Lunedì 26 ottobre 2009 si è tenuto nel Palazzo del Sant’Uffizio, sede della Congregazione per la Dottrina della Fede e della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, il primo incontro della Commissione di studio, formata da esperti della medesima Commissione e della Fraternità Sacerdotale S. Pio X, allo scopo di esaminare le difficoltà dottrinali che ancora sussistono tra la Fraternità e la Sede Apostolica.In un clima cordiale, rispettoso e costruttivo si sono evidenziate le maggiori questioni di carattere dottrinale che saranno trattate e discusse nel corso dei colloqui che proseguiranno nei prossimi mesi probabilmente a scadenza bimensile. In particolare si esamineranno le questioni relative al concetto di Tradizione, al Messale di Paolo VI, all’interpretazione del Concilio Vaticano II in continuità con la Tradizione dottrinale cattolica, ai temi dell’unità della Chiesa e dei principi cattolici dell’ecumenismo, del rapporto tra il Cristianesimo e le religioni non cristiane e della libertà religiosa. Nel corso dell’incontro si è anche precisato il metodo e l’organizzazione del lavoro.
Fonte: Bollettino Ufficiale Santa Sede
per il rinnovamento liturgico della Chiesa, nel solco della Tradizione - a.D. 2008 . - “Multa renascentur quae iam cecidere”
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martedì 27 ottobre 2009
Iniziati i colloqui Santa Sede-FSSPX
Gianni Cardinale ha scritto su Avvenire di domenica questo articolo che si distingue per profondità di analisi. Cardinale (nomen omen) è un giornalista in gamba che non è insensibile al fascino della liturgia tradizionale; almeno così appariva allorché scriveva su 30Giorni. Oggi, ad Avvenire, supponiamo che su certi temi la prudenza sia di rigore; ma al tempo stesso constatiamo, nell'articolo che segue, una libertà non solo di giudizio del giornalista (la conoscevamo già) ma soprattuto di pubblicazione; la cosa, trattandosi del quotidiano ufficiale della C.E.I., non può non farci piacere.
Vent’anni dopo ricominciano i colloqui dottrinali tra Santa Sede e comunità lefebvriana. Nel 1988 non ebbero un esito felice, questa volta c’è la forte speranza da ambo le parti che i risultati possano essere positivi. Domattina, nell’austero palazzo del Sant’Uffizio, dove ha sede la Pontificia Commissione Ecclesia Dei, si incontreranno le due delegazioni. Da parte vaticana ci saranno l’arcivescovo Luis Francisco Ladaria, gesuita, segretario della Congregazione per la dottrina della fede (Cdf), il padre Karl I. Becker, anche lui gesuita, professore emerito della Gregoriana, padre Charles Morerod, domenicano, rettore dell’Angelicum e segretario della Pontificia Commissione teologica internazionale, monsignor Fernando Ocariz, vicario generale dell’Opus Dei. Tutti e tre questi ecclesiastici sono consultori della Cdf, e sono noti per non avere preclusioni 'ideologiche' nei confronti della controparte, anche se coscienti della complessità dei problemi che verranno trattati. Da parte della Fraternità sacerdotale di san Pio X ci saranno invece il vescovo Alfonso de Galarreta, direttore del seminario argentino della Fraternità e i sacerdoti Patrick de La Rocque, Jean-Michel Gleize e Benoit de Jorna. Quest’ultimo è autore di alcuni scritti dai toni piuttosto accesi, ma questo non dovrebbe essere un problema se un certo estremismo sarà circoscritto al linguaggio e non ai