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martedì 8 aprile 2014

"Cari Vescovi: il Giovedì Santo state nelle Cattedrali!"

 Si sta approssimando il Triduo Sacro, e un sacerdote ci scrive una lettera, che vuole essere "aperta" ai Vescovi e al Papa su una questione che anche a noi sta a molto cuore, soprattutto dopo lo scorso anno. Stiamo parlando dell vero significato del Giovedì Santo e del memoriale dell'Istituzione del Sacerdozio Ministeriale (strettamente ed indissolubilmente legato a quella dell'Eucarestia) e dei rischi ormai troppo diffusi, che si stanno diffondendo a seguito dello sviamento dell'attenzione dal vero fulcro teologico racchiuso nei riti santi del Giovedì Santo a quello, pur importante ma pur sempre marginale -e solo consequenziale dal primo- della lavanda dei piedi.
Non possiamo che condividere le osservazioni che il sacerdote sintetizza magistralmente ed espone con chiarezza, e le pubblichiamo, ringrziandolo, unendoci alla sua intima speranza che i Vescovi che le leggeranno possano ricredersi, correggersi, o comunque stemperare i loro entusiasmi per il gesto della lavanda dei piedi a vantaggio del più importante mandatum divinum "fate questo in memoria di me".

Prendiamo spunto da un commento, per riportare già qui, nel nostro post, quanto insegnato nel Catechismo di San Pio X. ad integrazione e avvallo di quanto scritto dal Sacerdote.


Roberto



Dal Catechismo Maggiore di San PioX

48. QUALE MISTERO SI CELEBRA NEL GIOVEDI’ SANTO?
Nel giovedì santo si celebra l'istituzione del santissimo Sacramento dell'Eucaristia.

818. QUANDO GESU’ CRISTO HA ISTITUITO L’ORDINE SACERDOTALE?
Gesù Cristo ha istituito l'Ordine Sacerdotale nell'ultima Cena, quando conferì agli Apostoli e ai loro successori la potestà di consacrare la SSma Eucaristia. Il giorno poi della sua resurrezione conferì ai medesimi il potere di rimettere e di ritenere i peccati, costituendoli cosi i primi sacerdoti della nuova legge in tutta la pienezza della loro potestà.

59. PERCHE’ SI FA LA LAVANDA DEI PIEDI NEL GIOVEDI’ SANTO?
Nel giovedì santo si fa la lavanda dei piedi:
-per rinnovare la memoria di quell'atto di umiliazione con cui Gesù Cristo si abbassò a lavarli ai suoi Apostoli;
-perché Egli medesimo esortò gli Apostoli e, in persona di essi, i fedeli ad imitare il suo esempio;
-per insegnarci, che dobbiamo purificare il nostro cuore da ogni macchia, ed esercitare gli uni verso degli altri i doveri della carità ed umiltà cristiana.

