Dal "fans' club blog" (proprio così, esiste) di mons. Guido Marini, traiamo le belle fotografie della celebrazione per l'Ascensione di N.S.G.C. in Santa Maria Maggiore, domenica scorsa. Forma ordinaria, ma versus Deum. Ce ne fossero...
per il rinnovamento liturgico della Chiesa, nel solco della Tradizione - a.D. 2008 . - “Multa renascentur quae iam cecidere”
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Card. Arizmendi difende gli “adattamenti liturgici” per i Maya, scagliandosi contro i tradizionalisti: “Né Gesù né gli apostoli hanno celebrato con questo Messale tridentino”.
Ancora sul grottesco rito maya. Questa volta, purtroppo, da parte del card. Arizmendi. " È qui che coglie l'occasione per attaccar...
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Scusate ma...Un vero sacerdote genovese dell'epoca del Grande Giuseppe Card. Siri si nota... ;)
RispondiEliminaCoram Deo e comunione i ginocchio wow! :-D
RispondiEliminaEcco la riforma della riforma liturgica.
RispondiEliminaIn stretta osservanza della Sacrosantum Concilium.
La comunione in ginocchio no, ma la celebrazione coram Deo è frequente nella Basilica di Santa Maria Maggiore.
RispondiEliminaperò nelle nostre diocesi non arriva... almeno, a piacenza c'è in 3 chiese, ma non sono parrocchiali, escludendo la messa feriale che avviene nella cappella di una delle nostre basiliche... e chi credete che si vada a vedere come celebra mons marini oltre noi e pochissimi giovani sacerdoti? L'ESEMPIO NON VALICA LE MURA DI ROMA.... indicazioni ci vogliono.... indicazioni chiare...
RispondiEliminain questo modo si può rivalutare anche il NO
RispondiEliminaVeramente nella cappella della Madonna Salus Populi Romani, dove ha celebrato Monsignor Marini, la posizione ad Orientem è l'unica possibile, non essendoci (meno male) altri altari posticci.
RispondiEliminaSe il NO fosse celebrato in questo modo anche nelle parrocchie "comuni" (e fossero corrette le orrende traduzioni della CEI) non sentirei più nostalgia della soppressa (dalle mie parti) Messa di Sempre.
RispondiEliminaSe si vuole la cosa, pian pianino, può entrare. Almeno nelle antiche chiese non del tutto manomesse.
RispondiEliminaIo celebro in questo modo da diversi mesi. Sono venuti anche alcuni sacerdoti e hanno concelebrato senza porsi problemi particolari (io comunque li avviso sempre prima in modo che siano preparati a questa "novità" ...
Domenica prossima ci sarà la Prima Comunione e i bambini sono già ben abituati a pregare rivolti verso oriente (almeno nella Liturgia Eucaristica). Così pure faranno la Comunione in ginocchio e sulla lingua.
Sono cose possibili. Basta decidersi e persudare con delicatezza e convinzione.
Questo, almeno, è quanto cerco di fare io.
In effetti la celebrazione dell'eucarestia nella cappella borghesiana da sempre avviene solo in questo modo. Comunque è diffusissima la celebrazione della S. Messa secondo il Rito Ordinario sugli altari antichi.
RispondiEliminaPiuttosto vorrei farvi notare quanto siano decisamente "provincialotti" i paramenti indossati dai celebranti. Così come quelli preconciliari riportati in un altro post di qualche giorno fa. Possibile che la Basilica liberiana non abbia di meglio?
W don Pierangelo!!La sua fama valica i confini della sua Diocesi, e a buon diritto!!
RispondiEliminaE il sublime offertorio della Messa tradizionale? E le preghiere ai piedi dell'altare? Ecc. ecc,
RispondiEliminaL'altra sera a un sacerdote di Venezia ho fatto notare come il papa, appena può, si rivolga ad oriente per celebrare la Messa. Risposta "E allora? Se lo fa il papa mica vuol dire che dobbiamo farlo tutti! Non si tratta di fede o morale, campi in cui opera l'infallibilità pontificia!". Questo pensano i nostri curati...a mio avviso, urge riforma delle rubriche del messale che prevedono l'altare staccato dalla parete, così che si possa celebrare "rivolti al popolo"...almeno nelle chiese che già hanno l'altare fisso unito al tabernacolo, che si usi quello: è ridicolo, infatti, che nello stesso presbiterio prendano posto due altari!! O meglio, uno e mezzo...
RispondiEliminaDifatti ho detto che non sentirei nostalgia, non che la preferirei al VO.
RispondiEliminaPurtroppo il problema, per ora non si pone. Il meno peggio che si trova in giro sono Messe sciatte fatte in fretta e furia per far posto alla successiva (quando va bene) o alla partita di calcio serale (quando va peggio).
Che Dio ti ricolmi di grazie don Pierangelo.... :)
RispondiEliminae santifichi anche noi attraverso la vostra costanza nel ritornare alla sacralità della Liturgia...
se questa è la riforma della riforma...
RispondiEliminaCertamente la celebrazione ad oriente è preferibile.
RispondiEliminaQuel santo orientamento liturgico tuttavia non attenua le gravi lacune di cui il Novus Ordo è pieno !
Attenzione ! Non facciamoci incantare dalle posizioni liturgiche, dal canto , dai bei paramenti ( che in questo caso non ci sono ).
La nuova messa è stata concepita, con la collaborazione di sei protestanti, per essere di rottura con la linea liturgica cattolico-romana di sempre !
L'offertorio, da Coltivatori diretti, ne è la prova più eclatante.
A proposito dei paramenti utilizzati a Santa Maria Maggiore nel giorno dell'Ascensione.
Possibile che coloro che hanno un certo buon senso liturgico debbano avere paura di tutto e tutti ?
In un certo modo io ammiro i novatori che hanno distrutto tutto.
Sono stati determinati e hanno portato fino in fondo la loro, nefasta, opera.
Noi abbiamo paura delle reazioni , di quello che indossiamo, di quello che respiriamo e di quello che beviamo...
Loro, gli spietati novatori, in pochi anni hanno distrutto un edificio millenario, con annessi e connessi.
Noi per mettere una pianeta, conservata negli scaffali della sagrestia, abbiamo paura, abbiamo timore....
La Chiesa è disunita, questa è la realtà, e prima o poi questa divisione sarà sancita ufficialmente.
Meglio così : l'acqua tiepida diventa stagnante e infetta.
Meglio che i contorni delle due chiese si delineino.
Fa bene il Direttore Ferrara a pubblicare i vaneggiamenti del vescovo di Vienna e dei suoi compari : i fedeli debbono sapere e la Gerarchia deve dare risposte.
Buona giornata a tutti
Forza su da bravi, chi di dovere si decida una buona volta a dare disposizioni chiare. FATELI GIRARE STI PRETI !
RispondiEliminaE non come ho letto di recente, solo per il Canone, SEMPRE. Dall'Introibo fino all'Ite Missa est.
