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giovedì 26 febbraio 2015

Chiesa e preti senza carita’ : “perché non c'era posto per loro”

Una ( triste ) realtà dei nostri ( tristi) giorni. 
C’era una volta in una ridente città di provincia un bel gruppo di fedeli, variegato per età e per condizione sociale, unito dall’entusiasmo comune di lodare Dio con le espressioni liturgiche dei loro padri. 
Pregavano assieme ad un piccola comunità di frati : perfetta attuazione dell’ideale “cor unum” di cui tanti parlano ma che pochi riescono ad attuare. 
Due anni fa in piena estate comunicarono ai fedeli che i fraticelli non avrebbero più potuto celebrare la Messa antica … 
La Provvidenza Divina volle però che la celebrazione della S.Messa Gregoriana non subisse interruzione alcuna in quella città e in quella chiesa : ai frati " impediti "infatti subentrò  un giovane e bravo prete venuto “dalla fine del mondo” che, grazie al suo indiscusso carisma e alle belle ed ispirate omelie, ha fatto pure raddoppiare il numero dei fedeli (anche da località  lontane)   . 
Il gruppo cresceva e si rendeva meritevole di bellissimi gesti di carità verso Dio ( culto) e verso i bisognosi. 
Grazie al gruppo della “messa in latino” i fraticelli potevano affrontare più serenamente le spese di gestione della monumentale chiesa; un Organista professionista suonava la Messa assieme ad alcuni cantori professionisti; furono acquistati diversi arredi ed addobbi per le esigenze liturgiche locali ( come fanno un po’ tutti i gruppi liturgici che da sud a nord costituiscono una delle “glorie nascoste” della Chiesa italiana ). 
Ma un brutto giorno il Convento venne chiuso, i frati mandati via e la porta della Chiesa sprangata da un fabbro che cambiò pure le serrature. 
E i fedeli ? 
In mezzo la strada… ( come i nostri fratelli di Amiens : chi ricorda la storia di quegli eroici fedeli ? ) costretti a migrare “verso i monti” per assistere alla Messa antica che il bravo prete, venuto “dalla fine del mondo”, celebra per quei bravi e sfortunati fedeli. 
-Sfortunati perché nessun prete è stato mosso a compassione del loro sfratto cittadino. 
-Sfortunati perché  sono stati sempre osservati dai preti cittadini con supponente gelosia ed  invidia. 
-Sfortunati perché hanno capito che nessun prete dentro le mura cittadine li vuole ospitare “perché non c'era posto per loro”, mentre vengono inaugurati in pompa magna dei "centri" per  i seguaci di altre religioni.
Che figura sta facendo la Chiesa locale nei confronti dei fedeli di questo gruppo ( uno dei più numerosi e attivi in Italia)?
Che figura stanno facendo quei preti che sono stati solo capaci  di far pesare il loro  risentimento contro quelle celebrazioni, rese ancor più splendenti  grazie al volontariato di decine di persone ?
Che "colpa" hanno i gruppi liturgici tradizionali se riescono ad avere la collaborazione di volontari, giovani ed adulti, per il decoro liturgico ? Perchè non fanno la stessa cosa anche gli altri Parroci per le loro (sciatte) celebrazioni ?
Il modo con cui sono stati trattati quei fratelli, sfrattati ed itineranti "per i monti", dovrebbe far arrossire di vergogna il volto di alcuni Consacrati.
Cari fratelli,  sfrattati ed itineranti "per i monti", state a testa alta! Altri si debbono vergognare per la vostra sofferenza : “Perchè se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”
Quante storie di dilette e pure anime  ( fedeli al Vangelo e al Magistero)  perseguitate dai Sacerdoti "di ghiaccio" che, tappandosi le orecchie e gli occhi continuano a far finta di non sapere che nelle loro chiese e cappelle “non c'era posto per loro”, dovremo narrare nel prossimo futuro "ad perpetuam rei memoriam"?

Επίσης, σε μας τους αμαρτωλούς ( A.C.)