IL CENACOLO DEL GIOVEDI’ SANTO

Non mi sembra assolutamente condivisibile l’usanza di qualche vescovo di celebrare la Missa in Coena Domini non nella cattedrale, che è il cuore della diocesi (da qui anche la tradizione per il Papa come vescovo di Roma di celebrarla in S. Giovanni in Laterano sua cattedrale), ma in questa o quella cappella, o periferia che dir si voglia, per sottolineare la vicinanza del vescovo a particolari situazioni che richiedono solidarietà e comprensione.
Nulla da eccepire, naturalmente, sulle ottime intenzioni e finalità di tale anomala prassi. Ma di un’anomalia appunto si tratta, perché la centralità del Triduo Pasquale nell’Anno Liturgico e la sua fondamentale importanza per la vita della Chiesa, non consentono deviazioni di sorta dal suo essenziale ordinamento al Mistero Pasquale di Cristo né attenuazione di quella sua luce che indirizza il cristiano vero la Croce e la Risurrezione: «Nos autem gloriari oportet in cruce Domini nostri Jesu Christi in quo salus, vita et resurrectio nostra», si canta nell’antifona di ingresso della messa vespertina del giovedì santo.
Nulla, anche la più nobile intenzione, quale un gesto di ammirevole carità, può distrarre dal suo fine primario la celebrazione, una volta all’anno, dell’unica messa denominata in coena Domini, unica nell’Anno e unica nella sera del giorno, perché a nessun sacerdote è consentito il giovedì santo di celebrare messa senza popolo.
Il Giovedì Santo si celebra l’istituzione dell’Eucaristia e del Sacerdozio, non la lavanda dei piedi, che di quel giorno è un importante e significativo corollario, ma non il punto focale; si celebra il sacramento dell’Amore, non l’attività caritativa dei cristiani. Quest’ultima è strettamente unita, come da esso derivante, al sacramento dell’Eucaristia e del Sacerdozio, perciò non la si può enfatizzare, spostando la celebrazione dalla cattedrale (che è il luogo prescritto dalle norme liturgiche) ad altri luoghi periferici come le cappelle dei carceri, degli ospedali , degli orfanatrofi, e via dicendo.
D’altra parte al n. 45 delle Norme per la celebrazione del Triduo Pasquale della Congregazione per il Culto divino emanate il 16 gennaio 1988, leggiamo: «Tutta l’attenzione dell’anima deve rivolgersi ai misteri che in questa messa [si riferisce al giovedì santo] soprattutto vengono ricordati: cioè l’istituzione eucaristica, l’istituzione dell’ordine sacerdotale e il comando del Signore sulla carità fraterna: tutto ciò venga spiegato nell’omelia».
Ora andando a celebrare la messa vespertina del giovedì santo in un carcere minorile (dove ci sono addirittura dei musulmani, cosa assolutamente in contraddizione con tutta la prassi millenaria della Chiesa) o in un orfanatrofio, c’è da chiedersi come si possa ottemperare alla suddetta norma liturgica. Né va dimenticato che al n. 41 del suddetto documento, si prescrive che la celebrazione deve essere particolarmente solenne, cosa assolutamente impossibile o che sarebbe sproporzionata in una cappella: «Per compiere convenientemente le celebrazioni del triduo pasquale, si richiede un congruo numero di ministri e di ministranti… I pastori abbiano cura di spiegare nel modo migliore ai fedeli il significato e la struttura dei riti che si celebrano e di prepararli a una partecipazione attiva e fruttuosa».
Al n. 43, circa la non convenienza di celebrare i riti del triduo pasquale in piccole comunità, gruppi o cappelle, si dice: «E’ molto conveniente che le piccole comunità religiose sia clericali sia non clericali e le altre comunità laicali prendano parte alle celebrazioni del triduo pasquale nelle chiese maggiori. Similmente, qualora in qualche luogo risulti insufficiente il numero dei partecipanti, dei ministranti e dei cantori, le celebrazioni del triduo pasquale vengano omesse e i fedeli si radunino insieme in qualche chiesa più grande» [faccio notare tra parentesi che questa norma è un riflesso molto significativo di quella sulla celebrazione dell’antica pasqua ebraica riportata sul libro dell’Esodo, il cui passo viene proposto proprio nella prima lettura della messa vespertina del giovedì santo: «Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone…».
Il Giovedì Santo non si celebra, come dicevamo, la giornata della carità cristiana, ma l’istituzione dell’Eucaristia che dà senso pieno e soprannaturalità alla carità, altrimenti questa sarebbe solo filantropia. In altre parole: l’Eucaristia senza la carità si riduce a pura e vuota ritualità, e la carità senza radicamento nel dono che Cristo fa di sé nell’Eucaristia, sarebbe solo un’opera buona, che può essere compiuta ottimamente anche dai non cristiani.
Il Vescovo può e talora deve (se fosse necessario per stimolare tutti alla solidarietà con i più poveri) compiere il gesto simbolico della lavanda dei piedi a persone particolarmente bisognose, come carcerati, anziani, orfani, handicappati, ecc., ma non è necessario che lo faccia nei luoghi dove esse sono degenti, altrimenti il punto focale del rito si sposta inevitabilmente dal suo centro. E’ molto più conforme ai canoni della teologia liturgica del giorno invitare queste persone in cattedrale e indicarle a tutto il popolo, piuttosto che andare a chiudersi nella cappella di un carcere o di un ospedale, lasciando fuori clero e popolo. Semmai, dopo la celebrazione in cattedrale, il vescovo può recarsi in quei luoghi e intrattenersi con quelle persone bisognose in una bella cena pasquale da lui offerta, cosa che sarebbe senz’altro più gradita e simpatica e non avrebbe meno impatto mediatico, se è questo che si cerca.

don Francesco Cupello

72 commenti:

  1. Condivido a tal punto quest'appello, che non apprezzo i sacerdoti che il giovedì santo, alla Crismale Santa Messa non concelebrano.

