Che dibattiti di questo genere, su Amerio & Co., il cui solo nome era proscritto da tutti i benpensanti clericali, si tengano oggi col patronato di un vescovo e con la tranquilla partecipazione di figure in vista nella Chiesa mainstream (scusate l'espressione), ci appare una notizia nella notizia che non mancherà di infastidire i tanti 'neoterici' ancora in circolazione. Ecco quanto riferisce del convegno Zenit, che ha intervistato il vescovo Negri di San Marino.
ROMA, mercoledì, 26 maggio 2010 (ZENIT.org).- Sono passati circa 45 anni dalla fine del Concilio Vaticano II, e mai come adesso, da più parti sta emergendo un intenso e profondo dibattito sugli insegnamenti e le implicazioni di questo avvenimento ecclesiale.
Tra le diverse interpretazioni, i Pontefici che ne hanno personalmente preso parte, quali Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno sostenuto una lettura secondo la cosiddetta ‘ermeneutica della continuità’, secondo la quale il Concilio non si pone in contrasto con il millenario "depositum Fidei" proprio della tradizione cattolica.
Come ha spiegato il Pontefice Bendetto XVI durante la sua visita a Fatima, secondo questo tipo di lettura non c’è rottura tra modernità e tradizione.
Per comprendere quella che il Papa ha ribadito come “ermeneutica della continuità” l’associazione Vera Lux (http://www.centroveralux.it/) ha organizzato a San Marino un incontro di studio sul tema “Passione della Chiesa. Amerio e altre vigili sentinelle”.
Il convegno parte dall’opera del teologo Romano Amerio (1905-1997) “Iota Unum. Studio sulle variazioni della Chiesa Cattolica nel secolo XX” per proporre una articolata indagine sul periodo post-conciliare. Al convegno interverranno tra gli altri don Nicola Bux, il prof. Matteo D’Amico e padre Giovanni Cavalcoli O.P. La giornata di studi sarà presieduta e conclusa con una riflessione sulla figura di Benedetto XVI, da monsignor Luigi Negri Vescovo di S.Marino-Montefeltro.
Considerando il grande interesse che sta nascendo intorno al Convegno, ZENIT ha rivolto alcune domande a monsignor Negri.
- Lei ha conosciuto personalmente Amerio?
Monsignor Negri: Ho conosciuto personalmente Romano Amerio perché è da lui che avevo ricevuto un suggerimento molto preciso per orientare i miei studi di filosofia sulla personalità di Tommaso Campanella a cui egli aveva dedicato una consistente parte della sua attività di studio e di insegnamento. Debbo a lui la riscoperta di questo grande autore che normalmente la storiografia laicista fa passare come uno degli antesignani della rivolta moderna contro la tradizione cattolica e che, invece, è un singolare testimone di un cattolicesimo che certamente riconquista a partire da più di un cedimento nei confronti di una mentalità laicista. Questo è il motivo di grande gratitudine che ho verso Amerio il quale per altro è stato per decenni insegnante al Liceo Cantonale di Zurigo, uno dei punti di maggiore impatto culturale non soltanto per il Canton Ticino, ma anche per buona parte dell’Italia.
- E’ di grande attualità la discussione circa l’ermeneutica del Concilio Vaticano II, su cui Amerio ha molto riflettuto e scritto. Nel famoso volume - “Iota unum” - tradotto in varie lingue, Romano Amerio racconta di cosa accadde al Concilio Vaticano II e della crisi postconciliare, indicando quelle incrinature nella solidità della fede che ancora oggi feriscono la Chiesa. Potrebbe illustrarci il senso e la ragione di questa analisi critica?
