Le immagini rappresentano la velatura della croce e delle pale d'altare nel Santuario della Madonna Assunta (pro vulgo Madonna della Costa) a San Remo (diocesi di Ventimiglia-San Remo) in occasione della II Domenica di Passione c.d. "delle palme".
presbiterio |
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altar maggiore * |
altare dei Grimaldi |
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Altare del Crocefisso |
si ma a che serve?
RispondiEliminaA stimolare la vista.
EliminaNascondendo ciò che diamo per scontato la Chiesa nella sua secolare sapienza ci vuol far mancare e quindi rendere più preziosi i simboli che spesseo per pigra abitudine non apprezziamo fino in fondo durante l'intero anno liturgico.
Ieri in una piccola parrocchia di Verona, il sacerdote, giovane ha tenuto una breve ma significativa omelia incentrata su tre temi della Settimana Santa.
1. occhi per vedere (in contraddizione con le velature in viola)
2. cuore per amare
3. ginocchia per pregare, si prega in ginocchio, perchè quando si riconosce il Signore, ci si inginocchia spontaneamente, esattamente come fece il centurione romano ai piedi della croce.
Risultato: alla consacrazione tutta la chiesa inginocchiata, alla comunione il 90% l'ha ricevuta in ginocchio, i fedeli sono intelligenti, è sufficiente spiegare i motivi, la spontanea adesione ai segni esteriori ne è la naturale conseguenza.
si capisco.
Eliminanon condivido la tua spiegazione perché mi sembra un segno esteriore lugubre e che crea distanza tra popolo e liturgia, ma non è una contestazione. E ritengo segni esteriori (validissimi), ma non pregiudicanti una libera e feconda partecipazione alla messa il ricevere l'eucarestia in ginocchio, cosa che non ho mai visto praticare, o inginocchiarsi necessariamente durante la consacrazione.
Sull'inginocchiarsi, nessun problema, chi vuole può anche stendersi; per quanto riguarda la comunione in ginocchio, per me l'importante è comunque ricevere l'ostia in mano. Trovo veramente poco igienico il contatto diretto della mano con la bocca del fedele. Parlo da fedele che riceve l'eucarestia e da accolito che la somministra! Se la chiesa avesse un ufficio d'igiene andrebbe proibita
Hai ragione anonimo delle 14.53, basta spiegare. È strano come una liturgia sia rimasta sostanzialmente la stessa in epoche dove l'analfabetismo abbondava e per fede si seguiva tutto e si comprendeva tutto, ed oggi invece che l'analfabetismo in occidente è notevolmente diminuito e l'istruzione è su larga scala non si riesca nemmeno ad insegnare una Ave Maria.
Elimina"Trovo veramente poco igienico il contatto diretto della mano con la bocca del fedele." Che bell'esempio di affidamento nelle mani di Cristo.. la Teologia dell'Igiene...
EliminaIo me la ricordo. Quando ero piccola veniva effettuata, adesso è difficile vederla, almeno per me.
RispondiEliminaO anonimo dell'Asl (e delle 16.11), la mano del sacerdote per tua norma non tocca affatto la bocca del fedele nella comunione sulla lingua. E comunque con la comunione in mano si hanno due contatti dell'ostia con due mani diverse, quelle del ministro e quelle del fedele stesso. E chi ti dice che siano pulite? Le pseudoargomentazioni igieniche a favore della comunione in mano sono semplicemente ridicole.
RispondiEliminadistribuisco abitualmente la comunione insieme al parroco e altri accoliti della mia parrocchia. La comunione sulla mano è pressoché totalitaria, ma non mancano anche casi di persone che la ricevono in bocca. Il risultato, alla fine è che ho le mani sporche di saliva e spessi di rossetto
Eliminadato che sono 15 anni che assisto diversi sacerdoti tenendo il piattino alla comunione ( ieri per 3 messe con gran concorso di popolo) le dico una cosa: si faccia qualche domanda su come lei la distribusice: io non ho mai visto nessun prete sporcarsi le mani.
EliminaSempre per l'anonimo delle 16.11 e per quello delle 13.06 (se sono la stessa persona) aggiungo che domandarsi "a che serve" non è un modo molto intelligente di porsi davanti alla liturgia. E' come chiedersi "a che serve" Mozart. A niente serve Mozart, ma se non ci fosse staremmo tutti molto peggio.
RispondiEliminasi sempre io. ovviamente conosco il significato e il profondo valore della liturgia che certamente non voglio svilire quando legata alla celebrazione dei sacramenti, purché il centro della celebrazione sia il sacramento e non il contesto. In generale mi lascia perplesso la riproposizione un po' anacronistica di usi anni '50 che stridono con il comune sentire del Popolo di Dio di una comune parrocchia e che a mio avviso mal si adattano a una ermeneutica coerente delle attuali dinamiche della vita ecclesiale.