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    1. Non vedo la gravità della non concelebrazione....addirittura non apprezza!!!! Ma che modernista è lei???

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    2. Ha perfettamente ragione don Daniele : non si possono essere apprezzati coloro che non vogliono concelebrare almeno una volta l'anno con il loro vescovo.

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    3. Visto che sono tra coloro che non concelebrano, faccio notare che la Messa crismale, al contrario delle altre celebrazioni del triduo, è un rito moderno, ignoto a centinaia di migliaia di sacerdoti prima di noi, i quali hanno potuto vivere la comunione col proprio vescovo senza questo guazzabuglio liturgico che si chiama 'concelebrazione'.

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    4. Non è esattamente così. Certamente la Crismale esiste da moltissimi anni prima del Conc. Vat. II. A questa cerimonia venivano delegati alcuni sacerdori delle zone della diocesi per prelevare gli Olii Santi. Sicuramente si era coi vescovi molto più in comunione che oggi! Tuttavia torniamo a noi: chi dunque non concelebra col vescovo il giovedi santo non è in comunione con lui!!!! E tali sacerdoti sarebbero ergo da disprezzare (secondo alcuni quassù! ). Alla faccia dell' ubi caritas dai presbiteri della Nuova Chiesa tanto sbandierata. Ma vedete di mettere un po d'ordine nel vostro cervello, per lo meno rivedete le vostre priorità. Mai fare il processo alle intenzioni. Però sarebbe bello sperimentate i cerimonieri in casula.....a concelebrare magari col vescovo di Roma. Vedrete che arriveremo anche a questo! Con buona pace degli esasperati concelebristi vaticanosecondisti volemose bene ma a morte chi non la pensa come noi, messi alla gogna congregati nos in unum il giovedi santo alla crismale.

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  2. anch'io condivido quest'appello con la tristezza nel cuore...
    purtroppo -se celebrata nella Cattedrale- molti Vescovi non avranno il giusto spazio nei media... più stravagante sarà il luogo, più spazio avranno.....

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  3. Purtroppo la pubblicità ha preso il sopravvento sulla fede - poi c'è chi non crede nella traditio. Tempo al tempo. Il Signore è sempre l'Onnipotente, ricordate la paraboila delle monete.

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  4. Bisognerebbe dirlo al vescovo di Roma che a S. Giovanni in Laterano si fa quasi mai vedere, mentre a S .Maria Maggiore invece....vorrei sapere se è vero che quest'anno la cerimonia della lavanda dei piedi sarà privata.... mi mancano le celebrazioni liturgiche pasquali del bavarese.

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  5. @ Anonimo 13,09 sono andato a guardare sul sito vaticano ( http://www.vatican.va/news_services/liturgy/calendar/ns_liturgy_calendar_it.html#APRILE_2014 ) e della Messa in Coena Domini non c'è traccia alcuna ... spettiamoci un bis tipo quello dello scorso anno !

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  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  7. Appello vano: il papa celebrerà la lavanda dei piedi al Don Gnocchi.
    I piedi puzzoni fanno più audience della cena del Signore.
    Quanta misericordia, troppa bontà! Allarghiamo i palcoscenici!

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    1. Che il Papa (e mi duole dirlo) non celebri la Missa in Coena Domini in San Giovanni in Laterano non mi va giù....soprattutto nella Celebrazione per l'istituzione della Eucarestia....

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    2. Meglio persone a cui puzzano i piedi piuttosto che individui a cui puzza l'anima...

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    3. E a te l'anima non puzzza sepolcro imbiancato, fariseo con la puzza sotto il naso oltre che ai piedi?

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    4. Ma perché molti non si convertono al protestantesimo se non credono più nell'Eucarestia??

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    5. Nel protestantesimo si celebra l'Eucarestia. Certo, non è valida secondo i canoni cattolici, ma si celebra. I protestanti non aderiscono alla dottrina della transubstantazione.

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  8. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    1. Anonimo cattolico grillino! Molto caritatevole nella tua correzione fraterna.

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    2. fate venire voglia davvero di diventare tutti agnostici e atei ... che tristezza che fate ...

