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martedì 17 luglio 2012

S. Sede e F.S.S.P.X: intervista a Mons. Fellay e riflessioni di Tornielli

Il mutismo dottrinale non è la risposta all' " apostasia silenziosa"
tratto da DICI n° 258 del 16.07.2012
tradotta da Mic e pubblicata su
Chiesaepostconcilio


DICI : Come si è svolto il Capitolo generale ? In quale atmosfera ?
Mons. Fellay: In un'atmosfera molto calda, perché il mese di luglio è particolarmente torrido, nel Vallese! Ma in un'atmosfera molto impegnata, in fondo, perché i membri del Capitolo hanno potuto avere scambi in tutta libertà, come conviene in una riunione di lavoro del genere.

DICI : Le relazioni con Roma sono state trattate ? Non c'erano questioni vietate ? I dissensi che si sono manifestati in seno alla FSSPX, in questi ultimi tempi, sono stati appianati ?
Mons. Fellay: Sono molte questioni! Riguardo a Roma, siamo davvero andati in fondo alle cose, e tutti i partecipanti al Capitolo hanno potuto prendere conoscenza del dossier completo. Nulla è stato tralasciato, tra noi non ci sono tabu. Avevo il compito di esporre con precisione l'insieme dei documenti scambiati col Vaticano, cosa resa difficile dal clima deleterio degli ultimi mesi. L'esposizione ha permesso una franca discussione che ha chiarito i dubbi e dissipato le incomprensioni. Ciò ha favorito la pace e l'unità dei cuori, ed è fonte di molta gioia.

DICI : Come vede le relazioni con Roma dopo questo Capitolo ?
Mons. Fellay: Ogni ambiguità tra noi è stata rimossa. Molto prossimamente faremo pervenire a Roma la posizione del Capitolo che ci ha dato l'occasione di precisare le tappe da seguire insistendo sulla conservazione della nostra identità, solo mezzo efficace per aiutare la Chiesa a restaurare la Cristianità. Infatti, come ho detto recentemente, «se vogliamo far fruttificare il tesoro della tradizione per il bene delle anime, dobbiamo parlare ed agire» (vedi intervista 8 giugno 2012). Non possiamo rimanere in silenzio davanti alla generalizzata perdita della fede, né davanti alla vertiginosa caduta delle vocazioni e delle pratica religiosa. Non possiamo tacere davanti all' «apostasia silenziosa» e le sue cause. Infatti il mutismo dottrinale non è una risposta a questa « apostasia silenziosa » che lo stesso Giovanni Paolo II constatava, nel 2003.
In questo percorso, intendiamo ispirarci non solo alla fermezza dottrinale di Mons. Lefebvre, ma anche alla sua carità pastorale. La Chiesa ha sempre considerato che la miglior testimonianza in favore della verità era data dall'unione dei primi cristiani nella preghiera e nella carità. Essi non costuituivano «che un cuor solo e un'anima sola», ci dicono gli Atti degli Apostoli (4, 32). Il bollettino di collegamento interno della Fraternità San Pio X s’intitola Cor unum, è un ideale comune, una parola d'ordine per tutti. Noi stessi ci separiamo con vigore da tutti coloro che hanno voluto approfittare della situazione per seminare la zizzania, opponendo gli uni agli altri i membri della Fraternità. Questo spirito non viene da Dio.

DICI : Cosa vi dice la nomina di Mons. Ludwig Müller a capo della Congregazione per la Dottrina della Fede?
Il precedente vescovo di Ratisbona, dove si trova il nostro seminario di Zaitzkofen, non ci apprezza, non è un segreto per nessuno. Dopo l'atto coraggioso di Benedetto XVI in nostro favore nel 2009, non aveva voluto affatto collaborare nello stesso senso, e ci trattava come dei parias ! È lui che allora dichiarava che il nostro seminario avrebbe dovuto esser chiuso e che i nostri studenti sarebbero dovuti andare nei seminari della loro regione di origine, prima di affermare apertamente : «I quattro vescovi della Fraternità San Pio X devono dimettersi» ! (vedere intervista in Zeit Online dell' 8 maggio 2009).
Ma più importante e più inquietante per noi è il ruolo che deve assumere a capo della Congregazione della Fede che deve difendere la Fede, la cui missione specifica è combattere gli errori dottrinali e le eresie. Infatti molti testi di Mons. Müller sulla vera transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e Sangue di Cristo, sul dogma della verginità di Maria, sulla necessità di conversione alla Chiesa cattolica per i non-cattolici... sono più che discutibili ! Senz'alcun dubbio, una volta sarebbero stati oggetto di intervento da parte del Sant'Uffizio dal quale deriva la Congregazione della Fede che egli oggi presiede.

