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Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

lunedì 18 gennaio 2010

Il dibattito sull'architettura sacra si fa strada. Intervista a Colafemmina

Vatican Magazine ha pubblicato un'intervista a Francesco Colafemmina (divenuto, per l'occasione, cover boy, come da foto a lato) sull'Appello per l'arte sacra, dal titolo Il giovane selvaggio dal devoto Sud. Perché selvaggio, speriamo ce lo spieghi l'interessato. Ecco uno scampolo dell'intervista, che potete leggere integralmente su Fides et forma:

[..]
- Per Lei, lo “status quo” dell’arte sacra è anche una conseguenza dello “status quo” della teologia di oggi?
Certamente. Una società “desacralizzata” per usare le parole di Paolo VI e di Benedetto XVI si esprime attraverso un’arte completamente intramondana, incapace di elevarsi verso il Cielo. Ma anche incapace di rappresentare il mondo con la gioia cristiana della creatura che contempla nella vita il suo Creatore. Voglio dire che l’arte di oggi è puro esercizio retorico come nel tardo impero romano. Esercizio retorico venato di gnosi, ovvero di disprezzo per le forme naturali e per il creato. Perciò i corpi non possono essere rappresentati e ovunque regna un astrattismo deforme (che al massimo riesce ad accettare la bidimensionalità dell’icona orientale reinterpretata in chiave astrattista) ed un pensiero nichilista espresso attraverso ciò che dovrebbe essere interessante oggetto di studi psicanalitici più che vera “arte”. Negare l’Incarnazione di Cristo - come accade attraverso le nuove opere d’arte sacra incapaci di rispettare le forme corporee - , o negare la Presenza Reale nell’Eucaristia - come accade eliminando i tabernacoli dal centro delle chiese e mettendoli nel “retrobottega”- : questi sono gli esiti di una grave confusione teologica, dominante da almeno quarant’anni.

- Perché tante chiese moderne – anche in Italia, anche a Roma – sono così brutte?
Perché manca la capacità di “orientare” le chiese a Cristo. Le si orienta all’uomo, all’architetto, alla funzionalità, alle esigenze materiali, mai al vero Centro, al Padrone di Casa – come amo definirLo -. Il vero scopo dell’architettura e dell’arte sacra è quello di favorire l’adorazione del Signore e servire la Liturgia. Non certo servire la funzionalità di una “cena comunitaria” fra uomini! Chiaramente, se si rinuncia alla tradizione, alla storia, ai fondamenti teologici, all’adorazione, alla fede essenziale nella Presenza Reale di Cristo. Se si desacralizza l’ambiente trasformandolo in un banale luogo del quotidiano, le chiese continueranno ad essere sempre più brutte. E ciò indipendentemente dal nome grande o piccolo dell’architetto!

- Esiste una certa regola, forse anche una dottrina sul modo in cui costruire le chiese?
Esistono in Italia alcune norme della Conferenza Episcopale del 1993. Norme in parte obsolete e superate da pronunciamenti della Congregazione per il Culto Divino. Normalmente sacerdoti ed architetti le leggono come se si trattasse della Bibbia, attenendosi scrupolosamente e farisaicamente al loro dettato. Eppure sappiamo bene che il Concilio non ha mai detto che le chiese debbano essere tonde o ovali ed avere l’altare al centro (come affermano tali norme)! Né tantomeno che il tabernacolo debba stare in un angolo, come un soprammobile inutile…
Purtroppo, anche in nome delle devastanti “norme per l’adeguamento liturgico della CEI” del 1996, sono stati compiuti atti di vero e proprio vandalismo in numerose chiese italiane. Ovunque sono stati distrutti altari seicenteschi e settecenteschi. Eliminate pale d’altare, abbattute balaustre… Tesori d’immane valore, testimoni silenziosi della fede autentica, popolare e tutta concentrata sull’adorazione, sono andati perduti in nome di una furia iconoclasta senza paragoni. Oggi, a 2 anni dal Motu Proprio Summorum Pontificum, queste norme sono ancora in vigore! Nonostante in tutte le chiese sia opportuno poter celebrare “ad orientem”. Detto ciò, credo che il miglior manuale per la costruzione di una chiesa resti l’Introduzione allo Spirito della Liturgia di Joseph Ratzinger. Assieme alle Instructiones Fabricae di San Carlo Borromeo rappresentano due testi fondamentali che dovrebbero essere nelle mani di tutti coloro che si cimentano con la costruzione di nuove chiese.
[..]

