Nella recente biografia “Mons. Marcel Lefebvre Nel Nome della Verità” scritta da Cristina Siccardi, a pag. 281 si citano tre benefattrici sarde, le sorelle Monzitta.
Ma chi erano costoro? La loro storia è simile a tante altre, nelle umiliazioni come nelle sofferenze causate dalla selvaggia e feroce applicazione delle riforme liturgiche. Il repentino passaggio da un rito immemorabile, e anche per questo amato, ad un rito nuovo fin da subito sentito come freddo, estraneo, e rivoluzionario e presentato ed imposto in contrapposizione all’altro scandalizzò e sconvolse l’esistenza anche di queste tre pie donne. Le quali si ritrovarono anch’esse, nella nuova liturgia, come un pesce fuor d’acqua. E se fino al giorno prima levarsi presto per andare a messa era una gioia, divenne subito una tragedia. Esse provavano nella messa nuova una sofferenza mai provata prima, neppure per la morte dei genitori. Riuscirono a “sopravvivere” in queste condizioni per qualche tempo, ma alla fine una scelta si imponeva: andare a messa e tornarne ogni volta sempre più depresse e distrutte, spiritualmente spossate, oppure restarsene a casa. Non avendo la vocazione al martirio queste tre sorelle decisero, con profondo dolore, di non metter più piede in quella chiesa dove erano state battezzate. Continuarono a levarsi presto lo stesso, e a “supplire” la partecipazione alla messa, con il desiderio di esservi e altre pratiche di pietà. Pensavano che una tale pazzia dei preti non poteva durare a lungo. Passarono così mesi ed anni.
Un giorno sentirono al telegiornale che il Papa aveva concesso un indulto per celebrare la messa antica (si tratta della Lettera Quattuor abhinc annos del 1984). Non capirono molto del servizio trasmesso al telegiornale e per cercare di comprendere qualcosa in più acquistarono qualche quotidiano. E capirono che la messa tanto amata poteva essere celebrata nuovamente. Si rivolsero subito al parroco , il quale rispose di non saperne nulla (e quando mai un parroco deve occuparsi di simili notizie!) consigliandole di rivolgersi alla curia diocesana. Queste tre arzille signorine non se lo lasciarono dire due volte e il giorno dopo chiusero la loro piccola bottega, presero l’autobus e si diressero ad Ozieri; andarono in curia e parlarono con un sacerdote che, sulle prime, le ricevette con gentilezza; quando però le sorelle comunicarono il motivo della loro presenza l’atteggiamento di quel sacerdote mutò repentinamente fino a sconfinare nella maleducazione e nell’offesa e tramutandosi in sprezzante arroganza. Non concesse loro neppure di finire di parlare; le rimproverò aspramente per la loro richiesta, dicendo loro che dovevano vergognarsi di aver chiesto una cosa simile!! E dopo averle invitate a confessarsi e a pentirsi, le mandò via in malo modo.
Queste tre sorelle, umiliate e ammutolite, uscirono dagli uffici della curia ed avendo ancora del tempo prima di prendere l’autobus si concessero una mesta passeggiata fermandosi di tanto in tanto davanti a qualche vetrina casa. Fu proprio davanti ad una di queste vetrine che vide il sacerdote che poco prima le aveva letteralmente cacciate dagli uffici della curia, ed evidentemente poco contento di ritrovarsi tra i piedi quelle povere donne le fece oggetto di scherno dicendo loro “ma tornatevene a casa vostra, ché fate meglio”! Le tre sorelle questa volta gli risposero per le rime ricordandogli che erano sulla pubblica via dalla quale lui non aveva né diritto né potere di cacciarle via come invece aveva fatto pocanzi dai locali della curia.
Il viaggio di ritorno a casa fu triste e silenzioso, scandito solo dai Paternostri e dalle Avemarie del rosario sussurrato su un’autobus semivuoto .
Con una tristezza maggiore, dovuta all’improvviso entusiasmo suscitato dalla notizia dell’indulto e all’altrettanto improvvisa negazione di esso da parte della curia diocesana, le tre sorelle continuarono la vita quasi claustrale che conducevano dal 1970, pregando in casa. Passò ancora qualche anno e nel 1988 un’altra notizia appresa al telegiornale le fece sussultare: in quell’anno infatti molto si parlò di Mons. Lefebvre, soprattutto a motivo delle illecite ancorchè valide consacrazioni episcopali. Si attivarono immediatamente per cercare di contattare tale vescovo e dopo un po di tempo riuscirono a comunicare con il priorato italiano della FSSPX , ad Albano, diventando subito benefattrici dell’opera di mons. Lefebvre, felici di aver scoperto un vescovo, fino ad allora sconosciuto, che lottava per la messa di sempre: la loro stessa messa e la loro stessa lotta!
