia degli eretici della nouvelle theologhie (tutti finiti male Schillebeeckx, Rahner, e compagnia cantante) e dei neomodernisti che sono nati già con la condanna addosso (leggi la Pascendi di San Pio X)......
"La Messa è la rinnovazione del Sacrificio cruentissimo" a parte la tua "leggerezza" (quasi blasfema) nel parlare della Santa Messa in modo ironico, hai detto una cosa giustissima e sempre valida.... leggiti ad esempio il Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI alla Conferenza Episcopale Italiana riunita ad Assisi, messaggio indirizzato anche al tuo cardinale Tettarella, no scusa, Tettamanzo.... mi pare faccia anch'egli parte di questa conferenza e sia membro della Chiesa Cattolica di cui fino a prova contraria solo il Papa è capo visibile.
Infine quì nessuno idolatra i papi, sappiamo però che Nostro Signore ha affidato solo a Pietro le chiavi del regno dei cieli, naturalmente anche il Papa deve seguire la santa Tradizione e quindi non potrà mai smentire tutti i pontefici precedenti e soprattutto il deposito della fede che per sua natura è immutabile.....
Caro ministrante perdonami se sono stato un po' acido.... l'ho fatto per il tuo bene per scuoterti dal torpore, ti affido alla Medonna che veglia su Milano dall'alto della guglia più alta e anche ti affido alla coraggiosa testimonianza dei martiri cristiani dell'Irak uccisi dai terroristi islamici in odio alla fede....
Un abbraccio in Cristo
don Bernardo
<span>Laissez ici votre commentaire en respectant les lois. Tout commentaire jugé inapproprié (agressif, raciste, diffamatoire, publicitaire, grossier, hors sujet…) sera supprimé</span>
RispondiElimina<span></span>
<span></span>
A proposito di adorare l' Eucaristia, sono in Belgio per qualche giorno di vacanza; oggi nella cattedrele di Gand, sulla porta della cappella dove tengono il Santissimo c' era scritto: "cappella per la preghiera e la riflessione; no visite turistiche". Insomma niente adorazione. Sarà frutto solo di leggerezza o di una mentalità acquisita? Mah...
P. S. sempre per il ministrante, dici che è per te "più facile dialogare con i fratelli separati", lo credo anch'io infatti tra protestanti eretici ci si intende bene....... tutti appassionatamente intorno alla mensa o tavola dove si fa memoria della cena e si fa la festa della comunità......
RispondiEliminaIn Francia, a Vienne - se non ricordo male - "chapelle de prière", diversamente dalla cattedrale di Lione, dove l'indicazione era quella "classica"
RispondiEliminaCaro Carnialetto, condivido completamente il Suo post ed i Suoi commenti successivi, ma mi permetto di farLe notare che qui di orgogliosi papisti che sentono in dovere di difendere questo coraggioso Pontefice ce ne sono veramente pochini. Se ha la voglia e il tempo di leggere i commenti ai vari post non Le sarà difficile verificare che gli attacchi al Santo Padre, spesso sconfinanti nell'offesa e anche nella calunnia, sono innumerevoli, per non parlare del foltissimo gruppo di commentatori che vogliono insegnare a Benedetto XVI come si fà il Papa. La cosa più triste è che i più critici sono alcuni che si presentano come sacerdoti. La saluto cordialmente.
RispondiEliminaper restare in tema di Tetta e Manga, a Milano, sul pirelllone il presidente della provincia ha fatto mettere un manifesto in solidarietà ai cristiani del medioriente http://www.milestonemedia.it/editorial/set/1199928 . Di certo sarà un fatto non condiviso dall'arcidiocesi, anzi per rispondere a questo fatto gravissimo di apologia del cristianesimo, probabilmente nei prossimi giorni sarà esposto sulla facciata del duomo di milano, uno striscione di incoraggiamento ai fratelli mussulmani di non farsi mettere i piedi in testa dai 4 cristiani rimasti in medioriente... :-D
RispondiElimina<span>+</span>
RispondiElimina+
+
... andate a leggere cosa sto prete catto-comunista scrive su MessaInLatino:
http://www.dongiorgio.it/pagine.php?id=2295
+
+
+
Don Bernardo, posso avere una sua mail? Avrei necessita' di contattarla.
RispondiEliminaNon conosco mons. Manganini e non sono di Milano. tuttavia l'interessato dovrebbe - essendo sacerdote, per quanto ne so validamente e lecitamente ordinato - sapere che l'Eucarestia nelle nostre Chiese non viene affatto "idolatrata" bensì ADORATA.
RispondiEliminaLa cosa che accomuna Giorgio e messainlatino è la censura!
RispondiEliminametodologicamente identici contenutisticamente opposti!
Md
i neocatecumenali non l'hanno mai chiamata "Cappella del Santissimo", ma "Santuario della Parola"
RispondiEliminaOrmai siete un disco rotto.