37 commenti:

  1. Francesco Colafemmina18 gennaio 2010 alle ore 15:29

    Grazie amici, 

    mi dispiace per la mia foto... ormai in Vaticano la copertina circolerà con sotto scritto: "WANTED"! ;)  
    Quanto al "selvaggio" l'idea credo sia nata a Paul Badde che vedendomi infervorato fare una strenua difesa di Benedetto XVI mentre passeggiavamo lungo le mura vaticane, ha pensato di definirmi così, selvaggio cioè irrefrenabile nelle affermazioni e incontenibile in certi giudizi. A volte so di essere un po' senza freno, e imprudente, ma ormai è ora di dire basta alle tante brutture che ci vengono propinate a destra e a manca. Tanto più che queste brutture sono motivate da un'insensata moda o da conventicole che non hanno interesse per la Chiesa. Se il messaggio che trasmetto è poi giusto, valido e condivisibile (in fondo non è mio ma è scritto nella storia e nel magistero della Chiesa) esso vivrà e si diffonderà al di là delle nostre piccole persone destinate a passare. 
    Spero che anche attraverso questa intervista sia riuscito a trasmettere un messaggio capace di raggiungere tutti e di interrogarci sullo stato attuale dell'arte sacra, motivato dal puro amore per la Chiesa di Cristo e per il Suo Vicario in terra.


    Un caro abbraccio

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  2. D'accordissimo!!
    Non c'è spazio senza orientamento!
    P.S. non è detto che il centro debba essere il tabernacolo, di sicuro Dio sì...per Cristo con C. in C. a Te Dio Padre O. nell'unita dello S.S. ogni onore ecc. dà l'idea di un orientamento: a Dio per mezzo del sacerdote e dell'eucarestia, nell'unità di tutta la comunità resa possibile dallo Spirito. Comunità>altare>Dio non c'è storia, va orientato, nella preghiera eucaristica non banchetto ma rendimento di grazie. Anche l'espediente di papa Ratginger (crocifisso sull'altare) può andar bene solo come soluzione provvisoria >>>> ORIENTAMENTO!!
    Ciao
    Flavio (ex allievo Master Architettura arti sacre ...)

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  3. Complimenti.Veri complimenti. Hai dato voce al 97% del popolo cristiano. (e al 2% del clero). Fortuna che la mia foto non ce l'hanno..........
    Potrebbe esser il manifesto di una vera architettura cristiana moderna.
    Grazie anche per averci messo la faccia. Chissà perchè ti immaginavo vecchio e grinzoso come Pantalone. Ve l'immaginate quando ce la metteranno tutti i webmaster dei siti tradizionali e si scoprirà che sono tutti giovani e giovanissimi, e che quella da matusalemme ce l'hanno i progressisti. Nella società dell'immagine sarà il colpo del KO.

    Da ALMA PREX che linka da sempre FIDES ET FORMA (e anche MESSA IN LATINO: onore e rispetto per il padrone di casa)

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  4. quoto questo brano dell'intervista:

    "Qui erano presenti numerosi dei futuri membri del “comitato promotore” dell’Appello, uniti ad alcuni ecclesiastici che hanno condiviso e caldeggiato l’idea. D’altra parte, nonostante l’interesse di una parte del mondo clericale, c’è stato un momento in cui si è corso il rischio di trasformare l’Appello in una sorta di “strumento curiale” interno alle politiche vaticane.
    Perciò assieme agli “amici” laici con cui abbiamo dato vita a questa splendida idea, si è deciso di procedere in maniera indipendente e non strumentalizzabile. L’Appello non nasce quindi per l’interesse di qualcuno o per far “manovre” all’interno delle mura leoniane. E’ semplicemente un atto di amore per il nostro grande Papa, per la Chiesa tutta e per la ricchezza spirituale di secoli d’arte e architettura sacra che nutrono ancora le nostre anime mettendole in comunicazione con il Signore. Amicizia, fede, amore per Cristo, la Sua Chiesa, il Suo Vicario in terra: ecco, in sintesi, le ragioni del nostro Appello."

    FORTE, EFFICACE, AUTENTICO.

    Ad maiora, Francesco, con tutto il cuore!!!!!!

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  5. anonimo della foresta18 gennaio 2010 alle ore 16:17

    Grazie Francesco! Ci vuole Un "buon selvaggio" come Lei !  :)   Coraggio! e avanti!

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  6. W Francesco Colafemmina!
    Un solo studioso come lui, in tutta l'Italia, è grande abbastanza per risollevare in alto gli studi e le realizzazioni di architettura e arte sacra!
    Ad maiorem Dei Gloriam!

