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mercoledì 20 luglio 2022

Savannah (Georgia, USA): in nome di Traditionis custodes, il Vescovo – sotto dettatura del Culto Divino – impone l’ultimatum di un anno per la celebrazione delle Sante Messe tradizionali

Riportiamo – in nostra traduzione – il decreto di S.E. Stephen Douglas Parkes, Vescovo di Savannah (e pubblicato sul sito della Diocesi) con cui – brandendo il motu proprio Traditionis custodes di Papa Francesco e sulla base di un responsum del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti – il Vescovo ha stabilito che la Santa Messa secondo il Missale Romanum del 1962 possa essere celebrata solo nella parrocchia del Sacro Cuore (a Savannah) – e non più in Cattedrale – ogni domenica alle ore 13:00 (!!!) e una volta al mese nelle parrocchie della Santissima Trinità (ad Augusta), di San Giuseppe (a Macon) e di Sant’Antonio da Padova (a Ray City).
E tutto ciò fino al 20 maggio 2023 (!!!) (che è un sabato, quindi, di fatto, fino a domenica 14 maggio 2023, V domenica dopo Pasqua); dopodiché – decreta Sua Eccellenza – «l’eventuale cessazione di queste Messe sarà difficile per molti fedeli della nostra Diocesi» e «i sacerdoti che celebrano queste Messe accompagneranno i partecipanti nei prossimi mesi nel passaggio alla Messa in conformità con i decreti del Concilio Vaticano II […] mentre la nostra famiglia diocesana cammina unita per attuare le direttive della Santa Sede» (sempre citando Sua Eccellenza).
Al di là del tentativo di imbellettamento con molte espressioni strabordanti pathos e suggestioni di caritatevole paternalismo (sulla cui sincerità ci sia concesso almeno il beneficio del dubbio), a noi pare un ultimatum, o meglio una vera e propria epurazione e rieducazione dei fedeli legati alla Tradizione, in nome di un “nuovo corso” e con un metodo che – ci auguriamo – non sia preso ad esempio.
E ci sorge la preoccupazione che la specifica data del «20 maggio 2023» – a quanto pare, espressamente indicata dal Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti – non sia casuale (come nulla lo è) e preluda alla (prevista?) emanazione di qualche provvedimento vaticano (già noto a qualcuno nel Dicastero?) che limiti ulteriormente (o peggio…) la celebrazione della Santa Messa tradizionale.
Sosteniamo con la preghiera i nostri fratelli del coetus di Savannah, colpiti da questo durissimo provvedimento.

L.V.

15 luglio 2022
Memoria di San Bonaventura, vescovo e dottore della Chiesa

Cari amici in Cristo,

Glória in excélsis Deo.
Et in terra pax homínibus bonæ voluntátis.

Gloria a Dio nell’alto dei cieli,
e in terra pace agli uomini di buona volontà.
LUCA 2,14

Quando la nascita del Messia fu annunciata ai pastori nei campi fuori Betlemme, gli angeli proclamarono queste parole con grande gioia. In risposta a questo invito celeste, i pastori si recarono in fretta e furia nel luogo della nascita di Cristo e furono sopraffatti dall’emozione di incontrare il Dio vivente. Inginocchiati in segno di riverenza e di adorazione, furono coinvolti nel mistero di una relazione con questo bambino appena nato e partirono da Lui con il dono della speranza. Assistendo alla loro risposta a suo figlio, mentre lo condivideva per la prima volta con il mondo, Maria conservava tutte queste cose, riflettendole nel suo cuore (Luca 2,19).

In ogni Messa, incontriamo il Dio vivente nella Presenza Reale di Cristo nell’Eucaristia. In ogni Messa siamo invitati a un rapporto intimo con Cristo attraverso la proclamazione della Parola di Dio e la bellezza del mistero della transustanziazione. In ogni Messa ci viene data l’opportunità di essere coinvolti nell’incredibile mistero della nostra fede cattolica, di adorare il Signore con riverenza e di essere riempiti di speranza… di celebrare che Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre (Ebrei 13,8). Ogni incontro con Lui è un’opportunità per rispondere come i pastori: essere trasformati dal suo amore e dal suo sacrificio e celebrare la nostra unità con la Chiesa universale.

Un anno fa, Papa Francesco ha pubblicato un motu proprio intitolato Traditionis custodes, che offriva linee guida per la celebrazione dell’Eucaristia secondo il Missale Romanum del 1962. La mia prima risposta a queste linee guida è stata condivisa in una lettera ai fedeli il 4 novembre 2021. Il mese successivo, il Vaticano ha chiesto ai Vescovi che desiderano continuare la celebrazione della Messa secondo il Missale Romanum del 1962 nelle loro diocesi di chiedere il permesso di farlo.

