di Andrea Tornielli
Finalmente deciso il cambio ai vertici della Congregazione dei vescovi: nelle prossime settimane sarà annunciato il nome del successore del cardinale bresciano Giovanni Battista Re, alla guida della «fabbrica» dei vescovi da un decennio. Salvo improbabili – ma sempre possibili – sorprese dell’ultima ora, la scelta del Papa è caduta sul cardinale canadese Marc Ouellet, arcivescovo di Québec.
Ouellet, 66 anni, religioso sulpiziano originario di La Motte, piccolo centro nei pressi della città canadese francofona di Amos, prete dal 1968, vescovo dal 2001, è stato per poco più di un anno Segretario del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani prima di essere inviato, nel novembre 2002, da Papa Wojtyla in Québec, diventando così primate del Canada. Il cardinale parla sei lingue ed è membro della redazione di Communio, la rivista fondata da Joseph Ratzinger e Hans Urs von Balthasar. Conosce la Curia, è un ratzingeriano, ed è punto di riferimento importante per la Chiesa canadese. L’annuncio della nomina è atteso prima dell’inizio delle vacanze estive, il nuovo Prefetto potrebbe insediarsi ai vertici dell’importante «ministero» vaticano a partire da settembre.
Quella del capo della Congregazione dei vescovi è una nomina cruciale per il pontificato di Benedetto XVI, dato che il Prefetto collaborerà con lui nella scelta della leadership della Chiesa cattolica, con le nomine dei pastori per i prossimi dieci-vent’anni.
La nomina del successore di Re è stata molto travagliata. Da tempo ormai la scelta del Papa era caduta su un altro candidato, il cardinale George Pell, arcivescovo di Sydney. Il 30 aprile scorso Pell era stato ricevuto in udienza da Benedetto XVI, che gli aveva comunicato la volontà di nominarlo Prefetto dei vescovi. Dopo l’udienza, il porporato australiano si era intrattenuto a lungo con il cardinale Re. La Santa Sede gli aveva già assegnato un appartamento in via Rusticucci. Poi, improvvisamente, tutto è stato rimesso in discussione. A pesare sembra siano state soprattutto le riserve dello stesso Pell (che avrebbe lasciato malvolentieri l’Australia), ma anche le pubbliche proteste di un’associazione di vittime della pedofilia irlandese che ha contestato al cardinale la gestione di vecchi casi di abusi.
La Santa Sede ritiene che il cardinale – molto apprezzato da Ratzinger che lo ha conosciuto come collaboratore dell’ex Sant’Uffizio - non abbia alcuna responsabilità, come peraltro a suo tempo è stato già accertato anche in sede giudiziaria civile. Ma visti i tempi difficili e le campagne mediatiche sugli scandali, alla fine Oltretevere si è deciso a malincuore di cambiare candidato per evitare di esporre il nuovo Prefetto alle polemiche prima ancora che iniziasse il suo lavoro. È rimasta però la scelta di non designare a capo della «fabbrica» dei vescovi un italiano, e così, invece dell’Australia, ci si è indirizzati in Canada. Nel corso del pontificato wojtyliano la Congregazione dei vescovi ha visto alternarsi, oltre agli italiani Sebastiano Baggio (nominato già da Paolo VI) e Re, anche l’africano Bernardin Gantin e il brasiliano Lucas Moreira Neves.
Finalmente deciso il cambio ai vertici della Congregazione dei vescovi: nelle prossime settimane sarà annunciato il nome del successore del cardinale bresciano Giovanni Battista Re, alla guida della «fabbrica» dei vescovi da un decennio. Salvo improbabili – ma sempre possibili – sorprese dell’ultima ora, la scelta del Papa è caduta sul cardinale canadese Marc Ouellet, arcivescovo di Québec.
