Proponiamo qui la traduzione di un bellissimo inno pasquale, curata da don Alfredo Morselli, nostro competente lettore (che ringraziamo).
Si può dire che in ogni verso sia mirabilmente espresso un preciso concetto teologico e che tutti insieme formino uno straordinario sunto in canto della dottrina cattolica sul mistero della Passione, Morte e gloriosa Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.
Che nostalgia per questi bei canti, densi di significati e di contenuti cristologici, che nulla hanno di che spartire con le insulse canzonette di adesso, di gusto vagamento new age, e dai contenuti banalmente sensistici o, ancor peggio, panteistico-animistici.
Gustiamoci il seguente inno che ci fa riflettere sulla missione salvifica di Nostro Signore, sul suo ruolo di Sommo Sacerdote e insieme di Immacolata Vittima, e sulla sua trionfale Resurrezione.
Ad regias Agni dapes (1),
Stolis amicti candidis,
Post transitum maris Rubri,
Christo canamus Principi.
Divina cuius caritas
Sacrum propinat sanguinem,
Almique membra corporis
Amor sacerdos (2) immolat.
Sparsum cruorem(3) postibus
Vastator horret Angelus:
Fugitque divisum mare,
Merguntur hostes fluctibus.
Iam Pascha nostrum Christus est,
Paschalis idem victima:
Et pura puris mentibus
Sinceritatis azyma.
O vera caeli victima,
Subiecta cui (4) sunt tartara,
Soluta mortis vincula,
Recepta vitæ praemia.
Victor subactis inferis,
Trophaea Christus explicat,
Caeloque aperto, subditum
Regem tenebrarum trahit.
Ut sis perenne mentibus
Paschale Iesu gaudium,
A morte dira criminum
Vitæ renatos libera.
Deo Patri sit gloria,
Et Filio, qui a mortuis
Surrexit, ac Paraclito,
In sempiterna saecula. Amen.
Stolis amicti candidis,
Post transitum maris Rubri,
Christo canamus Principi.
Divina cuius caritas
Sacrum propinat sanguinem,
Almique membra corporis
Amor sacerdos (2) immolat.
Sparsum cruorem(3) postibus
Vastator horret Angelus:
Fugitque divisum mare,
Merguntur hostes fluctibus.
Iam Pascha nostrum Christus est,
Paschalis idem victima:
Et pura puris mentibus
Sinceritatis azyma.
O vera caeli victima,
Subiecta cui (4) sunt tartara,
Soluta mortis vincula,
Recepta vitæ praemia.
Victor subactis inferis,
Trophaea Christus explicat,
Caeloque aperto, subditum
Regem tenebrarum trahit.
Ut sis perenne mentibus
Paschale Iesu gaudium,
A morte dira criminum
Vitæ renatos libera.
Deo Patri sit gloria,
Et Filio, qui a mortuis
Surrexit, ac Paraclito,
In sempiterna saecula. Amen.
***
Al regale banchetto dell'Agnello,
rivestiti di candide stole,
dopo il passaggio del mar Rosso,
intoniamo un cantico (5) a Cristo Re.
La Sua divina carità
porge a bere il sacro Sangue;
le membra del santo Corpo
l’Amore Sacerdote immola.
Il sangue sparso sulle porte
fugge l'angelo devastatore;
si ritira il mare diviso,
i nemici sono sommersi dalle onde.
Ormai, il nostro Agnello Pasquale è Cristo:
insieme è Vittima pasquale
e puro e sincero pane azzimo
per le anime pure.
O vera celeste vittima,
per cui l'inferno è stato sottomesso,
per cui sono stati sciolti i lacci della morte,
per cui è stato riconquistato il premio della vita.
Vincitore, sottomesso l'inferno,
i trofei Cristo dispiega;
e, aperto il cielo,
trascina il re delle tenebre (6)
Perché Tu sia, alle anime, perenne
- o Gesù - pasquale gaudio,
dalla orrenda morte del peccato
libera i rinati alla vita.
Sia gloria a Dio Padre,
e al Figlio, che dai morti
risuscitò e al Paraclito
per i secoli eterni. Amen
NOTE
(1) Daps, dapis, f. usato qui al plurale: banchetto sacrificale e munifico.
(2) Amor Sacerdos è intraducibile: Gesù è l’Amore stesso fattosi Sacerdote, Amore realissimo e presentissimo ad ogni Santa Messa. Tutto l’inno presenta sincronicamente le antiche figure, il Sacrificio di Cristo e la Santa Messa
(3) Cruor: sangue versato in modo cruento, figura del Preziosissimo Sangue di Cristo.
(4) Dativo d’agente, tipico della poesia latina: si può tradurre da cui o per cui.
(5) “Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero: - Voglio cantare in onore del Signore: perché ha mirabilmente trionfato...” (Es 15,1): Il cantico di Mosè è figura degli inni pasquali della Chiesa, che celebra, nella Pasqua di Cristo. il vero passaggio del mar Rosso.
(6) “Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti per i vostri peccati... avendo privato della loro forza i Principati e le Potestà ne ha fatto pubblico spettacolo dietro al corteo trionfale di Cristo” (Ef 2, 13. 15).
(2) Amor Sacerdos è intraducibile: Gesù è l’Amore stesso fattosi Sacerdote, Amore realissimo e presentissimo ad ogni Santa Messa. Tutto l’inno presenta sincronicamente le antiche figure, il Sacrificio di Cristo e la Santa Messa
(3) Cruor: sangue versato in modo cruento, figura del Preziosissimo Sangue di Cristo.
