Chiesa di Santa Maria Madre della Chiesa dell'arch. Enzo Giannini (anno 1980).
Lorenzo
Descrizione: Questo si legge nella pergamena scritta a ricordo della fondazione della prima pietra:
"Nell' anno Santo 1975, il giorno quindici del mese di Febbraio, essendo Sommo Pontefice Paolo VI, Presidente della Repubblica Giovanni Leone, Arcivescovo della Diocesi di Pisa Benvenuto Matteucci, Priore della Parrocchia Don Tullio Bonuccelli, su progetto dell'architetto Gianni Cacciarini e dell' ingegnere Enzo Giannini, alla presenza della popolazione, si pone la prima pietra del tempio dedicato a Santa Maria Madre della Chiesa e degli annessi locali e di tale avvenimento si affida il ricordo a questa pergamena per assicurare a tutti presso Dio la riconoscente preghiera dei buoni."
La consacrazione della Chiesa parrocchiale fu celebrata il 4 Maggio 1980 da Sua Eccellenza l’Arcivescovo Benvenuto Matteucci… ancora oggi, dopo tanti anni, la comunità della Parrocchia festeggia questo giorno importante come affermazione delle proprie origini cristiane. La soluzione adottata dall'architetto è quella del ventaglio intorno ad un centro sull'esempio dell'antica Grecia e di Roma. I percorsi di accesso a questa cavea saranno differenziati per il clero e per i fedeli. Il clero vi giunge dalla sacrestia attraverso un percorso obbligato che lo conduce direttamente alla zona altare-ambone;i fedeli vi accedono attraverso percorsi differenziati che li distribuiscono in maniera ordinata intorno alla mensa. I fedeli entrano nella chiesa attraverso ingressi risolti come condotti di adduzione ed anche i percorsi dell'assemblea fino ai posti e ai luoghi sacramentali sono da intendersi come sviluppi progressivi di un movimento processionale.
Sia l'altare che la sede e l'ambone nascono dal terreno quasi elementi vegetali, naturali, proliferazione dei piani su cui poggiano. L'altare è su di una base ellittica, che delimita in maniera precisa l'ambito della funzione liturgica. Da questa base nasce anche l'ambone. L'ultima striscia di contatto tra clero e fedeli si stende davanti a tutta l'assemblea. Lungo di essa avvengono le funzioni sacramentali; questa è la parte più importante dello schema scelto dall'architetto, perché sottolinea il valore dell'incontro tra clero e fedeli. Per differenziare la zona presbiteriale e questa striscia d'incontro dalla zona per i fedeli è stato pensato di creare delle diversità cromatiche nei pavimenti. L'ambone è il luogo di celebrazione della parola ed è avanzato rispetto alla sede e all'altare, chiarendo in tal modo la sua funzione di elemento dialogico; il suo compito è appunto quello di stabilire un legame intelligente tra presbiterio e assemblea, non solo nella celebrazione della messa, ma anche in quella di tutti i riti sacramentali che interessano direttamente le persone che formano l'assemblea. La collocazione dell'ambone è appunto al confine tra la striscia di contatto e quella del clero.
Il tabernacolo si trova nel presbiterio, ma in un luogo diverso dall'altare; infatti l'altare è diventato la mensa per il sacrificio, ma non è più il luogo per l'adorazione. A parte l'azione liturgica della messa, l'Eucarestia significa sempre ed efficacemente la presenza del Signore in mezzo al suo popolo. Il tabernacolo è così un centro di attrazione e irradiazione nello spazio sacro, destinato a raccogliere e ad unificare presbiterio e fedeli.
Gli ingressi principali che conducono direttamente nell'assemblea sono, come abbiamo già detto, condotti senza nessuna pretesa monumentale, canali naturali che dal sagrato esterno sboccano con facilità nell'aula, le girano intorno e si unificano dopo aver distribuito i fedeli lungo il percorso. Oltre all'ingresso ed all'uscita principale c'è un'altra uscita laterale di minore importanza. La cavea non è una superficie piana, ma inclinata lungo un'asse orizzontale. Chi entra dopo una leggera rampa, trova davanti ai suoi occhi lo spazio per l'intera assemblea ad un livello leggermente inferiore e percepisce una sensazione di discesa e di avvitamento intorno all'altere. La variazione di livello ortogonalmente all'altare è dovuta principalmente a ragioni ottiche; infatti questa cavità da' a tutti i fedeli le stesse condizioni di visualità rispetto all'altare.
Uno degli ingressi principali porta anche direttamente al fonte battesimale, seguendo un percorso in leggera discesa: l'aula battesimale è bel visibile da ogni punto della chiesa, poiché deve ricordare a tutti la loro appartenenza alla Comunità cristiana.
All'interno, abbiamo uno spazio dedicato al coro e alla preghiera con un inginocchiatoio e i ceri per dedicare il proprio fioretto alla Madonna protettrice di questa chiesa. Il dipinto su tavola rappresenta la Madonna col bambino risale al XIII° secolo, ed è protetta da una teca di vetro. Altro punto di riferimento appena si entra nella chiesa è l'imponente crocefisso di legno che guarda tutta l'assemblea. Da notare le belle vetrate fatte a mosaico, che in giornate di particolare sole offrono dei giochi di luce particolari, che rendono la preghiera molto intima e particolare.
Il 4 maggio del 1980 giorno della consacrazione della chiesa, sua Eccellenza Monsignor Benvenuto Matteucci Arcivescovo di Pisa in onore di Maria Madre della Chiesa depose le Reliquie dei Santi: Ranieri patrono di Pisa, Don Giovanni Bosco e G.B. Cottolengo e del Martire San Onesto, che oggi sono custodite sotto l'altare in una teca di vetro protetta da allarme.
Per quanto riguarda gli spazi esterni, l'ampiezza del sagrato e la loro possibilità di sostarvi prima dell'accesso all'assemblea liturgica, sono state considerate come fatti di capitale importanza, formando di per sé un luogo di pre-riunione.
(dalla pagina santamariamadredellachiesa.it)
il cemento a vista è brutto
RispondiEliminal'altare e il presbiterio sono strani, sembrano fantascientifici
nel complesso è brutta e tutti gli elementi stonano
“Il cemento a vista è brutto” lo dici tu. Non è una categoria assoluta. Semmai a te non piace, mentre a me piace moltissimo. Chi ha ragione?
EliminaCertamente qualcosa che avvicina al Sacro...
RispondiEliminaIl Sacro è nel nostro cuore, nella nostra mente e nel nostro comportamento, mica nei muri. Diverse chiese tradizionali appaiono “belle” solo per le pitture o gli stucchi, mentre architettonicamente sono solo degli scatoloni di mattoni o pietra.
EliminaUn esempio su tutte: la cappella Sistina.
Sarebbe la mia chiesa parrocchiale, ma ci sono entrato solo un paio di volte.
RispondiEliminaMi mette a disagio: colpa mia, perché una chiesa è sempre tale, anche se è brutta.
Mons. Matteucci era un uomo di fede, e neppure un vescovo progressista
Una mano di bianco potrebbe sicuramente migliorare l'aspetto qualche affresco o mosaico lo renderebbero più sacrale
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