Fu in quella occasione che Mons. Lefebvre decise di andare in Sardegna per ringraziare di persona e più ancora per consolare, quelle tre coraggiose e intrepide sorelle. Ecco quindi che una mattina le tre sorelle sentirono bussare alla porta: era mons.Lefebvre. Lo ospitarono per qualche giorno nella loro casa e allestirono una cappella in una delle stanze dove il vescovo francese celebrò il divin sacrificio in una atmosfera catacombale. La gioia delle tre sorelle per aver nuovamente partecipato alla messa antica fu tale che piansero molto: Dio aveva ascoltato le loro suppliche di non morire senza aver nuovamente partecipato alla Messa di Sempre.
Se l’ostilità diocesana verso queste tre sorelle era notevole prima, si può immaginare quanto aumentò dopo che si diffuse la notizia della visita di mons. Lefebvre.
Per oltre dieci anni, ogni tanto, un sacerdote della FSSPX andava a visitarle, si tratteneva da esse qualche giorno, celebrando il rito antico nella cappellina allestita per mons. Lefebvre e mai disfatta. Poi, con l’età che avanzava si acuirono i problemi di salute che in poco tempo portarono due sorelle a lasciare questa terra. I sacerdoti della FSSPX non furono avvertiti in tempo e i funerali vennero quindi officiati da sacerdoti diocesani ma col rito nuovo, perché la curia, impietosa anche verso i defunti, non volle concedere il rito antico.
gli anni passano, cambiano anche i papi, ma le persecuzioni restano. Solo un paio di mesi fa, per la prima volta, e per pura coincidenza, mi incontrai con il vescovo della diocesi nrlla quale risiedo. il vescovo è tale carlo Ghidelli. già sapevo della sua ostentata avversione alla messa cattolica. Tuttavia, mi limitai a chiedergli: Monsignore, so che il papa ha finalmente riaperto le porte alla messa tridentina, e lui di soppiatto, lei si sbaglia! e non mi fece finire la domanda e sgattaiolò fuori per afferrare una bella cassetta di uva bianca che nel frattempo gli veniva regalata da una umile signora del posto. Complimenti a questo umile "servitore" del papa e puntuale sabotatore della sua volontà. vergogna, vergogna, vergogna.
RispondiEliminaDa aggiungere che ciò accade a un mese della sua morte, dove la forza e sensibilità interiore hanno vinto ogni fatica.
RispondiEliminaHo conosciuto di persona le sorelle <span>Monzitta. E' stato un onore. </span>
RispondiEliminaCaro Eraclio, quante storie come la Sua o quella delle 3 sorelle, potremmo sentire, dovremmo raccontare, Il Papa polacco chiese scusa al modo di tutto un po, se fosse campato ancora, gli avrebbero fatto chiedere scusa di esistere. Una grande e vera ammissione di colpa, con conseguente richiesta di perdono, dovrebbe invece, verosimilmente, riguardare le violenze, perpetrate da preti e laici del post concilio contro la tradizione e la sensibilità del popolo cattolico, letteralmente calpestato nelle sue più profonde convinzioni e tradizioni, in nome della novità hanno devastato la chiesa, dalle anime, all'arte. Sono un prete e so quel che dico, maturai questa convinzione nel lontano 1969, avevo 10 anni e in famiglia ero stato educato nella fede, al rispetto e all'amore per il sacro tempio e il tabenacolo, mi piaceva la chiesa, la bellezza dei riti mi incantava e con tanti fanciulli come me si aspettavano le feste religiose per partecipare alle messe solenni come chierichetti, ho ancora vividi ricordi della Messa alle 6 del mattino servita al santo e anziano arciprete, alzandomi sulle punte dei piedi per arrivare alla mensa dell'altare. UN giorno arrivò il nuovo parroco, tutto lui e concilio, riforme, abolizioni e arroganza. Ricordo lo sconcerto e lo smarrimento dei nonni le donne che non potevano più recitare il rosario, i veli proibiti le processioni abilite come le quarantore ecc. ecc. Il vecchio parroco era rimasto in carica 45 anni e gli fu concesso di abitare in due stanzette in parrocchia, non aveva una lira e non sapeva dove andare, si era speso e aveva speso tutto per la sua gente che lo venerava
RispondiEliminaNon dimenticherò mai, per tutta la vita e anche dopo, la mattina in cui vidi entrae in chiesa una ruspa, a metà navata, all'altezza delle sepolture degli antichi sacerdoti spofondò il pavimento, per il peso, distrugendo lapidi e sepolture, ma il nuovo parroco non si diede per vinto davanti a questo scempio, entro sera era riuscito a far risalire la ruspa che avanzò verso l'altar maggiore e lo demolì impietosamente frantumandolo in mille pezzi che il sacrista andò poi a vendere in ricordo in giro per le case dei parrocchiani.
