Post in evidenza

ABSTULIT ATRA DIES ET FUNERE MERSIT ACERBO - #requiem

Siamo oggi listati a lutto nel giorno dei funerali di Arnaud, ragazzo diciannovenne, tragicamente coinvolto in un incidente stradale alcune ...

mercoledì 3 dicembre 2014

Echi tridentini in gastronomia: la Cerimonia giapponese del Tè




La festa di San Francesco Saverio è il 3 dicembre. Per quelli di noi che amano il tè del pomeriggio, è una festa che dovremmo tenera a mente. La consuetudine più civile del mondo deve un enorme debito di gratitudine a Saverio e ai suoi missionari gesuiti che si sono recati in Giappone nel 1549.

Ora, per apprezzare correttamente questa storia, occorre sapere che tra i giapponesi il tè è praticamente un sacramento. Essi non si limitano a bere, hanno un intero rituale e una filosofia dedicata al suo consumo e al modo di apprezzarlo: La Via del Tè. Forse meglio di chiunque altro, i giapponesi capiscono il suo paradosso: a differenza di altre bevande e pasti che abbiamo in comune, il tè è umile, eppure così estremamente gratificante.

Una delle più belle descrizioni del tè e la cultura che lo ha prodotto è nella Historia, scritta dal sacerdote gesuita e missionario João Rodrigues, che amava il tè e ha scritto un bel po' sul tema. Egli e i suoi confratelli gesuiti presto riconobbero che si trattava di una profonda e bellissima parte della cultura locale, che i convertiti giapponesi potevano continuare a godere con tutto il cuore perché promuoveva, piuttosto che compromettere, le loro convinzioni.

Rodrigues dispiega la sua eloquenza sui benefici sociali, spirituali e sanitari del tè, notando che migliora la digestione e apre la mente alle cose più alte. Incoraggia la tranquilla meditazione, la rustica semplicità, il giudizio estetico, l'apprezzamento della natura e l'importanza del momento presente. Rende inoltre necessari "cortesia, buona educazione, la moderazione nelle azioni" e purezza di spirito.

Un pomeriggio di fine autunno di qualche anno fa, stavo guardando un documentario didattico sulla Daimyo, la "doppia via " dei guerrieri-poeti del Giappone feudale. C'è una sezione nel film dove si osserva, in silenzio quasi completo, un uomo eseguire la cerimonia del tè.

L'uomo si lava simbolicamente le mani in una bacinella. In ginocchio, tiene il vaso del tè sopra la sua testa in una preghiera di ringraziamento. Si inchina. Il suo compagno si inchina ancor più e si volge verso di lui. Si raddrizza e beve il tè in un unico atto. Quando ha finito, asciuga con cura il bordo pulito. Ho visto questo in assoluto stupore. Mio Dio, pensai, questa sembra proprio la Messa!

Era troppo specifico per esservi alcun dubbio. Se avete mai visto una Messa celebrata nella forma straordinaria (antico rito latino ), le somiglianze sono ancora più sorprendenti. Ogni cerimonia del tè che ho visto da allora me lo ha confermato con ancora più dettagli.

Come potrebbero essere così simili ?

Se si guarda più in profondità la storia della cerimonia del tè, e specialmente di Sen no Rikyu, l'uomo la cui filosofia ha dato forma alla cerimonia del tè nel XVI secolo, si iniziano a scoprire un paio di cose: tre( alcuni dicono cinque) dei sette discepoli di Rikyu erano convertiti cattolici devoti. Sua moglie anche, e con lei egli ha partecipato a una storica Messa celebrata a Kyoto, un'esperienza che lo ha colpito profondamente .

La sua filosofia di semplicità Zen sarebbe facilmente riconoscibile dagli studenti del misticismo occidentale come "distacco cristiano".

La cerimonia del tè era incredibilmente egualitaria: doveva essere offerta da e per tutte le classi di uomini e donne, e si doveva esercitare l'umiltà per celebrarla in modo corretto. Le case da tè avevano una porta bassa da cui si poteva entrare solo in ginocchio, e togliendosi prima la spada se se ne portava una. La visione poetica di Rikyu, di sottomissione intenzionale a cose più alte, è incredibilmente in sintonia con la teologia cristiana. In effetti, successivamente ebbe a sostenere il disfavore Toyotomi Hideyoshi, il suo iracondo signore Damyo, perché aveva mantenuto la sua indipendenza dall'influenza di Hideyoshi. In definitiva, Hideyoshi ordinò a Rikyu di commettere suicidio rituale nel 1591. Sei anni dopo, ordinò il martirio dei 26 martiri cattolici di Nagasaki.

E il mistero si disvela ulteriormente: se un osservatore avesse vagato per un giardino giapponese del 17° secolo imbattendosi in una cerimonia del tè offerta in una semplice casa del tè, avrebbe visto l'evento in silhouette attraverso le pareti di carta di riso. Poiché le azioni sono così simili, non sarebbe stato in grado di distinguerla dalla Consacrazione a Messa e, come si può immaginare, durante le persecuzioni cristiane in Giappone che seguirono, le Messe furono segretamente offerte in case da tè. In parte grazie a questo, la fede cattolica in Giappone è sopravvissuta nascosta per i successivi 200 anni.

E quelle lanterne di pietra tipicamente giapponesi che sono in un punto focale in molti giardini del tè? Alcuni di loro hanno la figura della Vergine Maria e dei monogramma IHS greche scavate nella parte di base che non è visibile, perché è sepolto. Molti di questi erano marcatori di sepolture di cristiani nascosti, in giapponese "Kakure Kirishitan".

Ad oggi, ogni pomeriggio, il tè mantiene la sanità mentale di esseri umani assillati, che attendono con ansia quel momento di tranquilla civiltà. Ma il suo successo di gran lunga maggiore è stato quello di aver preservato il cattolicesimo in Giappone durante 200 anni di persecuzione.

Quindi, se amate il tè, sollevate una tazza il 3 dicembre in onore di San Francesco Saverio e dei suoi gesuiti coraggiosi che hanno dato la Messa all'Asia, e il tè al resto del mondo.


Karen Anderson, in Crisis Magazine, 2012 (traduzione nostra).

3 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  2. Bellissimo, ottimo articolo!
    W San Francesco Saverio!

    RispondiElimina
  3. POR MANDATO DE MI CONFESOR ME RETRACTO DE TODO LO QUE EN ESTE BLOG HE ESCRITO CONTRA EL PAPA FRANCISCO Y ME DECLARO HIJO FIEL Y OBEDIENTE DEL SUCESOR DE SAN PEDRO, VICARIO DE CRISTO.
    JOSE RICARDO

    RispondiElimina