Monsignor Negri: La lettura spassionata, a tanti anni di distanza, del libro “Iota unum” è la dimostrazione che Amerio aveva intuito come si stesse operando una frattura fra la tradizione e un certo modo di interpretare il Concilio Vaticano II. La sua quindi rappresenta una testimonianza intelligente e vissuta fino in fondo, espressa non senza sofferenza di questa frattura che si andava delineando e in cui l’interpretazione “modernista” o, come amava dire lui, “neoterica” del Concilio rischiava di mettere in crisi tutto un dato della tradizione dalla quale non si poteva prescindere. Nel suo volume emerge chiara la situazione così come l’ha delineata Benedetto XVI dicendo che ormai bisogna chiudere la vicenda della contrapposizione fra le ermeneutiche e imboccare la strada della continuità ermeneutica. Che poi in questa ri-lettura del Concilio - o meglio di tutto ciò che si è provocato dentro e fuori il Concilio - operata da Amerio qualche volta ci sia un po’ di accanimento risulta perfettamente comprensibile.
- Qual è il principale contributo che questa giornata di studi potrà fornire?
Monsignor Negri: Io parteciperò a questo convegno come relatore parlando di Benedetto XVI e sono stato lieto di accogliere questa giornata di studi a S. Marino perché mi pare che nella linea del magistero di Benedetto XVI possa rappresentare un contributo su alcuni nodi molto importanti della storia recente della teologia che, una volta recuperati in modo critico, potrebbero favorire il dialogo e lo sviluppo della cosiddetta ermeneutica della continuità.
Tra le diverse interpretazioni, i Pontefici che ne hanno personalmente preso parte, quali Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno sostenuto una lettura secondo la cosiddetta ‘ermeneutica della continuità’, secondo la quale il Concilio non si pone in contrasto con il millenario "depositum Fidei" proprio della tradizione cattolica.
Come ha spiegato il Pontefice Bendetto XVI durante la sua visita a Fatima, secondo questo tipo di lettura non c’è rottura tra modernità e tradizione.
Per comprendere quella che il Papa ha ribadito come “ermeneutica della continuità” l’associazione Vera Lux (http://www.centroveralux.it/) ha organizzato a San Marino un incontro di studio sul tema “Passione della Chiesa. Amerio e altre vigili sentinelle”.
Il convegno parte dall’opera del teologo Romano Amerio (1905-1997) “Iota Unum. Studio sulle variazioni della Chiesa Cattolica nel secolo XX” per proporre una articolata indagine sul periodo post-conciliare. Al convegno interverranno tra gli altri don Nicola Bux, il prof. Matteo D’Amico e padre Giovanni Cavalcoli O.P. La giornata di studi sarà presieduta e conclusa con una riflessione sulla figura di Benedetto XVI, da monsignor Luigi Negri Vescovo di S.Marino-Montefeltro.
Considerando il grande interesse che sta nascendo intorno al Convegno, ZENIT ha rivolto alcune domande a monsignor Negri.
- Lei ha conosciuto personalmente Amerio?
Monsignor Negri: Ho conosciuto personalmente Romano Amerio perché è da lui che avevo ricevuto un suggerimento molto preciso per orientare i miei studi di filosofia sulla personalità di Tommaso Campanella a cui egli aveva dedicato una consistente parte della sua attività di studio e di insegnamento. Debbo a lui la riscoperta di questo grande autore che normalmente la storiografia laicista fa passare come uno degli antesignani della rivolta moderna contro la tradizione cattolica e che, invece, è un singolare testimone di un cattolicesimo che certamente riconquista a partire da più di un cedimento nei confronti di una mentalità laicista. Questo è il motivo di grande gratitudine che ho verso Amerio il quale per altro è stato per decenni insegnante al Liceo Cantonale di Zurigo, uno dei punti di maggiore impatto culturale non soltanto per il Canton Ticino, ma anche per buona parte dell’Italia.
- E’ di grande attualità la discussione circa l’ermeneutica del Concilio Vaticano II, su cui Amerio ha molto riflettuto e scritto. Nel famoso volume - “Iota unum” - tradotto in varie lingue, Romano Amerio racconta di cosa accadde al Concilio Vaticano II e della crisi postconciliare, indicando quelle incrinature nella solidità della fede che ancora oggi feriscono la Chiesa. Potrebbe illustrarci il senso e la ragione di questa analisi critica?