Da questo episodio capii che qualcosa di inveterato era mutato per sempre, io non appartenevo al nuovo, blasfemo e violento, con l'intelligenza dell'innocenza capii tutto e sopattutto che quel concilio, in nome del quale si facevano cose simili, o non veniva da Dio, o era strumentalizzato da qualcuno.
La cosa più penosa, fu il giorno dopo, l'espressione pietrificata sul viso del vecchio parroco, una maschera di orrore solcata solo dalle lacrime che non smettevano di scendete, non parlò più, mori qualche mese dopo, il commento del nuovo parroco fu: " Bene, pensaco che questo impiccio durasse di più".
La mia vocazione nacque allora, presi spontaneamente il posto del vecchio parroco, ne sentii il dovere, amai la Sua divisa , purtroppo, non seppi elevarmi alla Sua santità. Lascio pensare ai lettori cosa abbia significato fare il prete in questi 26 anni, non ho più parole per dirlo, so solo che una forza, non mia, mi ha sempre sostenuto ed ora il Papa Benedetto XVI è una grande consolazione, un raggio di luce nelle tenebre ma a volte mi chiedo terrorizzato: e dopo ?................................................................
Con tutto il rispetto, se qualcuno le avesse accompagnate un po', le due sorelle, non sarebbero finite preda dei lefebvriani.
RispondiEliminache commento sciocco e inopportuno, certo di un prete avvoltoio postconcilcattocomunista che avrebbe di sicuro impiegato bene i soldi delle sante donne, come purtroppo hanno fatto molti di questi preti indegni
RispondiEliminaaccompagnate con gli strimpelli delle chitarre a cui sarai sicuramente avvezzo? Con tutto il rispetto, ovviamente.
RispondiEliminaBussa e ti sarà aperto vero?
RispondiEliminasono commossa e ringrazio il Signore per i suoi santi sacerdoti!
RispondiEliminaIntervento bellissimo, a volte commovente. Raccapricciante la demolizione con ruspa dell'altare.
RispondiEliminaAnche in un paesino qui vicino Livorno un prete ha demolito l'altare maggiore, quelli laterali e murato le nicchie lungo le pareti con statue dei Santi e messo in cantina anche quelle della Madonna e di S. Giuseppe...La chiesa è ridotta ora ad un vuoto parallelipipedo imbiancato con un Crocifisso alle spalle dell'altare "conciliare" (in legno).
Per fortuna il nuovo parroco ha restaurato le statue e le sta ricollocando alla venerazione dei fedeli. Di più non può fare perchè dei vecchi altari non è stato conservato niente. Lui stesso ha potuto vedere com'era lachiesa attraverso le foto di matyrimoni dei vecchi parrocchiani, neanche in archivio era stata lasciata una qualche memoria!
Non si preoccupi per il dopo, i segni sono incoraggianti, il Signore sta rimettendo a posto la sua Chiesa. Dio la benedica e aiuti il suo apostolato che auguro fruttuoso. Anche per nuove vocazioni.
RispondiEliminaHo vissuto quella violenza, ho visto e ascoltato l`odio di chi celebrava ancora la domenica prima la Santa Messa con quel Rito che ora vomitavano, che accusavano di tutti i mali, sono stata schernita e ricevuta malamente, ho cercato di resistere, mi è stata mostrata la porta e la porta l`ho presa, come in uno stato di legittima difesa.
RispondiEliminaLa rabbia era tale che ho inviato tutto "ballader", sconvolta da quella violenza nelle parole e nei comportamenti.
Non c`è stata nessuna attenzione, nessuna sensibilità per chi si è visto cadere dall`alto quella riforma e si è visto togliere senza nessuna delicatezza ciò che era al centro dela sua Fede, questa mancanza di cura pastorale è stata riconosciuta anche da Benedetto XVI nella sua lettera ai vescovi per il Summorum Pontificum dove dice: "Parlo per esperienza, perché ho vissuto anch’io quel periodo con tutte le sue attese e confusioni. E ho visto quanto profondamente siano state ferite, dalle deformazioni arbitrarie della Liturgia, persone che erano totalmente radicate nella fede della Chiesa."
Avrei potuto raggiungere la Fraternità di San Pio X, ma non l`ho fatto, mi capita di dirmi, purtroppo.