I Preti che per la maggior parte sono sempre meno santi, sarebbe davvero meglio non guardarli in faccia. Molto meglio la schiena.
Ammetto, è un commento velenoso ma ho le mie buone ragioni.
Si sono concorde, ma spiegate anche ai signori Arcipreti come si celebra Coram Deum.
RispondiEliminaIl "mio" parroco in occasione di una S. Messa celebrata a oriente ( Si trattava di una piccola chiesa sussidiaria che per ragioni di spazio non è mai stata violentata con orrendi banconi da bar) temendo di essere maleducato nel volgere le spalle ai fedeli, ha celebrato quasi tutta la messa di profilo.
Sicuramente è stato educato ma ancora di più, RIDICOLO !
temevo di essere stato l'unico a vedere certe orrende contorsioni pur di non "volgere le spalle".
RispondiEliminaIl mio parroco (ordinato ben prima della riforma) in alcune feste particolari torna a celebrare agli altari (laterali) dei rispettivi santi.
Il risultato è un ibrido inimmaginabile: messa versus populum all'altare coram Deo!!
Ovviamente durante la consacrazione le contorsioni cessano e si gira completamente ad Deum (almeno in quel momento), però fa l'elevazione "papale" (360 gradi)!!! e alla dossologia finale (per Cristo, con Cristo e in Cristo, a Te Dio Padre onnipotente...) si volge con verso il popolo (ma non era rivolta al Padre?!?)
ti dimentichi che fu ordinato sacerdote dal card. Canestri che lo scelse come suo segretario quanto era solo un diacono
RispondiEliminaAIUTO!!!!! UDITE, UDITE. Ecco l'ultima sbrodolata ecumenica del Cardinalozzo Arcivescovetto di Milano, il piccolo, ma veramente piccolo...coso...Tettamanzi.
RispondiEliminaIl buon Arcivescovetto ha prestato la bellissima chiesa barocca del Gesù niente po pò di meno che....( rullo di tamburi ) ...ai vetero-cattolici,uniti all'anglicana; La ciliegina sulla torta è che il parroco di questa chiesa è la signora Maria Vittoria Longhitano, la prima donna prete d'Italia dice lei (e l'unica spero io).
Che dire a questo Arcivescovuccio...Bravo,bravo, Tettamanzi davvero un buon pastore...di capre.
hehehehe:
RispondiEliminahttp://www.diocesi.genova.it/documenti.php?idd=2040
E' stato segretario e Maestro delle Celebrazioni liturgiche anche di Tettamanzi..
Dionigi di certo s'è guardato bene dall'imparare qualcosa..
Anathema sigh :'(
RispondiEliminaSemi di speranza? ... AIUTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!
RispondiEliminaQualcuno può percepire da qui 'aria angelicale celeste' ?
http://5.upload.dailymotion.com/video/xda2ws_maria-vittoria-prima-sacerdote-ital_news
<span>spiegate anche ai signori Arcipreti come si celebra Coram Deum</span>
RispondiEliminaE, già che ci siamo, spiegate anche che coram regge l'ablativo.
Tutto bello, molto "telegenico" e "conservatore", ma finché continuano a concelebrare non ci siamo :-(
RispondiEliminaPoi il NO sarebbe meglio che sparisse...non è che se diventa "più bello" diventa giusto.
RispondiEliminaQuesta poi è grossa ! Una chiesa cattolica a dei pseudo-cattolici con tanto di pastora è troppo !
RispondiEliminaCome Cattolico e Lombardo non mi sento rappresentato dal primate di Lombardia.
Ormai in Italia, grazie alle ondate migratorie degli ultimi anni, in tutte le diocesi i vescovi prestano le proprie chiese come minimo agli ortodossi, i quali, per quanto simili a noi, sono comunque scismatici. A Ravenna, l'antichissima basilica paleocristiana dello Spirito Santo (credo si chiami così), vicina al famoso battistero degli ariani, è stata ceduta da anni agli ortodossi.
RispondiEliminaA Mestre, la quattrocentesca chiesa francescana di S. Rocco viene officiata contemporaneamente dai romeni cattolici e da quelli ortodossi (come se l'essere in comunione con Roma fosse un particolare trascurabile per i nostri vescovi!).
Naturalmente, se i buoni preti della Fraternità S. Pio X chiedono ai nostri vescovi una chiesetta per celebrare la S. Messa, viene loro negata in quanto "scismatici". Perchè, gli ortodossi non lo sono?
Nei giorni scorsi, l'arciprete del Duomo di Mirano Veneto (dove abito) Mons. Lino Regazzo ha tranquillamente prestato il Duomo agli ortodossi per far celebrare i funerali di un bambino romeno. Ormai queste cose sono diventate un'abitudine. Ma la "communicatio in sacris" è diventata un'opinione? Non esiste più?
Gli strafalcioni di latino fanno intuire che per certi "commentatori" la diversità dei riti consiste unicamente nei pizzi e merletti. Non intuiscono che molto probabilmente la differenza è sostanziale, questo è il nocciolo della questione. Il rito ordinario si fonda su un concetto unicamente (appare) conviviale dell'Eucarestia, il rito straordinario invece unicamente (appare) sacrificale.
RispondiEliminaGli zelantissimi e devotissimi.... seminaristi/laici che commentano (ovviamente non tutti) abbiano innanzitutto cura di preparare se stessi con lo studio (anche del latino!!!) e la preghiera prima di criticare i propri parroci, che in effetti talvolta possono essere impreparati, goffi e forse anche trasandati...
Preciso, poi, che l'Arcivesco di Milano non è il Primate della Lombardia ma più semplicemente il Capo Rito, il Metropolita e il Presidente della Conferenza Episcopale Lombarda.
Il Primate d'Italia è il S. Padre, quantunque altre due Archidiocesi Italiane possano fregiarsi di questo titolo per antichissima concessione: Pisa e Salerno.
Infine vorrei - se è possibile - che qualcuno mi spiegasse meglio il discorso circa la concessione da parte dell'Ordinario Ambrosiano della Chiesa del Gesù agli Anglicani e ai Vetero Cattolici. Ne sia anticipatamente ringraziato chi potrà e vorrà darmi ulteriori chiarimenti.
...ecco la ricaduta eretica dell'interpretazione modernista del dogma dell'infallibilità papale: se non è ex cathedra o se non dice espressamente che è insegnamento quella del Papa sarebbe opinione fallibile come le altre. A questo ha portato lo smantellamento del concetto di Autorità, perpetrato anche nella Chiesa dai lucidi novatori.
RispondiEliminaTanti discorsi, questi preti, tanti discorsi! Leggessero (e scrivessero) meno bischerate e dedicassero più tempo al confessionale e alla preghiera in chiesa....
Non c'è peggior cosa dell'inconsapevolezza unita all'ignoranza: il circolo vizioso s'alimenta.