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  7. Caro Francesco, sei una lieta sorpresa, ti ringrazio da architetto soprattutto per la bibliografia finale. Notizie preziose, ovviamente occultate.
    Salingaros, ma anche il Master in Architettura Sacra dell'Università Europea (Flavio), ma anche tanto altro che prorompente stà nascendo liberato dalla forte dolcezza di Benedetto XVI. Associazioni di avvocati cattolici, psichiatria cattolica ecc. Come detto dal Papa tempo fà, "costruite isole di autentico cattolicesimo, la Chiesa ha bisogno di forti minoranze". Tienici in contatto ecco la mia mail se interessa.
    tanka22@libero.it Davide Grazie di cuore

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  8. Nell'epoca delle immagini conta molto che  in difesa di una architettura, di un'arte e di una liturgia autenticamente cattolica e sacrale  ci siano giovani. E' un luogo comune che certe idee liturgico-artistiche siano di vecchi decrepiti nostalgici. E invece no! La stragrande maggioranza dei difensori del rito antico e dei paladini di un ritorno del bello artistico nelle domus ecclesiae e nei suoi arredi, sono giovani, spesso nati e cresciuti all'ombra del Novus Ordo e delle rivoluzioni postconciliari.

    Un bravo ed un grazie a Francesco Colafemmina che dà voce al sentimento più diffuso tra i fedeli che, nonostante siano da decenni abituati alle brutture, sanno ancora amare ed apprezzare il bello.
    Peccato che tra il clero la stragrande maggioranza sia ancora immersa nella formaldeide degli anni sessanta, con la loro adorazione del brutto ad ogni costo perché così pensano di essere moderni. E in effetti, moderni lo sono. Solo che la modernità appartiene al passato, ora siamo in epoca post-moderna. Ma certi preti ancora non se ne sono accorti.  

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  9. Io parto da un principio che piaceva a Wojtyla: a) la chiesa fa l’eucarestia, b) l’eucarestia fa la chiesa. I ritualisti novusordo o vetusordo accentuano b); gli antiritualisti accentuano a).
    I ritualisti sostengono anche l’ex opere operato tridentino o lo riformulano senza contestarlo, l’ex opere operato del 900 è stata la teoria di Casel ed io mi sono sempre meravigliato dello scandalo che faceva agli inizi, quando era proprio la stessa cosa. Così si dimentica che la Sacrosantum Concilium è la meno progressista delle costituzioni conciliari, risente troppo della teologia tridentina, riveduta e corretta dalla teologia della ripresentazione misterica. Così i ritualisti sopravvalutano la liturgia ed i sacramenti; i ritualisti novusordo sono ancora più reazionari dei tridentini, quando dicono la riforma liturgica non è il mutamento di testi e riti , ma è la liturgia a dare forma, a riforma l'identità cristiana; questa frase è una sorta di compromesso storico tra il nuovo e il vecchio ritualismo.

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  10. Gli antiritualisti invece sanno che la liturgia ed i sacramenti sono solo mezzi, tanto più quantitativamente agiti quanto più sociologicamente si sta in un regime sacrale, sono mezzi superati nell’escatologia: non c’è tempio nell’apocalisse. La chiesa, secondo la profezia conciliare, è e deve mostrarsi apocalittica e deve tendenzialmente superare ogni regime sacrale: l’autonomia del seculum è legittima e per essere legittima deve essere intenzionalmente ricercata, voluta di per sé senza nostalgie e integrismi.
    Quando si dice allora che la chiesa fa l’eucarestia, questo vuol dire: che è la chiesa a determinare la significazione e la finalizzazione del sacramento; il pane e il vino fatti eucarestia sono certo e veramente il sacramento di Gesù; la sostanza è quella del dogma, ma la destinazione è agita secondo categorie adatte ai tempi.
    Vediamo allora queste categorie. Badate che questo è un discorso che non va ancora a parare sulle formulazioni dogmatiche: queste sono parte dell’eredità acquisita, ma non sono tutta l’eredità.

