Gianfranco Amato, presidente del Comitato Scienza e Vita, ci informa di aver pubblicato su Il Sussidiario un articolo giustamente allarmato circa la prossima introduzione in commercio di un farmaco, che ha le fallaci apparenze di un normale anticoncezionale, ma è in realtà un tossico abortivo finalizzato a raschiar via embrioni in corso di annidamento nell'utero della madre. Trovate l'articolo a questo link; qui ne riportiamo un estratto.
Sta per irrompere sul mercato italiano EllaOne la pillola dei cinque giorni dopo. Spacciata per anticoncezionale d’emergenza, EllaOne sarà un nuovo rimedio per impedire una gravidanza indesiderata entro 120 ore da un rapporto sessuale potenzialmente fertile. [..]
E’ interessante anche analizzare la differenza tra EllaOne e la cosiddetta “pillola del giorno dopo”, ovvero la contraccezione a base di levonorgestrel. Il più rilevante tratto distintivo si riferisce al periodo di assunzione dei due prodotti. Mentre il levonorgestrel, infatti, deve essere assunto entro 72 ore, la posologia di EllaOne prevede un arco temporale maggiore, ovvero un’assunzione entro le 120 ore (5 giorni). Peccato, però, che nella fisiologia della riproduzione, l’embrione a cinque giorni dal concepimento sia già in utero per annidarsi. [..]
EllaOne, come si è visto, agisce impedendo il proseguimento dello sviluppo dell’embrione, giacché rende impossibile il suo annidamento nella parete uterina.
Non si tratta, dunque, di un effetto contraccettivo bensì di un meccanismo prevalentemente abortivo qual è quello antinidatorio, che si estrinseca dopo l’avvenuta fecondazione, quando è già iniziato il processo di sviluppo di una nuova vita umana. Sul punto, lo stesso Prof. Baulieu – padre della pillola abortiva RU486, e quindi insospettabile sotto il profilo bioetico - ha affermato che «l’interruzione della gravidanza dopo la fecondazione può essere considerata alla stregua di un aborto» (Il Punto sulla RU486, in «JAMA ed. italiana», 1990, 2,12).
Anche la logica, del resto, vuole la sua parte. Dal punto di vista etimologico il termine “contraccezione” deriva dall’inglese contra-conception e sta ad indicare l’attività volta ad impedire la concezione, la fecondazione. Ora come può EllaOne pretendere, logicamente, di impedire qualcosa che in realtà è già avvenuto, ovvero la fecondazione? Dopo il concepimento, in realtà, non si è più nell’ambito della contraccezione ma in quello contragestazione, cioè dell’attività che contrasta la gestazione. Impedire l’annidamento significa impedire lo sviluppo di una vita già iniziata.
Sempre in tema di logica, è interessante notare che il punto 4.1 delle istruzioni per l’uso di EllaOne, relativo alle «indicazioni terapeutiche», includa tra i casi in cui assumere la pillola anche la «contraceptive failure», ovvero l’ipotesi di mancato funzionamento di un contraccettivo. Come si può, quindi, logicamente immaginare che il rimedio al fallimento di un contraccettivo possa essere un altro contraccettivo? Alla “contraceptive failure” non può che seguire un’azione contragestatoria, ovvero abortiva.
Ora, da quanto fin qui evidenziato, risulta evidente che presentare EllaOne come un contraccettivo d’emergenza anziché come un prodotto abortivo, rappresenti una grave manipolazione semantica, tale da integrare una vera e propria pratica commerciale ingannevole, in palese violazione dell’art. 6, primo comma, lett. a) e b) della Direttiva 2005/29/CE, e dell’art.21, primo comma, lett. a) e b) del Decreto Legislativo 2 agosto 2007 n.146, violazione sulla quale, peraltro, dovrebbe intervenire l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato.
Né si può tacere sulla natura e sull’oggetto dell’inganno. La posta in gioco, in realtà, assume rilievi non indifferenti di natura morale, etica, filosofica, culturale. Usare un contraccettivo non è come abortire. Per questo l’informazione deve essere chiara e obiettiva, affinché una donna possa acquisire la piena consapevolezza della sua scelta e sappia che qualora opti per l’uso della pillola EllaOne non sta evitando un aborto. Lo sta praticando.
Sta per irrompere sul mercato italiano EllaOne la pillola dei cinque giorni dopo. Spacciata per anticoncezionale d’emergenza, EllaOne sarà un nuovo rimedio per impedire una gravidanza indesiderata entro 120 ore da un rapporto sessuale potenzialmente fertile. [..]