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  9. Ma senza audience, non è prevista distribuzione biglietti ingresso al pubblico.

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  10. Dov'è questo sacerdote che voglio abbracciarlo per le cose esemplari che ha detto??? Per fortuna che ci sono ancora sacerdoti VERI che interpretano il Vangelo come dovrebbero fare tutti dalle più alte gerarchie al pievano della parrocchia più sperduta!

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    1. Cioè lo interpretano come piace a te??? E' questo che vuoi dire??

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    2. No lo interpretano come si dovrebbe non come piace a molti come lei....cosa c'è di sbagliato in quello che ha scritto il sacerdote nell'articolo? Me lo argomenti e ne parliamo! Non basta una battuta infelice e concisa come la sua....

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    3. L'articolo è solo un ripasso ideologico dei prenotanda.. mi pare scarsino come contributo serio! Soprattutto, visto che si parlava di una cosa così poderosa come l'"interpretazione dei vangeli", qui di vangelo c'è praticamente zero!
      Del resto è chiaro come il sole che questo è il "vostro" cattolicesimo..

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    4. Anonimo non faccia giri di parole, il Giovedì Santo cosa è se non l'istituzione dell'Eucarestia?? Lo so che a voi cattolici moderni dà fastidio parlare di Eucarestia, Transustanziazione, Risurrezione ecc....meglio concentrarsi su cose più terrene no???

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    5. Intanto praenotanda. Poi a voi Nuovi che vi interessa la Chiesa cattolica e isuoi riti? È evidente che siete luterani.

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  11. Pensare che uno dei motivi addotti x negare la celebrazione del triduo pasquale ai tradizionalisti è il rispetto imprescindibile delle norme liturgiche richiamate nell'articolo: celebrazione nelle parrocchiali col parroco, o nelle cattedrali col vescovo e non nelle cappelle o chiese sussidiarie nelle quali è solitamente relegata la celebrazione vetus ordo. Invece x piacere ai media e al mondo non credente, che applaude a certe iniziative, tali norme possono essere tranquillamente mandate a quel paese.. Ancora una volta 2 pesi e 2 misure.. Ancora una volta lo scopo è solo quello di piacere al mondo.. VERGOGNA!

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    1. Non è esatto. Nel triduo sacro non si posson celebrar messe "private" senza popolo con qualunque messale. Quindi gl'istituti, le comunità tradizionali, i gruppi stabili posson celebrar il triduo sacro col popolo nei loro luoghi di culto. E questo avviene in tutti gl'Istituti Ecclesia Dei, ad es.

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    2. Mi spiace contraddire le 2 risposte, ma a Milano il triduo è sempre stato negato al gruppo x la messa tradizionale proprio con le motivazioni sopra citate.

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  12. Un Papa che anzichè essere Maestro (anche di Liturgia) commette abusi liturgici in nome dell'audience e dell'applauso del mondo.... che schifo!

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    1. Ma sei così sicuro che lo faccia per l'audience??? Mi sembri un po' troppo temerario!!
      Non ti passa nemmeno per l'anticamera del cervello che la ragione sia evangelica e spirituale??
      Quando a voi tradizionalisti qualcosa non va, siete sempre pronti a trovare la motivazione di comodo!

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    2. La Missa in Coena Domini è l'istituzione dell'Eucarestia, ogni altra interpretazione che offuschi il fulcro del Giovedì Santo è sbagliata! Lavanda dei piedi compresa!!!!

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  13. Io penso che dovreste capire, studiando anche un po', perché san Giovanni sostituisce la narrazione eucaristica con il racconto della lavanda dei piedi...

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    1. Non diciamo cavolate mi scusi!!! Studi e legga bene lei il Vangelo....

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    2. Lo vedi che voi tradizionalisti siete troppo ottusi per un qualsiasi discorso sensato!!! Io sto parlando, nella fattispecie, del Vangelo di Govanni, non del vangelo in generale.. La prima cosa da chiarire in una discussione è l'oggetto.. Poi le cavolate le sparate voi, inevitabilmente!

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    3. Dario caro le ho risposto alle 9.52 sotto....ma che fastidio che vi dà il senso Vero del Giovedì Santo....ma perché non diventate protestanti se i capisaldi del Cattolicesimo vi fanno venire questi pruriti???