Ouellet, 66 anni, religioso sulpiziano originario di La Motte, piccolo centro nei pressi della città canadese francofona di Amos, prete dal 1968, vescovo dal 2001, è stato per poco più di un anno Segretario del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani prima di essere inviato, nel novembre 2002, da Papa Wojtyla in Québec, diventando così primate del Canada. Il cardinale parla sei lingue ed è membro della redazione di Communio, la rivista fondata da Joseph Ratzinger e Hans Urs von Balthasar. Conosce la Curia, è un ratzingeriano, ed è punto di riferimento importante per la Chiesa canadese. L’annuncio della nomina è atteso prima dell’inizio delle vacanze estive, il nuovo Prefetto potrebbe insediarsi ai vertici dell’importante «ministero» vaticano a partire da settembre.
Quella del capo della Congregazione dei vescovi è una nomina cruciale per il pontificato di Benedetto XVI, dato che il Prefetto collaborerà con lui nella scelta della leadership della Chiesa cattolica, con le nomine dei pastori per i prossimi dieci-vent’anni.
La nomina del successore di Re è stata molto travagliata. Da tempo ormai la scelta del Papa era caduta su un altro candidato, il cardinale George Pell, arcivescovo di Sydney. Il 30 aprile scorso Pell era stato ricevuto in udienza da Benedetto XVI, che gli aveva comunicato la volontà di nominarlo Prefetto dei vescovi. Dopo l’udienza, il porporato australiano si era intrattenuto a lungo con il cardinale Re. La Santa Sede gli aveva già assegnato un appartamento in via Rusticucci. Poi, improvvisamente, tutto è stato rimesso in discussione. A pesare sembra siano state soprattutto le riserve dello stesso Pell (che avrebbe lasciato malvolentieri l’Australia), ma anche le pubbliche proteste di un’associazione di vittime della pedofilia irlandese che ha contestato al cardinale la gestione di vecchi casi di abusi.
La Santa Sede ritiene che il cardinale – molto apprezzato da Ratzinger che lo ha conosciuto come collaboratore dell’ex Sant’Uffizio - non abbia alcuna responsabilità, come peraltro a suo tempo è stato già accertato anche in sede giudiziaria civile. Ma visti i tempi difficili e le campagne mediatiche sugli scandali, alla fine Oltretevere si è deciso a malincuore di cambiare candidato per evitare di esporre il nuovo Prefetto alle polemiche prima ancora che iniziasse il suo lavoro. È rimasta però la scelta di non designare a capo della «fabbrica» dei vescovi un italiano, e così, invece dell’Australia, ci si è indirizzati in Canada. Nel corso del pontificato wojtyliano la Congregazione dei vescovi ha visto alternarsi, oltre agli italiani Sebastiano Baggio (nominato già da Paolo VI) e Re, anche l’africano Bernardin Gantin e il brasiliano Lucas Moreira Neves.
Fonte: Il Giornale 17 giugno 2010
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Alcune nostre informazioni supplementari sul card. Ouellet, vescovo contestato da parte progressista, accusato di essere lo strumento di Roma per riprendere in mano la Chiesa del Québec molto 'd'apertura' (e non a caso il Québec, fino al 1960 terra più cattolica del Veneto o della Vandea d'antan, ha conosciuto per contrasto una scristianizzazione ancora più travolgente di quella nordeuropea: è tutto dire!).
Il Cardinale, membro di redazione della rivista Communio (al pari dell'allora card. Ratzinger) ha promosso la reintroduzione all'adorazione eucaristica, quasi del tutto scomparsa nel Canada francofono, e un cauto ritorno del gregoriano. Ha poi proibito la diffusissima pratica dell'assoluzione collettiva e si è sforzato di reintrodurre la pratica della confessione individuale.
Ha fatto il suo dovere nella difesa della vita, del matrimonio, dell'espoisizione del crocifisso negli edifici e dell'educazione cattolica nelle scuole.
Subito dopo il motu proprio Summorum Pontificum, ha eretto canonicamente la cappellania Saint-François-d'Assise per la celebrazione in forma straordinaria di tutti i sacramenti (salvo l'ordine sacro, per ora), facendone quindi una quasi-parrocchia personale ed assegnandola alla Fraternità San Pietro.
Nel dicembre 2007, ha ufficialmente consacrato la sua diocesi al Cuore immacolato di Maria.
Da ricordare per la cronaca che due anni fa il cardinale ha ospitato il 49° Congresso eucaristico internazionale, il cui organizzatore, come noto, è stato Piero Marini, ora alla guida del Pontificio Comitato relativo.