Dopo aver pregato e discusso, a metà aprile ho scritto alla Congregazione per il Culto Divino (ora Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti) per richiedere i permessi per specifiche chiese parrocchiali della nostra diocesi. Alla fine di maggio ho ricevuto una risposta da Roma contenente quanto segue:

  • La Messa secondo il Missale Romanum del 1962 può essere celebrata nella parrocchia del Sacro Cuore (*) a Savannah su base settimanale fino al 20 maggio 2023.
  • La Messa secondo il Missale Romanum del 1962 può essere celebrata nelle parrocchie della Santissima Trinità ad Augusta, di San Giuseppe a Macon e di Sant’Antonio da Padova a Ray City su base mensile fino al 20 maggio 2023.

* In attuazione dei permessi concessi dal Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, si ricorda che la Messa secondo il Missale Romanum del 1962 non sarà più celebrata nella Basilica Cattedrale di San Giovanni Battista a partire da domenica 7 agosto 2022. A partire da quella data, la Messa sarà celebrata presso la parrocchia del Sacro Cuore (1707 Bull Street, Savannah) alle ore 13 della domenica. Sono fiducioso che la parrocchia del Sacro Cuore offra un luogo di culto appropriato e intimo e che la direzione della parrocchia sarà attenta alle esigenze pastorali di coloro che vi partecipano alla Messa delle ore 13:00.

Sono grato al Dicastero per aver concesso i permessi di cui sopra, affinché le Messe secondo il Missale Romanum del 1962 possano continuare a essere celebrate per un altro anno. Da quando sono stato nominato vostro Vescovo, sono stato presente alle Messe celebrate con questo Messale e riconosco la riverenza e la bellezza di queste liturgie. Sono anche consapevole che l’eventuale cessazione di queste Messe sarà difficile per molti fedeli della nostra Diocesi. Vi prego di conoscere la mia preoccupazione pastorale per voi. Insieme a don Allan McDonald (Delegato del Vescovo per le Messe nella Forma Straordinaria), i sacerdoti che celebrano queste Messe accompagneranno i partecipanti nei prossimi mesi nel passaggio alla Messa in conformità con i decreti del Concilio Vaticano II.

I pastori furono condotti con stupore e meraviglia alla mangiatoia. Con lo stesso spirito di riverenza, siamo invitati a un incontro intimo con Cristo in ogni celebrazione eucaristica, quando diventiamo “un solo corpo e un solo spirito” con Lui. Il nostro culto unificato come Corpo di Cristo dà gloria a Dio, rafforza la nostra fede e, in ultima analisi, ci prepara alla vita futura. Preghiamo per l’aiuto materno della Madre mentre la nostra famiglia diocesana cammina unita per attuare le direttive della Santa Sede. Come lei, riflettiamo nei nostri cuori, possiamo essere riempiti con i doni della pace e della speranza per il futuro, aperti all’unione con Dio e alla comunione reciproca.

Siate certi delle mie preghiere per voi, per i vostri cari e per le vostre intenzioni. Grazie per aver sussurrato anche il mio nome a Dio. Che possiamo incontrarci nelle nostre preghiere e gioire sempre nel Signore.

In Cristo,

Reverendissimo Stephen D. Parkes
Vescovo di Savannah


7 commenti:

  1. Andranno in parrocchia come tutti. O si sentono superiori perché pretendono di avere una chiesa tutta per loro costruita a loro immagine e somiglianza?
    Per esempio, a me piace molto il rito copto: se raccolgo qualche amico e facciamo un “gruppo stabile”, sarei in diritto di pretendere dal mio vescovo che mi dia una messa copta a settimana?
    Sono così attaccati al rito tridentino che mi sa che si sono convinti di essere di un'altra religione e di non dover rispondere a nessuno.
    Se poi, come succede sempre più spesso, si mettono pure a fare proteste e manifestazioni, perché non dovrebbero essere presi a pesci in faccia e richiamati all’ordine?

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    1. Però se esisteva il gruppo perché distruggerlo?
      Se vi erano dei problemi non si poteva provare a risolverli? Perché non costruire ponti?

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    2. Perché la maggioranza dei fedeli “tradizionalisti” vive come se facesse parte di un’altra chiesa. Gli attacchi a papa e vescovi sono all’ordine del giorno (questo sito è un lampante esempio), i preti non vogliono offrire il rito ordinario e si rifiutano di concelebrare col vescovo il giovedì santo, si organizzano manifestazioni, marce e proteste per far valere le proprie ragioni…senza contare le storture ideologiche legate ad estremismi politici.
      Come pensano di dover venir trattati?

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    3. Non so, creando ponti e non muri...

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    4. Sono decenni che si costruiscono ponti: sono stati accomodati in tutto, perfino con ordini religiosi ad hoc apposta per loro. La risposta è stata pesci in faccia e pretese ancora più spinte. Io direi anche basta. Si dicono cattolici, si comportino come tali. Se no, lo dicano chiaramente e formalizzino lo stato di setta che de facto si sono creati.

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  2. Il commento anonimo precedente ricorda così da vicino quando il governo sovietico chiudeva le chiese " per desiderio dei credenti". E che nessuno osasse per sbaglio dire "ma io la volevo aperta".

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    1. Vedo che conosci bene l’URSS, compagno.
      Nostalgia?

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