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mercoledì 29 maggio 2019

Le Rogazioni Minori prima dell'Ascensione


Riceviamo dall'amico Padre Massimo Malfer C.O., ora parroco a Santa Lucia di Pescantina (VR), e volentieri proponiamo ai nostri lettori questo scritto sulle rogazioni minori.
AZ




Le Sante Rogazioni


Il numero 821 del Benedizionale della Chiesa esprime così il significato delle Rogazioni: "Le rogazioni prima dell'Ascensione ci offrono l'occasione per rivivere l'esperienza dei discepoli, nel momento in cui Gesù risorto entra una volta per sempre nel santuario del cielo (cfr Eb 9,12), mediatore e garante della perenne effusione dello Spirito. In tale contesto acquista particolare risalto la conclusione de1 Vangelo di Luca: «Alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio» (Lc 24,50-53)".

Le Rogazioni Minori (per distinguerle da quelle Maggiori che si tengono il 25 aprile) furono probabilmente introdotte da S. Mamerto (sec. V), vescovo di Vienna nel Delfinato (Gallia). Come le Rogazioni Maggiori, sono la versione cristiana di una tradizione pagana: quella dell' "ambarvalia", una processione intorno ai campi per allontanare le malattie e le disgrazie.



Le rogazioni si svolgono partendo in processione da una chiesa verso le varie cappelle o capitelli che la pietà cristiana ha disseminato sul nostro territorio. In una interessante memoria degli anni Trenta del secolo scorso si descrive il rito: "…Al mattino, per tempissimo, i fedeli si raccolgono in chiesa, prima che spunti il sole. Si celebra la Messa propria delle Rogazioni, in paramenti violacei. Quindi si ordina la processione, al canto delle Litanie dei Santi, iniziate appié dell'altare fino all'invocazione "SANTA MARIA", e continuate per tutta la campagna, con itinerari diversi nei diversi giorni, in modo che ogni podere, ogni orticello, ogni zolla riceva la benedizione. Nei luoghi fissati dalla tradizione - e i contadini li conoscono bene e li tramandano di generazione in generazione - la Processione fa una sosta. Il Sacerdote interrompe le Litanie: canta un brano del Vangelo. Il popolo ascolta in piedi; si unisce al celebrante nel sollevare a Dio la preghiera formulata nell'Oremus. Quindi si prostra in ginocchio sulla strada, sull'erba, sui sassi. Il sacerdote con la croce benedice la campagna ai quattro punti cardinali, cantando: "A FULGURE ET TEMPESTATE" e il popolo: "LIBERA NOS; DOMINE". Indi il sacerdote: "UT FRUCTUS TERRAE DARE ET CONSERVARE DIGNERIS" e il popolo risponde "TE ROGAMUS, AUDI NOS". Con l'acqua benedetta si aspergono i campi, le messi tenerelle, i pampini, le semine delle piante: e i fedeli si fanno il segno della croce: la processione si ricompone, si ripigliano le Litanie…". 

Nel nuovo Benedizionale citato le ss. Rogazioni possono essere celebrate non solo per implorare la benedizione sulle messi e sul lavoro dei campi ma anche per le acque, soprattutto nelle città marine e lagunari o dove scorrono i grandi fiumi a volte portatori di esondazioni pericolose; inoltre ancora il benedizionale ci parla di benedizioni alla città o al paese per implorare pace e prosperità. Inoltre le Rogazioni sono rivolte a tutte le attività lavorative dell’uomo, anche al lavoro impiegatizio, allo studio e ad ogni altra laboriosità dell’uomo dove la benedizione di Dio, implorata attraverso l’intercessione dei santi, diventa mezzo per edificare il regno di Dio. 

La S. Messa e la relativa processione hanno una forte tonalità penitenziale e lo stesso colore violaceo dei paramenti lo chiarisce. 

L’inizio delle litanie, così come si trova ancora nel Rituale romanum antico è davvero commovente e pieno di fiducia, e riecheggia il richiamo di san Pietro a Gesù, che dorme, mentre la tempesta rischia di far affondare la barca: «Exsurge, Domine, adjuva nos, et libera nos propter nomen tuum (Sorgi, Signore, ed aiutaci; liberaci per amore del tuo nome)». Dio non dà alla Chiesa, mezzi umani per combattere il potere del mondo, ma le ha dato un potere su di lui stesso con la fede e la preghiera: occorre crederci con tutta l’anima, e con il cuore colmo di gratitudine, forti dell’intercessione della SS. Vergine e tornare ad invocare il Signore, che non attende altro di udire la voce supplice della Chiesa sua Sposa. 

