7.7.2007 / 7.7.2013
Sei anni fa Benedetto XVI donava alla Chiesa il Motu Proprio Summorum Pontificum.
Lodiamo Dio per questo dono immenso e siamo eternamente grati all'amato Pontefice Benedetto che ha posto
nelle sante mani dei Sacerdoti un ricco patrimonio liturgico da far fruttare anche per un rinnovato , più intenso spirito missionario e per la santificazione delle anime .
Ha detto ieri Papa Francesco ai seminaristi e ai candidati alla vita consacrata : «Vorrei dirvi: uscite da voi stessi per annunciare il Vangelo. Uscite da voi stessi per incontrare Gesù, andando verso la trascendenza e verso gli altri, due dimensioni che vanno insieme: una soltanto non va» .
Per questo il Signore richiede, a partire dagli Apostoli, che quanti ha scelto e inviato si mettano in cammino e non portino con sé che l'essenziale, fidandosi dell'assistenza potente di Colui che li manda e della mercede promessa agli operai della messe.
Che il Signore mandi santi sacerdoti e ferventi religiosi alla sua Chiesa .
Sempre ieri, durante una discussione con il pubblico al termine di una bella Conferenza a Giulianova ( Santuario Mariano dello Splendore) il Teologo S. Ecc. Mons. Bruno Forte ha prontamente difeso, senza ambiguità, il Pontificato di Papa Benedetto XVI dalle rozze accuse che un “cattolico adulto” aveva osato avanzare.
“ Il Pontificato di Papa Benedetto ha spianato la strada a quello attuale di Papa Francesco” ha detto fra l’altro il Teologo.
Percorrendo la “strada spianata da Papa Benedetto” festeggiamo anche quest’anno, con la preghiera ed il rendimento di grazie, la ricorrenza della pubblicazione del Motu Proprio “Summorum Pontificum” riflettendo sulle parole che il Papa ha detto ieri : “«La coerenza è fondamentale perché la nostra testimonianza sia credibile … Siate positivi. Siate capaci di incontrare le persone. E pregate il rosario per favore. Tenete sempre Maria con voi nella vostra casa… Avanti con gioia, coerenza, col coraggio di dire la verità di uscire da se stessi per annunciare il Vangelo». ».
Buona festa missionaria !
( A.C.)
Foto : La copertina di un "libretto" per la celebrazione della Santa Messa latino-inglese.
In questo giorno di gioiosa preghiera vogliamo ricordare quel che disse il Cardinale Darío Castrillón Hoyos, allora presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei e per molti anni prefetto della Congregazione per il Clero, alla vigilia dell’entrata in vigore del Motu Proprio : “ I miei auspici sono questi: l’Eucaristia è la cosa più grande che noi abbiamo, è la manifestazione più grande dell’amore, dell’amore redentore di Dio che ci vuole accompagnare con questa presenza eucaristica. Questo non deve essere mai un motivo di discordia: lì ci deve essere solo l’amore. Io auspico che questo possa essere un motivo di gioia per tutti coloro che amano la tradizione, un motivo di gioia per tutte quelle parrocchie che non avranno più divisioni, ma avranno – al contrario – una molteplicità di santità con un rito che è stato certamente il fattore e lo strumento di santificazione per più di mille anni. Ringraziamo, quindi, il Santo Padre che ha recuperato per la Chiesa questo tesoro. Non viene imposto niente agli altri. …”
In questo giorno di gioiosa preghiera vogliamo ricordare quel che disse il Cardinale Darío Castrillón Hoyos, allora presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei e per molti anni prefetto della Congregazione per il Clero, alla vigilia dell’entrata in vigore del Motu Proprio : “ I miei auspici sono questi: l’Eucaristia è la cosa più grande che noi abbiamo, è la manifestazione più grande dell’amore, dell’amore redentore di Dio che ci vuole accompagnare con questa presenza eucaristica. Questo non deve essere mai un motivo di discordia: lì ci deve essere solo l’amore. Io auspico che questo possa essere un motivo di gioia per tutti coloro che amano la tradizione, un motivo di gioia per tutte quelle parrocchie che non avranno più divisioni, ma avranno – al contrario – una molteplicità di santità con un rito che è stato certamente il fattore e lo strumento di santificazione per più di mille anni. Ringraziamo, quindi, il Santo Padre che ha recuperato per la Chiesa questo tesoro. Non viene imposto niente agli altri. …”