La mia regione (Puglia) è stata tra le più colpite dalla frenesia di abbattimento degli altari antichi. Nella mia parrocchia venne abbattuto il maggiore risalente al Settecento, ma in tutte le Diocesi e soprattutto nei piccoli comuni si pose mano a demolire addirittura i nostri stupendi altari barocchi, emblemi della nostra storia, cultura e soprattutto Fede.
RispondiElimina<span>preda dei lefebvriani.</span>
RispondiElimina<span> preda ? ?</span>
perchè, CHI SONO i lefebvriani ? avvoltoi ? ghepardi ? falchi ?
è evidente qui che il linciaggio morale contro la FSSPX continua, inesausto, come attestano queste frecce velenose che fioccano ancora e ancora, lanciate dall'alto, dai potenti tiranni che manovrano la (dis)informazione e diffuse a penetrare capillarmente nelle coscienze dei poveri ignoranti inchinati al potere, a far capire dove e come ben inchiodare l'etichetta di <span>gente malfamata:</span>
"State alla larga da quegli appestati, da quei ribelli e nemici della Chiesa ! NON SIANO neanche nominati tra voi, essendo indegni del nome di cristiani e anche più quello di cattolici "....
Rafminimi, spero che tu non sia frai quelli che ha usufruito delle donazioni di queste poverette, sai in paese se ne dicono tante in proposito
RispondiElimina<span>sconvolta da quella violenza nelle parole e nei comportamenti. </span>
RispondiElimina....e voi credete che quella violenza sia finita ?
A volte ci scordiamo propio delle immani sofferenze causate con brutalità a tante anime "totalmente radicate nella fede della Chiesa" come dice il Papa.
RispondiEliminaMia nonna ripeteva sempre: "Ma perchè ci hanno tolto la nostra messa?, perchè ce l'hanno tolta? Perchè non ci hanno chiesto il parere? Perchè? Perché?"
Anche mia nonna non andò più in chiesa, chiudendosi in casa nel lutto e nel dolore per circa vent'anni.
Ma ai preti del dolore liturgico altrui non interessa propio nulla.
Viva le sorelle Monzitta!
Viva mia nonna!
Viva mons. Lefebvre!
VERGOGNA!!!!!!!!!!!!!.........Questa e' la casa di DIO.....????? Da cacciarli tutti in Siberia....patire il freddo e la fame...VERGOGNOSI!!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaNel mio paese d'origine oltre a mia nonna, ci furono tante altre persone che non andarono più in chiesa. Qualcuna di queste persone disse: "non possiamo più andare a messa perchè la messa è una cosa terribilmente seria e invece ora con la nuova liturgia essa è diventata una carnevalata. Dio infliggerà castighi inauditi per aver profanato il suo tempio e il suo culto in questo modo".
RispondiEliminaUn'altra signora, analfabeta, invece disse nel suo dialetto: "quando la messa era in latino capivo tutto, ora non ci capisco più nulla".
Io mi chiedo solo se a Roma qualcuno ha visto solo un misero qualcosa di quello di cui tu parli.
RispondiEliminaChe vergogna...
ora questo "capire" antico, durato 19 secoli e mezzo, bisogna andarlo a raccontare a quel teologo che (s)parlava su FC....
RispondiEliminaquesto pezzo è meraviglioso e mi spiace uscire di tema ma QUALCUNO SA DOCE SI POSSONO COMPRARE QUELLE LUNGHE CANDELE COMPOSTE DA 3 CERI CHIAMATE "INTORTICIA" ??
RispondiEliminaPerdonate l'OT che comunque rende gloria a chi si batte per la Tradizione....
RispondiEliminanelle due giornate tra il 20 e il 21 ottobre, a seguito della notizia del rosso porpora a S.Ecc. mons. Malcom Ranjit il sito della Diocesi ha avuto la bellezza di TRE MILIONI DI ACCESSI :) nelle pagine interne vi si legge che il sito è andato in tilt per qualche ora a causa anche delle migliaia di email di CONGRATULAZIONE DI FEDELI da tutto il mondo e soprattutto dai fedeli del prelato che risulta essere ascoltatissimo ed amato!
Mons. Ranjit ha indetto per quest'anno un Anno dell'Eucarestia nel suo Paese con la RACCOMANDAZIONE di RIFORMARE TUTTA LA LITURGIA per un ritorno ALLA TRADIZIONE inoltre ha RACCOMANDATO DI FACILITARE la Messa Tridentina con queste parole:
<span>Desidero inoltre affermare che, come indicato nel Motu Proprio Summorum Pontificum del 7 luglio 2007, i sacerdoti e le istituzioni sono ormai autorizzati a celebrare, dove è opportuno, la Messa tridentina e i sacramenti in quel rito. In questo caso è meglio che i fedeli siano preparati per questo in anticipo. Mi auguro di celebrare io stesso una solenne Eucaristia in questo rito nel prossimo futuro presso la Cattedrale dell'Arcidiocesi."</span>
http://www.archdioceseofcolombo.com/
Ecco, il frutto marcio comune denominatore del cv2 che investì cardinali, vescovi, sacerdoti e laici: L'ARROGANZA! C'è voluto soltanto questa per rendere tutto il resto possibile.
