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mercoledì 29 agosto 2018

Burke: "Inverosimile che Farrel non sapesse di McCarrick"

Condividiamo le parole del card. Burke.
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La Nuova Bussola Quotidiana, 29-8-18, Francesco Agnoli

Solo 5 anni fa, un giornale cattolico americano titolava: Wuerl in, Burke out. L’elezione di Bergoglio, infatti, portò subito ad un ridimensionamento del cardinale americano tanto vicino a Benedetto XVI, che lo aveva voluto accanto a sè per ruoli molto importanti. In particolare Burke dovette lasciare la prefettura del Supremo Tribunale della segnatura apostolica, e fu sostituito proprio dal cardinal Donald Wuerl nella Congregazione dei vescovi.
Wuerl in, Burke out era un modo per dire che Bergoglio aveva scelto, in un ruolo importante per la nomina dei vescovi americani, proprio uno dei più aperti avversari, idealmente parlando, di Burke. Ebbene, da pochi mesi una bufera inaudita prima ha travolto il cardinal Theodore E. McCarrick, colpevole di numerosi abusi su seminaristi, poi ha messo all’angolo lo stesso Donald Wuerl, insieme ai cardinali Kevin Farrell e William Tobin: tutti e tre pupilli di McCarrick, da lui raccomandati a Bergoglio per la berretta cardinalizia, ed oggi accusati dalla stampa e dai fedeli americani perchè, a loro dire, “non potevano non sapere” chi era e come viveva il loro protettore ed amico.
Si è arrivati al punto che The Washington post ha condotto una campagna per chiedere le dimissioni di Wuerl con articoli dal titolo inequivocabile, come questo: Cardinal Wuerl must go! (l’articolo è uscito il 16 agosto 2018, 10 giorni prima che il memoriale di mons. Carlo Maria Viganò offrisse ai giornalisti e ai magistrati ulteriori dettagli riguardo a fatti in parte già noti nella loro sostanza, anche riguardo allo stesso Wuerl).
Oggi, vendendo come sono cambiate in pochi anni le cose, verrebbe da dire che tutto si è di nuovo ribaltato: Wuerl out, Burke in! Questo anche perchè, nel frattempo, anche un altro rigido censore di Burke, come il cardinal Oscar Maradiaga, che lo aveva accusato pubblicamente, dopo i Dubia, di essere “un pover’uomo”, “di destra”, dedito alla ricerca del potere, è nei guai fino al collo per motivi economici e per “comportamenti non appropriati” del suo vice.
Mentre gli Usa sono sconvolti da continue rivelazioni, che toccano proprio i cardinali progressisti più aperti, quantomeno, all’ideologia LGBT, e mentre Burke si appresta a ricordare, in Senato, ad un anno dalla morte, il compianto cardinal Carlo Caffarra, approfittiamo per ricostruire con lui alcuni fatti.


- Cardinal Burke, Lei è stato prefetto del Supremo tribunale della Segnatura apostolica, per volere di Benedetto XVI. Perchè il papa la chiamò a questo ruolo?
Da quello che so, Papa Benedetto XVI voleva nominare il Card. Agostino Vallini, allora Prefetto della Segnatura Apostolica, all’ufficio di Vicario di Roma, e mi ha scelto come suo successore a ragione della mia preparazione in diritto canonico e della mia previa esperienza quale Difensore del Vincolo presso la Segnatura dal settembre del 1989 al febbraio del 1995.

- Si dice che con Benedetto XVI Lei sia stato il suo consigliere per la Chiesa americana, oggi nuovamente travolta dallo scandalo di sacerdoti e persino cardinali accusati di atti omosessuali e di pedofilia. E’ vero? Cosa sta succedendo in America?
Non sono stato, in verità, il consigliere di Papa Benedetto XVI per gli Stati Uniti. Non so chi ha adempiuto quella responsabilità. Ho servito in varie congregazioni della Curia Romana, inclusa la Congregazione per i Vescovi, sperando in questo modo di aiutare il Santo Padre, anche in quello che riguardava gli Stati Uniti. È chiaro che esiste una certa cultura omosessuale nella gerarchia americana che deve essere purificata alla radice. Quelli che hanno promosso o protetto gli operatori dentro questa cultura devono adesso prendere la loro responsabilità. La suprema autorità della Chiesa deve investigare tutte le accuse per scoprire la verità e prendere l’azione appropriata per disciplinare la situazione, applicando le giuste pene medicinali e espiatorie.