(4) Dativo d’agente, tipico della poesia latina: si può tradurre da cui o per cui.
(5) “Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero: - Voglio cantare in onore del Signore: perché ha mirabilmente trionfato...” (Es 15,1): Il cantico di Mosè è figura degli inni pasquali della Chiesa, che celebra, nella Pasqua di Cristo. il vero passaggio del mar Rosso.
(6) “Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti per i vostri peccati... avendo privato della loro forza i Principati e le Potestà ne ha fatto pubblico spettacolo dietro al corteo trionfale di Cristo” (Ef 2, 13. 15).
FOTO: Fratelli Van Eyck, Adorazione dell'agnello mistico, 1462, Polittico, chiesa di San Bavone, Gand.
Ovviamente vi dimostrate sempre difensori di una tradizione meno antica di quella che credete. Così pubblicate lo scempio umanistico del meraviglioso inno
RispondiElimina"Ad cenam Agni providi".
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaQuanto a scempi e barbarie, Urbano VIII era un dilettante a confronto col tuo amico Bugnini. Per lo meno papa Barberini non elimino` o castro` i salmi perche' troppo duri per le orecchie ecumeniche.
RispondiEliminaQuod non fecerunt barbari, Barberini fecerunt. Quod non fecerunt Barberini, fecit Bugnini.
Bentornato, Inopportuno.
RispondiEliminaTi ci metti anche tu con la manfrina di Concilium? O sei la stessa persona che lo postava in modo insensatamente ripetitivo?
In ogni caso, censura stavolta è fatta!
E pensare che un bell'articolo di Grillo, o di Melloni, lo pubblicheremmo volentieri. Peccato che Concilium sia solo cartaceo e, sicuramente, geloso custode del copyright.
Bentornato, Inopportuno.
RispondiEliminaVorrei dire che comunque io personalmente lo trovo anche opportuno in quanto fornisce la possibilita' di mettere per quanto possibile un agnello smarrito (tanto per rimanere in tema) in contatto con il deposito della Fede cattolica.
Cito specificamente per opportuno, che qui capita proprio a proposito, le seguenti parole dell'inno
"Victor subactis inferis,
Trophaea Christus explicat,
Caeloque aperto, subditum
Regem tenebrarum trahit".
Suggerisco, infine, a tutti una bella visita alla cattedrale di Gand per ammirare il magnifico polittico dell'agnello mistico.
Cordialmente, F.d.S.
E' un bellissimo inno che ha risonanze alquanto interessanti anche nella letteratura italiana. Le cose belle non restano mai isolate...
RispondiEliminaIl primo post di Inopportuno è sicuramente ineccepibile; abbiamo cancellato il secondo con cui riportava, per la ennesima volta, l'indice della rivista Concilium.
RispondiEliminaUna domanda ad Inopportuno: dov'eri finito, proprio quando si commentava il post con la tua traduzione su pizzi e merletti?
Per Jacopo: risonanze letterarie di questo inno? Non hai che da scriverci un nuovo post...
Gentilissima redazione,
RispondiEliminaSì, ho controllato: in effetti il verso 2 dell'inno risuona in un testo importante della nostra letteratura. A dire il vero "Stolis amicti candidis" è un chiaro riferimento all'Apocalisse, ma sono convinto che il testo in questione non derivi da quest'ultima. Nel discorso a questo punto rientra di peso anche un centenario di cui nessuno si ricorderà e che pure è di capitale importanza per la nostra cultura... Insomma, vi manderò due righe...
I tradizionalisti non propongono, (a differenza dei neo-modernisti, malati di archeologismo - Cf Mediator Dei), le cose più antiche come valore assoluto, ma quelle che sono state nei cuori e sulla bocca di tanti santi, monaci, eremiti, sacerdoti, suore, claustrali, fedeli: insomma il dialogo di amore tra lo Sposo Gesù e la Sposa Chiesa.
RispondiEliminaE lo scempio è la traduzione-tradimento degli inni nella cosiddetta Liturgia delle Ore, riformata a colpi di forbici e nastro adesivo.
Perfettamente d'accordo con don Morselli.
RispondiEliminaForse non sarebbe una cattiva idea dare il permesso di usare i testi antichi degli inni (pre-Urbano VIII) e contenuti nel Breviarium Monasticum a chi recita il Breviarium Romanum.
RispondiEliminaBellissimo...grazie mille....quanto al consiglio di recarsi a Gand, lo raccomando vivamente ;-)
RispondiEliminaCi sono stato due anni fa...emozionante...
Ad cenam Agni providi,
RispondiEliminastolis salutis candidi,
post transitum maris Rubri
Christo canamus principi.
Cuius corpus sanctissimum
in ara crucis torridum,
sed et cruorem roseum
gustando, Dei vivimus.
Protecti paschae vespero
a devastante angelo,
de Pharaonis aspero
sumus erepti imperio.
Iam pascha nostrum Christus est,
agnus occisus innocens;
sinceritatis azyma
qui carnem suam obtulit.
O vera, digna hostia,
per quam franguntur tartara,
captiva plebs redimitur,
redduntur vitae praemia!
Consurgit Christus tumulo,
victor redit de barathro,
tyrannum trudens vinculo
et paradisum reserans.
Esto perenne mentibus
paschale, Iesu, gaudium
et nos renatos gratiae
tuis triumphis aggrega.
Iesu, tibi sit gloria,
qui morte victa praenites,
cum Patre et almo Spiritu,
in sempiterna saecula. Amen.
http://www.leforumcatholique.org/printFC.php?num=350792
RispondiElimina