Intanto per Torino continuano a circolare i soliti nomi, come da articolo (rinsalsicciato ogni tre mesi) di Galeazzi:
RispondiEliminahttp://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/247292/
Versaldi, Nosiglia, Bertello, la "restaurazione" (acattolica) in marcia.
Mi permetto di inserire qualche sugoso estratto dall'articolessa di Galeazzi.
RispondiEliminail Segretario di Stato resta saldamente al comando della Curia romana e i tentativi di ridimensionarne il potere sono falliti uno dopo l’altro. Le voci circolate due mesi fa sui mass media francesi di una «cordata» diplomatica guidata da Sodano e Sandri per avvicendare il porporato piemontese al vertice della piramide vaticana si sono dimostrate infondate e la fiducia del Papa per il suo primo collaboratore «non è mai stata in discussione», assicurano in Vaticano.(...)
in Curia il presidente della Cei Bagnasco e il suo predecessore Ruini hanno sponsorizzato Nosiglia (attuale «numero due» dell’episcopato italiano con delega per il Settentrione) anche per cercare di arginare la supremazia di Bertone. La seconda è che Bertello sarebbe per Poletto una soluzione preferibile rispetto a Versaldi.
Undici mesi fa Benedetto XVI mise piede per la prima volta nella provincia di Torino, a Romano Canavese, e, nel paese natale, assicurò al braccio destro che il suo parere sarebbe stato decisivo anche nell’investitura del successore di Poletto. Joseph Ratzinger è uomo di parola e così sta effettivamente avvenendo (Certo, come no). La linea-Bertone, quindi, avrà la meglio anche a Torino (dove uscirà di scena il sodaniano Poletto) sia che arrivi Versaldi al quale è stata affidata l’indagine sui Legionari di Cristo e la spiegazione ufficiale sull’Osservatore Romano della linea di rigore di Benedetto XVI contro la «sporcizia» nella Chiesa. Sia che, all’ultimo momento, il defilato ma sempre «in pole position» Bertello prevalga sull’interprete ufficiale della «tolleranza zero» contro gli abusi sessuali del clero. Ed è possibile che il prossimo arcivescovo non divenga subito cardinale al primo concistoro, anche perché Poletto ha meno di 80 anni ed entrerebbe ancora da elettore in un eventuale conclave (Cos'è, un'auspicio?).
Bene per Ouellet, anche se forse Scola sarebbe stato meglio, in ogni caso i due si conoscono bene e sono amici.
RispondiEliminaPer Torino, spero fortissimamente in Oliveri.
Possiamo lanciare una campagna PRO OLIVERI arcivescovo di Torino? (basterebbe metterla come firma)
Comincio io.
Un amico
---
Anch'io sostengo mons. Oliveri quale prossimo Arcivescovo di Torino
Caro amico,
RispondiEliminaOliveri è nei sogni di molti e non solo per Torino.
Ma a Torino finirebbe prima isolato, poi stritolato.
Il santo sacerdote con cui facevo queste considerazioni qualche mesetto fa suggeriva invece il nome di qualche vescovo di sponda alto-adriatica, il quale, appena insediato, pare abbia fatto tabula rasa di tutta la curia vescovile, procedimento igienico che servirebbe anche nei cantoni subalpini. Oremus!
Mi sa che non stai parlando di Mattiazzo... Poveri padovani, ma lasciamo stare.
RispondiEliminaA chi ti riferisci?
Ciao Guy,
RispondiEliminavisto che c'è Bertello sulla lista vorrei aggiungere un brano, tratto da Rodari (non Gianni), secondo il quale Bertello potrebbe venire preso come sostituto di Filoni. E la terna scombussolata.
"Ma, a ben guardare tra le righe dell’articolo, una notizia c’è. Ed è il lancio della candidatura del sostituto Filoni alla guida di Propaganda Fide. Tutto l’articolo sembra essere finalizzato ad avanzare l’ipotesi di questo “promoveatur ut amoveatur”. Filoni è sostituto dal 2007 (solo da 3 anni). I suoi predecessori sono stati Sandri (7 anni), Re (11 anni), Benelli (10 anni), Dell’Acqua (15 anni). Gli unici sostituti che sono rimasti in carica per poco tempo sono stati Caprio (3 anni) e Cassidy (1 anno). Anche loro furono promossi in altri lidi perché non convincevano.