"Preciso, poi, che l'Arcivesco di Milano non è il Primate della Lombardia"
RispondiEliminaI Primati (sing. primate) (Primates, <span><span>Linnaeus</span>, <span>1758</span></span>) (dal <span>latino</span> primus, "il migliore") costituiscono un <span>ordine</span> di <span>Mammiferi</span> <span>Euteri</span> comprendenti i <span>Lemuri</span>, le <span>Scimmie</span> e l'<span>Uomo moderno</span>.
Escludendo l'Uomo, che è una specie cosmopolita, oggi sono diffusi in <span>America meridionale</span> e <span>centrale</span>, <span>Africa</span>, <span>Europa</span> (<span>Gibilterra</span>), ed in <span>Asia</span>.
Forse per questo il buon Plottone voleva rinunciare al titolo?
Se questo modo di celebrare prendesse piede, forse le parti del NO che risultano "manomesse" rispetto al VO (penso, ovviamente, all'offertorio, ma non solo) apparirebbero con sempre maggior evidenza incongrue rispetto alla natura della S. Messa (nonché - perché no? - al contenuto sostanziale della Sacrosanctum Concilium), e si creerebbero condizioni molto più favorevoli delle attuali ad una vera e proficua "riforma della riforma" (che altro non sarebbe, secondo me, che un "ripensamento" della riforma): per cui quanto, in evidente sintonia con il Papa, mons. Marini sta facendo, anche e soprattutto come Maestro delle Celebrazioni Pontificie, può rappresentare davvero il primo passo di quella riforma della cultura liturgica che appare urgentissima.
RispondiEliminaCordialità,
ms
Caro " don " ci spieghi per cortesia l'esistenza storica dei titoli di " Primate" ai Vescovi di Pisa e di Salerno?
RispondiEliminaNel Regno delle Due Sicilie effettivamente il titolo primaziale era associato alla Diocesi di Salerno.
Ne ignoro le motivazioni storiche .
Tali privilegi sono tutti decaduti per effetto del Concilio Vaticano II che abolì tutti i privilegi , comprese le insegne dei Capitoli ecc ecc
Qualcosa è rimasto, de jure, dopo tanta distruzione ?
Ovviamente, di fronte a tanto sfascio, questa è una mera consolazione.
Grazie
Caro, Bile, l'arcidiocesi di Milano non è composta da capre, sennò io non starei scrivendo su questo sito. Il tuo è un insulto gratuito a 5 milioni di ambrosiani di cui non conosci minimamente l'opinione e se condividano o no quello che sta facendo il loro arcivescovo (che secondo me è troppo amico del patriarcato di Mosca ed ogni tanto si mette in testa di comportarsi da patriarca orientale).
RispondiEliminaA proposito di Milano, non lo sa nessuno oltre la Lombardia, ma dal 7 gennaio 2010 un'icona della Madonna piange periodicamente olio profumato nella chiesa ortodossa di S. Gregorio. La vergine forse si traveste da "ecumenica" per essere meglio compresa dalla Curia, a cui è rivolto certamente il messaggio?V
Chiamato in questione rispondo.
RispondiEliminaA Don: Ebbene Caro Padre, si sono un povero Ignurant che non ha potuto studiare oltre la quinta superiore, in una scuola dove il latino credevano fosse un tipo di ballo. Ho scritto " Coram Deum" Invece che " Coram Deo " ?! E allora? dov'è lo scandalo ? Mica possiamo essere tutti imparati come Lei.
L'amico GODIENSIS scrive "primate" infatti Tettamanzi primeggia per magre figure. O forse si riferiva proprio alla seconda opzione, cioè ominide? Mah!
Arpad: Dal momento che vivo in Lombardia sono ben informato della realtà Ambrosiana.
Ho scritto che è un buon pastore...di capre.
Mi sembrava evidente ( ma a questo punto direi di no) che non mi riferivo ai 5 milioni di fedeli Ambrosiani; bensì il mio era un accorato invito rivolto all'eminenz di svolgere quel tipo di lavoro.
Cari Don e Arpad, invece di scandalizzarvi con me, che conto meno di zero, e dei miei post che una volta inviati non hanno potere di spostare il pensiero ad una mosca; Scandalizzatevi di certi gesti ecumenici da parte del monsignore, che oltre a creare grande confusione tra i semplici, rimangono nella storia e creano preoccupanti precedenti nella Chiesa.
Egregio Bile, stia tranquillo, poichè troppa bile potrebbe farLe male.
RispondiEliminaRiassumo: non si può sostenere in modo sfegatato (mi si consenta il termine) il Rito straordinario se non si conoscono le regole più elementari della lingua latina; il fatto che nella Sua scuola superiore non Le sia stato insegnato adeguatamente tale nobilissima "materia" non la esime dallo studiarla privatamente, altrimenti lasci perdere il Rito straordinario. Tuttavia non tema: Ella non è l'unico da queste parti a non conoscere il Latino.
Mi permetto di affermare tutto ciò non per saccenteria ma per amore alla liturgia (che non sono le cerimonie!!!).
Suppongo che non sia il caso del sig. Bile; ma gli "impreparati" portano acqua al mulino dei novatori; come qualcuno ama chiamarli da queste parti.
Oso approfittare della bontà di chi mi legge per aggiungere ancora una riflessione: ci si riempie la bocca di discorsi circa il Motu Proprio "Summorum P.". Si invoca con intransigenza il rispetto (che è doveroso) dello stesso. Allora mi permetto di domandare: perchè si continua a disprezzare il Rito Ordinario (senza mezzi termini)? Perchè si continua a usare un'espressione molto "equivoca" (scusate non mi sovviene un sinonimo) "la messa di sempre"?
No! Il S. Padre ha coniato i due termini: Ordinario e Straordinario! E nessun altro.
Non si può pretendere che gli altri ubbidiscano se noi per primi non lo facciamo. E mi meraviglio che la Redazione non intervenga mai in merito.
Caro "Sunt lacrimae" non saprei dirLe le motivazioni storiche di tali titoli. Attualmente - almeno gli Arcivescovi di Salerno-Campagna-Acerno - vengono nominati "semplicemente" Arcivescovi Metropoliti; tuttavia le Cattedrali e i Capitoli di Pisa e Salerno vengono chiamati Primaziali. So, poi, per certo che l'Arcivescovo di Salerno si firma molto spesso Primate. Mi informerò!
Per quanto riguarda i privilegi persi negli anni dopo il Concilio spessissimo sono stati riconferiti; solo laddove c'è stata noncuranza sono andati persi.
Non so il latino. Amo la Messa di SEMPRE perchè è la stessa Messa che seguiva mia nonna, che mi ha iniziato alla vita cristiana e, anche lei, del latino non sapeva che le giaculatorie.
RispondiEliminaVoler lasciare la bellezza del rito di SEMPRE (perchè SEMPRE è stato celebrato in quel modo) ai pochi che sanno di latino non è Cattolico: non è Universale.
Parliamo di Motu Proprio? Se è vero quel che Lei dice, caro Don, il Papa non doveva consentire col MP la lettura in lingua volgare dell'Epistola e del Vangelo, se gli astanti DOVEVANO sapere di latino.
