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giovedì 5 marzo 2015

L'intervista al Cardinale Sarah sulla Liturgia, Islam e critiche al Papa.

Postiamo assai volentieri una parte dell'intervista che Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha concesso all'Agenzia d'informazione cattolica Aleteia che ringraziamo  per aver prontamente fornito la corretta traduzione dal francese .
Ci spiace che nelle domande sia stato evidenziato solo il perdurare di una "guerra liturgica" senza specificare che le ostilità sono unicamente rivolte contro quei Fedeli che nel nome del Magistero,  del buon senso umano e cristiano, chiedono l'applicazione del Motu Proprio "Summorum Pontificum". 
Andrebbe anche ricordato che nel Clero più anziano permane un forte pregiudizio negativo nei confronti del Rito e dei coetus fidelium : la conferma di quella  decennale sintomatologia d'ostinata chiusura nei confronti di coloro che desiderano pregare con le espressioni liturgiche antiche. 
Ne sono infette alcune aree geografiche fra cui nostra amata Patria e solo Dio sa quando quel virus potrà essere debellato per giungere finalmente al  "sentire cum Ecclesia" da tanti invocato.
Nella pregevole intervista con il Card.Prefetto non sono stati neppure citati i luminosi frutti liturgico-devozionali-formativi dei "gruppi stabili", generati dopo l'entrata in vigore del Motu Proprio "Summorum Pontificum" : un vanto per la Chiesa tutta !
Non vogliamo tuttavia scrivere degli inutili piagnistei perchè ci stiamo accorgendo che è in corso una timida fioritura dell'apostolato liturgico di stampo tradizionale anche nelle parrocchie normali "... fino a una decina di anni fa era una cosa inimmaginabile, visto che il rito antico era ghettizzato in ristretti ambienti ecclesiali. ...
La liturgia antica è talmente bella che affascina anche persone che non hanno legami con i classici gruppi ecclesiali che sostenevano la Messa tridentina prima ancora che venisse emanato il Motu Proprio “Summorum Pontificum”. ...Inoltre è entusiasmante constatare che nonostante l'ostracismo e la persecuzione attutata da coloro che disprezzano tutto ciò che ha un sapore tradizionale, la Messa tridentina continua a diffondersi sempre più. Come ho già detto in passato, non si tratta di una “guerra lampo”, infatti ci sono ancora delle accanite resistenze da parte di gruppi novatori, formati soprattutto da persone anziane. 
Man mano che passano gli anni, i novatori “resistenti” perdono sempre più vigore, e presumo che nel giro di una ventina d'anni si saranno praticamente estinti.". (Cfr Cordialiter
Approfittiamo dell'occasione per assicurare al Cardinale Robert Sarah ed ai Suoi Collaboratori della Congregazione per il Culto Divino , Dicastero che ci sta molto a cuore e che non smetteremo di lodare abbastanza, la nostra filiale preghiera quotidiana.

Επίσης, σε μας τους αμαρτωλούς ( A.C.) 

Guerra liturgica, critiche al papa, islam e islamismo, grandezza dell'Africa... 
Intervista al cardinale Sarah,
Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
da Aleteia, del 04.03.2015

In questa intervista concessa ad Aleteia, il nuovo prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il cardinale Robert Sarah, risponde alle domande attuali. Eminenza, nel suo libro “Dio o niente” si riferisce varie volte alla “guerra liturgica” che divide i cattolici da decenni, guerra assai sfortunata, dice lei, visto che sulla questione dovrebbero essere particolarmente uniti. Come uscire oggi da queste divisioni e riunire tutti i cattolici intorno al culto reso a Dio? 
 Il Concilio Vaticano II non ha mai chiesto di rifiutare il passato e di abbandonare la Messa di San Pio V, che ha generato numerosi santi, né di lasciare il latino, ma allo stesso tempo bisogna promuovere la riforma liturgica voluta da quel Concilio. 
La liturgia è il luogo dato per incontrare Dio faccia a faccia, donargli tutta la nostra vita, il nostro lavoro, e fare di tutto questo un'offerta alla sua gloria. 
Non si può celebrare la liturgia armandosi, portando sulle spalle un armamento di odio, di lotta, di rancore. 
Gesù stesso ha detto di andare a riconciliarsi con il fratello prima di presentare la propria offerta sull'altare. In questo “faccia a faccia” con Dio, il nostro cuore deve essere puro, libero da ogni odio, da ogni rancore. Ciascuno deve eliminare dal proprio cuore ciò che può offuscare quell'incontro. Ciò presuppone che ciascuno venga rispettato nella sua sensibilità.  
Non è quello che auspicava Benedetto XVI? 
Sì, è questo il senso del motu prorio Summorum Pontificum [luglio 2007, n.d.r.]. Benedetto XVI ha messo molta energia e speranza in questo progetto. Purtroppo non è stato un successo totale perché gli uni e gli altri sono “aggrappati” al proprio rito escludendosi a vicenda. Nella Chiesa, ciascuno deve poter celebrare in base alla propria sensibilità. 
È una delle condizioni della riconciliazione. 
Bisogna anche portare la gente alla bellezza della liturgia, alla sua sacralità. 
L'Eucaristia non è una “cena tra amici”, è un mistero sacro. 
Se si celebra con bellezza e con fervore, si arriverà a una riconciliazione, è evidente. 
Non bisogna dimenticare, tuttavia, che è Dio a riconciliare, e questo richiede tempo.  