EliminaCommento che esula da quelli precedenti:
RispondiEliminama sbaglio o vedo parato un altare "posticcio" coram Deo davanti all'altare maggiore proprio del presbitierio? La prima cosa che ho pensato è "che brutto"!
C'è qualcuno che spiega perchè è stato fatto così? (mai stato in quel santuario, sto al punto cardinale opposto...)
Orribile...quella mensa davanti L'altare Maggiore!!!!
RispondiEliminaSarà il cattivo esempio della prima messa alla Sistina?
RispondiEliminaAnche io, la prima cosa che ho notato guardando le foto è stato l'altare posticcio! (Brutto o bello che sia sempre di altare posticcio si tratta). Peraltro la cosa mi ha impressionato perché la foto dell'altare maggiore di quella chiesa è la copertina di questo blog: Messa in latino!
RispondiEliminaPraecentor
Non sono mai stato a Sanremo, aborro i tavolacci pseudoaltari, ma non capisco i commenti meravigliati qua sopra: non avete mai sentito dire che spesso e volentieri le chiese in cui si celebra il VO sono chiese in cui si celebrano anche messe NO? Con il tavolaccio piaccia o meno bisogna quindi convivere, prendere o lasciare. Forse si riesce a spostarlo - se non è confitto nel pavimento - quando si celebra VO. Sempre meglio il tavolaccio in mezzo che celebrare in garage, comunque.
RispondiEliminaChi critica invece gli usi liturgici "Anni '50" (hanno almeno un millennio in più, cari anonimi) immagino che passi la vita a porsi problemi ponderosi. Ad esempio, perché mai le spose devono indossare uno scomodo abito bianco quando potrebbero andare all'altare ben più comodamente in jeans e maglietta? Ecc. ecc. ecc.
L'anonimo che si sporca le mani di rossetto quando dà la comunione sulla lingua ignora che semmai il problema si pone con l'attuale uso di dare le comunione in piedi e senza piattino: chi dà la particola è infatti una posizione scomoda, specie se il fedele di fronte è di alta statura, e deve comunque "accompagnare" l'ostia in bocca per essere sicuro che non cada in terra. Con la comunione in ginocchio l'operazione di comunicare è assai più agevole, e con il piattino non c'è la preoccupazione che l'ostia possa eventualmente cadere in terra. Non è che si stia in ginocchio a questo scopo, ma è un effetto collaterale benvenuto. Mediti l'anonimo sul fatto che modificare a cuor leggero anche in piccole cose una liturgia ben oliata e rodata da secoli "perché così siamo più up-to-date" in realtà scatena una serie infinita di conseguenze negative.
RispondiEliminaL'altare rivolto al popolo (che non è un semplice tavolo ma un bell'altare) viene lasciato durante la celebrazione delle SS. Messe in rito antico perchè il sacerdote è troppo anziano e ha difficoltà di camminare e, ancor più, a salire e scendere i gradini dell'altare maggiore.
RispondiEliminaIl velo viola è stato messo per coprire il palliotto dell'altare "posticcio" che è di legno dorato e tela bianca, e con immagini di santi.
Ecco spiegato il motivo di questa velatura che ha tanto schifato... i più superficiali!!
Quindi invito i farisei che si stracciano le vesti vedendo quest' altare "posticcio", a riflettere un po', prima di criticare acidamente, e di puntare il dito!!!!
Un sanremese
Ok, grazie della spiegazione!
EliminaQuindi il perchè di quell'altare è a causa dell'anzianità del celebrante.
Nessuno stracciamento di vesti, solo notavo una differenza tra la "copertina" del blog e le foto qui sopra ;-)
Splendido! Veliamo anche il blog.
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Eliminama dai non esageriamo! è il gesto di un uomo intelligente che sa che per cambiare le cose nella curia romana bisogna conoscerla bene dal basso senza isolarsi nella torre d'avorio dell'appartamento papale. Magari è stato lo stesso benedetto xvi a consigliarlo di non ripetere il suo stesso errore, quello cioè di essersi isolato dalla vita reale della curia.
EliminaManlio
Fuori, fuori. Gli antipapisti non sono tradizionalisti. Vadano fuori. Via, aria, aria... Le SANTE MESSE TRADIZIONALI CATTOLICHE NON DEVONO ESSERE INFETTATE DAGLI ANTIPAPISTI. Vadano a riunirsi in qualche congrega di eterni infelici.
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RispondiElimina"ecce christianus"
Musulmán bautizado por BXVl abandona la Iglesia Católica por sincretista
Altro che Bergoglio, voi vi meritereste don Farinella! Vergogna, non scriverò più su questo sito per la gioia di tanti. I voltagabbana non mi sono mai piaciuti, quelli che oltre ad aver cambiato bandiera poi censurano pure chi è rimasto coerente ancor meno. Farò la gioia di molti, sia dei modernisti sia dei tradizionalisti cacasotto. Addio.
RispondiEliminaMeo.