Di fronte alla potenza del male che si scaglia sull’uomo – ed il terremoto, lo ricordiamo, come ogni altro evento causato dalla natura o dall’uomo, ha la sua origine nel peccato che cresce nel mondo – occorre certamente mettere in atto tutte le risorse di intelligenza, umanità, prevenzione, che sono possibili, ma occorre anche riconoscere che c’è qualcosa che sorpassa le possibilità umane. Ma la grande notizia è che Dio ha dato alla sua Chiesa non un potere sugli eventi naturali o sulle guerre o su altre calamità, ma le ha dato un potere su se stesso, sul proprio cuore. La confidenza della vedova Giuditta, figura della purezza e dell’abbandono pieno di speranza della Vergine Maria, muovono il cuore di Dio. 

E questo non perché Dio sia altrimenti incompassionevole, ma perché non trova nessuno che lo cerchi, che chieda il suo aiuto e la sua protezione, nella piena confidenza, qualcuno su cui riversare quel soccorso e quella protezione che nella sua misericordia non fa mai mancare all’uomo. La cascata della misericordia divina non si è estinta, ma sono sempre di meno coloro che si recano ad attingervi. La Chiesa ha espresso questa sua confidenza in Dio, nel pieno riconoscimento della propria impotenza sulle forze del male, in molti modi. Basti vedere i formulari di preghiere che sono presenti nel Messale (così spesso dimenticati), nella sezione Pro circumstantiis publicis, dove troviamo formulari per il tempo di guerra, di carestia, di siccità o di eccessiva pioggia, di terremoto, e così via. 

Lo scopo delle Rogazioni è quindi quello di adorare Dio, riconoscerlo nostro Creatore, Padre e conservatore della nostra vita e di tutto ciò che possediamo; ringraziare il Signore per tutti i benefici che ci ha elargito e continuamente ci elargisce nell'anima e nel corpo; riconoscere la nostra ingratitudine verso la sua infinita Bontà, piangere e detestare le nostre colpe col fermo proposito di emendarci; pregare, perché il Signore ci conceda ciò che è necessario e indispensabile per la santificazione e la salvezza dell'anima, per il trionfo della Chiesa, per il ritorno degli erranti alla fede, per la conversione degli infedeli, e per impetrare altresì quelle cose che sono utili alla vita del corpo, cioè la salute, la benedizione sui raccolti, la protezione contro i flagelli della natura, come i fulmini, i terremoti, la peste, le grandinate, le esondazioni; benedire ogni categoria di lavoro affinchè venga tolta la maledizione che Dio inflisse ai nostri progenitori. 

Nella parrocchia di Santa Lucia di Pescantina si terranno le Rogazioni nei giorni antecedenti la domenica dell’Ascensione in quattro luoghi: mercoledì 29 maggio alle ore 20:00 in Via Nogara; giovedì 30 maggio alle ore 20:00 in Via Tegnente; venerdì 31 maggio alle ore 7:30 nella chiesa di Santa Lucia di Pol; sabato 1 giugno alle ore 7:30 in Via Valpolicella. 

Viviamo questi ultimi giorni della quarantina pasquale che si concludono con la solennità dell’Ascensione di Gesù al Cielo dove siede alla destra del Padre e mentre torna al Cielo nella sua umanità lo crediamo presente e continuamente vivo nella sua Chiesa. 

Un vecchio parroco scrive alcune righe per invitare i suoi parrocchiani a vivere intensamente le ss. Rogazioni: faccio mie queste esortazioni e invito tutti a invocare il Signore se vogliamo che lui agisca nella nostra realtà 

"A noi il compito di conservare e di rinnovare con sempre viva fede e divozione tutte queste sante ed efficaci tradizioni di preghiera e di sacrificio. L'arciprete ha notato che molte famiglie non partecipano affatto alle Rogazioni: questo è un male, ed anche un danno; come volete che Dio benedica i nostri campi se noi dimentichiamo di invocarlo?”. 


Padre Massimo Malfer C.O.
Parroco di Santa Lucia di Pescantina (VR)