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venerdì 29 novembre 2013

Lettera di gratitudine dei fedeli al loro parroco don Alfredo Morselli

 Pubblichiamo questa toccante lettera, dedicata al caro Rev.do don Alfredo Maria Morselli, parroco di Stiatico e Casadio (Bo) che Mercoledi 27 Novembre, Festa della Medaglia Miracolosa, nonostante le sue veramente precarie condizioni di salute, ha celebrato la S.Messa cantata.
Procede claudicante ed appoggiandosi al bastone il nostro Parroco della Bassa. Eppure, mentre il coro intona l’introito con la voce delle schiere degli angeli (grazie sr. Lucilla e sr. Katharina!), quel claudicare è solenne, dignitoso e militarmente pieno d’onore. E’ il peso delle ferite, ma anche delle medaglie conquistate sul campo della buona battaglia.
E’ l’incedere del combattente con il corpo ferito nelle mille e mille battaglie della guerra giusta che ha combattuto per tutta la sua vita e che continuerà fino a che il Signore gli darà un briciolo di forza. E’ il claudicare di chi non si è arreso ed è stato colpito ripetutamente e gravemente dal Nemico, che però non è riuscito ad abbatterlo e nemmeno a fargli paura, il claudicare di un comandante che combatte in testa alla sua schiera per la Sua Patria, quella Celeste, il Re della quale gli ha ordinato di non cedere il passo, di contrattaccare, di agere contra, per riconquistare il confine occidentale della nostra civilità: la bellezza della Sacra Liturgia Antica.
E nonostante le ferite del corpo, che sono tante – ma guariranno – e quelle dello spirito – i tradimenti dei falsi amici, le insidie del Nemico, lo spirito dei tempi nostri, le vicissitudini personali e famigliari, le amarezze pastorali – ed anzi grazie a quelle ferite, unite alla Piaghe del Comandante Supremo gloriosamente appeso alla Croce, il nostro ufficiale di un’esercito armato fino ai denti di quell’arma terribile a ripetizione che è il Santo Rosario della Vergine Maria, portandone con dignità le insegne – a dispetto di quella parte preponderante dell’esercito che le ha buttate alle ortiche per paura e diserzione – procede verso il monte sacro della battaglia e dichiara guerra al nemico: Introibo ad altare Dei!
E succede così che in una freddissima sera padana una schiera di soldati fedeli del Re riempia con ordine e dignità ed in silenzio partecipe il campo di battaglia, la Chiesa Parrocchiale di S. Venanzio Martire di Stiatico, nella pianura Bolognese che già degrada verso il basso delle fluviali valli Ferraresi. Ognuno è al suo posto, la Chiesa trabocca. E’ sera e ci sono 5 gradi sottozero: non importa; ci si prepara alla battaglia con fiducia seguendo il comandante di mille battaglie. Judica me Deus et discerne causam meam de gente non sancta ... mentre l’artiglieria celeste continua il fuoco di copertura cantando l’introito.
Arringa le sue truppe seduto, il comandante. L’omelia è un dotto richiamo alla battaglia  sotto l’insegna della gloria del Re: la Croce grondante del Sangue del Salvatore; si ricorda oggi la Patrona di tutti i combattenti di questa battaglia di civiltà e d’amore: Maria SS., l’Immacolata, e la sua fedele attendente, S. Caterina Labourè, che riceve l’ordine di forgiare un’altra arma nuova e preziosa, che condurrà alla vittoria folle di combattenti della buona battaglia: la Medaglia Miracolosa.
Quando la battaglia entra nel vivo e il comandante agisce nella Persona del Re (Cristo Re), è costretto a farlo da una sedia di dolore, anzichè ritto e prostrato come prima delle tante ferite. I suoi aiutanti di campo sono sconcertati, ma lui procede con le insegne gloriose e sferra al Nemico il colpo mortale: HOC EST ENIM CORPUS MEUM ... e , pur seduto e dolorante par di vederlo là, sul Monte del Golgota, mentre comanda al fedelissimo Michele di finire l’odiato avversario con la spada trionfante della Verità.
Caro Don Alfredo, la salute tornerà, tempora bona veniant! Ma ieri sera, alla Santa Messa in rito Tradizionale in occasione della Festa della Medaglia Miracolosa hai dimostrato come la solennità non sia questione di pizzi e merletti, scarpe con la fibbia e armamentari vari della stupidità che solitamente vengono attribuiti a noi amanti del rito antico: la solennità è questione di cuore, e si può esser solenni anche quando la salute ti costringe a recitare il Canone seduto su una sedia di dolore.
Per questo impegno, per questa costanza, per non aver mai mollato, per la tua sofferenza unita a quella di Cristo, per le tue parole, grazie di cuore, vecchio amico e vero sacerdote di Cristo! Grazie per il tuo saluto finale, gridato senza paura, al quale con entusiasmo ci uniamo tutti: Viva Cristo Re!
Latro Poenitens
La delegzione ferrarese del Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum porge all’amico e maestro Don Alfredo Maria Morselli i suoi più affettuosi ringraziamenti a nome di tutti gli amanti della Messa di Sempre.

6 commenti:

  1. bellissimo: bravi ! viva don Alfredo !
    Gianni C.

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  2. Viva don Morselli! Abbasso Palmaro!

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  3. Non permetteremo l'annichilimento della religione cattolica!mai!costi quel che costi!combatteremo con il Principe della Milizia Celeste!Educheremo i nostri figli alla lotta!Christus vincit!

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  4. AD MAIOREM DEI GLORIAM

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