Ecco qui la versione integrale del comunicato della CEI dei lavori di questa assemblea generale straordinaria
Quello che ci interessa è il punto 1 sulla traduzione della 3ª edizione del Messale.
Alcune cose emergono a prima vista:
1) Sono state approvate le modifiche della traduzione del Padre Nostro e del Gloria.
2) mentre si fa riferimento al valore sacramentale della parola di Dio (?) non si fa cenno alcuno alla Santissima Eucarestia
3) da un lato si esprime la condanna di protagonismi e creatività liturgica (che vanno per la maggiore nelle nostre ahimè sempre più disertate messe parrocchiali) ma dall’altra risuonano inutilmente alcuni moniti volti ad evitare estetismi fini a se stessi e freddi ritualismi. Noi che non siamo di primo pelo non pensiamo di sbagliare nel dite che quest’ultima raccomandazione faccia riferimento ad una certa categoria di seri sacerdoti vicini alla ieraticità vera della liturgia. Parimenti siamo certi che il biasimo verso il creativismo liturgico resterà sulla lettera.
1) Sono state approvate le modifiche della traduzione del Padre Nostro e del Gloria.
2) mentre si fa riferimento al valore sacramentale della parola di Dio (?) non si fa cenno alcuno alla Santissima Eucarestia
3) da un lato si esprime la condanna di protagonismi e creatività liturgica (che vanno per la maggiore nelle nostre ahimè sempre più disertate messe parrocchiali) ma dall’altra risuonano inutilmente alcuni moniti volti ad evitare estetismi fini a se stessi e freddi ritualismi. Noi che non siamo di primo pelo non pensiamo di sbagliare nel dite che quest’ultima raccomandazione faccia riferimento ad una certa categoria di seri sacerdoti vicini alla ieraticità vera della liturgia. Parimenti siamo certi che il biasimo verso il creativismo liturgico resterà sulla lettera.
Roberto
Conferenza Episcopale Italiana72ª ASSEMBLEA GENERALERoma, 12-15 novembre 2018
Comunicato finale
1. Messale Romano, approvata la nuova edizione
L’Assemblea Generale ha approvato la traduzione italiana della terza edizione del Messale Romano, a conclusione di un percorso durato oltre 16 anni. In tale arco di tempo, Vescovi ed esperti hanno lavorato al miglioramento del testo sotto il profilo teologico, pastorale e stilistico, nonché alla messa a punto della Presentazione del Messale, che aiuterà non solo a una sua proficua recezione, ma anche a sostenere la pastorale liturgica nel suo insieme.Nell’intento dei vescovi, infatti, la pubblicazione della nuova edizione costituisce l’occasione per contribuire al rinnovamento della comunità ecclesiale nel solco della riforma liturgica. Di qui la sottolineatura, emersa nei lavori assembleari, relativa alla necessità di un grande impegno formativo.La formazione è destinata ad abbracciare sia i ministri ordinati che i fedeli; diventa ancora più decisiva negli itinerari dell’iniziazione cristiana, nei Seminari e nelle proposte di formazione permanente del clero. Come è stato evidenziato, si tratta di assumere il criterio di «nobile semplicità» per riscoprire quanto la celebrazione sia un dono che afferma il primato di Dio nella vita della Chiesa. In quest’ottica si coglie la stonatura di ogni protagonismo individuale, di una creatività che sconfina nell’improvvisazione, come pure di un freddo ritualismo, improntato a un estetismo fine a se stesso.La liturgia, hanno evidenziato i Vescovi, coinvolge l’intera assemblea nell'atto di rivolgersi al Signore. Richiede un’arte celebrativa capace di far emergere il valore sacramentale della Parola di Dio, attingere e alimentare il senso della comunità, promuovendo anche la realtà dei ministeri. Tutta la vita, con i suoi linguaggi, è coinvolta nell'incontro con il Mistero: in modo particolare, si suggerisce di curare la qualità del canto e della musica per le liturgie.Per dare sostanza a questi temi, si è evidenziata l’opportunità di preparare una sorta di «riconsegna al popolo di Dio del Messale Romano» con un sussidio che rilanci l’impegno della pastorale liturgica.Il testo della nuova edizione sarà ora sottoposto alla Santa Sede per i provvedimenti di competenza, ottenuti i quali andrà in vigore anche la nuova versione del Padre nostro («non abbandonarci alla tentazione») e dell’inizio del Gloria («pace in terra agli uomini, amati dal Signore»).
2. (Omissis),
Buongiorno, ma sapete se la nuova traduzione si applica anche al rito ambrosiano?
RispondiEliminaDi per sé no, il rito ambrosiano dovrebbe essere esente dalle modiche effettuate da Roma finché l’arcivescovo non decide di attuare le modifiche
Eliminamolti ''zelanti'' hanno cominciato da un pezzo con il «non abbandonarci alla tentazione».....
RispondiEliminaabominio e apostasia: questa è la falsa chiesa delle visioni della Beata Caterina Hemmerich!
RispondiEliminaabroghiamo il CVII, la riforma montiniana e tutte le diavolerie di Jorge l'apostata!
Gesù Salva la Tua Santa Chiesa!
Udite! Udite! la CEI si accorge solo ora del "protagonismo individuale! e della " creatività che sconfina nell'improvvisazione", profanazioni iniziate già dai tempi del CVII e mai repressi dai mitrati nella liturgia, anzi incentivati con le 'sperimentazioni' nelle loro celebrazioni. Farisaicamente continueranno a non far nulla. Anzi!
RispondiEliminaE giù messali come la Settimana Enigmistica, uno nuovo alla settimana!
RispondiEliminaMEGLIO ABROGARE LE CONFERENZE EPISCOPALI. ORMAI SONO SOVIET DEL CONFORMISMO MODERNISTA
RispondiEliminaMa sapete eventualmente quando è esce perché con il nuovo Padre Nostro ancora non c'è
RispondiElimina