RispondiEliminaPaolo VI pensò di venire incontro a quei preti anziani che vrebbero avuto difficoltà a usare il nuovo messale, e concesse di poter seguire ad usare quello antico, pur se alla umiliante condizione di farlo in forma rigorosamente privata. Però, quei preti, pur se ridotti a vivere liturgicamente nelle catacombe, poterono continuare a "godere" delle gioie del rito di sempre. Ma perchè Paolo VI non pensò pure a quei laici come le tre sorelle Monzitta?
RispondiEliminaDella sofferenza di tanti laici "radicati nella fede della Chiesa" a Paolo VI e agli "esperti" fabbricatori della nuova liturgia evidentemente non interessava propio nulla. Erano come schiavi che dovevano solo soffrire. Bella cosa! E difatti i laici che soffrirono furon parecchi.
E meno male che il Vaticano II, così si diceva, aveva rimesso in altissimo onore il ruolo dei laici!
Sono stati trattati come muli, come bestie da soma, sulla cui groppa è stato caricato il fardello opprimente del nuovo rito.
Se a quegli esperti il rito che si eran fabbricati a loro immagine e somiglianza piaceva così tanto, perchè non se lo sono messi sulle loro spalle, lasciando i fedeli liberi di decidere?
No, con brutale ferocia ad ognuno è stato caricato il nuovo fardello liturgico. In parecchi non ce la fecero a sopportarne il peso, come queste tre gloriose sorelle sarde.
Chi non ebbe la forza e il coraggio di ribellarsi, fu trasformato dai novatori in una bestia da soma.
...fin quando scopri la verità che nessuno mai te ne aveva parlato.
RispondiElimina...pero' in inghilterra hanno saputo farsi sentire e cosi' si e' avuto l'indulto detto di "Agata Christie", da parte dello stesso PVI; poca cosa ma un inizio.
RispondiEliminaUn aspetto importante che bisognerebbe approfondire è la percentuale dell'abbondono del ministero sacerdotale. E' vero che gli anni immediatamente successivi al Vaticano II registrarono i picchi più alti di richieste da parte dei presbiteri di lasciare il sacerdozio?
RispondiEliminaTi faceva gola l'eredità?
RispondiEliminaOra posso scrivere sul racconto letto per due volte, con calma, cercando di non lasciarmi prendere dal sentimentalismo....
RispondiEliminanon riesco ora a cancellare dal cuore questo quadro, anticamera di Paradiso:
Fu in quella occasione che Mons. Lefebvre decise di andare in Sardegna per ringraziare di persona e più ancora per consolare, quelle tre coraggiose e intrepide sorelle. Ecco quindi che una mattina le tre sorelle sentirono bussare alla porta: era mons.Lefebvre. Lo ospitarono per qualche giorno nella loro casa e allestirono una cappella in una delle stanze dove il vescovo francese celebrò il divin sacrificio in una atmosfera catacombale. La gioia delle tre sorelle per aver nuovamente partecipato alla messa antica fu tale che piansero molto: Dio aveva ascoltato le loro suppliche di non morire senza aver nuovamente partecipato alla Messa di Sempre.
.....Grazie mons Lefebvre e grazie alle intrepide tre sorelle che ci rammentano che l'umiliazione e il santo Rosario, nonchè quella PERSEVERANZA raccomandataci da Gesù stesso, sono armi vincenti e ripagano abbondantemente....
:)
"Ospite ingrato" non sei solo ingrato ma anche cafone e maleducato..... come donna vorrei risponderti a rima, ma per rispetto di queste tre Donne non lo farò! ma se puoi e se lo comprendi, abbi vergogna per quel che hai detto, anche il solo pensiero corrotto è peccato!
RispondiEliminaSi ,questi sono i nuovi martiri e le nuove martiri di Cristo.
RispondiEliminaOh! Invitta Sardegna ,terra nobile carissima a Cristo,gloriosa ed eroica, sola hai resistito agli assalti degli arabi per un millennio,e mai fosti infettata dall'eresia tu che hai generato i due Santi Illustri Pontefici Simmaco e Ilaro hai nutrito anche queste tue umili e forti figlie! Quale esempio!