In un capitolo sui papi, si riferisce alle critiche delle quali sono stati oggetto, anche all'interno della Chiesa. Non sfugge nemmeno Francesco: alcuni cattolici criticano il suo stile, ciò che fa, ciò che dice, le sue espressioni... Dall'altro lato si dice che una parte della Chiesa non ha fiducia in lui nel conservare il deposito della fede. Quale dovrebbe essere l'atteggiamento dei fedeli in relazione al papa? Un cattolico può criticare il successore di Pietro? 
La risposta è molto semplice, è nelle stesse domande: cosa pensare di un figlio o di una figlia che critica pubblicamente il padre o la madre? Come potrebbe la gente rispettare quella persona? Il Papa è nostro padre. 
Gli dobbiamo rispetto, affetto e fiducia (anche se le critiche non sembrano dargli fastidio). 
 Per via di certi scritti o di certe dichiarazioni, alcuni potrebbero avere l'impressione che egli potrebbe non rispettare la dottrina. Personalmente, ho piena fiducia in lui ed esorto ogni cristiano a fare lo stesso.
Bisogna stare tranquilli perché nella barca che egli guida c'è anche Gesù, Colui che ha detto a Pietro: “Ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (Lc 22,32).
Un conclave è un'azione di Dio, è Dio che dà un papa alla Chiesa. Dio ci ha dato Francesco per guidare la Chiesa oggi.

Cosa dire a coloro che dicono che egli non è il “candidato dello Spirito Santo”?
Pongo loro questa domanda: sono in contatto diretto con lo Spirito Santo?

Quanto ai “poteri che in Europa cercano di impedire ai cattolici di usare la propria libertà”, lei scrive: “La Manif pour tous dà un esempio di iniziative necessarie. È stata una manifestazione del genio del cristianesimo”. Eminenza, sostiene i cristiani che sono scesi a migliaia in strada per manifestare il proprio impegno nei confronti della famiglia e dire che ogni bambino ha bisogno di un padre e di una madre? La nostra missione come cristiani è dare testimonianza della nostra fede. Sappiamo che la famiglia è una realtà voluta da Dio. Sappiamo quello che rappresenta per la Chiesa e la società: senza di lei non c'è futuro, né per l'una né per l'altra.
La Manif pour tous entra quindi nella testimonianza di fede dei cristiani, che difendono questa realtà. Non esito ad affermarlo: sostengo totalmente questa manifestazione nelle sue varie edizioni. Sono espressione della fedeltà alla Chiesa e alla fede.


[...]

Di fronte all'islam, crede che l'Occidente stia giocando con il fuoco?
Come ha sottolineato Benedetto XVI, che se ne preoccupava, il rifiuto di Dio non si è mai verificato con tanta forza come oggi. Se l'Occidente non tornerà alla sua cultura e ai suoi valori cristiani, può essere un pericolo mortale.
Credo, però, che arriverà un momento in cui prenderà coscienza del fatto che non si può continuare a vivere senza Dio. In questo senso, l'Africa può aiutarlo.


[...] 

(L'Africa) Potrebbe dare anche il prossimo papa alla Chiesa?
Ríde. Ma questa non è la domanda! Riflette. È Dio che dà il papa...


[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]
Versione integrale QUI

33 commenti:

  1. Il Cardinale Sarah afferma che :"Dio ci ha dato come papa Francesco".
    Tuttavia ricorderei al porporato africano che Dio ci ha anche dato Giuda Iscariota come apostolo.

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    1. e tanti papi guerrieri, assassini, debosciati ecc. ecc. Anche questi ce li ha dati Dio? Lo Spirito Santo soffia, ma c'è chi si scansa per non sentir la sua voce. Non per nulla ci sono stati papi che in quanto tali o come dottori privati di affermazioni erronee ne han fatte!
      Quanto al Papa, Dio voglia che parli sempre come Vicario di Cristo. Ma se le sue parole risultano in contrasto con la dottrina sempre professata dalla Chiesa, non possiamo identificarci in lui ed a lui sottometterci come pecoroni plagiati da una perniciosa papolatria incapaci di far sentire anche il dissenso ove occorra.