contenuti. Comunque la presenza di Galarreta dovrebbe, almeno nelle intenzioni, essere garanzia di equilibrio e misura. I sei partecipanti al dialogo saranno moderati da monsignor Guido Pozzo, segretario di Ecclesia Dei. I temi dei colloqui, come annunciato dallo stesso Benedetto XVI nella lettera del 10 marzo scorso in cui ne aveva preannunciato l’inizio, sono «di natura essenzialmente dottrinale e riguardano soprattutto l’accettazione del Concilio Vaticano II e del magistero post-conciliare dei Papi». In discussione quindi non c’è l’ultimo Concilio. E in questo senso hanno suscitato una buona impressione le recenti dichiarazioni del superiore dei lefebvriani, il vescovo Bernard Fellay, per il quale le «serie obiezioni» della Fraternità sono «circa» e quindi non «sul» Concilio in sé. Il dialogo quindi potrà esserci solo sull’interpretazione autentica del Concilio e di alcuni suoi documenti in particolare, come quelli riguardanti la collegialità episcopale, la libertà religiosa, l’ecumenismo e i rapporti con le altre religioni. A questo riguardo hanno suscitato una impressione meno positiva le dichiarazioni di Fellay, che sembravano auspicare un allargamento dei temi di dialogo a questioni inerenti, ad esempio, «l’influenza della filosofia moderna » nella Chiesa del post-Concilio. Temi interessanti che però non dovrebbero costituire di per sé oggetto di discussione dirimente per l’accoglimento dei lefebvriani e che rischiano di allungare indefinitamente i tempi dei colloqui.
In sostanza si tratterà di vedere se la Fraternità fondata da monsignor Marcel Lefebvre è disposta ad accettare il Concilio Vaticano II alla luce di tre principi. Innanzitutto nel segno dell’ «ermeneutica della continuità» e non di «rottura» con la tradizione come affermato da Benedetto XVI nel celebre discorso alla Curia Romana per gli auguri natalizi del 2005. Detto questo per la Santa Sede è imprescindibile il fatto che il deposito della fede sia considerato «un tutto», nella sua integrità e organicità, e che non è possibile estrapolarvi arbitrariamente dottrine gradite a scapito di altre che non piacciono. In questo caso il testo di riferimento sarà il Catechismo della Chiesa cattolica. Questo secondo principio sarà forse quello su cui potrebbero registrarsi le maggiori difficoltà, poiché in campo lefebvriano si tende a volte a non dare il giusto peso ai diversi gradi di importanza dei pronunciamenti magisteriali (ad esempio la dottrina dello 'stato cattolico', ancorché teoricamente legittima, non può essere invocata come l’unica vincolante per la Chiesa...). Terzo principio che guiderà i colloqui sarà quello di discutere della lettera autentica del Concilio e non delle discutibili interpretazioni, anche nel caso godessero di un certo seguito all’interno della Chiesa cattolica. Come si noterà di materia da discutere ce n’è in abbondanza. E per non allungare troppo i tempi si prevede che le discussioni proseguiranno a scadenze ravvicinate. Quanti mesi occorreranno è ancora presto per dirlo. E comunque alla fine le conclusioni dovranno essere sottoposte alle istanze superiori (Congregazione per la dottrina della fede e Papa per la Santa Sede, Fellay e Capitolo della Fraternità per i lefebvriani). Solo dopo potrà essere certificata la piena comunione. Le modalità canoniche con cui questo potrà avvenire (prelatura personale o altro) è un’altra storia.