- L’America sta dibattendo soprattutto il caso del cardinale progressista Theodore Edgar McCarrick , costretto a dimettersi da cardinale. Chi è Theodore Edgar McCarrick e di cosa è accusato?
“McCarrick è un sacerdote della Arcidiocesi di New York che è stato Vescovo Ausiliare di New York, Vescovo di Metuchen, Arcivescovo di Newark, e poi Cardinale Arcivescovo di Washington, D.C. È stato un prelato di forte influsso nella Conferenza dei Vescovi negli Stati Uniti, frequentemente parlando in nome della Conferenza. È accusato di aver commesso gravissimi peccati con giovani, specialmente seminaristi, e adulti, in tutti le diocesi in cui ha servito. Gli atti di cui egli è accusato sono gravissimi in se stessi. Ma c’è in più la questione di come egli è stato promosso da una diocesi ad un’altra, quando certamente, in ogni luogo, qualcuno sapeva dei suoi crimini. Il suo caso chiama in questione non soltanto la sua condotta ma anche la condotta delle autorità nella Chiesa che hanno dovuto intervenire e disciplinare la situazione così scandalosa e non l’hanno fatto. Invece,  hanno lasciato  che venisse promosso o hanno partecipato nella sua promozione.


- Moltissimi americani, cattolici e non, non credono che il cardinal Kevin Farrell, creato cardinale da Francesco e posto a capo del Dicastero laici e famiglia, possa aver ignorato i comportamenti dell’uomo con cui ha vissuto per molti anni e del cui favore ha sempre goduto. Lei cosa ne pensa?
Non so niente di concreto riguardo al rapporto tra McCarrick e il Card. Farrell. Certamente, data la sua evidente vicinanza a McCarrick, è poco verosimile che Farrell non sapesse niente dei suoi atti gravemente peccaminosi.


- Come fa un cattolico, oggi, di fronte a tanti scandali, a tanta mondanità, a non perdere la fede nella Chiesa?
Prima di tutto, di fronte a tutto questo scandalo, un cattolico deve ricordare che Cristo è il Capo della Chiesa. Il Papa è solo il Suo Vicario sulla terra, e il Papa perciò può tradire il suo alto ufficio. I grandi teologi e canonisti del Medioevo, per esempio, hanno discusso il caso di un Papa che devia dalla Fede, un papa eretico o apostata. I buoni cattolici devono avvicinarsi a Cristo, specialmente nella Sua Presenza Reale nel Sacramento dell’Eucaristia, e per l’incontro con Lui nel Sacramento della Penitenza. Infine si deve studiare il Magistero, specialmente tramite il Catechismo della Chiesa Cattolica, per non essere tirati in una direzione o nell’altra, causa la confusione e l’ errore che purtroppo sono entrati fortemente nella Chiesa. La preghiera e la penitenza sono assolutamente necessarie per aiutare il Corpo di Cristo in questo tempo così tumultuoso. La preghiera del Santo Rosario è particolarmente potente, per ottenere la riforma della Chiesa.


- Oggi sono spesso i laici a difendere la Tradizione della Chiesa, e molti ecclesiastici sembrano impegnati a distruggere. E' così?
Ognuno di noi, secondo il nostro stato di vita e le nostre doti, deve difendere Cristo e la Sua Sposa, la Chiesa, con grande impegno e coraggio. Sì, ci sono sacerdoti che sembrano voler indebolire la Chiesa o distruggerla, ma ci sono molti più sacerdoti che lavorano fedelmente ogni giorno, annunciando la Fede nella sua integrità, offrendo la Santa Messa e gli altri Sacramenti, e governando con saggezza il gregge del Signore. I buoni laici, per il bene di tutta la Chiesa, devono esprimere ai sacerdoti erranti il loro dispiacere e chiamarli a riconoscere il loro ministero come pastori del gregge del Signore. Devono anche dare perseverante testimonianza a Cristo a casa, nella parrocchia, nel posto di lavoro, etc. Per questo è importante che siano ben formati nella dottrina e disciplina della Chiesa. Allo stesso tempo, non devono mancare di ringraziare e appoggiare i fedeli e generosi sacerdoti che soffrono molto in nostro tempo”.


- Il 6 settembre lei parteciperà ad una conferenza, presso il Senato della Repubblica italiana, nella sala Nassyria, dalle 11 alle 12,  per presentare gli Atti del convegno dal titolo “Chiesa cattolica dove vai? del 7 aprile scorso, e soprattutto per ricordare il defunto cardinal Carlo Caffarra (per i lettori: per poter partecipare, occorre inviare una mail a edizioni@fedecultura.com). Può dirci qualcosa sul teologo Caffarra?
Il compianto Card. Carlo Caffarra fu un teologo di altissima formazione che sapeva bene come applicare la teologia sana alle situazioni della vita cristiana quotidiana. Ha lasciato un inestimabile patromonio!


- E sull’uomo Caffarra?
Aver conosciuto il Cardinale e aver goduto della sua amicizia è stato per me un grande dono del Signore. Come ho detto, al momento della sua morte, la sua anima era pura e piena di amore per il Signore e la Chiesa, Corpo Mistico di Cristo. C’era in lui una certa innocenza che gli permetteva di vedere le cose chiaramente e di parlare schiettamente. Egli, per me, è un modello su come un Cardinale della Santa Romana Chiesa deve servire fedelmente il Papa.

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