E’ interessante anche analizzare la differenza tra EllaOne e la cosiddetta “pillola del giorno dopo”, ovvero la contraccezione a base di levonorgestrel. Il più rilevante tratto distintivo si riferisce al periodo di assunzione dei due prodotti. Mentre il levonorgestrel, infatti, deve essere assunto entro 72 ore, la posologia di EllaOne prevede un arco temporale maggiore, ovvero un’assunzione entro le 120 ore (5 giorni). Peccato, però, che nella fisiologia della riproduzione, l’embrione a cinque giorni dal concepimento sia già in utero per annidarsi. [..]
EllaOne, come si è visto, agisce impedendo il proseguimento dello sviluppo dell’embrione, giacché rende impossibile il suo annidamento nella parete uterina.
Non si tratta, dunque, di un effetto contraccettivo bensì di un meccanismo prevalentemente abortivo qual è quello antinidatorio, che si estrinseca dopo l’avvenuta fecondazione, quando è già iniziato il processo di sviluppo di una nuova vita umana. Sul punto, lo stesso Prof. Baulieu – padre della pillola abortiva RU486, e quindi insospettabile sotto il profilo bioetico - ha affermato che «l’interruzione della gravidanza dopo la fecondazione può essere considerata alla stregua di un aborto» (Il Punto sulla RU486, in «JAMA ed. italiana», 1990, 2,12).
Anche la logica, del resto, vuole la sua parte. Dal punto di vista etimologico il termine “contraccezione” deriva dall’inglese contra-conception e sta ad indicare l’attività volta ad impedire la concezione, la fecondazione. Ora come può EllaOne pretendere, logicamente, di impedire qualcosa che in realtà è già avvenuto, ovvero la fecondazione? Dopo il concepimento, in realtà, non si è più nell’ambito della contraccezione ma in quello contragestazione, cioè dell’attività che contrasta la gestazione. Impedire l’annidamento significa impedire lo sviluppo di una vita già iniziata.
Sempre in tema di logica, è interessante notare che il punto 4.1 delle istruzioni per l’uso di EllaOne, relativo alle «indicazioni terapeutiche», includa tra i casi in cui assumere la pillola anche la «contraceptive failure», ovvero l’ipotesi di mancato funzionamento di un contraccettivo. Come si può, quindi, logicamente immaginare che il rimedio al fallimento di un contraccettivo possa essere un altro contraccettivo? Alla “contraceptive failure” non può che seguire un’azione contragestatoria, ovvero abortiva.
Ora, da quanto fin qui evidenziato, risulta evidente che presentare EllaOne come un contraccettivo d’emergenza anziché come un prodotto abortivo, rappresenti una grave manipolazione semantica, tale da integrare una vera e propria pratica commerciale ingannevole, in palese violazione dell’art. 6, primo comma, lett. a) e b) della Direttiva 2005/29/CE, e dell’art.21, primo comma, lett. a) e b) del Decreto Legislativo 2 agosto 2007 n.146, violazione sulla quale, peraltro, dovrebbe intervenire l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato.
Né si può tacere sulla natura e sull’oggetto dell’inganno. La posta in gioco, in realtà, assume rilievi non indifferenti di natura morale, etica, filosofica, culturale. Usare un contraccettivo non è come abortire. Per questo l’informazione deve essere chiara e obiettiva, affinché una donna possa acquisire la piena consapevolezza della sua scelta e sappia che qualora opti per l’uso della pillola EllaOne non sta evitando un aborto. Lo sta praticando.
Usare un contraccettivo non è come abortire?
RispondiEliminaA prescindere che i regolamenti canonici pre-Codice 1917 riportavano la contraccezione tra i peccati contro il QUINTO COMANDAMENTO,
Ma se la "normale" pillola anticoncenzionale, nell'8,5% dei casi svolge azione anti-annidatoria (cioè ABORTIVA= OMICIDA), cioè, chi usa la pillola, ogni anno si rende colpevole di almeno un aborto. Non chirurgico,ma SEMPRE ABORTO è!
Questo lo sapevate?!?
anche la pillola del giorno dopo è abortiva poichè impedisce l'impianto embrionale alle pareti uterine e così viene espulso... la redazione potrebbe chiarire meglio alcuni passaggi dell'articolo? Grazie....
RispondiEliminaLa cultura della morte avanza...e lo fa, come sempre, con la frode e la menzogna. Le vere sconfitte? Le donne, la loro libertà e la loro dignità (alla faccia dell'8 marzo!)? Chi ci guadagna? I porci delle case farmaceutiche e i loro referenti politici e culturali nazionali e sovranazionali...
RispondiEliminaNo, non solo le case farmaceutiche, anche i medici ( particolarmente quelli privati ); ma dimentichi la libertà che guadagnano le donne che abortiscono e così possono continuare a lavorare e guadagnare di più ( per farci cosa con tutti questi soldi? tanto probabilmente la famiglia non la avranno :'( (o meglio, non la avranno sulla terra, ma in Cielo di certo di figli ne avranno tanti che pregano per loro)).
RispondiEliminaIl problema è ahimè a monte e riguarda la nostra società in generale.
