Solo qualche giorno fa avevamo dato notizia delle celebrazioni in rito antico a Mombay.
Ecco qui un'altra notizia di S. Messe in India, officiate secondo il Messale del Beato Giovanni XXIII, secondo il Motu proprio Summorum Pontificum.
Si tratta delle Messe celebrate ogni domenica nella cappella di S. Antonio, a Chennai (già Madras) nello stato di Tamil Nadu nella parte sud est dell'India.
Come già si era notato nel nostro post precedente, è particolare e interessante vedere come la sensibilità e la cultura degli indiani cattolici siano entrate in punta di piedi nel "rito", e ora ne facciano parte a piedo titolo, in maniera discreta e ben amalgamata.
Le persone entrano nella cappella senza le scarpe (come in tutti i luoghi di culto indiani), per rispetto del luogo, il Sancta Sanctorum, in cui Gesù Cristo è presente con il Suo Corpo e il Suo Sangue.
Le signore son vestite con il tipico e tradizionale abito indiano, il Sari, con il quale, quando entrano nella cappella, si coprono anche la testa.
I fedeli, possono scegliere se usare le panche disposte nella cappella o, alla moda "indiana" accomodarsi e/o inginocchiarsi sulle stuoie disposte sul pavimento.
Spontaneamente i fedeli si dividono: le signore, dal lato del Vangelo, i signori dal lato dell'epistola.
Ma se nella navata si riscontrano usi e abitudini locali (per rispetto del luogo e di N.S.G.C.), nel presbiterio si riconosce lo stile assoluto, universale (cattolico, appunto) e unificatore del Rito Romano Antico.
L'umiltà e la serietà dei fedeli e del sacerdote sono tali da non far indulgere assolutamente alla creatività e al relativismo: l'altare, i paramenti, le suppellettili sono "romani", in spirito di obbedienza e di rispetto nei confronti della Tradizione e la Sacra Liturgia Antica della Chiesa.
fonte: Te Igitur
Ecco qui un'altra notizia di S. Messe in India, officiate secondo il Messale del Beato Giovanni XXIII, secondo il Motu proprio Summorum Pontificum.
Si tratta delle Messe celebrate ogni domenica nella cappella di S. Antonio, a Chennai (già Madras) nello stato di Tamil Nadu nella parte sud est dell'India.
Come già si era notato nel nostro post precedente, è particolare e interessante vedere come la sensibilità e la cultura degli indiani cattolici siano entrate in punta di piedi nel "rito", e ora ne facciano parte a piedo titolo, in maniera discreta e ben amalgamata.
Le persone entrano nella cappella senza le scarpe (come in tutti i luoghi di culto indiani), per rispetto del luogo, il Sancta Sanctorum, in cui Gesù Cristo è presente con il Suo Corpo e il Suo Sangue.
Le signore son vestite con il tipico e tradizionale abito indiano, il Sari, con il quale, quando entrano nella cappella, si coprono anche la testa.
I fedeli, possono scegliere se usare le panche disposte nella cappella o, alla moda "indiana" accomodarsi e/o inginocchiarsi sulle stuoie disposte sul pavimento.
Spontaneamente i fedeli si dividono: le signore, dal lato del Vangelo, i signori dal lato dell'epistola.
Ma se nella navata si riscontrano usi e abitudini locali (per rispetto del luogo e di N.S.G.C.), nel presbiterio si riconosce lo stile assoluto, universale (cattolico, appunto) e unificatore del Rito Romano Antico.
L'umiltà e la serietà dei fedeli e del sacerdote sono tali da non far indulgere assolutamente alla creatività e al relativismo: l'altare, i paramenti, le suppellettili sono "romani", in spirito di obbedienza e di rispetto nei confronti della Tradizione e la Sacra Liturgia Antica della Chiesa.
fonte: Te Igitur
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