Se Filoni andrà a Propagnada Fide, Bertone cercherà un suo secondo di fiducia. Chi potrebbe essere? C’è chi dice che il migliore sarebbe Bertello.
E così l'unico nome vagamente passabile della terna andrebbe a farsi benedire :-E
RispondiEliminaFiloni a propaganda fide: un porporato di indole manovriera a capo di un dicastero nell'occhio del ciclone e dotato di mezzi ingentissimi. C'è bisogno di commentare? :-$ :-$
Caro Peter, sentiamoci presto ;)
Sembra che la bora abbia soffiato molto, ultimamente.. ;)
RispondiEliminaOliveri a Torino? Sogno...
RispondiEliminaper ci metto la firma,
Mattia Rossi
E Monari in predicato a Milano a Torino e dappertutto che fine ha fatto ?SI oggi è partito per la siria , ma andate a leggere l'increedibile lettera ai sacerdoti nel sito della diocesi di Brescia.
RispondiEliminaGià. Mons. Crepaldi ha pure disinfestato il bollettino diocesano, cacciandone la pasionaria direttrice progressista: http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201006/100614colanicchia.pdf
RispondiEliminaPropongo anch'io il vescovo Olivieri, grande vescovo credente e di tradizione veramente cattolica, come arcivescovo di Torino. Il cattolicesimo e' in forte ripresa con Benedetto XVI, il modernismo ha ormai mortrato i suoi limiti e la sua diabolicita'. Preghiamo Cristo e Maria Santissima:
RispondiEliminaOliveri chi? L'attuale vescovo di imperia?
RispondiEliminaaò
RispondiEliminafinarmente na buona notizia
da quel ddè curia!
E cchè gliè stò silenzio?
ggente quì dovreste sartà
ddè gioia!!!
Perché Ouellet non ha concesso la possibilità di ordinar sacerdoti secondo il rito antico?
RispondiEliminaCaro tripparolo, i salti di gioia richiedono più dispendio di calorie degli strappamenti di vesti, ragion per cui a volte vengono evitati. Purtroppo.
RispondiEliminaStranamente ed inversamente pare che ci voglia più energia muscolare per tenere il muso lungo che per sorridere.
:)
ottima notizia se è vero che il futuro prefetto dei Vescovi "nel dicembre 2007, ha ufficialmente consacrato la sua diocesi al Cuore immacolato di Maria"; ha le carte in regola per chiedere un giorno a tutti i vescovi del mondo di consacrare la Russia.
RispondiEliminaSono canadese e ho famiglia a Quebec quindi conosco bene la realtà della diocesi. E' totalmente allo sbando. Era la regione più cattolica del Canada poi dopo gli anni settanta (dopo numerosi scandali sessuali e la ribellione ad un clero un po' troppo invadente e con smanie di potere) è iniziata la devastazione: chiese vendute, scomparsa di clero giovane, la Messa è frequentata da distese di teste bianche e quando saranno morte quelle dovranno chiudere anche le ultime chiese rimaste. L'unica Messa frequentata da persone al di sotto dei 60 anni è quella antica della FSSP, l'unica dove ci sono famiglie e bambini piccoli. E' la Messa penso più frequentata in diocesi. Ormai è inutile tentare di andare ad una messa Novus Ordo: i preti per salvare il salvabile le tentano tutte per trattenere i pochi fedeli rimasti; ciò comprende una riduzione della messa a spettacolo comico con tanto di scherzi umoristici e barzellette.
RispondiEliminaMah!
RispondiEliminaMutatis mutandis, mi sembra di essere entrato in un "Punto SNAI"... :-D
Ero a Québec lo scorso aprile, a trovare alcuni amici di laggiù. Ho tra l'altro chiesto loro se si facevano ancora le processioni. Mi è stato risposto: no, perché ai giovani non interessano più e perché la polizia non darebbe il permesso altrimenti si bloccherebbe il traffico per le strade.