RispondiEliminaContinuate pure a berciare al vento.
<span>+</span>
RispondiElimina+
+
... non solo a donGiorgio.it, il sito MessaInLatino dà un bel fastidio. Questo è un buon segno. Sta a significare che MessaInLatino sta toccando certi punti dolosi di certi "cattolici vaticanisti 2" grandi teorici su quello che è la nostra Chiesa Cattolica Romana. Dunque MessaInLatino deve proseguire.
+
+
+
Cara Andrìa, grazie mille! Purtroppo noi papisti - come dice lei - siamo pochi. Ma dobbiamo essere agguerriti e prepararci, con le armi che abbiamo a disposizione (la preghiera, la fede e la preparazione culturale) alla battaglia.
RispondiEliminaEhi...ma non parla male del sito...a leggere tra le righe ha una certa stima...
RispondiEliminaCiao
Flavio
Mons. Manganini ha fatto benissimo. Dovreste vergognarvi......
RispondiEliminaMa no, è che Menganini l'abete lo voleva in un altro posto.
RispondiEliminadovrebbe vergognarsi monsignor Manganini che fa di tutto per screditare un documento del Papa.
RispondiEliminaTra una "manganellata' e l'altra, propongo la lettura di questo post dal blog "Settimo Cielo" di Sandro Magister via Amici di Papa Ratzinger
RispondiEliminaBenedetto XVI ha dedicato l’udienza generale di mercoledì 17 novembre alla figura di santa Giuliana di Cornillon, nota anche come santa Giuliana di Liegi.
Di lei ha sottolineato l’intensa dedizione al culto eucaristico. Il papa ha ricordato che con alcune sue compagne Giuliana costituì a Liegi una “alleanza spirituale con il proposito di glorificare il santissimo sacramento” e alla fine il vescovo dell’epoca, Roberto di Thourotte, “accolse la proposta di Giuliana e delle sue compagne e istituì, per la prima volta, la solennità del Corpus Domini nella sua diocesi”.
Presto altre diocesi fecero la stessa cosa e nel 1264, pochi anni dopo la morte della santa, papa Urbano IV estese la festa del Corpus Domini alla Chiesa universale, facendo scrivere a san Tommaso d’Aquino i testi liturgici della messa.
“Da allora in poi – ha proseguito il papa – la festa conobbe uno sviluppo meraviglioso, ed è ancora molto sentita dal popolo cristiano. Vorrei affermare con gioia che oggi nella Chiesa c’è una ‘primavera eucaristica’: quante persone sostano silenziose dinanzi al tabernacolo, per intrattenersi in colloquio d’amore con Gesù! È consolante sapere che non pochi gruppi di giovani hanno riscoperto la bellezza di pregare in adorazione davanti al santissimo sacramento. Penso, ad esempio, alla nostra adorazione eucaristica in Hyde Park, a Londra. Prego perché questa ‘primavera eucaristica’ si diffonda sempre più in tutte le parrocchie, in particolare in Belgio, la patria di santa Giuliana”.
Già, in Belgio, nel paese delle “messe senza preti“. E a Liegi in particolare. Lo scorso giugno “Settimo Cielo” ha dedicato un post al ripristino, avvenuto quest’anno grazie all’impegno di alcuni fedeli, devoti dell’eucaristia, della processione del Corpus Domini nella città di santa Giuliana.
Lì la processione era caduta in disuso dagli Settanta. E chi si era opposto al suo ripristino? Il vescovo della città, monsignor Aloysius Jousten, il quale aveva dichiarato al quotidiano “Le Soir”: “Riguardo a questa processione ho delle riserve, perché penso che sia di natura tale da dividere invece che unire”.
Infatti “Settimo Cielo” aveva intitolato il post così: “Il vescovo di Liegi non va alla processione. Preferisce nascondersi“.
Ma ora papa Benedetto e santa Giuliana l’hanno snidato.
Sembrerebbe che al Santo Padre non sfuggono i temi di maggiore attualita' ecclesiale....
FdS
Ma hanno studiato l'abc del catechismo?
RispondiEliminaRidicolo che certa gente provi, sconsideratamente e senza fondamenti, a difendere Manganini per le sue esternazioni fuori luogo. Fate chiudere tutti i negozi a Natale, mettete un bel presepe in piazza Duomo, annunciate Gesù Cristo, anzichè fare populismo spicciolo.
RispondiEliminaSu un albero laico uno sponsor è cosa di nessuna rilevanza. Allora faccia togliere i manifesti pubblicitari dalle impalcature sul duomo. Ci si attacca alla pagliuzza, ma si trascura la TRAVE. Milano vive di immagine, di lusso, di moda. Non è spostando una gioielleria da piazza Duomo che ci mettiamo in pace la coscienza.
@ stendec
RispondiEliminaPuoi provare presso la redazione di messainlatino che dovrebbe avere il mio indirizzo di posta elettronica.