Che poi la "Forma straordinaria del rito romano" si debba menzionare solo in questo modo se l'è inventato Lei di sana pianta. Io la chiamo Messa in latino, Messa di Sempre, Forma straordinaria, appigliarsi a queste cose per richiamare all'obbedienza verso il Santo Padre è ridicolo.
bravissimo laico; magari si parlasse di obbedienza sulla cosa più importante, cioè eseguire e permettere di fatto ciò che il Papa ha prescritto ! invece no, si sorvola sulla cosa più grave, cioè che dopo tre anni è totalmente snobbata e disattesa la volontà del Papa, con le scandalose intimidazioni e repressioni a danno di tanti sacerdoti e di quel famoso "popolo di Dio" che è strapazzato e messo sotto i piedi dai tiranni.... e poi ci si scandalizza per l'uso di una locuzione così innocua ! di nuovo dobbiamo risentire la scena:
RispondiEliminasuperior stabat lupus.,...
è il colmo: soffocati, repressi e pure accusati di disobbedienza ! ancora ?.....le vittime additate come prepotenti e insubordinate ?
In tutti i sondaggi, la Chiesa balza da sempre ai primi posti in termini di credibilità da parte della popolazione, assieme ai carabinieri. Entrambe le "Istituzioni", infatti, hanno caratteristiche che le fanno apprezzare dal popolo (almeno da quella parte di popolo che tale si sente), perchè:
RispondiElimina- dimostrano palesemente, nei loro riti, senso del trascendente (in senso stretto, Dio per la Chiesa e, in senso secolare, lo Stato per i CC) rinforzando nella gente la certezza che qualcosa esiste effettivamente di grande e di bello al di là della sua limitata e, spesso, povera prospettiva;
- sono solenni (l'Arma continua a esibire cavalli, fanfare e ottoni anche in questi tempi di magra, senza che nessuno, giustamente, trovi a che ridire, mentre la Chiesa, col VO, era maestra di bellezza), imponendo rispetto già solo con la presenza (col rispetto, tra l'altro, si riducono anche i contatti e le possibilità di "contagio");
- sono (o sembrano a sentire certi sedicenti "preti") disciplinate, cioè orientate a qualcosa di superiore che ne indirizza le azioni infallibilmente, imponendo un'obbedienza naturale e facile, a qualunque costo.
Non per nulla, l'esercito, che fino a qualche lustro fa era nelle stesse condizioni di percezione popolare, è ora praticamente scomparso dalle statistiche, da quando si è demarzializzato e femminizzato (salvo durante le frequenti e tristi manifestazioni di affetto in occasione dei funerali per i Caduti, come quello di oggi).
Se la Chiesa non vuole fare la stessa fine, guardi agli "uomini neri" e imponga (imponga) obbedienza. Se non è già troppo tardi ora, lo sarà tra pochissimo. Lo dice, con tristezza, uno che fa parte dell'Istituzione sparita dai sondaggi.
<span>è già troppo tardi ora</span>
RispondiEliminaDirei...molto meglio gli ortodossi nelle loro varie declinazioni (loro almeno sono molto più "cattolici" di noi...) che luterani e masnada varia...
RispondiEliminaGentile Laico,
RispondiEliminapurtroppo non posso condividere il superlativo apprezzamento di "longeque" non perchè Ella non ne sia degno; me ne guarderei bene dall'affermare un tale giudizio che dire temerario è poca cosa; bensì perchè Ella - probabilmente preso dalla "passione della conversazione" - non ha letto interamente e - mi perdoni - con attenzione il mio post.
Innanzitutto dirò che la Sua santa nonna come la mia non hanno avuto la fortuna - ed anche la grazia - di poter studiare così come è successo provvidenzialmente a noi. Le dirò che Lei è stato più fortunato di me dato che la nonna l'ha conosciuta e ha avuto la gioia di essere catechizzato da Lei.
Come dicevo avendo avuto noi la possibilità di studiare (contrariamente alle nostre nonne) non possiamo sottrarci ad un preciso dovere che consiste nel mettere a frutto tutti i doni e le possibilità che la Provvidenza pone sul nostro cammino.
Rifugiarsi in modo puerile dietro il solito paravento dei nostri antenati che forse oltre al latino non parlavano neppure l'italiano è un gesto di ingratitudine verso Dio che ci ha elargito - ripeto - capacità e possibilità per migliorare anche culturalmente.
Diversamente la nostra fede scadrebbe nel fideismo, nel devozionismo e Lei converrà con me che - almeno noi - non possiamo fermarci alle sole giaculatorie.
Se il suo discorso fosse vero i fratelli della "Fraternità Sacerdotale S. Pio X" sarebbero già rientrati nella piena comunione con la Chiesa Cattolica già da molti anni.
La vera discussione è di tipo sostanziale; ma da quanto Ella afferma APPARE che Le interessino gli accidenti, anch'essi tuttavia importanti ma pur sempre accidenti.
Io non invento nulla. Vada, di grazia, a rileggere il Motu Proprio e veda se ho inventato qualcosa. Il Papa parla di Rito Ordinario e di Rito Straordinario e di null'altro.
Non è vero che il Rito Straordinario può essere definito "la messa di sempre". Per più di 1500 anni l'Eucarestia è stata celebrata in modo diverso. San Pio V con tanti sforzi e sacrifici donò (e per molti impose) alla Chiesa cattolica quel rito che negli anni ha avuto diverse piccole e medie modifiche fino a Giovanni XXXIII e che oggi il Santo Padre, il Papa Benedetto XVI, ha stabilito che si chiami Rito Straordinario.
Caro don, visto che ci evoca, le precisiamo che questa redazione chiama la Messa di Sempre: "Messa di Sempre". Non c'è locuzione più atta a definire l'antichità, la persistenza, la perpetuità e l'immortalità di questa santa forma liturgica. Senza nulla togliere, beninteso, alla liturgia di S. Giovanni Crisostomo e di San Basilio... e stop.
RispondiEliminaTrova nelle pagine fisse del sito i riferimenti storici in merito e ampie citazioni da tal J. Ratzinger.
Circa l'uso 'forma ordinaria e straordinaria', si tratta di una definizione giuridica, che non abbiamo problemi ad utilizzare: specie perché l'aggettivo straordinario ha un doppio senso particolarmente confacente al caso (e anche parlare di liturgia ordinaria esprime molto bene la sciatteria che ad essa di costume s'accompagna). Ma, appunto, è un'espressione burocratica e come tale di uso limitato: se uno le chiede un attimo la penna, lei dirà di avergliela 'comodata' o, più semplicemente, 'prestata'?
Quanto all'uso del latino: la Messa tradizionale è per tutti, non per i filologi. Per apprezzare una canzone dei Beatles ci vuole forse un dottorato in letteratura inglese contemporanea?
