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sabato 19 febbraio 2022

Il Santo del giorno in Plinio Corrêa de Oliveira #34 Santa Giacinta Marto (20 febbraio) e San Francesco Marto (4aprile)

Continuiamo i commenti del Santo del giorno del prof. Plinio Corrêa de Oliveira (QUI): Santa Giacinta Marto (1910-1920) e San Francesco Marto (1908-1919).

20 febbraio. In località Aljustrel vicino a Fatima in Portogallo, beata Giacinta Marto, che, sebbene ancora fanciulla di tenera età, sopportò con pazienza il tormento della malattia da cui era affetta e testimoniò con fervore la sua devozione alla beata Vergine Maria. (Martirologio Romano ed. 2004)
4 aprile. Nella località di Aljustrel vicino a Fatima in Portogallo, beato Francesco Marto, che, rapidamente consumato ancora fanciullo da una malattia, rifulse per la soavità dei costumi, la perseveranza nelle avversità e nella fede e la costanza nella preghiera. (Martirologio Romano ed. 2004)

NOTA: sia il testo del prof. Plinio Corrêa de Oliveira sia l’ultima edizione del Martirologio Romano riportano gli attributi «beata» e «beato», in quanto la canonizzazione è avvenuta successivamente (2017).

L.V.

20 febbraio
Beati Francesco e Giacinta di Fatima

Io do grande importanza a questa beatificazione. Quel che leggiamo sulla vita di Giacinta (1910-1920) e di Francesco (1908-1919) parla con enfasi di un’esistenza santa, tale da meritare l’onore degli altari. Sia Giacinta, per tutto ciò che soffrì, che Francesco si ammalarono ed ebbero a soffrire difficili e penose infermità. Tutto fa credere che Giacinta fosse pienamente gradita dalla Madonna, quando avvennero le apparizioni. Però, con suo fratello non era così.

Egli in qualcosa dispiaceva alla Vergine, il che comunque non gli impedì di essere un testimone delle apparizioni e, quindi, di costituire un trio con sua cugina, Lucia, e con la sorella. Infatti, Francesco non udiva ciò che la Madonna diceva, ma “soltanto” La vedeva … (Magari potessimo vederLa! Neanche immagino che cosa potrei esprimere!). Ma fu chiaro che lui “soltanto” vedeva perché in qualcosa dispiaceva alla Santissima Vergine.

Dunque, considerate il modo in cui Lei tratta le anime elette - come Francesco in effetti lo era e morì in odore di santità: la Madonna gli limitò in qualche modo la conoscenza di ciò che accadeva. Quindi, egli ricevette la grazia di vederLa, ma non quella di ascoltarLa. Così, la Madonna fu severa nel non consentire a Francesco di udire la sua voce; ma dopo, avendogli concesso la grazia di pentirsi, gli diede pure la grazia di emendarsi. Dunque, una vita breve, tutta fatta di olocausto, una vita santa e una morte in odore di santità.

Giacinta si trovava su un gradino più alto, perché udiva quel che la Madonna diceva. Quindi, si fece carico di tutto il peso delle privazioni e persino delle incomprensioni delle persone del suo tempo e morì amorosamente rivolta alla Vergine. Sono due anime che, se saranno beatificate, riuniranno in sé un ricco insieme di insegnamenti per noi. Coloro che ebbero la grazia di giammai peccare, potranno vedere in Giacinta una speciale protettrice; temo, però, che il numero dei protetti di Francesco sia maggiore e che coloro che hanno peccato vedano proprio in Francesco un particolare protettore. E che, insomma, in quell’occasione due nuovi protettori fioriranno per noi in Cielo. Che cosa vuol dire “fioriranno in Cielo”? Infatti, loro sono ormai in Cielo e, quindi, già sbocciati. Però, otterranno la gloria estrinseca (cioè terrena) che decorrerà dalla beatificazione ed è in questo senso che uso il termine “sbocciare”.

* * * *

Dal libro del P. Demarchi, Era una Signora più brillante del sole…, Seminario delle Missioni della Madonna di Fatima, Cova da Iria, 3ª Edizione:

«La vera direttrice spirituale di Giacinta, Francesco e Lucia fu, essenzialmente, la Madonna. La benevola Signora della Cova da Iria assunse l’incarico di realizzare questo capolavoro e, come non poteva essere altrimenti, lo portò a termine con pieno successo. Dalle sue mani sorsero tre angeli rivestiti di carne, che però, allo stesso tempo, erano tre autentici eroi. La materia prima era di una plasticità ammirevole, e cosa dire ancora sull’Artista? Alla sua scuola i tre piccoli montanari fecero, in breve tempo, passi da gigante nel cammino della perfezione. In essa si avverarono alla lettera le parole di un gran devoto di Maria, San Luigi Maria Grignion da Monfort. Egli ci conferma che alla scuola della Vergine, l'anima progredisce più in una settimana che nel corso di un anno fuori di essa.