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  2. "Non si può celebrare la liturgia armandosi, portando sulle spalle un armamento di odio, di lotta, di rancore." ! Parole che dovrebbero far riflettere i fanatici di siti come Riscossa Cristiana!

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    1. "Il Concilio Vaticano II non ha mai chiesto di rifiutare il passato e di abbandonare la Messa di San Pio V, che ha generato numerosi santi, né di lasciare il latino ..."! Parole che dovrebbero far riflettere i fanatici di riviste come Famiglia Cristiana, Avvenire, Osservatore Romano, Jesus ...!

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    2. Il Concilio Vaticano II ci aveva già regalato uno splendido Messale: quello del 1965 perché è stato buttato alle ortiche?? Chi aveva all'epoca "un armamento di odio, di lotta e di rancore"?

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    3. Per Hierror1973 con il quale concordo in pieno la sua saggia osservazione. Il Messale del '65 fu salutato con grande interesse soprattutto dai fedeli. Era l'epoca delle grandi ed epocali innovazioni e anche questa "innovazione" liturgica venne apprezzata. Il Clero fu più recalitrante soprattutto nelle zone montane : ricordo che , essendo chierichetto, una volta quando ero in vacanza non riuscii a servire la messa celebrata con il messale del '62 ( il prete di quel paese non aveva voluto adottare il nuovo messale riformato dal concilio). Già era rimasta indigesta la "nuova" settimana santa e poi il Messale del 65 ... Però debbo dire che in provincia tale innovazione rivegliò l'interesse per la Liturgia in modo sorprendente ( se non conosco una cosa come posso amarla e difenderla ?). Siccome gli esempi liturgici di San Giovanni XXIII e poi del Messale riformato dal Concilio furono di grande giovamento per il popolo ... ce la misero tutta per far calare il gelo ( sostantivo con cui si indicò la successiva, radicale riforma del '68-69). Il gelo calò e i primi a soffrirne furono gli stessi che già del concilio. Ha scritto il Cardinale Biffi (“Memorie e digressioni di un italiano cardinale”) : " Ciò che talvolta si era tentato, fino ad allora, era di "spiegare" nelle varie fasi quanto avveniva in presbiterio. Il tutto sembrava giustifi¬cato dall'uso obbligatorio di una lingua, sconosciuta ai più. come il latino.
      Ho cominciato col chiedere di non preoccuparsi del latino e di parlare in latino come se ci fosse comprensibile: se anche noi non si capiva il senso delle orazioni, il Signore lo capiva benis¬simo. Era invece d'importanza fondamentale che si rispettasse il copione. Il celebrante doveva essere udito e ascoltato da tutti (e perciò doveva avere sempre il microfono); e i fedeli dovevano dare le risposte previste e recitare i testi loro propri (anche se erano in latino), come il Gloria, il Credo, il Sanctus. Il canto (del coro o dell'assemblea) doveva entrare a tempo, accompagnando l'azione sacra e non sopravvenendo quando toccava agli altri di farsi sentire. Le letture, che il sacerdote era obbligato a leggere in latino, venivano doppiate in italiano da una voce fuori campo. Solo così non si stravolgeva l'indole inalienabile della celebra-zione.
      Ovviamente questa ''riforma" veniva attuata con maggior impegno negli splendidi riti della Settimana Santa.
      A questo punto nella parrocchia dei Santi Martiri Anauniani eravamo pronti perché la Chiesa ci consentisse l'ultimo passo: l'uso della lingua parlata. Sarebbe stata la naturale conclusione di tutto questo lavoro, ma per il momento era solo un auspicio e una speranza.
      Una Provvidenza misericordiosa e sapiente ci ha accontentati molto più celermente di quanto osassimo prevedere, dopo il Concilio Vaticano II."

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    4. Credo che tutte le persone intellettualmente oneste concorderanno che l'odio, i rancori e le persecuzioni son sempre rivolti al mondo della Tradizione, che cerca di difendersi come può, anche se talvolta con qualche tono indigesto al potere ecclesiastico e ai pecoroni modernisti.

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  3. Incominci a fate qualcosa di concretto....altrimenti e' un solo...parlare...parlare....!

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    1. in pratica quello che fai tu

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    2. Che ne sai tu???

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    3. Concordo con Istriano: discorsi tanti fatti pochi e nelle parrocchie invece di Messe si celebrano show!

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  4. Tanto anche questo Sarah non farà nulla, tutto resterà come è adesso.

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  5. S.E.E il Card. Sarah si è espresso con molto equilibrio ed in modo chiaro. Se certa gente vuol vedere quello che non c'è è un problema loro, preferiscono vivere di ricordi.