Monsignor Negri: La lettura spassionata, a tanti anni di distanza, del libro “Iota unum” è la dimostrazione che Amerio aveva intuito come si stesse operando una frattura fra la tradizione e un certo modo di interpretare il Concilio Vaticano II. La sua quindi rappresenta una testimonianza intelligente e vissuta fino in fondo, espressa non senza sofferenza di questa frattura che si andava delineando e in cui l’interpretazione “modernista” o, come amava dire lui, “neoterica” del Concilio rischiava di mettere in crisi tutto un dato della tradizione dalla quale non si poteva prescindere. Nel suo volume emerge chiara la situazione così come l’ha delineata Benedetto XVI dicendo che ormai bisogna chiudere la vicenda della contrapposizione fra le ermeneutiche e imboccare la strada della continuità ermeneutica. Che poi in questa ri-lettura del Concilio - o meglio di tutto ciò che si è provocato dentro e fuori il Concilio - operata da Amerio qualche volta ci sia un po’ di accanimento risulta perfettamente comprensibile.
- Qual è il principale contributo che questa giornata di studi potrà fornire?
Monsignor Negri: Io parteciperò a questo convegno come relatore parlando di Benedetto XVI e sono stato lieto di accogliere questa giornata di studi a S. Marino perché mi pare che nella linea del magistero di Benedetto XVI possa rappresentare un contributo su alcuni nodi molto importanti della storia recente della teologia che, una volta recuperati in modo critico, potrebbero favorire il dialogo e lo sviluppo della cosiddetta ermeneutica della continuità.
* * *
Sulle motivazioni che hanno condotto all’organizzazione della giornata abbiamo rivolto alcune domande a uno dei promotori, Lorenzo Bertocchi, studioso di Storia del Cristianesimo e appartenente al Centro Culturale “Vera Lux” di Bologna.
- Perché avete deciso di dedicare un Convegno a Romano Amerio?
Bertocchi: Fin dalle origini la Chiesa ha sempre vissuto sofferenze e ostilità provenienti sia dal suo interno che dall’esterno, ma ha potuto contare sulla presenza di “sentinelle” che, per grazia di Dio, hanno saputo illuminarla su pericoli e rischi. Tra i pericoli va annoverato anche il tema della corretta interpretazione del Concilio Ecumenico Vaticano II, infatti, a partire dal famoso discorso alla Curia Romana del 2005 più volte Benedetto XVI è tornato sul tema della cosiddetta ermeneutica della continuità. La confusa interpretazione del Concilio, infatti, non è priva di conseguenze per la vita della Chiesa. In questo contesto Romano Amerio con la sua opera “Iota unum” ha proposto un’ articolata indagine sul tormentato periodo post-conciliare, non a caso il libro si chiude con queste parole: «Custos quid de nocte?» («Sentinella, che notizie porti della notte?») (Isaia 21, 11). Ecco perché il Convegno pone una particolare attenzione su Amerio, ma va ben oltre sottolineando anche l’opera di altre “sentinelle” come il Servo di Dio P. Tomas Tyn O.P. e soprattutto il Card. Joseph Ratzinger oggi Benedetto XVI.
- Quali sono i fini che vi proponete di raggiungere con il Convegno?
Bertocchi: Per rispondere vorrei citare un passaggio di Benedetto XVI nell’udienza generale dello scorso 10 marzo: “Grazie a Dio i timonieri saggi della barca di Pietro, Papa Paolo VI e Papa Giovanni Paolo II, da una parte hanno difeso la novità del Concilio e dall’altra, nello stesso tempo, hanno difeso l’unicità e la continuità della Chiesa, che è sempre Chiesa di peccatori e sempre luogo di Grazia.” La giornata di studi promossa dal Centro Culturale Vera Lux quindi vuole animare il dibattito teso a sviluppare “l’unicità e la continuità della Chiesa” nel solco del Magistero e nella consapevolezza che la chiarezza dottrinaria non è solo un fatto elitario o intellettualistico, ma ha conseguenze importanti per tutto il popolo di Dio che facilmente può essere confuso da errori o interpretazioni eterodosse.