Purtroppo la crudeltà mentale di certi sacerdoti e di certi vescovi è senza fine.
Paolo VI fu un debole come Luigi XVI...questi finì sulla ghigliottina, lui ghigliottinò la messa .
Se solo avesse avuto un pò di carattere... invece fu preda dei Bugnini e dei Suenes e Lercaro.
Monsignore ? un grande apostolo...per lui esistevano solo le anime da salvare e per questo sopportò con fortezza tutti gli insulti.
Dal cielo fra i santi intercedea per noi:Beate Marcelle ora pro nobis, ora pro Ecclesia.
Caro "Ospite" Don....
RispondiEliminanon pensare a "domani" lasciamo che anche da Lassù si diano da fare, non siamo soli!
Grazie mille per le tue parole e per la tua condivisione, perservera e resisti, abbiamo bisogno di martiri come voi....
Penso che la risposta sia abbastanza ovvia. Paolo VI non poteva di certo smentire l'opera della riforma liturgica autorizzando l'uso continuato del messale precedente. Sarebbe stato come ammettere che qualcosa non andava. Ora qualcuno se n'è accorto fortunatamente, e se c'è una tale abbondanza di fedeli (soprattutto giovani) che frequentano la Messa nel rito antico, significa che il messale di Paolo VI non riesce a soddisfare pienamente i bisogni spirituali dei fedeli cattolici.
RispondiEliminaLa fregatura è stata che invece <span>sono rimaste preda dei neoterici </span>dal cuore peloso, che hanno negato loro anche delle esequie decenti come desideravano.
RispondiEliminaAllegoria di come è stata fatta la riforma: con la ruspa.
RispondiEliminaLe macerie si vedono adesso!
e...le mie nonne dicevano sempre.....che con la messa nuova i preti mangiano e bevono come in osteria!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaIl Signore non lascera' la sua Santa Chiesa in balia dei falsi pastori servi del suo nemico. Abbi ancora piu' fede ! Lo Spirito Santo provvedera'.
RispondiEliminaAggiungerei : viva la Fede Cattolica!
RispondiEliminaAll'inferno tutti i suoi persecutori ! (tanti gia ci sono arrivati).
Non è sedevacantismo ... evidentemente!
RispondiEliminaMD
Fratelli e sorelle ,credo che alle parole debbano seguire i fatti....
RispondiEliminanon possiamo perdere tempo finchè vive Benedetto XVI abbiamo qualche speranza, i nemici sono ancora forti anche se molto ridimensionati dal sensus fidelium che ha allontanato molta gente dalle chiese e non se ne danno una ragione, sono come i comunisti alla rosi bindi che insultano chi non li vota, stessa pasta!!!!
Non possiamo fare una guerra , per ora, ma sfianchiamoli con la guerriglia e con i metodi della guerriglia, parlo in senso figurato offiamente, e di una guerriglia fatta di pensiero da diffondere con amabilità soprattutto tra i giovani che sono naturalmente tradizionalisti, ve lo dice un prete che da molti anni lavora con loro. Una guerriglia fatta di occasioni e da tempo da non perdere .
Non ripieghiamoci su noi stessi , usiamo strumenti come internet per passare informazioni, per boicottare le loro becere iniziative per fare incontrare le tante pecorelle smarrite e far ritrovare loro la bellezza della Lex orandi e della lex credendi. Diffondiamo soprattutto la vera cultura cattolica, la dottrina, le lettura importanti.
La riforma liturgica, erroneamente detta conciliare, bensi del burattino bugnini, con dietro i grandi burattinai, è fallita, è nata abortita, ha solo danneggiato spaventosamente la Santa Chiesa .
Noi non diamoci per vinti resistiamo, resistiamo, resistiamo, usiamo tutti i mezzi, non facciamoci prendere da pietà contro il male perchè equivarrebbe all'empietà. I preti indegni vanno smascherati. sono dei mercenari, arrampicatori, carrieristi ed esosi, emergono nelle curie e presiedono ,come dicono loro, le grandi parrocchie, sempre più deserte, devastandole continuamente.
Imitiamo il Papa e non sbaglieremo, per ora non mostriamoci a viso aperto, ci hanno già ferito, ci ucciderebbero, manovriamo intelligentemente dietro le quinte, ogniuno dove e come può, basta piagnistei, è ora di agire, come fecero loro, ben organizzati e in squadra " cauti come serpenti, semplici come colombe" . Leggete il libro di Rosa Alberoni " Intrigo al concilio ecumenico vaticano II " trarrete molta ispirazione. Buona festa dei Santi e dei Morti
Grazie per questa che prima di tutto è una commovente testimonianza di Fede.