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  11. Il primo vero “sacramento” fondamentale e primario è la vita terrena ripiena di Spirito: ciò è da sempre dato ed è vissuto comunque, anche in modo anonimo e per vie che solo lo Spirito conosce. Il primo teologumeno e liturgoumeno è dunque il mondo profano, cioè quello che è già in Dio senza bisogno di sacralizzazioni ulteriori: è Dio stesso a volerlo così e ad assumerlo tal quale, senza discorsi mitologici decaduti con la distruzione del Tempio.
    L’altro sacramento è la chiamata, è una chiamata dinamica e paritaria, il due o tre che si riuniscono nel nome gesuano. La pericope evangelica (cfr. Mt 18,15-20) che, dal concilio in poi, entra di diritto nella definizione dell’eucarestia, significa sia l’autonomo adunarsi sia l’approvazione di questa adunanza: quindi niente luoghi e niente gerarchie. Questo significa negare i dogmi? no di certo, ma evitare di renderli come unica e omnicomprensiva espressione del cristianesimo.
    In pratica: liturgia, culto e sacramenti sono mezzi, semplicemente mezzi di una dimensione più grande, una dimensione che travalica il sacro per introdurre in sé il mondo: Dio ha amato il mondo, non altro.
    Con questa consapevolezza bisogna capire la riforma liturgica conciliare, che sta subendo purtroppo anche il tradimento inaspettato di chi dice di essere avversario fierissimo del motuproprio e seguace del concilio, ma con il suo ritualismo prepara il terreno alla rinascita dell’ideologia tridentina.
    Poco vale dire che Il rito ha un suo valoree è solo la ritualizzazione, se si pone in modo assoluto, è un segno di religiosità decaduta.
    L'errore di fondo non sta nella patologia del rito e nella decadenza della religione: è ignorare che il dopo il Cristo è svelato che il rito è patologia e la religione è decadenza: il resto, a meno di non voler essere ritualisti del NOM anzicchè del VOM (per me non c'è differenza), è solo logica conseguenza .

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  12. Nicolas Gomez Davila18 gennaio 2010 alle ore 17:39

    Il moderno distrugge più quando costruisce che quando distrugge.

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  13. Speriamo bene!
    Non ne posso piu' di entrare in questi hangar che definiscono "chiese" e notare che il punto piu' alto non e' l'Altare ma il Trono dove siede il celebrante.. pardon... il Presidente dell'Assemblea, mentre l'altare e' "secondario"... e tralascio il resto!
    Avanti cosi'!!!

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  14. Celestino deve aver invertito i siti. Ed aver mandato qui ciò che voleva mandare a Golias.
    Comunque grazie per le belle notizie. Però lo voglio vedere proprio vedere Colafemmina ad orientarsi.

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  15. grazie al dott. Colafemmina che dice ciò che molti fedeli non possono dire perché l'aria delle varie diocesi sconsiglia di parlare di certi temi.
    nella mia diocesi è stata progettata una chiesa-hangar-magazzino; inutile dire che la commissione diocesana l'ha approvata con entusiasmo.
    Sono iniziati i lavori, ma le proteste dei fedeli sopno state talmente tante che il cantiere è stato bloccato ed è fermo da 4 o 5 anni. Con profondo rammarico dei preti.
    "E pensare che esprime in maniera delicata il senso del popolo di Dio in cammino" ha detto un prete cercando di convincere i parrocchiani ad accettare l'edificio. Ma una signora s'è alzata ed ha replicato: "esprima ciò che vuole, ma a noi non piace". E un'altra signora prendendo coraggio ha detto: "vogliamo una chiesa che sembri una chiesa e non un magazzino".
    Come ho detto, la costruzione è ferma da anni, non so se per far spegnere le reazioni o per altro.
    Una cosa è certa: ai preti piace ciò che ai fedeli non piace

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  16. Io vorrei tanto capire perché l'ex cattolico, l'oltre-cristiano e antireliogioso "Celestino V", l'uomo che ha e apre i nuovi sigilli dell'Apocalisse II (di cui ha il testo) continua a visitaci, offrendoci baluginii della rivelazione di cui è profeta e interprete. Non siamo degni!

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  17. Francesco Colafemmina18 gennaio 2010 alle ore 18:04

    Caro Celestino di queste chiacchiere alla Crispino Valenziano non ne possiamo più! E scusa se le definisco in questo modo ma è l'evidenza dei fatti.

    I fedeli di 200-500 anni fa non ne capivano niente di tutta 'sta roba, eppure costruivano meraviglie come Santa Maria del Fiore, Santa Maria Novella o andando ancora a ritroso altre meraviglie come San Nicola di Bari o la Cattedrale di Trani. Erano opere dell'oggettività e dell'immediatezza. Erano opere che partivano da un concetto condiviso e comune di bellezza consistente nella proporzione, nel decoro, nello splendor formae.

    Questi principi condivisi si basano sul senso comune, non sulle elucubrazioni liturgistiche e paraliturgistiche! 