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  14. Studia, studia, Dario: San Giovanni non sostituisce la narrazione eucaristica, già narrata dai sinottici, ma la integra con la lavanda dei piedi e il discorso sacerdotale.
    A quell'anima candida dell'anonimo delle 23:44 che teme che noi siamo temerari: temo che abbia perso il timore di Dio, se ritiene più evangelica e spirituale la scena simbolica della lavanda piuttosto che l'istituzione sacramentale del sacrificio eucaristico...
    ma la smetta di temere pudicamente come una povera verginella di un educandato ottocentesco!

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    1. Facile giustificazione.. E' evidente che il vostro livello di studio non riesca a superare quello delle rubriche liturgiche..

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    2. Le facili giustificazioni le fa lei perché le fa comodo pensarla così. Riporti allora il passo del Vangelo di Giovanni da cui emerga la maggior importanza della lavanda dei piedi rispetto alla istituzione dell'Eucarestia....sempre se lo trova... argomenti Dario, non butti là delle battute che lasciano il tempo che trovano....

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    3. Hierrooooo,,, aoh sveglia!!! Ma lo hai mai letto il vangelo di Giovanni??? Come si fa a riportare, cito testualmente, "il passo del Vangelo di Giovanni da cui emerga la maggior importanza della lavanda dei piedi rispetto alla istituzione dell'Eucarestia....sempre se lo trova.."... Ma se san Giovanni NON HA il racconto dell'eucaristia è ovvio e straovvio che non si possa trovare un passo per tale confronto.. Giovanni ha SOLO il racconto della lavanda.. E, comunque sia chiaro, io non ho mai detto che per Giovanni la lavanda sia più importante dell'eucaristia, ho detto solo che dovrete cercare di capire il perché il quarto vangelo fa questa stranissima scelta... Studia tu, caro Hierro and company, ma dall'asilo però!!!

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    4. E' proprio vero che l'intelligenza non sta nel dare la risposta ma nel capire la domanda...

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    5. Capitolo 6 Giovanni: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete". Caro Dario, dire che Giovanni non fa richiami all'Eucarestia non è corretto. All'asilo ci vada lei e non offenda grazie. Complimenti comunque nel cercare ogni cavillo per sminuire il senso Vero del Giovedì Santo....

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    6. Ah....citi Giovanni anche per il libro dell'Apocalisse, ci crede a quella vero? Oppure crede solo alla lavanda dei piedi perché le fa comodo ed è più politicamente corretto nel mondo attuale massmediatico???

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    7. Il cap. 6 di Giovanni è una straordinaria catechesi sulla figura e la missione di Gesù. Il senso eucaristico viene in seconda battuta e come conseguenza della prima.. Ma resta il fatto che Giovanni sospende la narrazione eucaristica proprio là dove avrebbe dovuto principalmente collocarla.. E' un dato di fatto! Le conseguenze poi, tipo quella della mia "non fede" nell'eucaristia, siete solo voi a tirarle, gratuitamente.. Io chiedevo solo che mi si rispondesse alla domanda sul "perché" Giovanni fa questa scelta non da poco.. ribadisco il concetto: la prima intelligenza è capire la domanda, non dare la risposta.
      PS: Non tirate in ballo fantasie da quattro soldi, tipo l'impatto mediatico e il politicamente corretto.. o l'Apocalisse, che poi qui non centra un cavolo... State a un metodo preciso. Grazie!

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    8. E secondo lei noi nel 2014 avremmo la risposta sul "perché Giovanni faccia quella scelta?" Dovrebbe sapere che Giovanni è, tra i 4, l'evangelista se non il più criptico quantomeno il più misterioso ed ho fatto l'esempio dell'Apocalisse proprio perché Giovanni non è evidentemente interpretabile in maniera immediata. Io dicevo solo che quando si tratta di prendere per buoni dogmi creduti e Veri della Chiesa Cattolica, come l'Istituzione dell'Eucarestia, si spacca il capello in 4 insinuando dubbi e riletture che hanno molto di protestante e molto poco di cattolico.