Iota Unum l'ho letto. Ma un tentativo sofistico dell'Autore verso una cosiddetta "ermenutica della continuita'" m'era sinceramente sfuggito.
RispondiElimina<span>… Papa Paolo VI e Papa Giovanni Paolo II, da una parte hanno difeso la novità del Concilio e dall’altra, nello stesso tempo, hanno difeso l’unicità e la continuità della Chiesa …</span>
RispondiEliminaCoincidentia oppositorum… Le rêve (déjà!) d'un autre cardinal allemand, Nicolas de Cuse… Et qu'est-il résulté de cette alchimie?
Chiedo venia, una piccola correzione. Romano Amerio ha insegnato presso il liceo cantonale di Lugano e non Zurigo. A quei tempi era anche l'unico liceo cantonale (ora sono 5). Rammento che Amerio rifiutò, dopo i suoi studi universitari, d'insegnare alla Cattolica di Milano perché veramente antifascista.
RispondiEliminaImportante iniziativa! Sarebbe interessante avere poi gli atti del convegno. Stiamo per pubblicare quelli dell'incontro di Roma del 30 ottobre scorso.
RispondiEliminaMi meraviglia che non sia indicato alcun intervento del Prof. Enrico Maria Radaelli... ne sapete qualcosa?
Un'altra sentinella, non di poco conto fu, a mio parere Mons. Lefebvre, che ha salvato il sacerdozio e la S.Messa. Chissà dove saremo senza la sua opera! Ma pare nessuno voglia ricordarlo.
RispondiEliminaè vero; ma l'avevamo ricordato in un thread precedente, insieme a Mons Gherardini e P. Thomas Tyn
RispondiElimina<span>è vero; ma l'avevamo ricordato in un thread precedente, insieme a Mons Gherardini e P. Thomas Tyn e a quei tradizionalisti che non si sono laciati fagocitare dall'egemone spirito post-conciliare</span>
RispondiEliminae notavamo come stiano aumentando le voci fuori dal coro modernista e/o progressista; ma come non arrivino veri e propri studi, ma solo proclami.
RispondiEliminaAttendiamo con interesse l'esito del convegno di S. Marino...
a me sembra come se avesse detto:
RispondiEliminada una parte accettano la rottura, dall'altra la continuità!
Va bene<span> A e anche il contrario di A !</span>
Da qualche anno in Italia questo pensiero è detto "ma-anchismo" !
The show must go on !
:(
non vorrei essere pessimista, ma se c'è un orientamento di un certo "tipo", temo che sarà difficile che Radaelli sia presente.... (forse a causa dell'et-et, invitato d'onore!....)
RispondiElimina*DONT_KNOW*
se mi sbaglierò, ritiro subito la mia malignità....
Annarita, penso che lei volesse dire "dove saremmo" !
RispondiElimina....ma siccome ha scritto "dove saremo", va bene così: anzi... data la situazione che incalza con la sua gravità,...i meglio dire "dove saremo" !
O:-)
a ben riflettere, non verrà fuori nulla di nuovo!
RispondiEliminaQualcuno sa se il Professor D`Amico, che parlerà di Romano Amerio, ha già scritto o partecipato ad altri convegni su Amerio?
RispondiEliminamic,ci farai sapere quando saranno pubblicati gli atti dell'ottobre scorso?Credo sarebbe cosa gradita a molti
RispondiEliminaSul numero del 15 maggio u.s. de La Civiltà Cattolica è stata pubblicata la recensione del libro di Amerio "Iota unum". E' una netta stroncatura, "ovviamente" data con la benedizione, con la piena avvertenza e il deliberato consenso della Segreteria di Stato.