    Chiaramente l'uomo contemporaneo, perso il riferimento del Bello, non sa più come rapportarsi ad esso e lo riduce a mero fatto storico: nell'800 il bello era "neoclassico", nel '600 era "barocco" etc. senza pensare che tutte le forme del bello precontemporaneo erano forme comuni, nate dall'esperienza estetica dell'Antica Grecia e maturate attraverso la prassi liturgica del Cristianesimo. 

    Perciò oggi mentre siamo in preda al nichilismo assoluto ed al relativismo ancora più ostinato e diffuso è fondamentale non solo affermare la Verità Assoluta di Cristo, ma anche quella della Bellezza che Egli stesso è! 

    Far rientrare le opinioni nella "dialettica" hegeliana: progressista vs tradizionalista, formalista vs spiritualista e via cantando è un tipico metodo per fuggire dalla verità obbiettiva rintanandosi nell'opinione dove tutto è lecito e tutto è valido. E' tipico artificio del pensiero massonico e relativista in genere che infesta l'aria.

    Liberiamocene e cominciamo a pensare naturalmente, ovvero secondo il senso comune e l'immediatezza oggettiva del "buon senso"! Non è certo un grande sforzo!

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  18. aspetta e spera (che non si avvera)18 gennaio 2010 alle ore 18:04

    La nave cammina e la prugna si cuoce.

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  19. carissimo Francesco,
    sembra facile solo a chi ha il cuore puro, usare il buon senso: ma in realtà si è perso (da 40 anni circa) proprio il gusto delle cose semplici, della Verità lampante come il sole, semplice, lineare, quella che chiama le cose col loro vero nome, senza contorsionismi e mistificazioni.
    Si è persa la capacità di distinguere il Bene dal male, senza voler affumicare la retta ragione con parole volteggianti come in un ballo in maschera, da un significato a quello opposto...
    L'arte di dire, senza complicazioni inutili, "pane al pane, vino al vino".

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  20. "Dio ha amato il mondo non altro": ecco una delle tante farneticazioni del nostro Celestino V che distorce ad arte la Parola di Dio.
    E' vero Dio ama il mondo, perchè lo ha vouto redimere. Il mondo in se stesso non è buono e non è amabile, ma soggiace sotto il potere delle tenebre. Questa è l'autentica teologia giovannea che troviamo in tutto il corpus giovanneo: Vangelo, lettere, apocalisse.
    Chi vuol venire a patti col mondo è eretico.
    Gesù è venuto nel mondo per redimerlo e salvarlo, per mostrare la bellezza celeste.
    Un bravissimo a Francesco Colafemmina.
    don Bernardo 

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  21. che cos'è il <span>nome gesuano ?????</span>
    :( ..... =-O

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  22. Come ho avuto già modo di complimentarmi con Francesco Colafemmina, soprattutto per la capacità dialogativa espressa nelle risposte date all'intervista che come cattolici non possiamo che condividere... aggiungo quanto dissi appena uscì l'intervista in video ed ebbi modo di ascoltarla con interesse...

    Come Francesco sottolinea, in passato, pur non sapendo nulla di quanto sappiamo (o dovremo) sapere oggi noi di arte e di teologia artistica anche per averla (si dovrebbe) acquisita, si era capaci di creare enormi capolavori proprio perchè ERA LA FEDE INCARNATA CHE VENIVA ESPRESSA....oggi si esprime ciò che si è incarnato di questa presunta fede....e cosa vediamo? UNO SFASCIO o peggio, ciò che chiamiamo "bruttezza" non deriva altro che da una presa di coscienza che ciò che vediamo nella creazione delle nuove Chiese NON E' LA NOSTRA FEDE CATTOLICA....questo è il vero dramma.... si costruisce ciò che si INCARNA e questa NON è la fede della Chiesa, nè della Tradizione...