DICI : Come si presenta il futuro della Fraternità San Pio X ? Nella sua lotta per la Tradizione della Chiesa, essa è sempre su uno spartiacque ?
Mons. Fellay: Più che mai noi dobbiamo custodire questo spartiacque fissato dal nostro venerato fondatore. È una linea difficile da tenere, ma assolutamente vitale per la Chiesa ed il tesoro della sua Tradizione. Noi siamo cattolici, riconosciamo il papa e i vescovi, ma dobbiamo innanzitutto conservare inalterata la fede, sorgente della Grazia di Dio. Conseguentemente bisogna evitare tutto ciò che potrebbe metterla in pericolo, senza però sostituirci alla Chiesa cattolica, apostolica e romana. Lungi da noi l'idea di costituire una chiesa parallela esercitante un magistero parallelo!
Mons. Lefebvre lo ha ben spiegato, più di trent'anni fa: egli non ha voluto trasmettere che ciò che aveva ricevuto dalla Chiesa bimillenaria. Ed è tutto ciò che noi vogliamo al suo seguito perché non è che così che potremo aiutare efficacemente a «restaurare ogni cosa in Cristo». Non saremo noi a rompere con Roma, la Roma eterna, maestra di saggezza e di verità. Tuttavia sarebbe irrealistico negare l'influenza modernista e liberale che si esercita nella Chiesa dal concilio Vaticano II e le riforme che ne sono scaturite. In una parola, noi conserviamo la fede nel primato del Pontefice romano e nella Chiesa fondata su Pietro, ma rifiutiamo tutto ciò che contribuisce all’«autodistruzione della Chiesa», riconosciuta dallo stesso Paolo VI, dal 1968.
Degnati, Nostra-Signora Madre della Chiesa, di affrettare il giorno della sua autentica restaurazione!
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(Fonte : DICI n°258) - Traduzione Mic


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ARTICOLI E RIFLESSIONI SULLE PAROLE DI MONS. FELLAY



- A. TORNIELLI, "Non vogliamo costruire una Chiesa parallela", Vatican Insider del 16.07.2012

"[...] Fellay non parla del contenuto della risposta che sta per inviare a Roma sull’ultima versione del preambolo dottrinale, anche se nelle scorse settimane aveva fatto intendere di non poter firmare la stesura presentatagli dal cardinale William Levada lo scorso 13 giugno.
Fellay spiega innanzitutto che la Fraternità ha ritrovato l’unità dopo le recenti polemiche interne e dice di aver presentato al Capitolo l’insieme dei testi che il superiore ha scambiato con la Santa Sede negli ultimi mesi. «Questa esposizione ha permesso una discussione franca che ha chiarito i dubbi e dissipato le incomprensioni», e ha favorito «l’unità dei cuori». «Noi faremo arrivare a Roma la posizione del Capitolo che ci ha dato la possibilità di precisare la nostra rotta», insistendo nella «conservazione della nostra identità, il solo mezzo efficace per aiutare la Chiesa a restaurare la Cristianità».
[...]
L’intervista va letta in filigrana: Fellay ha ricompattato la Fraternità, e ha isolato Williamson. Non dice nulla in proposito, ma si sa che considera non sottoscrivibile l’ultima versione del preambolo dottrinale, che lo ha sorpreso non poco in quanto non sono state accolte le sue proposte e le richieste di modifica che aveva avanzato dopo aver ottenuto – sembra di capire – qualche avallo ufficioso anche nelle stanze romane. Ma la risposta che sta per inviare a Roma non è da intendersi come la chiusura definitiva del dialogo e più di un passaggio dell’intervista sottolinea il riconoscimento dell’autorità del Papa come pure la volontà di non far nascere una Chiesa parallela.

- A. TORNIELLI, I Lefebvriani al bivio, da Sacri Palazzi del 17.07.2012

"[...] Vi sottopongo a questo proposito alcune considerazioni.
1) Dall’intervista emerge che Fellay è riuscito a ricompattare la Fraternità [...]
2) La risposta riguardante il testo del 13 giugno sarà con ogni probabilità negativa [...]
3) Il fatto che Fellay non sottoscriva questa versione del preambolo, nelle intenzioni del superiore della Fraternità San Pio X non significa che il dialogo si interrompa e che il possibile accordo venga sotterrato [...]
4) (omissis)

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