RispondiEliminaLa Segreteria di Stato avrebbe bisogno di una vera pulizia, anzi, di un'epurazione in grande stile. E non parlo soltanto di losche figure come il sostituo Filoni, vero e proprio lupo e sentinella del modernismo in Vaticano. Mi riferisco anche al grande capo...
RispondiEliminaDalla Segreteria di Stato partono anche direttive per stroncare il Summorum Pontificum, nella Segreteria di Stato c`è anche chi ha consigliato e protetto chi ha apertamente disobbedito al Papa, insomma il placet della Segreteria di Stato, visto le diverse correnti, e non è un segreto, che spesso remano in senso contrario al Papa, non riveste ai miei occhi un grande valore.
RispondiEliminanon è che si limiteranno a strumentalizzare Amerio ai fini della continuità senza prendere in considerazione le evidenti 'ambiguità' da lui così 'sapientemente' messe in luce?
RispondiEliminaPotremo presto verificare se sarà un'apologia della continuità ancora una volta solo proclamata o se sarà un autentico contributo di approfondimento
Concordo con te ma siccome La Civiltà Cattolica è letta da tutti i nunzi e da molti vescovi, italiani e non, una straoncatura di quel libro è come una sorta di damnatio memoriae che Amerio proprio non merita
RispondiEliminaChissà se i gesuiti di Civiltà Cattolica penseranno a pubblicare un articolo sul comportamento di certi loro confratelli, ad esempio in Germania, dove Ursula Raue (Incaricata dei Gesuiti tedeschi per gli abusi) ha dichiarato che "Per decenni l'Ordine dei Gesuiti in Germania ha coperto gli abusi e i loro colpevoli", o ancora di altri confratelli che sono stati, e sono, ai primi posti per la disobbedienza al Magistero petrino o alla base di magisteri che non potrebbero essere più paralleli, o ancora di iniziative sincretiste, come qui in Svizzera, dove mischiano allegramente, Vangelo, buddismo, zen, riscuotendo un gran successo....
RispondiEliminaConcordo, ma siccome immagino che per la maggioranza di quei vescovi e nunzi Romano Amerio non è mai uscito dalla damnatio memoriae alla quale loro stessi hanno contribuito a condannarlo, quell`articolo non sarà per loro che la conferma rassicurante del proprio pensiero congelato.
RispondiEliminaPer gli altri, non totalmente irrigiditi dalle loro ideologie, esiste internet, esistono i libri, i convegni, anche l`OR aveva dedicato un articolo a Romano Amerio...
Senza dubbio questo rinnovato interesse per il pensiero di Amerio non piace in certe stanze vaticane, quale migliore canale allora che Civiltà Cattolica per farlo sapere ? Prevedibile.
Si ce que vous dites est vrai, cela ne fait que confirmer, une fois de plus, ce que ne cessait de répéter Mgr Lefebvre: « Ces gens-là n'ont plus la foi. »
RispondiElimina<span>Si ce que vous dites est vrai, cela ne fait que confirmer, une fois de plus, ce que ne cessait de répéter Mgr Lefebvre: «Ces gens-là n'ont plus la foi.»</span>
RispondiEliminaLuisa, il professor D'Amico, ogni anno ad ottobre è al convegno di Studi Cattolici a Rimini, assieme ad altri illustri espositori, tra i quali Gnocchi, Palmaro, Agnoli, etc. Il 22-23-24 ottobre quest'anno.
RispondiEliminaGrazie Annarita!
RispondiEliminaAllora possiamo sperare che il suo intervento non sarà dello stile....Romano Amerio, sì , MA...state attenti....
sarà l'unico lì in mezzo a dire ciò che diceva Amerio: che c'è una variazione nelle dottrine nuove rispetto alle antiche. Gli altri faranno di Amerio il cantore di una continuità impossibile. Ho già avuto il dispiacere di sentire Mons. Negri parlare di Amerio e dire esattamente il contrario di ciò che dice Iota unum al meeting di CL l'estate scorsa
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