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    9. La spiegazione che danno gli esegeti - e cito per tutti Ricciotti e Garofalo - è che Giovanni, dà per già conosciuto quanto scritto nei Sinottici già assai diffusi alla fine del I sec, quand'egli scrive, e per questo continua ed amplia con particolari non presenti negli altri vangeli. Inoltre a Giovanni premeva anche difendere la divinità di Cristo contro gnostici ed ebioniti e questo vien chiaramente affermato in 20,31. Per cui, dato per scontato quanto scritto da Matteo, Marco e Luca, si pone in altra ottica nella sua narrazione.

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    10. L'evangelista Giovanni ha fatto, con la narrazione dei fatti, l'esaltazione e il centro di tutto il "Verbum Caro factum est". Tralascia il racconto dell'istituzione della Eucarestia e si concentra sul Mandatum novum, cioè l'amore vicendevole, per dare vigore alla Carità di Cristo ed esaltare i fatti della Passione, della morte e della Resurrezione. Quando san Giovanni scrive il vangelo le comunità cristiane celebravano da decenni l'Eucarestia e lo facevano coi testi dei sinottici e col testo di Paolo. Le cerimonie del Giovedi Santo prevedevano il rito della lavanda dei piedi, chiamato appunto Del Mandato, prima della Messa "In Coena Domini" ed è evidente il motivo e cioè per poter degnamente partecipare al più grande dei misteri cioè la Messa, bisognava aver compiuto il gesto dell' ut diligatis invicem (il Mandato dell'Amore). In questa prospettiva san Giovanni omette il racconto della Istituzione Eucaristica. Il Verbo si fa Carne e chi mangia di quella Carne e beve di quel Sangue Dio dimora in lui ed egli in Dio e avrà la vita eterna.

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    11. Hierro, non sprecare fiato! Dario è un modernista della prima ora in questo sito. Non ti curar di lor...

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  15. Anche i moderati, nornalisti pare che si siano svegliati ... http://traditiocatholica.blogspot.it/2014/04/cattedrali-abbandonate-per-la-gioia-del.html

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    1. Articolo spietato ma terribilmente attuale e veritiero....quando si dice "cogliere nel segno"!!!

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    2. concordo pienamente.
      Abbiamo bisogno di preti, Signore, ma di preti fatti sul tuo stampo; non vogliamo sgorbi non vogliamo “occasionali”, ma preti autentici, che ci trasmettano te senza mezzi termini, senza ristrettezze, senza paure. Vogliamo preti “a tempo pieno”, che consacrino ostie, ma sopratutto anime, trasformandole in te; preti che parlino con la vita, più che con la parola e gli scritti; preti che spensano il loro sacerdozio anziché studiare di salvaguardare la dignità. Sai bene, Signore, che l'uomo della strada non è molto cambiato da quello dei tuoi tempi; ha ancora fame; ha ancora sete; fame e sete di te, che solo tu puoi appagare. Allora donati preti stracolmi di te, come un Curato D'ars, preti che sappiano irradiarti; preti che ci diano te. Di questo, solo di questo noi abbiamo bisogno. Perdona la mia impertinenza; tieniti i preti dotti, tieniti i preti specializzati, i preti eloquenti, i preti che san fare schemi, inchieste, rilievi. A noi, Signore, bastano i preti dal cuore aperto, dalle mani forate, dallo sguardo limpido. Cerchiamo preti che sappiano pregare più che organizzare, preti che sappiano parlare con te, perché quando un prete prega, il popolo è sicuro. Oggi si fanno inchieste, si fanno sondaggi su come sarà, su come la gente vuole il prete. Non ho mai risposto a queste inchieste, ma a te, Signore, posso e voglio dirlo: il prete io lo voglio impastato di preghiera. Donaci, o Signore, preti dalle ginocchia robuste, che sappiano sostare davanti a te, preti che sappiano adorare, impetrare, espiare; preti che non abbiano altro recapito che il tuo Tabernacolo. E dimenticavo: rendici degni di avere tali preti.

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  16. Ma se il Papa celebra difronte a semplici persone cosa toglie all'istituzione dell'Eucarestia? Devono per forza esserci sfarzo e tradizionalismo ideologico? Allora è vero che ad alcuni interessano solo i pizzi e i merletti!

