Se nella Chiesa ''ognuno vuole essere superiore all'altro e con arroganza intellettuale fa pensare che lui sia il migliore'', ''nascono le polemiche che sono distruttive'': lo ha detto oggi pomeriggio, durante la sua visita al Seminario Romano Maggiore, papa Benedetto XVI, oggetto lui stesso di critiche e dubbi da parte di larghi settori della Chiesa e della gerarchia cattolica nelle ultime settimane. ''Non pensiamo di essere superiori agli altri - ha sottolineato il pontefice - ma entriamo nell'ubbidienza della fede e cosi' si apre il grande spazio della verita' e della liberta'''. Il papa e' partito dal passo della lettera di San Paolo ai Galati in cui rimprovera questi ultimi per le loro divisioni interne: '''vi mordete e attaccate a vicenda come delle belve': emergono le polemiche e uno morde l'altro. Vediamo bene - ha aggiunto - che anche oggi ci sono cose simili dove invece di inserirsi nel Corpo di Cristo, con arroganza intellettuale si pensa che uno e' migliore dell'altro, e si fanno polemiche distruttive. Cosi' emerge una caricatura della Chiesa''. Per Ratzinger nella Chiesa di oggi c'e' bisogno ''un esame di coscienza, che ci aiuti a non pensare di essere superiori all'altro, ma a trovarci insieme nell'umilta' della fede, un grande spazio dove Cristo ci ha chiamato ad essere un solo spirito con lui, nell'amore e nella gioia''.
per il rinnovamento liturgico della Chiesa, nel solco della Tradizione - a.D. 2008 . - “Multa renascentur quae iam cecidere”
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sabato 21 febbraio 2009
Un monito del Papa. Anche per noi.
Dal discorso odierno del Papa al Seminario Romano Maggiore (fonte: l'imprescindibile Papa Ratzinger blog):
Leggendo queste parole, tutti avremo pensato all'attitudine delle vestali del progressismo, che in questi giorni insultano il Papa e si sentono in grado di dargli lezioni, diffamano chi ha opinioni 'eterodosse' su Harry Potter, chiedono di riscomunicare gli ex scomunicati, pontificano e si ergono ad arroganti censori.
Ma se ci limitiamo a guardare la trave nell'occhio altrui (e non diteci che son pagliuzze!) veniamo meno all'esortazione del Papa. Che è rivolta a tutti e a ciascuno e quindi, per quel che ci concerne, a noi in primo luogo. Anche in vista della Quaresima, imponiamoci di pensare se non ci capita a volte, od anche spesso, di ritenere d'esser più savi, o più ortodossi (beh, questo onestamente... sì), o magari perfino migliori cristiani e più giusti degli altri. Ed allora ricordiamoci della parabola del fariseo che si sente già giustificato, e del pubblicano che in fondo al Tempio si batte il petto sentendosi indegno.
E cerchiamo di tenere sempre a mente questa esortazione del Papa.
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Siate pur certi che qualche imbecille comincerà a starnazzare dicendo che questo è relativismo.
RispondiEliminaIl Papa sa chi morde e lacera la Chiesa. Provveda. La barca di Pietro è a lui affidata, non ad altri. Ai cani che mordono si mette la museruola: se questo non basta c'è sempre il veterinario. Cominci ad imbracciar la ramazza in modo deciso ché di languidi lamenti quarantennali siamo stufi. Agisca e noi saremo con lui.
RispondiEliminaDante Pastorelli,vere nomina sunt omina!
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