<span>Allora faccia togliere i manifesti pubblicitari dalle impalcature...</span>
RispondiElimina...ed esiga il divieto di transito in piazza Duomo a chi è vestito da Babbo Natale.
L'origine dell'albero è protestante. Lutero, d'inverno, vide nella Turingia, abeti con ghiaccioli illuminati dalla luna e così gli venne l'idea dell'albero di Natale. Ecumenismo vuole che si faccia un enorme albero in Piazza S. Pietro.
RispondiEliminaAvrebbe fatto come i vescovi di Versaiiles, a loro tempo: avrebbe chiamato la forza pubblica e fatto trascinar giù dall'altare il celebrante della S. Pio X con la benedizione del Papa. Come avrebbe reagito il papa regnante?
RispondiEliminaQuante stupidaggini propala il ministrante (di che?). L'unica parola accettabile è TettamanzA.
RispondiEliminaMa non è che chiuse le porte: chiuse qualche spiffero.
RispondiEliminaNella chiesa di S. Gervasio, a pochi pasi da casa mia, c'è il manifestino: "cappella per le devozioni personali".
RispondiEliminaEd anche scrivendo fa senz'accento.
RispondiEliminaA Dio spiacente e a li nimici sui.
RispondiEliminaL'adorazione eucaristica si diffonda sempre più in Belgio. Cominci il Papa a deporre quel vescovo inqualificabile.
RispondiEliminaBabbo Natale è più serio di cardinali: anche loro veston di rosso.
RispondiEliminaHo già risposto al prete. E' veramente una vergogna! >:o
RispondiEliminaPerdoni il terribile errore, illustre Professore, ma da sardo ho dedicato i miei primi cinquant'anni ad evitare le doppie di troppo, i prossimi cinquanta però le assicuro che li dedicherò agli accenti. Non ho avuto nemmeno la possibilità di "sciacquare i panni in Arno" perchè dalle mie parti c'è solo il Cixerri, che nei mesi estivi è in secca. Comunque "Ho caduto o sono caduto, sempre in terra mi ho trovato"!!?
RispondiEliminasegnalo una stroncatura del patetico romanzo INTRIGO AL CONCILIO VATICANO 2°
RispondiEliminahttp://ucciellino.blogspot.com/2010/07/intrigo-al-concilio-vaticano-ii.html
Qualcuno ha detto : " Per fortuna il concilio c'è stato, così non si sente più definire la Messa come "la rinnovazione di un Sacrificio cruentissimo", che è anche italiano orrendo.
RispondiEliminaPoi, cos'è questo appoggio al Papa, ma solo se ci da retta? Se il Papa fosse stato Martini o Bertone o Tettamanzi sarebbe stato meno da obbedire? Possibile che lo Spirito santo assista solo il papa e non i vescovi?
Difficile dialogare con voi, è più facile con i fratelli separati. Mi dispiace"
A parte che la definizione è "rinnovarsi incruento del sacrificio di Cristo sulla croce " e quindi più che mai bisogna documentarsi sul catechismo della Chiesa Cattolica, appunto, non fa meraviglia che ci sia in giro gente non informata che dice queste cose per ridicolizzare la Chisa Cattolica (Tolstoj fu scomunicato per aver ironizzato sulla Divina Liturgia ortodossa) , quanto che certa gente voglia a tutti i costi definirsi cattolica.
Il Concilio ha detto che c'è la libertà religiosa, quindi che vadano in una setta protestante e nessuno avrà più nulla da obiettare.
Troppo comodo, anche per tanti prelati, forse incapaci come tanti politici di far altro nella vita , passar la vita nella Chiesa Cattolica e criticarla da dentro mangiando a sbafo dei proventi che essa elargisce . Andate a lavorare in fabbrica, e forse allora la vostra critica sarà credibile !
Sul sito è stata pubblicata la notizia che a Monza oltre 60 fedeli hanno presentato firme per l'applicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum.
RispondiEliminaQualcuno ha telefonato alla segreteria dell'arciprete mons Provasi pe avere notizie sulla celebrazione e si è sentito rispondere che non si farà, che le firme non bastano (il Motu Proprio non specifica affatto che debba eserci un numero di firme minimo, qualcuno ai tempi si era inventato 30, e comunque 60 a Monza sono tante !) e che la Curia di Milano è stata contattata ( cioè verosimilmente il solito mons Manganini) e si è opposta. Tra l'altro non è per nulla previsto dal Motu Proprio che si contatti l'Ordinario, men che meno uno che Ordinario non è neanche, ma è solo il parroco a dover accogliere la richiesta. Inoltre, qualcuno che ha telefonato alla segreteria di mons Provasi si è anche sentito dire di rivolgersi a Seregno, alla Fraternità S Pio X . Questo la dice lunga sulla considerazione che in Diocesi di Milano si ha del Papa.