    Un appello che rivolgo ai Vescovi, ai Sacerdoti, a chi può far giungere questa supplica anche attraverso questa spettabile Redazione:
    Cari Vescovi, siamo il "piccolo gregge", quel gregge che è scandalizzato perchè entrando in queste nuove chiese NON si ritrova più a casa propria, non tocca più con mano l'incarnazione della Fede che ci è stata trasmessa, non riscontriamo più la Comunione con i Santi perchè NON c'è posto per loro...entrando NON troviamo più il Tabernacolo quale richiamo diretto per un anima che entra per trovare consolazione DAL SUO DIO....entrando in queste "nuove" chiese ci attende non più il Culto per eccellenza, ma che inizi a breve una CONFERENZA che terminerà con una cena fra amici....Dove è finita la fede della Chiesa, la fede dei nostri Padri? La fede dei Santi che ci parlava attraverso le iconografie di pittori anche anonimi? Le "nuove" Chiese sembrano dei grandi magazzini pronti ad essere riempiti di carne umana....per poi risvuotarsi dopo i brevi incontri.... Non c'è più nulla di Cattolico, dove è finita la nostra identità?
    Entrando nelle "vecchie" Chiese, quelle salvate ancora (per poco?) dalla devastazione, ci fanno sentire a "CASA", ritemprano lo spirito affranto, accolgono l'anima di chi entra per ristorarsi, Vi supplichiamo, ridateci la nostra identità impartendo una pastorale artistica che ci riporti alla Vera Fede, quella dei Crocifissi che "parlavano", quella dei quadri del Sacro Cuore di Gesù che con il solo sguardo sapeva farti convertire... ridateci il Tabernacolo al centro della Chiesa per un incontro immediante con il Dio vivo e vero... Per una volta tanto, ascoltate anche il "piccolo gregge"!

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  23. Grazie Dott. Colafemmina per tanti motivi di riflessione e conseguente di preghiera per la Chiesa che ci dona attraverso i Suoi articoli di altissimo valore !
    La prego "salvi" la bella cittadina di Porto Recanati, già devastata negli anni '60 e '70 da certa edilizia selvaggia.
    Proprio ora che Porto Recanati si sta risollevando da questo trauma grazie a degli interventi oculati che rallegrano gli abitanti e i turisti, vediamo due progetti che getteranno nuovo sconforto edilizio.
    Perchè non si mettono in testa questi burocrati che la gente vuole delle chiese veramente tradizionali ?
    Ci vuole tanto ?
    Non ci posso pensare :  " la mia bella Porto Recanati " !!!

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  24. Caro Carradori, Francesco si dà tanto da fare, alzando la voce o lavorando in silenzio, però non solo non può arrivare a tutto, ma deve anche trovare orecchie che lo ascoltino e menti che recepiscano. Il che non è facile. Qualche eccezione c'è, e lui continua come la classica goccia, arrivando a penetrare dove sa e vuole.

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  25. come se fosse antani blinda la super...ola
    che bei discorsi da amici miei

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  26. Non esageriamo. Ho letto diverse cose del Valenziano, alcune interessanti altre discutibili, ma bestialità quali quelle proferite da Celestino non si trovano certo. Poi, i suggerimenti architettonici del Nostro sono molto meno antitradizionali della sua teologia (il suo modello di chiesa ideale sembra proprio la cattedrale di S. Nicola), mentre ho il sospetto che Celestino ce l'abbia anche e soprattutto con i fautori del NO, lui non vuole che esista una liturgia, qualunque essa sia.

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  27. Qualche mese fa, invitato a Piacenza in occasione del "festival della teologia" si e' presentato un benedettino, tal Elmar SALMAN,  che ha proposto tesi neoiconoclaste esaltando il "vuoto" dell'ebraismo e dell'islam ed affermando che qualunque tentativo di rappresentare la divinità non puo' che produrre Kitsch.
    in quest'ottica e' evidente che in chiesa e'possibile solo esibire arte astratta, sono Kitsch Giotto e Michelangelo e pure Raffaello, Caravaggio, Leonardo e chiunque si sia sforzato di manifestare il divino nell'arte, la cappella Sistina abbisogna di una mano di bianco, così come la cena di Leonardo. Tutto questo e' stato proposto in una chiesa ad un convegno organizzato dalla diocesi di Piacenza ! =-O

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  28. Francesco Colafemmina19 gennaio 2010 alle ore 00:45

    Caro Andra per i miracoli il Comitato Promotore dell'Appello si sta attrezzando... ma non garantiamo la riuscita...  :-D  

    Battute a parte io mi domando solo una cosa: ma tutti questi Vescovi d'Italia perché non rispondono alle questioni che solleviamo? Perché dormono sonni profondi? 
    Io mi domando possibile che io ci debba mettere letteralmente la faccia, esponendomi anche alle accuse, alle critiche (poche a dir la verità perchè per 50 anni ci hanno riempito la testa di argomentazioni fatue e inconsistenti molto facili da distruggere), mentre ci fosse stato un solo vescovo, dico uno che abbia levato la voce a favore della valorizzazione dell'arte cristiana autentica!

