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lunedì 5 settembre 2022

Preti che temono i preti vestiti da preti

 L'amico Maurizio ci segnala e trascrive le "paure" di don Brendan Hoban, una delle voci più influenti e sinodali in Irlanda (recentemente rilanciato da Catholic Arena). Si commenta da sé.
Stefano

«A proposito dei giovani preti, una delle difficoltà che abbiamo è il numero basso di vocazioni, un’altra difficoltà è che le vocazioni che stiamo avendo… sono come i preti della mia parrocchia degli anni ’40 e ’50: sono “tradizionali”, vogliono vestire in nero, vogliono indossare la tonaca, desiderano parlare del peccato alla gente, vogliono la messa in latino,  indossare i paramenti e tutta questa specie di cose, come si faceva 40, 60, 70 anni fa. Perciò, non ripongo alcuna speranza nei giovani preti. Preferirei che non li avessimo se l’andazzo è questo, poiché le persone non sanno che farsene»

19 commenti:

  1. Esilarante:Le persone (?)non sanno che farsene.La cosa bella è che simili bestialità resteranno a perenne memoria,simbolo di questi tempi disgraziati nei quali trionfa la follia ed il tradimento.

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  2. Sante parole don Brendan

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    1. Non trovo niente Di Santo in quei 'deliri'

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  3. Quindi la situazione di degrado è causata dal clero giovane e non da quelli di sessanta/settant’anni, i quali non possono che essere gli unici responsabili dato che hanno vissuto i tempi del concilio e della sue infauste applicazioni?

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  4. Essere vero sacerdote in questa chiesa è veramente difficile.

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  5. "Le persone non sanno che farsene": interessante. Quest'uomo quindi sa quali siano i pensieri miei, di chi mi legge in questo momento, del tizio che sta ora sorseggiando un caffè al banco del bar della stazione a Mestre ecc. ecc. Insomma, in una parola, questo signore si crede il Padreterno.

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  6. Ha ragione da vendere. Con la messa in latino, si scivola irrimediabilmente nella formazione di una chiesa parallela, mentre ai fedeli si propinano cose, anche belle in sé, di secoli fa, prive di rilevanza nel contesto odierno.

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    1. il problema non è farsi 'chiese parallele' ma il fatto che tra di loro ci sia solo disprezzo e diffidenza e non Comunione
      e vale per entrambe le parti

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    2. sinceramente un fenomeno di questo tipo si osserva anche in altre comunità cristiane, come gli episcopali statunitensi: le nuove reclute nel clero sono mediamente più attaccate alla liturgia storica, alle confessioni di fede, alla Bibbia, alle vecchie prassi et rispetto alle generazioni precedenti.
      e questo ha prescindere da posizioni politiche e sociali, visto che questo fenomeno si è riscontrato anche in seminaristi episcopaliani dichiaratamente omosessuali
      stranamente non sembra essere un segno dei tempi...

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    3. Ma come può dire queste cose, di fronte al disastro provocato da questi ultimi sessant'anni? Può mai essere colpa di giovani che solo adesso si affacciano alla vita sacerdotale?

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    4. Conosco i miei polli.
      Preti e fedeli tradizionalisti si percepiscono altro rispetto alla chiesa romana. La loro preferenza liturgica li porta a disprezzare il resto dei credenti, a deriderli e a creare un odioso muro contro muro che, partendo da una pretesa maggiore spiritualità, arriva fino ad estremi di chi rifiuta categoricamente di celebrare la messa in forma ordinaria o ne attacca addirittura la validità.
      I giovani che si affacciano solo adesso, di solito, sono guidati da sacerdoti che furono giovani in illo tempore. Forse ci dimentichiamo che la FSSPX fu fondata nel 1970 (quarantadue anni fa) e il motu proprio Ecclesia Dei è del 1988 (trentaquattro anni fa): sfatiamo il mito che il movimento tradizionalista sia “appena nato”.

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    5. Gsimy 22.07: esattamente quello che intendo dire. Non c’è comunione, sono due entità separate. È per quello che, secondo me, è fondamentale uno strettissimo controllo sulle celebrazioni con l’antico rito: non si può fare della questione liturgica un pretesto per attaccare la chiesa tutta.

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    6. Neanche trattare i tradizionalisti come appestati aiuterà a farli sentire in comunione e a renderla reale

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    7. E ma sai…insulta oggi, insulta domani, la pazienza finisce.
      Tutto iniziò dal famoso “a Roma siedono degli anticristi” di Lefèbvre…e da allora non si sono mai fermati. Chi tratta da appestato chi? È questa la vera domanda, soprattutto quando ci sono preti tradizionalisti che platealmente non usano le ostie consacrate nelle messe moderne, mentre altri rifanno battesimi e cresime sub conditione. Non perdono occasione per mostrare il loro spirito settario considerando la chiesa romana una falsa chiesa e il papa, nel migliore dei casi, un povero imbecille che non ha studiato neanche il catechismo.
      Dopo averci avuto a che fare per anni, ormai non nutro più nessuna pietà per questa gente: altezzosi saputelli che si sentono investiti di chissà quale missione in virtù del messale che usano.
      Ci vuole il pugno di ferro.

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  7. E' l'irruzione della realtà nel loro mondo ideologico che credeva di averla addomesticata. Invece, i simboli, come la talare in questione e la liturgia cattolica, sanno comunicare quello che loro non riescono neppure a concepire. E quindi si ribellano e non l'accettano

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  8. Non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere e peggior sordo di chi non vuol sentire.

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  9. Non siate cattivi col monsignore.Se voi aveste la faccia vermiglia che ha lui quante bestialità direste?

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  10. Vedere un prete vestito da prete è semplicemente edificante. Se poi è legato alla liturgia tradizionale lo è ancora di più perchè si pone come esempio nei confronti di quei giovani che pur sentendo la vocazione al sacerdozio non l'abbracciano, ubriacati dal modernismo. Le conserguenze del modernismno imperante sono i seminari vuoti e le chiese vuote.

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