RispondiEliminaNon facciamo però l' errore ideologico di mischiare contraccezione con aborto.
Quando smetterò di leggere scemate come quelle del primo commento non sarà mai troppo tardi.
La pillola anti-concezionale impedisce l' ovulazione, ergo non esiste alcun ovulo da fecondare.
Scusate se ripeto, con la solita petulanza, quanto già detto. La morale cattolica impartisce precetti, come la castità prematrimoniale, l'assoluta indissolubilità del matrimonio, l'esclusione di un nuovo legame per il coniuge innocente abbandonato ingiustamente, il "no" all'aborto anche nella prospettiva di un figlio con handicap permanente che secondo il senso comune sono semplicemente pazzeschi. Sono arrivato alla conclusione che si tratta di una "santa pazzia", comprensibiile solo uin relazione alle promesse escatologiche, non certo nell'orizzonte naturalistico che fa dire "Si vive solo una volta". Il cristiano autentico ha letto in san Paolo "Voi siete morti, e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio" e sa che la chiave delle scelte della sua esistenza è il "passaggio all'altra riva", dove c'è la bellezza "che occhio non vide e orecchio non udì".
RispondiEliminaLa morale sessulale cristiana è comprensibile solo in un orizzonte mistico. Purtroppo son carenti gli strumenti didattici necessari per comprendere questo collegamento, peraltro molto chiaro ai tempi dei padri della Chiesa. Così io ho dovuto scoprire da solo che esiste un rapporto intrinseco fra digiuno e castità: l'idra di Lerna si uccide solo colpendo tutte le sue teste contemporaneamente. In casa ho gli splendidi libri su matrimonio e sessualità di Fulton Sheen, il "vescovo televisivo" americano, conservatore e modernissimo: perchè non li ripubblicano?
Scusate se ripeto, con la solita petulanza, quanto già detto. La morale cattolica impartisce precetti, come la castità prematrimoniale, l'assoluta indissolubilità del matrimonio, l'esclusione di un nuovo legame per il coniuge innocente abbandonato ingiustamente, il "no" all'aborto anche nella prospettiva di un figlio con handicap permanente che secondo il senso comune sono semplicemente pazzeschi. Sono arrivato alla conclusione che si tratta di una "santa pazzia", comprensibiile solo uin relazione alle promesse escatologiche, non certo nell'orizzonte naturalistico che fa dire "Si vive solo una volta". Il cristiano autentico ha letto in san Paolo "Voi siete morti, e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio" e sa che la chiave delle scelte della sua esistenza è il "passaggio all'altra riva", dove c'è la bellezza "che occhio non vide e orecchio non udì".
RispondiEliminaLa morale sessulale cristiana è comprensibile solo in un orizzonte mistico. Purtroppo son carenti gli strumenti didattici necessari per comprendere questo collegamento, peraltro molto chiaro ai tempi dei padri della Chiesa. Così io ho dovuto scoprire da solo che esiste un rapporto intrinseco fra digiuno e castità: l'idra di Lerna si uccide solo colpendo tutte le sue teste contemporaneamente. In casa ho gli splendidi libri su matrimonio e sessualità di Fulton Sheen, il "vescovo televisivo" americano, conservatore e modernissimo: perchè non li ripubblicano?
Quando smetterò di leggere scemate come quelle del primo commento non sarà mai troppo tardi.
RispondiEliminaLa pillola anti-concezionale impedisce l' ovulazione, ergo non esiste alcun ovulo da fecondare.
Amico,
questo era vero per la pillola Pincus originale, quella degli anni '50, ad elevatissimo titolo progestinico.
Leggiti i testi del dottor Luca POLI di Trento.
La pillola del giorno dopo, sulla base degli studi scientifici piú recenti, non risulta abortiva perchè l'unico studio da cui è emersa un'azione inibitoria esplicata su recettori uterini, si riferiva ad una sua assunzione prima dell'ovulazione, quando è ancora capace di bloccarla. In caso di assunzione tardiva, invece, gli studi suggeriscono che non sia capace d'impedire l'annidamento dell'embrione.
RispondiEliminaDunque, pur non essendoci la certezza assoluta, è assai probabile che la pgd non abbia alcun effetto antinidatorio, ma si limiti a bloccare l'ovulazione (da cui l'efficacia sempre piú ridotta, fino all'azzeramento oltre le 72 ore, al contrario di EllaOne, attiva anche dopo 5 giorni).
Dice bene quest' ultimo commento.
RispondiEliminaI precetti della Santa Chiesa non tollerano la menzogna e la bugia per portare acqua al proprio mulino.
@rev tomas: non chiamarle menzogne o bugie, semplicemente le informazioni sono cambiate col tempo e molti non si sono ancora aggiornati. Tieni conto che l'effetto antinidatorio è ancora riportato sul bugiardino...
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