RispondiEliminaIl significato profondo della liturgia, in particolare, si comprende ben più intimamente attraverso espressioni linguistiche che richiedono sforzo di comprensione, e lasciano sempre il dubbio che qualcosa sfugge e lo stimolo ad approfondire. La conoscenza del latino è quindi un optional per i fedeli: ci sono i messalini. Vede, caro don, lei non ha capito niente dei tradizionalisti: non è questione di latino e falpalà, è che vogliono che il prete offra a Dio il Sacrificio con le parole: "Accetta Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, questa vittima immacolata, che io tuo indegno servo offro a Te mio Dio vivo e vero, per gli innumerevoli peccati, ed offese, e negligenze...ecc."; anziché con la benedizione stile Coldiretti dell'offertorio anni '60
Ma concelebra secondo il novus ordo ed ion una cappella dove non c'è il tavolo dinanzi all'altare. Non vedo che cosa ci sia da stypirsi. E nei paramenti usa la casula. Ci si sta annaquando????
RispondiElimina<span>...caro don, lei si aggiunge a din e a dan nel suonare la uggiosa nenia prono sull'arcolaio della filatura di lana caprina. Si potrebbe ben argomentare e contestare quel che lei cortesemente afferma sul venerabile Rito di sempre, ma personalmente non ne ho voglia anche perché mica son prete io, queste cose in definitiva non mi competono. E pure sospetto che a nulla varrebbero perché lei appare (e spero di sbagliare), mi perdoni, l'ennesima vittima dello spirito del concilio che per lungo tempo s'è sbizzarrito nei seminarii.
RispondiEliminaIn casa mia c'è un vecchio paio di forbici che erano del mio bisnonno, mio nonno le teneva affilate con cura ed erano il ricordo più vecchio della sua famiglia (banale, no?, ma molto umano). Mio padre le tiene e un giorno le darà a me che poi le girerò ai miei figli che magari un giorno ci ritaglieranno delle sagome per giocare coi propri nipoti, chissà. Affilate tante volte, sostituito il perno... ma son le forbici di sempre e sono forbici straordinarie: nessuna di quelle con i manici in plastica è durata né durerà di più. Io me ne son fatto una ragione. E taglio corto.</span>
S. Pio V non ha stravolto i ratti essenziali e particolari del rito precedente il Concilio Tridentino ma li ha in tal modo teologicamente e canonicamente "blindati" ben presagendo cosa sarebbe, secoli dopo, avvenuto.
RispondiEliminaConsidero personalmente la Messa di Paolo VI non invalida ma una sorta di castigo consentito dall'Onnipotente per testare la nostra fede.
FdS
Non è nè "la prima" nè "l'unica": infatti, a prescindere dalle pene canoniche che questo comporta, prima di ogni altra cosa le "ordinazioni" sacerdotali delle donne sono, senza il minimo dubbio, INVALIDE.
RispondiEliminaQualsiasi cosa se ne pensi il Card. Tettamanzi non è "Primate".
RispondiEliminaIn Italia c'è un solo Primate, ed è Benedetto XVI.
E' vero che è stato ordinato dal card. Canestri, poco tempo dopo che il grandissimo Siri si era ritirato dalla guida della Diocesi.
RispondiEliminaPerò 41 anni di episcopato di Siri non si cancellano facilmente, ed infatti a 21 anni dalla morte dell'eccelso Cardinale la Chiesa genovese ne sta raccogliendo i frutti, anche seminando altrove come in questo caso (ed altri).
"Gli strafalcioni di latino fanno intuire che per certi "commentatori" la diversità dei riti consiste unicamente in pizzi e merletti...e ancora :"Non si può sostenere in modo sfegatato il rito straordinario se non si conosce le regole più elementari della lingua latina".
RispondiEliminaBene, potrei dire allora che non si può sostenere la Messa N.O. se non si conoscono le regole più elementari della grammatica italiana e una minima infarinatura di teologia.
Ma Lei è sicuro che i fedeli che partecipano alla Messa N.O. comprendano la Messa? Magari la capiscono perchè è in italiano, ma in quanto a comprenderla...
Io personalmente, ringrazio quotidianamente la Divina Providenza di tutto ciò che mi dona, ma purtroppo, non ho comunque il tempo materiale per studiare il latino, lavoro undici ore in una misera e modesta edicola di giornali, e a sera l'unico desiderio è quello di stare un paio d'ore con la mia famiglia.
Grazie a questo lavoro, leggendo un quotidiano nazionale, quattro anni fa ho scoperto la Messa di Sempre.
Che non conoscevo per il semplice fatto di avere solo 35 anni.
In quel periodo ero alla disperata ricerca di Dio. Sono sempre stato praticante, ma non ero soddisfatto. Non avvertivo la presenza di Dio a Messa, i Sacerdoti non riuscivano a trasmettermi nulla,ed il mio cuore inaridiva.
Poi per curiosità, come un malato che le prova tutte pur di guarire, ho partecipato alla S.Messa V.O.,o tridentina, o Gregoriana, o di S. Pio V, o di sempre...il pane ha tanti nomi ma la sostanza non cambia.
Le parole erano incomprensibili, non sapevo rispondere eppure occhi, cuore e orecchie si sono immediatamente aperti a Dio. Finalmente l'avevo incontrato, finalmente mi parlava.
La mia vita è cambiata,da quattro anni per seguire la S. Messa, ogni sabato faccio 35 Km e devo chiudere l'edicola mezza giornata, ( tutto questo solo per amore di pizzi e merletti? ). Ho rinunciato a vendere ogni pubblicazione pornografica e qualunque altra possa fuorviare dalla fede cattolica. Il danno economico non è minimamente paragonabile al GUADAGNO spirituale ricavato.
Ora Lei mi dice che noi non conoscitori della lingua di Cicerone non comprendiamo veramente la S. Messa.
Forse è così, ma le assicuro che lo Spirito Santo con amore ce ne fa assimilare l'Essenza.
...sì, il NOM è un OGM (che trionfo di sigle!). San Pio V ha riordinato un naturale e secolare percorso di sedimentazione liturgica.
RispondiEliminaMons. Bugnini & co. hanno tentato di modificare geneticamente la S. Messa mutando, togliendo, inserendo, inventando; tutto in laboratorio, forzando e falsificando pure i risultati. Il risultato è un monstrum: e a quarant'anni dalla forzata inoculazione i risultati si vedono (purulenti pustole cardinalizie, derive rocchettàre, "liturgie" in libertà, crollo verticale di vocazioni, perdita di autorevolezza, disordine morale, eresie latenti, ipertrofia del movimentismo, chiese parallele, refrattarietà ad ogni tipo di arte, ignoranza diffusa, disobbedienza preordinata, acritica giudolatrìa, comparsate televisive, violazioni delle norme canoniche...e poi si usa il bilancino di precisione su ogni cosa riguardi la Tradizione!). Tutto colpa della liturgia? La liturgia -soprattutto della S. Messa- è il linguaggio con cui la Chiesa parla al mondo e mostra la propria funzione....