    Che fanno temono Ravasi? Forse Ravasi e Iacobone sono più importanti del Papa? Il Papa ha apprezzato vivamente l'appello, lo ha fatto anche il Segretario di Stato, lo ha fatto il grande Cardinale di Santa Romana Chiesa che ci ha aiutato a farlo pervenire al Pontefice, ma i Vescovi? Per ora stanno in un silenzio eloquente!

    Andrea caro il liturgista del mostro architettonico di Recanati (un meteorite trasformato in chiesa) è un liturgista della diocesi di Bologna, tal don Amilcare Zuffi. Fin qui poco male... andiamo però a leggere i nomi di coloro che hanno approvato il progetto. Sono solo 11 persone più 3 membri supplementari. 

    14 persone decidono come deturpare il paesaggio, dileggiare la Chiesa, profanare la dimora del Signore! 

    Una piccola casta di irriducibili! E lo fanno in barba al Sommo Pontefice, "fregandosene altamente" dei suoi insegnamenti da Cardinale e da Papa. 

    Non è forse giunta l'ora che costoro rendano conto di questo operato errabondo ed in piena contrapposizione al magistero di Pietro e all'ermeneutica della continuità che non è solo un fatto ecclesiologico ma anche una fondamentale realtà architettonica ed artistica?

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  29. Forse il discorso è più complicato. Finché rimane come "sforzarsi di manifestare il divino nell'arte", allora effettivamente è possibile che sia una qualche forma di altissimo kitsch. Non è lo sforzo che connota l'autenticità dell'immagina, ma la sua aderenza all'archetipo divino. In sostanza, quanto meno è raffigurazione umana e umanistica, quanto più partecipa di quel Volto da mano d'uomo, quanto più è Icona, tanto più è autentica.

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  30. <span>Non trovo il mio precedente commento a Francesco. Lo ripropongo.</span>
    <span>Ho letto diverse cose del Valenziano, alcune interessanti altre discutibili, ma bestialità quali quelle proferite da Celestino V non vi si trovano certo. Poi, i suggerimenti architettonici del Nostro sono molto meno antitradizionali di qualche aspetto della sua teologia (il suo modello di chiesa ideale sembra proprio la cattedrale di S. Nicola), mentre ho il sospetto che Celestino V ce l'abbia anche e soprattutto con i fautori del NO, lui non vuole che esista una liturgia, qualunque essa sia.</span>

    RispondiElimina
  31. Francesco Colafemmina19 gennaio 2010 alle ore 10:10

    Carissimo,

    vedi il problema di Valenziano e della sua idea di chiesa l'ho analizzato nel libro sulla chiesa di San Pio che verrà pubblicato appena possibile. Valenziano è un "vaticanosecondista" contrario al "devozionalismo devozionistico". Se leggi la sua premessa a "l'anello della sposa" ti accorgi che si tratta di un vero e proprio "manifesto" anti riforma della riforma, manco la si respirasse nell'aria in quel 2005 davvero "Benedetto"!

    Inoltre Valenziano si muove sul terreno del simbolismo con la stessa agilità degli gnostici. Hai visto la chiesa in provincia di Agrigento che è menzionata tra i 21 progetti esposti dalla CEI a Roma dal 20 Gennaio? La sua è una chiesa piena di buchi, con un portale di Arnaldo Pomodoro... Pomodoro - grazie a Valenziano - ha anche rovinato la chiesa di Sciara (PA) dove c'è un altare a forma di piramide rovesciata come a S. Giovanni Rotondo...

    Insomma le questioni sono tante. Valenziano è uno di quei guru della liturgia e della consulenza per la costruzione di nuove chiese che ha letteralmente danneggiato i nostri edifici sacri. 

    Almeno questa è la mia opinione. 

    RispondiElimina
  32. Fa piacere e dà speranza che una persona così giovane (mai me lo sarei aspettato, leggendo i suoi messaggi in rete) si dia così da fare e con tanto buon senso (merce rara, non solo oggi). Aiutiamolo perchè non rimanga una 'voce nel deserto' e gli taglino la testa. 

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  33. Caro Francesco aspetto con ansia la pubblicazione del suo lavoro sulla chiesa di san Pio in quel di San Giovanni Rotondo. Siccome mi prendono per pazzo ogni volta che mi capita di esprimere il mio parere su detta chiesa (non parliamo poi della nuova cripta!!), proverei un gran conforto nel leggere il suo lavoro. Quanto vorrei vedere la faccia di quei fraticelli che tanto hanno insistito a volere quella "chiesa"...e tanto danaro han speso. Meno male che alcuni fedeli si sono accorti della simbologia massonica et similia (l'altare è un sacrilegio e lo han fatto baciare pure al Papa!) che in quella chiesa fa bella mostra di sè in tutto, sì, in tutto. Coraggio, lei ha la mia preghiera.
    Roberto (dalla Sicilia dove si continuano a realizzare chiese orrende (la nuova cattedrale di Patti) e si fa scempio degli altari antichi per sostituirli con i moderni, sempre più enormi.)

