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giovedì 23 settembre 2010

Messa a Siena

Riceviamo e pubblichiamo:

Da Domenica prossima 26 Settembre la celebrazione della S. Messa festiva in rito tridentino nella Chiesa di San Donato a Siena subirà un cambiamento di orario: sarà anticipata di un’ora e, quindi, sarà celebrata alle ore 17.00.

Fino a quando non sarà trovato un Sacerdote stabile, nella celebrazione si alterneranno Sacerdoti di Diocesi diverse; Domenica prossima celebrerà la S. Messa Don Francesco Ramella, giovanissimo Sacerdote della Diocesi di Albenga-Imperia, la Diocesi di origine dell’Arcivescovo emerito di Siena, S.E. Mons. Mario Jsmaele Castellano, scomparso il 12 Aprile 2007 e che avrebbe compiuto 97 anni il 22 di questo mese.

4 commenti:

  1. Così, en passant, il post tocca una questione interessante: la non facile reperibilità di sacerdoti legati alle parrochie disponibili a celebrare in Vetus Ordo. Il rischio è che si formino congrege di oligopolisti diocesani del rito antico, una soluzione per molti aspetti non ottimale, anche solo perché offre ai vescovi renitenti e ai loro parroci l'occasione per isolare il virus ed evitare (o rallentare) il diffondersi del contagio. Per sottrarsi alla celebrazione del Vetus Ordo i parroci recalcitranti adducono scuse di ogni genere: troppi impegni (dalla benedizione delle graticole alla sagra del salamino agli incontri di formazione per animatori liturgici), né parroco né coadiutori conoscono il latino (abbiamo tutti assistito a splendide celebrazioni in rito antico da parte di sacerdoti che non conoscono il latino ma che si sono presi la briga di imparare a officiare in V.O. e sanno quello che fanno), non c'è uno spazio disponibile (a meno che non accettiate di celebrare nel mefitico scantinato della canonica o nello sgabuzzino della casa di riposo), ecc. ecc. Che fare?

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  2. Don Francesco Ramella è ottimo sacerdote e di una disponibilitàdavvero ammirevoli,ringraziamo il, Signore per questi giovanbissimi Sacerdoti zelanti e bravi al loro esemppio si ispirino i giovani che sentonola chiamata del Signore.E grazie alla Magione di Poggibonsi che si fa carico della celebrazione della santa Messa domenicale in questa stupoenda chiesa senese.

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    1. Concordo anch'io, preghiamo affinché il Buon Dio ci conservi Vescovi zelanti come S. Ecc.za Rev.ma Mons. Mario Oliveri, pastore di Albenga-Imperia, diocesi in cui è incardinato il zelantissimo don Ramella, attuale Viceparroco di Laigueglia (SV), che non disdegna affatto di recarsi anche fuori diocesi (e fuori regione) per celebrare in F.E. Io ho avuto più occasioni per frequentare le sue messe e sono un vero nutrimento per l'anima!

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  3. Quello che pone l'amico Wilhelm è lo step2 della nostra sfida (intendo dei gruppi laicali che stanno tirando la carretta - e che carretta!- delle S.Messe): dobbiamo coinvolgere i sacerdoti diocesani. Come? Non certo con l'offrir loro una bella bottiglia di Cognac com'ebbe a dirmi scherzando un prelato con incarichi a Roma.
    Qui sta la contraddizione (che rischia di diventare aberrazione) di laici che puntano i piedi e si fanno in quattro per avere la S. Messa e i Sacramenti nella dovuta forma, che addirittura si trovano nell'imbarazzo di dover istruire o correggere (!!!) i sacerdoti sulle norme liturgiche; altro scherzo del PC (intendo post concilio): la confusione dei ruoli.
    Dobbiamo, a mio avviso e a mia modesta esperienza, manifestare serietà di intenti, correttezza e educazione nell'agire, trasmettere entusiasmo, disponibilità e vicinanza umana e avvicinare più ai concetti che alle loro manifestazioni esteriori. E pensare di aver finito il lavoro dopo aver trovato la vicinanza di un solo sacerdote è sbagliatissimo: se potrà confrontarsi sulla materia con altri sacerdoti la cosa ingranerà subito un'altra marcia; ricordiamocelo: per quanto devoti, preparati, motivati noi possiamo essere siamo sempre laici, col nostro ruolo. Nella Chiesa alla lunga il principio di sussidiarietà non funziona.
    Chiedo scusa se dall'argomento di Siena ho preso spunto per una riflessione generale.
    E comunque gli amici senesi e della Magione fanno bene a tenere la celebrazione in Città: è sempre un campanellino per la curia... Già, le curie: assenti, silenti e nullafacenti solamente di fronte al Motu Proprio.

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