<span>...sì, il NOM è un OGM (che trionfo di sigle!). San Pio V ha riordinato un naturale e secolare percorso di sedimentazione liturgica.
RispondiEliminaMons. Bugnini & co. hanno tentato di modificare geneticamente la S. Messa mutando, togliendo, inserendo, inventando; tutto in laboratorio, forzando e falsificando pure i risultati. L'esito è un monstrum: e a quarant'anni dalla forzata inoculazione i risultati si vedono (purulenti pustole cardinalizie, derive rocchettàre, "liturgie" in libertà, crollo verticale di vocazioni, perdita di autorevolezza, disordine morale, eresie latenti, ipertrofia del movimentismo, chiese parallele, refrattarietà ad ogni tipo di arte, ignoranza diffusa, disobbedienza preordinata, acritica giudolatrìa, comparsate televisive, violazioni delle norme canoniche...e poi si usa il bilancino di precisione su ogni cosa riguardi la Tradizione!). Tutto colpa della liturgia? La liturgia -soprattutto della S. Messa- è il linguaggio con cui la Chiesa parla al mondo e mostra la propria funzione....</span>
Caro Bile, una bellissima testimonianza, non c'è che dire.
RispondiEliminazelantissimo e devotissimo don, forse non le viene in mente un'altra possibilità: per i commentatori la "messa in latino" non è un esercizio di erudizione, né è riservata agli intellettuali. E' un'esperienza di preghiera e di raccoglimento, anche per chi non conosce bene tutte le declinazioni, ma riesce a cogliere il senso di ciò che avviene sull'altare molto meglio che in tante liturgie in italiano, ma in cui la logorrea dei preti impedisce il raccoglimento e la contemplazione.
RispondiElimina"pizzi e merletti" è una buona scusa per liquidare chiunque non si trovi tanto a suo agio con questa magnifica e magnificanda riforma liturgica. Anche il mio vescovo emerito parlava spesso di "pizzi e merletti" e si vantava davanti al suo presbiterio di essersi "coraggiosamente" opposto al motuproprio del papa, dal gran pulpito di Repubblica...
Signor don. Proverò ad essere breve. L'italiano, a differenza del latino, lo conosco abbastanza. Il Papa scrive sul MP:
RispondiElimina1. "Tuttavia il Messale Romano promulgato da S. Pio V e nuovamente edito dal B. Giovanni XXIII deve venir considerato come espressione straordinaria della stessa ''lex orandi'' e..."
2. "Percio' e' lecito celebrare il Sacrificio della Messa secondo l'edizione tipica del Messale Romano promulgato dal B. Giovanni XXIII nel 1962 e mai abrogato, come forma straordinaria della Liturgia della Chiesa."
3. "Per i fedeli e i sacerdoti che lo chiedono, il parroco permetta le celebrazioni in questa forma straordinaria anche in circostanze particolari, come matrimoni, esequie o celebrazioni occasionali, ad esempio pellegrinaggi."
Basta. Non vi sono obblighi di citare il Messale del Beato Giovanni XXIII del 1962 in un modo piuttosto che nell'altro.
Per quanto riguarda la "Messa di Sempre" altri commentatori Le hanno già spiegato quale sia la differenza tra la liturgia di S.Gregorio Magno e la "forma straordinaria del rito romano": una lieve e costante mutazione ma nella sostanza inalterata, senza salti o capriole come accaduto con il Messale del Servo di Dio Paolo VI (contento così?).
Che poi, personalmente, mi si voglia rimproverare di aver dato più spazio agli studi ingegneristici che a quelli classici lo trovo stupefacente. Si. Perchè se i suoi argomenti fossero validi, allora nell'istante in cui accende il suo Personal Computer Lei dovrebbe prima conoscere le fondamenta dei Sistemi Operativi, conoscere le proprietà termiche del silicio, le nozioni alla base dei gateway per l'accesso alle reti, nel momento in cui si mette a cavallo della Sua bicicletta dovrebbe primariamente conoscere gli elementari passaggi di Meccanica Razionale e delle ruote dentate, nel momento in cui sale a bordo di un'automobile dovrebbe conoscere i principi di combustione del carburante e i rispettivi cicli Otto e Diesel...Le pare sensato? A me no. E non mi pare sensato nemmeno dover conoscere il latino per assistere ad una Messa in latino.
E, mi ripeto, pare che anche il Papa fosse dello stesso avviso, altrimenti non avrebbe avuto motivi per aggiungere quello che non era previsto nel Messale del 1962, ovvero, la declamazione in lingua volgare delle letture:
"Art. 6. Nelle Messe celebrate con il popolo secondo il Messale del B. Giovanni XXIII, le letture possono essere proclamate anche nella lingua vernacola, usando le edizioni riconosciute dalla Sede Apostolica."
Sig. Bile, Lei è un grande, non dia importanza a quella frase stupida scritta da un superbo! Io La capisco, a me è successa la stessa cosa, io avevo perso la Fede, nel senso che essa non faceva parte della mia vita, era un fuoco di paglia che provavo a riaccendere frequentando le inutili messe moderniste. Uscivo dalla messa ma in fondo, era come aver assolto ad un dovere. Poi la messa di sempre, io il latino lo studiai (si fa per dire) al classico. Anadndo per la prima volta alla Santa Messa di sempre (e per sempre aggiungo), non capii nulla di quel che diceva il sacerdote, nè di quel che rispondevano i fedeli (tranne il pater noster dai), poi la FSSPX mi spedì il breviario, e con umiltà iniziai a capire qualcosa (grazie alla traduzione italiana che affianca sempre il latino). Da allora la mia vita è cambiata, certo, son 5 giorni che non mi confesso ma già sento che ne ho già bisogno, ma quanto meno, Gesù, la Madonna, San Giuseppe, il mio angelo custode (mio nonno Giuseppe credo) sono i miei fari nella mia vita quotidiana. Quando devo affrontare qualcosa che è più grande di me, prego sempre la madonna, ho riscoperto il valore della mia famiglia, non dò importanza al denaro (se non come strumento per vivere e far vivere i miei figlioletti), in casa mia, tranne qualche litigio, si respira la pace; la pace che solo la Fede può dare, (non certo mi riferivo alla buffonata del dare la mano ad un vicino con la mano sudata che neanche ti guarda in faccia mentre ti stringe quella mano). Ignora quel commento stupido, segui con me il percorso di riconversione alla vera Fede, alla Vera Religione, all'unico Vero Dio Gesù Cristo, ignora quel superbo e borioso e presuntuoso che pensa lui, poveretto, di conoscere la lingua di Cicerone, un abbraccio cristiano
RispondiElimina:'( :'( :'( :'( :'( :'( :'( :'( :'( :'( :'( :'(
RispondiEliminaQua non si tratta di disprezzare il rito ordinario. Qua semplicemente, almeno quello che chiedo io, è che questo rito venga celebrato nella dovuta maniera, come prescritto dalla Chiesa, e non come capita, a seconda della creatività del celebrante e degli animatori liturgici. Io mi sono stancata di girare le chiese, e l'ho fatto per anni in diverse parti del mondo, in cerca di una Santa Messa celebrata nel rispetto del sacro, con dei momenti di silenzio e non riempiti da canti eseguiti da cori urlanti. Lo dico semplicemente: non ce la faccio più! Quelle Messe, anziché essere una gioia nell'incontro con il Signore, diventavano una tortura! Io non voglio più questo, non mi aiuta alla mia spiritualità, non trovo pace nella mia anima.