RispondiEliminaQualcosa di analogo accadeva anche in quel di Trieste fino a qualche tempo fa. Con quelli di "Vita Nuova" ho avuto negli anni scorsi dei duri scambi di opinioni, dato che, per esempio, dicevano che occorreva "riconoscere con onestà" che i DICO non minacciavano la famiglia, salvo poi - rispondendo alle mie proteste con le quali osservavo che allora la CEI e i partecipanti al Family Day erano disonesti - dire che non avevano accusato di disonestà nessuno... Feci presente la cosa al vescovo di allora, il quale mi rispose che non vedeva niente di strano nelle dichiarazioni della rivista e che non era vero che la Chiesa di Trieste si stesse cancellando da sola. Meno male che ora la rotta sarà forse invertita.
Tornando a Québec, molte chiese sono state sconsacrate: una è diventata una scuola di circo (!!!), un'altra addirittura distrutta sino alle fondamenta per costruire in quel sito un altro edificio...
Un personaggio "pericoloso" di Québec, che piace tanto anche alla Diocesi di Milano, è il teologo Gilles Routhier. Bisogna tenerlo d'occhio.
RispondiEliminain compenso il vescovo parla un gran bene di una certa "iniziazione" cristiana! Ma tanto ormai, pullulano...
RispondiElimina<span>
RispondiElimina<span>Per Filoni, spero che sia la solita notizia infondata, non che non mi rallegrerei dell`allontanamento di Mons. Filoni, ma il suo arrivo a Propaganda Fide, frutto di un possibile se non probabile "marchandage", stile "me ne vado, ma allora mi date la Propaganda Fide", significherebbe che non ci sarà più nessun limite al potere e alla diffusione del cammino neocat, grazie al potere del papa rosso.
Leggete la Pastor Bonus, a partire dall`art.85. </span></span>
Ouellet sembra un buon Vescovo che cerca di arginare un po' la desolazione. E' sempre stato molto benevolo nei confronti della FSSP, anche perchè non ci sono altre speranze di risollevamento.
RispondiEliminaAl contrario di Pell, peraltro anch'esso indicato come amico dei neo-catecumenali, Marc Oullet non credo abbia mai celebrato more antiquo e questo non è un buon biglietto da visita. La semplice tolleranza o anche apertura nei confronti del VO non significa necessariamente che un prelato sia automaticamente da considerarsi tradizionalista. Anche Angelo Scola ha eretto a cappellania una chiesa veneziana affidandola alla FSSP ma vi assicuro che non è affatto un prelato vicino alla tradizione, anzi. La sua tolleranza verso il VO è simile alla tolleranza che la politica ecumenica della Chiesa odierna prescrive verso i fedeli di altre religioni, tutto qua. Il suo è semplicemente un atteggiamento ecumenico che non rivela alcuna predilezione verso la Tradizione. Non per niente ha appoggiato l'ipotesi di costruire una moschea nel comune di Venezia e ha affidato più di una chiesa consacrata e ancora celebrata al culto scismatico degli ortodossi. Se questo è tradizionalismo... E ve lo dice uno che abita in provincia di Venezia (anche se in diocesi di Treviso).
RispondiEliminaNon l'ha vietato. Semplicemente, è l'unico sacramento non previsto dal motu proprio.
RispondiEliminaNon hai colto esattamente la persona di Scola. E' un po' più complesso di quanto dici, posso dire di conoscerlo abbastanza bene.
RispondiEliminafosse vero!
RispondiEliminaAnche io voto Oliveri!
fosse vero!
RispondiEliminaAnche io voto Oliveri!
chissà perchè...
RispondiEliminaMi pare che colpisca la nullita' degli italiani anche in questo scenario importante. Un segno di scarsa attivita' e forse qualita'. Di riflesso un segno anche di un continuo declino del paese......
RispondiEliminaCmq va bene cosi'.
Il Quebec mi hanno detto che e' una regione bellissima, nn o mai avuto luogo di visitarlo.
Forse perchè non è un sacramento che si celebra (ordinariamente) in una cappellania...