Fonte: Avvenire 25 ottobre 2009, via Papa Ratzinger blog
***
Ed ora riportiamo un dispaccio di agenzia inerente la dichiarazione di P. Lombardi, Direttore della Sala Stampa della S. Sede, circa l'avvenuto inizio dei colloqui:
Si è svolto in un clima "fiducioso" il primo incontro tra il Vaticano e i lefebvriani in vista del pieno rientro della comunità tradizionalista nella Chiesa cattolica: lo rende noto il portavoce vaticano, padre Federico Lmobardi. Il prossimo incontro dovrebbe svolgersi tra due settimane, poiché - si legge in una nota della Santa Sede - i colloqui dottrinali "proseguiranno nei prossimi mesi probabilmente a scadenza bimensile". "Lunedì 26 ottobre 2009 si è tenuto nel Palazzo del Sant'Uffizio, sede della Congregazione per la Dottrina della Fede e della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, il primo incontro della Commissione di studio, formata da esperti della medesima Commissione e della Fraternità Sacerdotale S. Pio X, allo scopo di esaminare le difficoltà dottrinali che ancora sussistono tra la Fraternità e la Sede Apostolica", afferma la nota della Pontificia commissione Ecclesia dei. "In un clima cordiale, rispettoso e costruttivo - sottolinea il comunicato - si sono evidenziate le maggiori questioni di carattere dottrinale che saranno trattate e discusse nel corso dei colloqui che proseguiranno nei prossimi mesi probabilmente a scadenza bimensile". "In particolare - mette in chiaro la nota del dicastero vaticano responsabile dei rapporti con i tradizionalisti - si esamineranno le questioni relative al concetto di Tradizione, al Messale di Paolo VI, all'interpretazione del Concilio Vaticano II in continuità con la Tradizione dottrinale cattolica, ai temi dell'unità della Chiesa e dei principi cattolici dell'ecumenismo, del rapporto tra il Cristianesimo e le religioni non cristiane e della libertà religiosa. Nel corso dell'incontro si è anche precisato il metodo e l'organizzazione del lavoro". Il portavoce della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, non ha voluto commentare le recenti previsioni del superiore dei lefebvriani, monsignor Bernard Fellay, secondo il quale i colloqui dottrinali durerebbero "un anno". "Il comunicato è questo, non ho nulla da aggiungere, non credo che sarebbe appropriato aggiungere adesso altre previsioni. Il clima - ha detto il gesuita - è fiducioso". I membri della delegazione lefebvriana - Alfonso de Galarreta, Benoit de Jorna, don Jean-Michel Gleize e don Patrick de La Rocque - sono arrivati ieri sera in Vaticano e ripartiranno nel pomeriggio, dopo aver pranzato insieme ai membri della delegazione vaticana. I lefebvriani hanno pernottato nella Domus Santa Marta, all'interno delle Mura leonine della Città del Vaticano.
Copyright Apcom, via Papa Ratzinger blog
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Anche la Commissione Ecclesia Dei, che gestisce e segue questi importanti colloqui nell'ambito della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha emesso un comunicato:
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Codesto giornalista Cardinale mi sembra che abbia scoperto l'acqua calda. Per quanto ne so Lefebvre e la FSSPX non avevano mai contestato la legittimità del Concilio. Per quanto riguarda il discusso tema del rapporto fra cristianesimo e le altre religioni, col pauroso scivolamento verso il sincretismo da parte di alcuni teologi, preti, laici (secondo i quali tutte le religioni sono vie di salvezza) qualcuno sa dirmi se la Dominus Iesus del 2000 ha definitivamente chiarito e chiuso la questione? La FSSPX cosa ne pensa della Dominus Iesus? Alessandro
RispondiEliminaCari navigatori, sono esterefatto. Dopo 3 ore dal mio post non c'è proprio nessuno che mi sa dire cosa la FSSPX pensa della Dominus Iesus? DANTE, per favore, dimmi qualcosa. Alessandro
RispondiEliminaLa gente tipicamente va a lavorare signor Alessandro.
RispondiEliminaPassiamo alla risposta
-L' unica dichiarazione ufficiale che riesco a trovare è una dichiarazione del distretto tedesco della fsspx che in un punto critica i teologi tedeschi per aver criticato l' interpretazione della Dominus Jesus.
Si tratta di una dichiarazione rilasciata in data venerdì 6 marzo 2009.
Non ho altre informazioni particolari.
caro alessandro ma un giro nella rete scrivendo magari nel motore di ricerca che so, di google: FSSPX (spazio) DOMINUS IESUS?
RispondiEliminaforse trovi qualcosa...