RispondiEliminaEsatto, Cantuale, è quello che volevo dire.
RispondiEliminaAggiungo anche la mia esperienza per dire che e' stata molto simile a quelle precedentemente descritte e poca influenza vi ha avuto il fatto di aver studiato latino al liceo classico. Posso dire che e' stato determinante per la mia vita conoscere cosa veramente sia la S. Messa. Un cattolico, nato in una famiglia cattolica nella capitale dell'ex Stato Pontificio, cresimato, laureato, non sa cosa sia la S. Messa.
RispondiEliminaFdS
Lascio cadere le offese gratuite ricevute da un certo signore.
RispondiEliminaCredo che i miei commenti siano stati pacati ed educati. Qui non stiamo svolgendo un concorso ma credo che ci venga offerta un'importante opportunità per condividere le nostre idee; per arricchirci vicendevolmente.
Quando si presume di essere nella Verità è decisamente inopportuno e gratuito attaccare e dileggiare l'interlocutore.
Per quanto riguarda la conoscenza della lingua latina non intendevo dire che è necessario saperla leggere e parlare quasi fosse una "lingua corrente" bensì più semplicemente comprenderla pienamente anche perchè - sappia qualcuno - il latino liturgico è DECISAMENTE più semplice del latino classico.
Gentile Bile,
Le dirò innanzitutto che siamo coetanei (in verità io ho 34 anni).
Per la gioia della Redazione - che stranamente legge i mei post dando loro puntualmente un senso diverso da quello che intendo dare io - Le dirò che ogni domenica da circa un anno celebro a sera secondo il rito straordinario; invece al mattino secondo il Rito Ordinario.
Ciò che cerco DISPERATAMENTE di far comprendere innanzitutto ai miei parrocchiani e poi a tutti i miei interlocutori occasionali che il nostro non è un gruppo di nostalgici, di conservatori e tardoni (nella doppia accezione del termine!). Ma siamo dei fedeli desiderosi di pregare e di farlo con semplicità restando obbedientissimi al Papa direi quasi fino allo scrupolo (è un'iperbole).
Da più di qualche post cerco di spostare l'attenzione dall'esteriorità all'interiorità del Rito.
Certi commenti - non nascondiamolo - si soffermano più sui pizzi e merletti (che io indosso con grande piacere e venerazione anche durante il Rito Ordinario) che non sulla sostanza.
Interessante il commento di una lettrice che sostanzialmente diceva: io non disprezzo il Rito Ordinario ma non posso sopportare la "creatività" e - talvolta persino - la "stravaganza" di certe celebrazioni.
Sono stato frettoloso nello scrivere (e forse un po' farraginoso) perchè devo scappare ma spero di essermi spiegato.
Reverendo Lei si è spiegato benissimo.
RispondiEliminaSono felice nell'apprendere che un giovane Sacerdote celebra devotamente entrambi i riti. Ma Lei capirà il nostro svilimento nel sapere che Lei è un eccezione. Tutti i Sacerdoti dovrebbero celebrare il Santo Sacrificio con cura , devozione e Amore. Invece siamo costretti ad assistere a celebrazioni sterili, frettolose e "curiose". Se tutti i Sacerdoti mettessero il Suo stesso Amore nel celebrare, noi non dovremmo migrare alla ricerca del Divino. E le chiese sarebbero nuovamente piene.
Se in qualche mio post involontariamente Le ho mancato di rispetto le chiedo perdono, e chiedo perdono al Signore d'aver offeso un Suo Sacerdote.
Devotamente le bacio le mani.
F.C.
Nonostante abbia notevolmente abbassato i toni (a dimostrazione rilegga il Suo primo intervento), continuo a dissentire sulla necessità della conoscenza del latino (è vero sono di parte nel tirare avanti questa causa).
RispondiEliminaIn sostanza Lei dice che "la lingua latina [...]<span> è necessario [...] </span><span>comprenderla pienamente". Or bene, posto che un cattolico medio ormai abituato al rito tutto in Italiano, capisca che "Gloria in excelsis Deo..." siano le parole del Gloria, "Sanctus, sanctus, sanctus..." siano le parole del Santo e così via per le parti fisse, rimarrebbero "scoperte" (mi passi l'espressione) le sole parti mobili. E tale gap potrebbe colmarsi semplicemente con un foglietto della Messa (reperibile tra i tanti sul sito di "Una Vox") con il testo a fronte tradotto.</span>
Faccio notare, per di più, che le lingue in cui viene celebrato il Messale di Paolo VI sono tantissime. E se per gli autoctoni è un aiuto alla comprensione, per lo straniero tale ricchezza di lingue è un ostacolo non da poco. Eppure, nonostante la mobilità umana vada aumentando sempre più, a livello ecclesiale si continua a condannare aspramente il latino "perchè non comprensibile" ma non si interviene quando è l'italiano (il tedesco, il portoghese, l'inglese, faccia Lei) ad essere incomprensibile. Capita, anzi, che durante cerimonie con astanti di diverse lingue, si alternino le lingue utilizzate rendendo in tal modo la Messa anzichè completamente incomprensibile, "parzialmente" incomprensibile.
E non mi si argomenti che, visto che oggi ne abbiamo le possibilità, dovremmo studiare tutti gli idiomi in cui è stato tradotto il Messale di Paolo VI.
Egregio Bile,
RispondiEliminaLa ringrazio per la risposta. Comprendo il Suo turbamento e la Sua sofferenza per l'immpossibilità di poter ricevere nella casa del Padre comune tutte le doverose attenzioni che un figlio deve avere.
Come i miei parrocchiani mi hanno convinto alla celebrazione vespertina secondo il Rito Straordinario?
Bhè, innanzitutto devo ammettere che personalmente sono sempre stato predisposto verso tale celebrazione ma pensavo che nella mia parrocchia non ce ne fosse bisogno.
Pochissimi tra il serio e il faceto mi fecero questa proposta nel mese di giugno dello scorso anno. All'inizio non la presi seriamente perchè pensavo che fosse soltanto una battuta gettata là.
Successivamente ho osservato con più attenzione la vita di preghiera di quei miei parrocchiani.
Ho riflettuto: nelle comunità si dà spazio a tanti movimenti che hanno la libertà di pregare come vogliono perchè non acconsentire a tale richiesta?
Interpellai gli interessati circa la loro richiesta, ovvero chiesi loro se volessero davvero che io celebrassi per loro secondo il rito straordinario.