«Infatti, la pedagogia della Madre di Dio non conosce confronti. In due anni la Vergine Santissima riuscì ad elevare i due fratellini – Francesco e Giacinta – sino alle più alte cime della santità cristiana. Il ritratto di Giacinta delineatoci dalla mano ferma di Lucia è rivelatore: ‘Giacinta aveva sempre un portamento serio, modesto e amabile, che sembrava trasmettere la presenza di Dio in tutti i suoi atti, il che è proprio delle persone di età già avanzata e di grande virtù. Non vidi mai in lei quella eccessiva leggerezza e quell’entusiasmo dei bambini per i gingilli e gli scherzi. Non direi che gli altri bambini corressero appresso a lei, come lo facevano con me, forse perché la serietà del suo atteggiamento era assai superiore alla sua età. Se alla sua presenza qualche bambino oppure un adulto diceva qualcosa o faceva qualunque azione meno che conveniente, lei li rimproverava dicendo: ‘Non lo fate perché offende Dio, Nostro Signore, ed Egli è già tanto offeso’».

Questo brano racconta la storia di una grazia straordinaria, segnalando diversi aspetti dell’opera della Madonna in relazione a questi tre bambini.

Anzitutto, dobbiamo considerare il valore simbolico dell’opera della Madonna sui bambini. Sbagliano coloro che immaginano che un’opera come questa miri soltanto ai tre bambini: è tutto un nuovo modo di operare della Grazia. Quest’opera trasformò soavemente quei piccoli, da un momento all’altro, con il semplice fatto delle ripetute apparizioni della Madonna.

Qui abbiamo qualcosa di somigliante al Segreto di Maria enunciato da San Luigi Maria Grignion da Monfort, cioè una di quelle azioni profonde della grazia sull’anima, che si sviluppano senza che la persona se ne renda conto, e la fa sentire sempre più libera, sempre più disinvolta nel praticare il bene, mentre i difetti che la intralciano e la legano al male man mano si dissolvono.

La persona cresce nell’amore di Dio, nel desiderio di impegnarsi nel bene, nell’opposizione al male. Tuttavia, tutto questo accade in maniera meravigliosa all’interno dell’anima, in modo che essa non intraprende le grandi e metodiche battaglie dell’ammirabile ascesi, della virtù, della santità come coloro che combattono secondo il sistema classico della vita spirituale; invece, la Madonna trasforma l'anima da un momento all’altro.

Possiamo ben domandarci se quest’opera della Madonna sui tre pastorelli, e specialmente su Francesco e Giacinta, non abbia un valore simbolico, e non indichi quale sarà l’azione di Maria Santissima su tutta l’umanità quando Ella compirà le promesse fatte a Fatima.

Possiamo, quindi, domandarci se non si dovrebbe vedere qui un inizio del Regno di Maria, cioè, del trionfo del Cuore Immacolato di Maria su due anime annunciatrici della grande rivelazione della Madonna, e che in seguito aiutarono tante anime – con i loro sacrifici e preghiere sulla terra, e poi con le loro suppliche in Cielo – ad accogliere il messaggio di Fatima. E lo fanno ancora.

Questo ci porta direttamente a una conclusione: Se così fosse, allora Francesco e Giacinta sono gli intercessori naturali perché si chieda alla Madonna che inizi al più presto il Regno di Maria dentro di noi, mediante questa misteriosa trasformazione che è il Segreto di Maria.

Dobbiamo chiedere con insistenza – sia a Giacinta sia a Francesco – che comincino a trasformarci, ad ottenere per noi i doni che loro stessi hanno ricevuto, e che abbiano cura specialmente di coloro che, come noi, hanno la missione di diffondere il messaggio di Fatima.

Sarebbe molto importante dire una parola sul rapporto tra il messaggio di Fatima e noi. È già stato detto mille volte tra noi, che la nostra vita spirituale cresce nella misura in cui prendiamo sul serio il fatto che il mondo attuale si trova in una deplorevole decadenza e che si avvicina alla sua rovina. Inoltre, che questa rovina significa la realizzazione dei castighi previsti dalla Madonna a Fatima e che, di conseguenza, quanto più ci collochiamo in questa prospettiva, tanto più la nostra vita spirituale si infervorerà. E che, al contrario, quanto più ci allontaniamo da questa ottica, tanto più la nostra vita spirituale decadrà.

Dunque, per intercessione di Francesco e di Giacinta, dobbiamo dire alla Madonna: Venga a noi il vostro Regno, o Signora, venga con urgenza!

Fonte: Plinio Corrêa de Oliveira, Cum Sanctis Tuis, ChoraBooks (QUI per acquistare)

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