RispondiEliminaMolto probabilmente questo grande male ha permesso che Dio ve ne traesse un gran bene.
RispondiEliminaInfatti, se la riforma liturica fosse stata graduale ma completa, arrivando comunque al risultato odierno, probabilmente oggi non ci sarebbero tanti moti per la riscoperta della Santa Messa.
E tanti giovani come me forse non avrebbero scoperto il rito antico. Perciò ringrazio la Divina Provvidenza per questa mirabile opera: da un male ed una confusione così grande perpetrata senza cura verso i fedeli, ha saputo suscitare quelle cattoliche reazioni che porteranno al ritorno della forma "extra-ordinaria" in forma "più che ordinaria".
se ancora facciamo il s
RispondiEliminaegno della CROCE , lo dobbiamo ai nostri familiari e ai nostri antichi sacerdoti , quelli con la tonaca sdrucita , che mangiavano un uovo per cena e vivevano in santita' .. '' FIGLI , L' AVETE DETTE LE PREGHIERINE ,,, .. ci diceva nostra madre entrando in camera prima di addormentarci ......
è una frase che vale piu' , molto piu' di tanti saputoni in croce pettorale messa d' impiccio nel taschino della giacca , con VANGELO in mano ed il sorrisetto micidiale , a pavoneggiarsi davanti a un video ........
alaki scrive: "finchè vive Benedetto XVI abbiamo qualche speranza"
RispondiEliminaNo, no, caro amico, la speranza è nello Spirito Santo che ha già mostrato di essersi ripreso in mano le redini della Chiesa con l'elezione di questo papa. La speranza è pertanto in Dio che non abbandonerà la Chiesa nelle mani dei neomodernisti che tuttora la infestano.
I neomodernisti si nono sposati con quella che loro chiamano la tradizione vivente e che non è altro che una tradizione che insegue ogni moda; e resteranno vedovi presto. Noi siamo uniti indissolubilmente alla Tradizione viva e non resteremo mai vedovi.
Quando un fiume straripa, fa molto danno, devasta tutto. Questo han fatto i neomodernisti nella Chiesa e lo fan tuttora.
Ma come qualunque fiume, prima o poi, lascia libere le terre inondate, così i neomodernisti prima o poi lasceranno le terre occupate. E' matematico. E la matematica non è un'opinione. Certo, non sappiamo quando finirà questa inondazione, ma finirà. Finirà.
E resteranno le terre inondate, coperte di cadaveri e macerie. I soravvissuti avranno l'immane compito di ricostruire, spesso dalle fondamente.
Eh no! Preghiamo affinché i persecutori si pentano e meritino la misericordia divina. O che ti salta in mente, Savonarola? Non t'immedesimar troppo nel ruolo, che in tal modo profani.
RispondiEliminaproprio così !
RispondiEliminae passeranno ancora<span> decenni </span>prima che il popolo bendato e ritenuto-bue si renda conto, con piena coscienza, che si trova schiacciato (e manovrato, anche...) sotto il tallone di un regime simil-stalinista, nel senso spirituale ed ecclesiale !
il ritorno DEFINITIVO alla vera Messa di sempre:
RispondiEliminasì, ma quando ?....
forse non prima di due generazioni: e beato chi potrà vedere quel giorno !
*DONT_KNOW*
Caro regime, la storia non la fò io; la guida Dio. E se Dio ha disposto che l'occupazione neomodernista della Chiesa debba durate altri 50 o 100 anni anni o anche più e produrre altri lutti e rovine, io non posso farci nulla.
RispondiEliminaTu, se invece puoi fare qualcosa, fallo!
caro alaki,
RispondiEliminami spiace dover dissentire dal suo gradimento circa il libro della Alberoni, ma -da come son riferiti in sintesi i contenuti su qualche sito (v. recensioni Fede&cultura), mi pare che esso segua un percorso narrativo piuttosto fuorviante (a tratti melodrammatico) rispetto a quello che furono i FATTI realmente accaduti, iniziando dagli anni preparatori.
E' pur vero che l'intento dell'autrice sembra essere soprattutto romanzesco, che non voglia esulare dal gusto del thriller, però con questo non credo basti a sciogliere enigmi e domande angosciose che si affacciano alla coscienza dei cattolici che riflettono SUL PERCHE' E SUL COME siamo giunti a questo punto, e sulla deriva inarresatabile che subiamo ogni giorno, nostro malgrado.....