Mi avevano convinto (ma io non ero contrario) con la loro umiltà, discrezione e soprattutto con la loro devozione.
Comprendo che di fronte a certe tristissime situazioni, dopo tanto tempo in cui magari si è stati messi alla berlina gli animi possono essere esacerbati, però... così si fa il gioco - mi si consenta l'espressione - di chi di Rito straordinario non vuol proprio sentir parlare...
La tipica frase che dicono certi sacerdoti è: "Vedili lì come sono acidi e aggressivi! Questi sono i frutti della loro preghiera profondissima?".
Cosa si può rispondere di fronte a certe situazioni in cui davvero il comportamento dei fedeli al rito straordinario è così?
Basti vedere come - non da Lei - sono stato trattato io.
Dobbiamo pregare con insistenza, con forza, ma anche con tanta tanta tanta umiltà.
apprezzo gli ultimi due interventi del "don". tuttavia non condivido la sua frase riguardo al "basti veder come sono stato trattato io" la quale se collegata con quanto alla stessa predetto e cioè "vedili come sono acidi ed aggressivi" vuole significare che vi sia stata acidità ed aggressività da parte mia nel momento in cui solidarizzavo con il fratello in Cristo (e cattolico di sempre come me) al quale si rimproverava di difendere la messa di sempre (l'unica messa cattolica) nonostante non conoscesse il latino. ebbene, padre, le chiedo scusa. Tuttavia, in nome della verità, mi dica pure se è normale tutto questo odio nei confronti della messa di sempre da parte dei conciliari. Sacerdoti come Lei sono eccezioni rarissime. c'è un preguudizio anzi un odio mal celato che non ha niente di cristiano e molto di diabolico. Preciso che per me è incompatibile la messa di sempre con la pagliacciata conciliare detta anche messa di paolo VI, due riti incompatibili e che portano frutti opposti: da una parte la fede si accresce, dall'altra si annacqua sempre di più fino a renderla tiepida e relativistica. da una parte la messa cattolica, dall'altra un rito ecumenico protestante che non ha niente di sacro
RispondiEliminaEraclio la solidarietà non è mai acida e aggressiva. I "complimenti" di cui Ella mi ha "gratificato" e quelli con cui ha classificato il mio pensiero (decisamente mal interpretato non solo da Lei) certamente non si confanno ad un "cattolico di sempre" (anche questo neologismo ci mancava!!!). Tuttavia non sono risentito; noi (poveri) parroci ne sentiamo tante ogni giorno...
RispondiEliminaInnanzitutto alla scuola del S. Padre stabiliamo una volta per sempre - se desideriamo sinceramente dialogare - che nel pensiero della Chiesa non vi è stata alcuna rottura con la Tradizione.
Che tantissimi sacerdoti, religiosi/e e laici si appiglino al cosiddetto "spirito del Concilio" per confutare tutto quello che è avvenuto prima del Concilio sappiamo benissimo che è una baggianata (per essere educato uso questo termine); chi la pensa diversamente non è Cattolico. La Chiesa cattolica è nata il giorno di Pentecoste 2000 anni fa non il giorno in cui è stato celebrato il Concilio Ecumenico Vaticano II. Il Concilio, sì, è stato una "nuova Pentecoste" per tutta la Chiesa così come lo sono stati tutti gli altri Concili prima di esso.
Che i due Riti (ordinario e Straordinario) siano incompatibili mi sembra impreciso; tuttavia rimando al Motu Proprio e alle spiegazioni di chi è più preparato di me per spiegare meglio il concetto.
Il Rito Ordinario viene da Lei definito "pagliacciata conciliare" "rito ecumenico protestante che non ha niente di sacro" e il cui frutto è una fede che "si annacqua sempre di più fino a renderla tiepida e relativistica": non Le sembra una grave esagerazione? Lei sta parlando della Celebrazione della S. Messa.
La S. Messa che il Papa e tanti ottimi sacerdoti celebrano ogni giorno. E' la S. Messa con la quale io sono nato e cresciuto nella fede, è l'unica con la quale ho sempre pregato e durante la quale ho avvertito la voce del Maestro. Non sarò un santo ma un sacerdote con un po' di fede, un po' di amore, un po' di speranza credo di esserlo e questo lo devo alla celebrazione della S. Messa secondo il Rito Ordinario.
Senza dubbio nel Rito Ordinario andrebbero limate o modificate alcune cose; ma tra il dire questo e l'affermare quanto da Lei detto c'è un abisso.
Dov'è finita l'obbedienza alla Chiesa e al Papa che dovrebbe nascere dalla nostra preghiera?
E sarebbe infantile se cercassimo di giustificare la nostra disobbedienza e la nostra aggressività dicendo che dal canto loro gli pseudo conciliaristi fanno altrettanto.
Se Francesco Forgione (ad esempio) si fosse comportato così non avremmo avuto quel Santo Frate che tutti conosciamo come Padre Pio la cui più eccelsa virtù fu l'obbedienza (non c'è bisogno che riporti qui gli esempi dell'obbedienza eroica del Santo del Garrgano).
Preghiamo fratelli, preghiamo tanto. Con la nostra preghiera aiuteremo il Papa e quindi noi stessi a portare avanti il rinniovamento liturgico della Chiesa nel solco genuino della Tradizione.
Ottimo, don, ma in quale senso più corretto si potevano leggere sue frasi tipo "<span>Gli strafalcioni di latino fanno intuire che per certi "commentatori" la diversità dei riti consiste unicamente nei pizzi e merletti"?</span>
RispondiEliminaEraclio, evita d'ora innanzi di bestemmiare la S. Messa, antica o moderna che sia.
RispondiElimina"Nessuna MONETA FALSA, è pericolosa, QUANTO quella che SOMIGLIA alla vera" (Ho detto TUTTO!)
RispondiEliminaRendo Grazie a Dio per tutte le CELEBRAZIONI DI S.S. SANTITA' , MI FANNO RIVIVERE IL BEL TEMPO DELLA MIA GIOVENTù QUANDO CON MIO NONNO ANDAVO IN CHIESA E Lì ERO CHIERICHETTO - CANTORE DELLA VERA lITURGIA , SENTIVO VERAMENTE IL SACRO .
RispondiEliminaGRAZIE MONS. MARINI PER LA MISSIONE DI CERIMONIERE E MAESTRO DELLE CELEBRAZIONI PONTIFICE CON LEI E IL SOMMO PONTEFICE PIANO PIANO SI STA RISPOLVERANDO E RIMETTENDO IN PRATICA LA VERA LITURGIA .
UNA DOMANDA LE PONGO : " PERCHE NEL RITUALE DELLA BENEDIZIONE URBI ET ORBI ( IMPARTITA DAL SOMMO PONTEFICE NELLA SOLENNITA' DEL S. NATALE E DELLA S. PASQUA IL PONTEFICE E I CARDINALI DIACONI NON NDOSSANO I PARAMENTI LITURGIGI PONTIFICALI ?
GRAZIE ANCORA E BUON ANNO. MARIO