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    1. Pizzi e merletti non c'entrano nulla e il suo post conferma ancora una volta che ne siete ossessionati. Nessuno chiede sfarzo ma, almeno nel Giovedì Santo, di rispettare una tradizione bimillenaria della Chiesa Cattolica da parte del suo Papa e cioè l'incontro intimo con Gesù nel giorno dell'istituzione dell'Eucarestia. Nelle parrocchie periferiche ci si può andare tutto l'anno mentre il Giovedì Santo sarebbe preferibile celebrare in maniera diversa tutto qua....

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    2. Non è questione di pizzi e merletti: il Giovedì Santo è il memoriale dell'Ultima Cena: Cristo coi suoi Apostoli. Dunque il Papa deve celebrare coi suoi sacerdoti.

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    3. Lupus in fabula. È tornato il Nuovo a raccontare Nuove cavolate. Consiglio: approfitta di alcuni per fornirti di pizzo o merletto onde guarnire le quattro tavole.....che ti accoglieranno. Almeno sarai sicuro di aver scelto tu.

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    4. Ue' è arrivato eh! Il bestemmiatore ufficiale è arrivato a dar lezioni. Pagliaccio.

      PS PER LA REDAZIONE: immagino che nemmeno questo intervento sarà pubblicato. Potete però spiegare cosa vi spinge ad approvare le lagne protestantoidi di Dario e i rantoli allo zolfo del nuovo? Grazie.

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  17. Fino a quando non ci saranno esempi liturgici, provenienti dal Papa, non cambierà mai niente di conseguenza.

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  18. Già, Hierro1973:
    "Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la MIA CARNE E’ VERO CIBO E IL MIO SANGUE VERA BEVANDA. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
    (Gv 6, 53-58)


    Dal Catechismo Maggiore-San Pio X:

    48. QUALE MISTERO SI CELEBRA NEL GIOVEDI’ SANTO?
    Nel giovedì santo si celebra l'istituzione del santissimo Sacramento dell'Eucaristia.

    818. QUANDO GESU’ CRISTO HA ISTITUITO L’ORDINE SACERDOTALE?
    Gesù Cristo ha istituito l'Ordine Sacerdotale nell'ultima Cena, quando conferì agli Apostoli e ai loro successori la potestà di consacrare la SSma Eucaristia. Il giorno poi della sua resurrezione conferì ai medesimi il potere di rimettere e di ritenere i peccati, costituendoli cosi i primi sacerdoti della nuova legge in tutta la pienezza della loro potestà.

    (nota mia: Questo non esclude ovviamente che la lavanda dei piedi abbia un forte significato, tanto da essere citata dal Catechismo Maggiore che qua sotto riporto, ma che NON E’ ASSOLUTAMENTE quella ad essere celebrata nel Giovedì Santo, come abbiamo infatti appena letto sopra, citando lo stesso Catechismo)

    59. PERCHE’ SI FA LA LAVANDA DEI PIEDI NEL GIOVEDI’ SANTO?
    Nel giovedì santo si fa la lavanda dei piedi:
    -per rinnovare la memoria di quell'atto di umiliazione con cui Gesù Cristo si abbassò a lavarli ai suoi Apostoli;
    -perché Egli medesimo esortò gli Apostoli e, in persona di essi, i fedeli ad imitare il suo esempio;
    -per insegnarci, che dobbiamo purificare il nostro cuore da ogni macchia, ed esercitare gli uni verso degli altri i doveri della carità ed umiltà cristiana.

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  19. Io provengo dal rito ambrosiano e nel triduo si legge solo esclusivamente il vangelo di Matteo. Quindi la Missa in coena Domini non solo è priva del rito della lavanda dei piedi, ma neppure se ne accenna in qualche parte della messa. Il tema è esclusivamente quello della istituzione della eucaristia e del sacerdozio. A ciò si aggiunge il primo atto della passione con il ricordo della agonia nell orto degli ulivi e la successiva cattura. Nulla di più lontano dalla idea di andare nelle carceri a lavare i piedi..

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  20. Non si tratta solo di semplici persone, ci sono tra loro non cristiani non solo non cattolici, mai provato ad entrare in una moschea durante la funzione? Pizzi e merletti non c'entrano nulla dovrebbe contare l'appartenenza ad una fede, non sono bazzeccole.....

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  21. ma no... le cattedrali devono lasciarle alla massoneria ebraica,come già accade in Argentina...

