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sabato 31 marzo 2012

Enzo Bianchi scrive una lettera aperta a Mons. Livi





Bose, 25 marzo 2012

Prof. Antonio Livi
c/o La Bussola Quotidiana
Via Benigno Crespi 30/2
20159 MILANO
redazione@labussolaquotidiana.it



"Egregio Professore,
le scrivo, anche senza conoscerla, perché sono rimasto addolorato dal suo articolo su La Bussola quotidiana. Mi auguro che presto possa esserci occasione di incontrarla di persona per ascoltare direttamente da lei le sue osservazioni sui miei scritti.
Nel frattempo ci tengo a precisare alcune questioni in merito a quanto da lei affermato. Non so come i cattolici possano ritenere che Bose sia “un nuovo ordine monastico” quando la Chiesa cattolica non riconosce nuovi ordini monastici da alcuni secoli. È invece falso che la Comunità di cui sono priore “non rispetta le leggi della Chiesa sulla vita comune religiosa”: siamo una Comunità con statuto e regola approvati dall’Ordinario della nostra diocesi, il Vescovo di Biella, che ci frequenta con assiduità e ci conosce molto bene, al punto da aver anche affidato sia a me che ad altri fratelli incarichi di responsabilità in Diocesi. Se lei riteneva di avere ragionevoli dubbi, perché non si è rivolto al Vescovo mons. Mana per avere informazioni e un giudizio autorevole?
Quanto a me, ci tengo ad assicurarla della mia fede cattolica e della mia leale appartenenza alla Chiesa: la fede che professo è quella del Credo che proclamo ogni domenica nella Messa. Per me, quindi, Gesù Cristo è il Figlio di Dio, il Signore morto e risorto per la nostra salvezza. Se non lo ritenessi tale, ma solo un uomo, lei pensa che avrei scelto la vita monastica cristiana, che da quasi cinquant’anni tento di vivere, con fatiche e inadempienze certo, ma nella fede in Lui?
La Chiesa cui appartengo è la Chiesa cattolica che mi ha generato a Cristo attraverso il battesimo: come può lei affermare che ne profetizzo la fine e assimilarmi a quanti auspicano una Chiesa “senza più dogmi, senza morale, senza sacramenti, senza autorità pastorale”? Perché scrive che non amo questa Chiesa, “colonna e fondamento della verità”? Da quali miei scritti o parole lo deduce? Perché arriva a dire che io insinuo che “alla Chiesa conveniva mettere Küng,

piuttosto che il suo collega Ratzinger, a capo della congregazione per la Dottrina della fede”? È lei che insinua, non io. Conosco il teologo e cardinal Ratzinger dal 1980, assieme a lui ho scritto un libro sull’esegesi cristiana, da lui, divenuto papa Benedetto XVI, sono stato ricevuto in udienza particolare e nominato esperto al Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio. Forse lei vorrebbe attribuire anche al papa “l’assurdità” che imputa alla stampa cattolica per il fatto di ospitare le mie opinioni? Perché lei interpreta la mia lettura di un libro specifico di Küng – libro mai condannato né censurato dalla Chiesa, a differenza di altri – come mio sostegno a tutte le tesi di quel teologo che invece ho avuto modo di criticare in altre recensioni ai suoi libri?
Le ripeto il mio rammarico per le sue accuse e per un attacco di cui ignoro le ragioni, ma le rinnovo anche la mia disponibilità ad ascoltare le sue critiche e le sue osservazioni: per questo
le chiedo di poterla incontrare.
Il Signore le conceda la pace e la carità di cui tutti abbiamo bisogno."


Firmato Enzo Bianchi



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