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    1. equilibrio... equilibrio......... equilibrio hacen los modernistas desde hace cincuenta años para justificar la demolición vaticanosegundista....

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  6. Non capisco tutto questo magnificare il messale del '65. Come mai, sia gli indulti che il Summorum Pontificum, l'hanno "saltato" a pie' pari riconoscendo diritto di esistenza al solo messale del '62?

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    1. Caro Dante io non lo magnifico affatto preferendo senza dubbio quello del 1962. Però credo che fosse un ottimo compromesso alla luce delle riforme del CVII soprattutto per quanto vediamo oggi nelle messe col NO. Di sicuro ci fossimo fermati a quello non saremmo al disfacimento ed alla protestantizzazione liturgica odierna.

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    2. ¿Como pueden creer que roncalli es santo?.... ingenuos idiotas...ni ese es santo ni bergoglio es papa ..

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    3. Caro Anonimo delle 07.50, ma cosa c'entrano ora i Papi Giovanni XXIII e Francesco con il discorso sul Messale?

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    4. Compromesso, mio buon Hierro: già il termine in sé è negativo.
      Di ombre nel messale del '65 ce ne son tante. credo che tu n'abbia preso visione.

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  7. Fratelli firmatr la petizipne pro vescovo fi
    S.Francisco Salvatore Cordileone su LifeSiteNews.

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  8. Se per caso non sapesse da dove cominciare ho un suggerimento: sua eminenza potrebbe provare a mettere in riga I neocatecumenali. ..roba tosta visto che il suo predecessore arinze ci ha provato e si e' beccato valanghe di insulti dai suddetti. Oggi trionfano per la benedizione di papa francesco. Benedizione che immagino non si estenda alle prassi strampalate che vanno avanti da decenni. Cardinale, ci faccia questo piacere. Lo faccia per la tradizione bimillenaria della Chiesa latina. Lo faccia per il decoro della Santa Messa.

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    1. E come fa, se il papa riserva randellate a CL e accarezza i camminanti? Similes cum similibus.

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  9. A proposito di Messa di San Pio V, una lodevole iniziativa domani in Sicilia: https://www.facebook.com/basilica.sansebastiano/photos/gm.1594059197478109/940434845980953/?type=1&theater

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  10. "Indietro non si torna, chi lo fa sbaglia."
    Ricordatevelo

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    1. Chi torna indietro son proprio quelli che si rifanno al "cristianesimo delle origini" per giustificare gli scempi odierni.

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    2. Non si torna indietro dall'opera di ripulitura dai vari pizzi e orpelli accumulati nei secoli.

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    3. Se è per questo chi ha più orpelli ideologici di chi vuol cambiare la Dottrina SEMPRE insegnata dalla Chiesa Cattolica? Lasciate voi i vostri barocchismi mentali e seguite i dettami dell'insegnamento ininterrotto della Chiesa. Se vi danno fastidio i pizzi e i merletti credo che questo non sia il posto adatto per parlarne, molto meglio da uno psicanalista mi dia retta.

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    4. La fissazione dei pizzi mi dà pensiero: chi ci insiste tanto mi sa che ha seri problemi.

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  11. infatti la Vera Messa, quella di S Pio V è il futuro: al di là di lei c'è la dissoluzione della fede.

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  12. Sara es un chanta igual que todos los modernistas neocones que solo saben conservar lo revolucionado en el nefasto vaticano dos.

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  13. Cosa dire a coloro che dicono che egli non è il “candidato dello Spirito Santo”?
    Pongo loro questa domanda: sono in contatto diretto con lo Spirito Santo?
    ......
    Ma se l'ipotesi Socci fosse vera, l'eletto (Bergoglio), sarebbe vero papa, voluto da Dio?
    Quindi sotto l'azione dello Spirito Santo per tutto il concernente il deposito della fede?

    Ma se gli uomini (cardinali) hanno forzato la mano a Dio nel conclave, non è credibile pensare che Dio ha abbandonato quegli uomini (mentre per tutti i fedeli, i piccoli, il piccolo resto, che è Chiesa, rimane un munus petrino su Benedetto, che guarda caso è sempre presente per le azioni di governo)?

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    1. Non han forzato la mano a Dio: hanno seguito una loro linea. Diversi sostenitori si sa che ora son pentiti della scelta. Lo Spirito fa sentir la sua voce, ma non può coartare il libero arbitrio. E rinvio ad altro mio commento precedente.
      E quanto a Socci ho detto più volte che l'elezione è valida perché nessun cardinale conclavista o meno l'ha giudicata viziata. E tutti si son sottomessi a Francesco.
      Se andassimo a frugar nella storia con questi mezzi argomentativi la serie dei papi quanto risulterebbe interrotta!

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