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  22. Sono contento che il mio scritto sulla celebrazione del Giovedì Santo abbia suscitato un dibattito. Dimostra se non altro che il problema c'è. Io immagino come se la ridesse quel ragazzo musulmano mentre il papa gli lavava i piedi, per quanto solo simbolicamente: loro non capiscono questi gesti e questi simboli, nè li ammettono. Ammettere poi un non cristiano alla celebrazione più intima del sacramento più sublime della nostra fede, è assolutamente incomprensibile e inammissibile, perché sarebbe ridurre il rito a una pura cerimonia, per la quale non si richiedono particolari requisiti.
    L'interesse suscitato mi incoraggia a rendere nota una mia recente pubblicazione (1a ediz. nov. 2013, 1a ristampa gen. 2014, € 8,00) con le edizioni FEDE&CULTURA intitolata "Chiesa povera, non impoverita", con la quale sollevo qualche questione circa alcuni comportamenti di Papa Francesco. Il libro è dfisponibile anche in e-book. Grazie fin d'ora a chi vorrà farmi pervenire un giudizio, scrivendo a francesco.cupello@tiscali.it
    Buona e Santa Pasqua a tutti.
    Anche qui ho voluto suscitare un dibattito

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    1. Sia lodato Gesù Cristo!
      La ringrazio per la segnalazione del libro, che pare interessante. Mi potrebbe dire dove posso trovare l'e-Book? Può scrivermi qui: kuno_senpai@hotmail.com
      La ringrazio e la saluto in Gesù e Maria

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    2. Il ragazzo islamico avrà riso dentro di sé e parecchi come lui avranno interpretato il gesto, temo, come una resa del Cattolico dinanzi alla superiorità della loro religione

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  23. Andare a lavare i piedi al carcere il giovedi` santo puo` far capire alla gente
    che la questione religiosa si puo` risolvere benissimo col volontariato,e che questo
    significa ammodernamento della chiesa cattolica, la quale deve stare necessariamente al passo coi tempi!!! che e` sta chiesa immutabile...

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  24. http://www.youtube.com/watch?v=wFA7_4kdmHU#t=111

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  25. Molto interessante l'Anonimo che porta l'esempio del Rito Ambrosiano, che non prevede il rito della lavanda dei piedi. E' la prova più solare della correttezza delle mie osseervazioni. Questo ci induce a capire che tra il rito ambrosiano, che nemmeno la nomina la lavanda dei piedi, e l'anomala prassi di fare di quel rito il punto focale della celebrazione vespertina del Giovedì Santo, ci sarà pure una via di mezzo, per percorrere la quale basta attenersi alla plurisecolare tradizione del rito latino romano e alle norme pre- e postconciliari. Quanto a Papa Francesco, tutti strombazzano che lui si è sempre e solo definito Vescovo di Roma, quasi che questa fosse una sua scoperta, o che tra il titolo di "Vescovo di Roma" e quello di "papa" ci sia una profonda differenza. Ma quando mai? Ma chi ha mai negato che il Papa è il Vescovo di Roma e che il Vescovo di Roma è il Papa? Paolo VI ha sempre detto che il Papa è tale in quanto Vescovo di Roma e non viceversa, dichiarandolo a chiare lettere a Ginevra al Consiglio ecumenico delle Chiese, dove tra l'altro disse senza mezzi termini e senza alcun timore: "Io sono Pietro". E poi: se ci si tiene tanto a sottolineare che il Papa è il Vescovo di Roma (e ripeto: chi l'ha mai negato?), come mai nessuno ha da ridire sulla incoerenza che il Vescovo di Roma ignori la sua cattedrale, che è S.Giovanni in Laterano, non andandovi a celebrare nè la Messa Crismale, nè quella in Cena Domini?

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  26. Grazie don Francesco per averci ricordato il centro focale della Missa in Coena Domini

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  27. Una parola: secolarizzazione

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  28. Scusate l'O.T. ... ma in questo blog non è stata commentata la conferma da parte di Papa Francesco di Guido Marini? Ricordo che al momento della sua elezione e delle notizie circa i retroscena avvenuti in sacrestia questo fu un argomento molto gettonato. Qualcuno disse che Francesco non avrebbe avuto la delicatezza di B16 che aveva tenuto Piero Marini alcuni mesi prima di sollevarlo dall'incarco.... Beh mi pare gli eventi dimostrino come Francesco sia andato ben oltre la delicatezza di B16.

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