Post in evidenza

Sono sante le carmelitane scalze di Compiègne, ghigliottinate nel 1794 dai rivoluzionari

Mercoledì scorso, Papa Francesco ha esteso alla Chiesa universale il culto dei martiri di Compiègne: la Beata Teresa di Sant'Agostino e ...

giovedì 30 giugno 2022

Controstoria del Movimento liturgico #35 - "Il difficile equilibrio: don Pierre Batiffol (1861-1929)" di A. Porfiri

35° appuntamento della rubrica sulla storia del Movimento Liturgico a cura del M° Aurelio Porfiri: oggi presentiamo don Pierre Batiffol sacerdote francese, autore di un'apprezzata Storia del Breviario Romano.

Qui i precedenti medaglioni.
Roberto

Il difficile equilibrio: Pierre Batiffol (1861-1929)

Se riflettiamo sulle difficoltà del movimento liturgico, dobbiamo ricordare che esso riprese vigore nei primi anni del ‘900. Quegli anni, ben sappiamo, furono quelli della massima tensione con le tendenze che vanno sotto il nome di modernismo. Quindi per molti sacerdoti era difficile mantenere un equilibrio fra quellomche la Chiesa chiedeva da loro e quello che loro chiedevano alla Chiesa.

Tra questi ricordiamo Pierre Batiffol, sacerdote specializzato in patristica e che fu anche impegnato in studi liturgici. Di lui per esempio apprezziamo una Storia del Breviario Romano. Fu Rettore dell’Istituto Cattolico di Tolosa che dovette lasciare nel 1907 per la condanna di certi suoi scritti in odore di modernismo. C’è da dire in onestà che a volte bastava poco per sentirsi accusare di modernismo in quei tempi.

Al tempo di Batiffol nel clero francese dominava la figura di Alfred Loisy, esegeta molto importante e condannato e scomunicato per le sue idee moderniste. Batiffol seppe tenere un atteggiamento in qualche modo più prudente.

Francesco Vermigli (ilmantellodellagiustizia.it) così tratteggia la sua figura: “Batiffol visse la complessità di un’epoca di passaggio come quella tra XIX e XX secolo. Gli anni della sua fioritura ecclesiastica e scientifica sono gli anni di un’Europa che va incontro alla Grande Guerra senza una minima capacità prognostica. 
È l’epoca detta bella, perché segnata dal positivismo scientista, dalle innovazioni della tecnica e dalle meraviglie celebrate nell’Esposizione Universale di Parigi del 1889; ma è l’epoca che si illude di pace e serenità: accadde come quando il fuoco cova sotto la cenere.
L’epoca che si compiace del piccolo mondo antico alla Fogazzaro, è l’epoca che alla fine con lo stesso Fogazzaro lo supera e lo rinnega negli ultimi anni del secolo lungo dell’800; secolo che secondo Hobsbawm si chiude in quello spartiacque di sangue che fu il 1914. 
Quello che accade al Vecchio Continente, accade anche alla vita del Batiffol: cova sotto la cenere il fuoco antimodernista e non v’è autore ecclesiastico teso alla conciliazione tra scienze storiche e fede che se n’accorga. 
La tempesta antimodernista cade dunque sulla testa del nostro prete sulpiziano, a cui, par di capire, veniva rimproverata un’eccessiva indulgenza per gli studi storici nelle scienze ecclesiastiche. Tanto che il padre Lagrange fu calorosamente invitato dal proprio ordine domenicano a tagliare ogni rapporto con Batiffol; pena il discredito e l’aurea modernista sopra l’Ecole Biblique e la sua rivista. 
Insomma, quello che accadde con la Grande Guerra, accadde con qualche anno di anticipo nella storia della Chiesa”. 

Furono tempi molto complessi.

La conciliazione fra la scienza e gli studi liturgici fu un problema che non del tutto è stato risolto anche durante la tempesta modernista sotto Pio X, anzi forse nel tempo si è ancora più complicato.

3 commenti:

  1. Pure la storia è “contro”, con voi è sempre tutto un andare contro qualcosa.
    Del resto, cosa potersi aspettare dagli unici veri cattolici che vanno alla vera messa, dicono le vere preghiere, vanno alle vere scuole cattoliche, studiano il vero catechismo, si confessano dai veri preti, ecc?
    La maggioranza che la pensa diversamente è solo una manica di fessi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sicuro che la maggioranza ci pensi?

      Elimina
    2. No, ma infatti: chi frequenta le parrocchie è un povero decerebrato che non sa, non pensa, non capisce.
      Eh, deve essere dura sentirsi sulle spalle il peso di educare da soli una massa di deficienti analfabeti!

      Elimina