Una persecuzione tremenda, un vescovo condannato a 26 anni di carcere, processioni vietate.
QUI il Centro Studi Livatino sul processo farsa al vescovo Alvarez.
QUI Basta Bugie.
E il Vaticano cosa fa?
Luigi
Il Sismografo, 26-2-23
Ormai sono passati i primi 15 giorni dei 9.600 che mons. Rolando Álvarez dovrà passare in carcere, condannato - senza nessuna colpa - a 26 anni e 4 mesi di galera dal dittatore Daniel Ortega. I leader religiosi devono ricordare che "la libertà religiosa è una forza per la pace", e devono anche tacere di meno ed evitare le distrazioni. L'Ucraina ce lo insegna.
(L.B., R.C. - a cura Redazione "Il sismografo") E’ di ieri la notizia che conferma un'ulteriore misura governativa in Nicaragua contro la libertà religiosa: il divieto senza eccezioni su tutto il territorio nicaraguense di celebrare processioni o altre manifestazioni religiose pubbliche durante la Settimana Santa 2023. Per ora non si conoscono reazioni delle autorità ecclesiastiche in America Latina e in Vaticano. Non c'è neanche una reazione della Conferenza Episcopale del Nicaragua che si trova in una situazione delicata e pericolosa. I vescovi, di fronte alle condotte anti-cattoliche del governo che si protraggano da quattro anni, in particolare di fronte alla condanna di mons. Álvarez, tacciono e osservano grande cautela di ogni tipo. E' normale e comprensibile. D'altronde la barbarie e la violenza contro la chiesa cattolica locale del Presidente Daniel Ortega e di Rosario Murillo, moglie e Vicepresidente, hanno raggiunto livelli del tutto inediti nella storia dell’America Latina. In nessun Paese della regione si era mai arrivato a registrare condotte, misure e campagne di odio contro i cattolici come si constata oggi in Nicaragua.
Negli ultimi mesi è cresciuta molto la sensibilità dell'Europa e del continente americano per quanto riguarda la drammatica crisi nicaraguense. Se ne parla di più e per Ortega è più difficile agire indisturbato. Al tempo stesso però non sembra che sia aumentata la sensibilità nei confronti della persecuzione religiosa in atto in un Paese dove oltre l’80% della popolazione si dichiara di confessione cattolica.
Sulla questione si parla ogni tanto nei bilanci periodici sullo stato di questa libertà nel mondo e basta. Questa indifferenza o sottovalutazione curiosamente è attribuibile ai cattolici stessi e alle sue gerarchie. Eppure, la Chiesa cattolica, in particolare s. Giovanni Paolo II, ha sempre sottolineato che la libertà religiosa è la base di tutti i diritti umani.
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La libertà religiosa: una forza per la pace (Giovanni Paolo II)
Ecco le riflessioni sulla libertà religiosa di Papa Wojtyla:
"L'importanza della libertà religiosa mi induce a ribadire che il diritto alla libertà religiosa non è semplicemente uno fra gli altri diritti umani; «anzi questo è il più fondamentale, perché la dignità di ogni persona ha la sua prima fonte nel suo rapporto essenziale con Dio creatore e padre, alla cui immagine e somiglianza è stata creata, perché dotata di intelligenza e di libertà» (Ioannis Pauli PP. II, Ai partecipanti al V Colloquio Internazionale di Studi Giuridici, 10 marzo 1984: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VII, 1 (1984) 656). «La libertà religiosa, esigenza insopprimibile della dignità di ogni uomo, è una pietra angolare dell'edificio dei diritti umani» (Ioannis Pauli PP. II, Messaggio per la pace, 8 dicembre 1987: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, X, 3 (1987) 1331) e, perciò, è l'espressione più profonda della libertà di coscienza.
Non si può ignorare che il diritto alla libertà religiosa tocca l'identità stessa della persona. Uno degli aspetti più significativi, che caratterizzano il mondo di oggi, è il ruolo della religione nel risveglio dei popoli e nella ricerca della libertà. In molti casi è stata la fede religiosa a mantenere intatta e persino a rafforzare l'identità di interi popoli. Nelle Nazioni in cui la religione è stata ostacolata o, addirittura, perseguitata nel tentativo di relegarla tra i fenomeni superati del passato, essa si è di nuovo rivelata come potente forza liberatrice. La fede religiosa è così importante per i popoli e i singoli individui, che in molti casi si è pronti a qualsiasi sacrificio per salvaguardarla. In effetti, ogni tentativo di reprimere o sopprimere ciò che una persona ha di più caro rischia di sfociare in aperta o latente ribellione." (Giovanni Paolo II)