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  34. Caro Francesco e anche voi altri, vi domando;  cosa aspettiamo ad unirci a fondare una di quelle isole di cattolicità che come in una novella Venezia possano dar vita nel tempo ad una splendida città. é un parlare allegorico, ma anche concreto, non vi sembra possibile? Proviamoci, incontriamoci, magari attraverso un mediatore interessante, come i Francescani dell'Immacolata. Proviamoci signor Francesco Colafemmina, pensa ad Ignigo e a quello che è riuscito a fare, o Bosco, o Francesco o Domenico o Camillo ecc.
    Proviamoci. tanka22@libero.it Davide

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  35. Carissimo Dott. Colafemmina, leggendo i tanti interventi, giustamente entusistici sulla tua opera , e riflettendo sulle tantissime edesioni all Appello al Papa per il ritorno di un'arte autenticamente cattolica, mi chiedo , senza spirito polemico : Mons. Ravasi e Mons. Iacobone CHI rappresentano?
    Non certamente i migliaia che hanno firmato l'Appello da te giustamente promosso.
    Non certamente gli amici ( stavo per scrivere i Fratelli - in senso ecclesiale ) che scrivono qua il cui orientamento , verso la Croce e verso Oriente, è evidente !
    Quello che stai facendo tu, con il sostegno spirituale di tantissimi fedeli, dovrebbe essere promosso dai competenti uffici vaticani e dalla CEI.
    Ricordo quanto ha scritto uno storico di Recanati nel libro " Recanati, Memorie Sacre , Ed. SIFIC Ancona 1990 " nelle pagg. 452/456 riguardo alla nuova chiesa parrocchiale di Cristo Redentore a Villa Teresa, Recanati ( c'è anche una foto più eloquente delle parole ).
    "Democraticamente" interpellati i fedeli riguardo la loro futura sede parrocchiale  si espressero che la nuova chiesa fosse stata .
    Ecco i risultati, per ordine di preferena:
    - bella
    - piccola purchè funzionale
    . una chiesa tradizionale
    - una chiesa carina
    - una vera chiesa
    - che sia sufficiente
    - chiesa normale
    - grande
    - che sia un luogo di raccoglimento e veramente di preghiera
    - semplice, comoda purchè la faccino
    - una bella, fatta bene e moderna
     ( Cfr Libro citato pagg. 455/456 )
    Risultato della "creazione" di SER MonsErsilio Tonini, allora Amministratore Apostolico di Recanati : "<span> La nuova chiesa, non è chiesa"</span> ( Cfr Giornalino Parrocchiale ottobre 1973.
    Il desiderio e le attese della popolazione recanatese sono mancate. ( Cfr libro citato pag.456 )
    Alla faccia del concetto di  "democrazia "  ...
    ( Difatti " l'aula liturgica" nel pomeriggio della domenica si trasformava in Cinema e Teatro, e nei giorni feriali anche in sala di riunioni per partiti politici - fece molto rumore un'assise dell'allora PCI )
    Almeno l'attuale Parroco, Don Rino Ramaccioni, pare che abbia proibito l'uso profano dell'aula liturgica.
    L'imposizione delle "nuove chiese" ai devoti fedeli marchigiani, potrei citare tanti altri esempio, dove essere un'azione pedagogica : meno devozione e più azione sociale.
    Un primo risultato : la migrazione liturgica di tanti fedeli verso chiese e santuari in cui si respira il senso del sacro ( Fra i primi posti la Basilica di Loreto, la Basilica di San Nicola da Tolentino, l'Abbadia di Fiastra, la Concattedrale di Ripatransone, la Concettedrale di Montalto ecc ecc )

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  36. Ho cominciato ad interessarmi a questo argomento da poco, soprattutto dopo aver letto un libro di Nikos Salingaros. Prima ero più attento alla deriva musicale all'interno della Chiesa. Ringrazio il dott. Colafemmina e spero che il suo lavoro abbia lo spazio e l'attenzione che merita.

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  37. ma qualche volta si può liberamente fare ciascuno le chiese sue e i chiostri suoi?n o c'è qualcuno che si sveglia e scopre l'acqua calda dando i nuovi canoni di bellezza?

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