Mi pare che esso lasci tante domande sospese: ma vorrei presto vedere apparire tra le recensioni e critiche qualche commento illustre, se ve ne saranno, a dirci quale sia il suo "peso" rispetto ad una seria ricostruzione storica dei fatti del CVII.
non intendevo certo dire che decidiamo noi le sorti e la durata di un fenomeno, ma solo che esso è talmente enorme, che l'onda lunga scatenata 48 anni fa sarà molto più lunga a ritirarsi di quel che ora possiamo a malapena vedere, o cercar di frenare nella sua avanzata, con tutti i buoni mezzi che certamente useremo, nel piccolo ambito di storia in cui ad ognuno di noi toccherà vivere: tutto qui.
RispondiElimina(del resto non vede che ho condiviso il suo commento?....)
Lasciare il tempo alla storia...e a sorella morte!
RispondiEliminaIl monsignore sardo della vicenda narrata è un perfetto esempio di persone che uccidono negli altri la fede supponendo di essere nel giusto.
Con che coraggio dava poi consigli in confessionale, se non era in grado di "amare" (in senso evangelico)?
Comunque io non mi sarei privato del Corpo di Cristo così a lungo...turandomi il naso sarei comunque andato a Messa, se il parroco non diceva fesserie dal pulpito. e anche se così fosse stato, quando egli pronunciava le parole della Cosacrazione, Cristo continuava lo stesso a donarsi nelle sue mani.
All'inferno i persecutori, secondo Giustizia Divina; se poi si son pentiti e le nostre preghiere potranno giovar loro, tanto meglio.
RispondiEliminaSi effettivamente i pulpiti sedevacantisti fanno questi guai.
RispondiEliminane conosco diversi, io per primo, e la mia famiglia, che, pensando che avremmo fatto male ad andare alla liturgia bugniniana, abbiamo preferito supplire con la Comunione spirituale ed altre pratiche di pietà. Si vede che DIO, lameno nel caso delle sorelle, ha gradito, al punto che hanno avuto la Grazia della Messa in casa.
RispondiElimina<span>certo, è proprio così: ma solo tra molto tempo tutto questo clamore distruttivo si dissolverà, lasciando fatalmente dietro di sè lutti e rovine spirituali di portata incalcolabile....riguardo alle innumerevoli anime avviate alla perdizione.
RispondiEliminaAnche se abbiamo la certezza della sua fine futura, ci toccherà però assistere ancora e subire l'avanzata del disastro, che come un'onda lunghissima, non ha ancora toccato il suo culmine, ed è ben lungi dal ritirarsi.
Come i Lanzichenecchi, dopo la loro calata, con saccheggi e devastazioni (v. il "sacco di Roma")<span>, al loro ritirarsi, lasciarono non solo le macerie, le terre impoverite e defraudate, ma per giunta anche la peste, così un giorno la Chiesa dovrà fare il conto dei danni:</span><span> </span>
<span>e constaterà le perdite in termini di salute e salvezza eterna delle ANIME, di "saccheggio" della S. Messa", ....e più in generale, nelle anime traviate e confuse, lamenterà la diffusione della PESTE SPIRITUALE:
eresia, menzogne, Dottrina stravolta, Liturgia dissacrata, insegnamenti de-formanti, eretici e ormai pervertiti, come vediamo e sentiamo ogni giorno da nuovi pulpiti, relativismo morale, disprezzo del Sacro e di ogni idea di SPIRITUALITA'..... rovesciamento del Bene chiamato male e viceversa.....
e delizie consimili !</span></span>
questa sua testimonianza, Rafminimi, mi procura ora un grave problema di coscienza, dato il tipo di Messe che mi tocca sentire da qualche anno....
RispondiElimina(rinunciare senza timore di fare peccato mortale? e quale confessore me lo perdonerà? e non posso fare più la Comunione, finchè non potrò sentire una Messa antica? e tutto questo per quanto tempo?
chi ci consiglierà per il meglio ?
:(
Luis, le parole di Savonarola erano un'invocazione a mandarli all'inferno. Stiamo attenti, in certi casi, a come ci si esprime.
RispondiEliminaSenti, la mia è stata una scelta sofferta. Ti dico che per non sentirmi, a ragione o a torto, costretto ad autocensure (sempre ospiti in casa d'altri siamo tutti e due), ti invito a continuare la discussione in privato.
RispondiEliminaPAOLOV penso' ?? ....... a che cosa , a che cosa ??
RispondiEliminama se io ho assistito alla messa di S.PIOV come ai tempi del TERRORE ..... ad una messa detta ad imposte chiuse in un casolare in aperta campagne ....... per quale motivo tutto cio ...... a che ha pensato il PAOLOVI ???
ai tempi della RIVOLUZIONE , durante il TERRORE si diceva MESSA nelle soffitte o negli scantinati ......... e me lo sono segnato al dito !!!!!!!!!!!
L'offerta è sempre valida.
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