RispondiEliminanon preoccupatevi se ancora non ha pontificato more antiquo, in fondo non mi sembra che burke abbia mai pontificato di sua iniziativa, ma sempre invitato... quindi... prima o poi lo farà anche lui...
RispondiElimina<span>Forse perché non va considerato più un sacramento?
RispondiEliminaLa mancata concessione da parte di Oullet, per ora, l'avevo intesa come una risposta negativa a richieste.
L'esclusione dell'ordine dal Motu Proprio non mi meraviglierebbe fosse derivata un disguido: visto che tutti gl'istituti interessati dal Summorum Pontificum, spesso anche i Francescani dell'Immacolata, e dai precedenti indulti ordinano i loro sacerdoti con l'antico rituale. E' molto originale che sacerdoti tradizionalmente formati concludano il loro percorso con ordinazione "nuova". O forse s'è voluto lasciare questa facoltà agli Ordinari per non minarne l'autorità. E se gli Ordinari non dovessero conceder l'autorizzazione?
</span>
Esatto, amico, chi parla così di Scola dimentica sempre che è in qualche modo il capofila dei vescovi provenienti da CL. Ogni cosa che dice, scrive e fa Scola viene automaticamente rimandata a CL, nel bene e nel male. E sappiamo tutti quanto si sparli su CL. Ci manca solo che gli ultra-progressisti attacchino lancia in resta con l'accusa di "tradizionalismo" ed è finita!
RispondiEliminaP.S. Io non sono di CL, ma ho conosciuto diverse belle persone da questo movimento, tutte amiche di questo Papa e della Sacra Tradizione della Chiesa. So quanto ne risentono della maldicenza che un tempo aveva influenzato anche e ho avuto modo di rivedere le mie opinioni.
Il Quebec è meraviglioso! :-D
RispondiEliminaUsa Montral come "base d'appoggio" e muoviti fuori. Appena esci da Montreal la natura ti accoglie coi suoi colori meravigliosi. Ti consiglio l'autunno come periodo per visitarlo. La Cattedrale Cattolica di Montrael è veramente bellissima e curiosamente fu progettata da un architetto irlandese protestante. Visita anche Quebec City, verso nord, sembra nata da una costola di Parigi!
E poi non dimentichiamoci che anche il Card. 23 ha celebrato more antiquo...non vuol dire niente!!
RispondiEliminaTroppo anziano, purtroppo.
RispondiEliminaCaro amico, come si fa a dire prima che il Québec è bellissimo e poi a menzionare una "Québec City"? Il Québec è francofono e ci tiene tantissimo, anche per legge (le insegne dei negozi devono essere obbligatoriamente solo in francese, tanto per ricordare qualche lagna quando in Italia si propose di renderle obbligatorie in italiano solamente...)
RispondiEliminaIl Quebec, come tutto il Canada, è ufficialmente bilingue, quindi sia Quebec City che Ville de Quebec sono ufficiali. In Quebec le insegne devono essere ANCHE obbligatoriamente in francese e tutti gli esercenti ti si devono rivolgere sempre prima in francese, poi in altra lingua.
RispondiEliminaHo cugini a Montreal.
Giù le mani da Oliveri......sta bene dove sta!!!!
RispondiEliminaIl vostro è un peccato di gola, dovreste confessarvene!
No, no, no preghiamo perché il Santo Padre non ci tolga il Cardinale Ouellet.Essendo sacerdote nato nella città di Québec posso assicurarvi l'enorme bene che fa il Cardinale.Abbiamo un intrepido testimone della fede e grande difesore della civiltà umana basata sul rispetto della vita. Un Cardinale che avremmo dovuto avere 40 anni fa quando cominciò " la rivoluzione tranquilla" o piuttosto " l'apostasia tranquilla" della società e della Chiesa canadese francese.
RispondiEliminaSarebbe una grandissima perdita per il Québec. Signore abbi pietà del tuo popolo , del piccolo resto della tua Chiesa cattolica.Una Chiesa purtroppo non plù in via di estinzione ma già totalemente cancellata della società e della cultura canadese.
Dovette rendervi conto che in Québec esiste un vero odio verso la fede cattolica. essere cattolico è considerato peggio di essere un pedofilo.
Vergine Santa lasciaci il nostro Pastore!