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martedì 19 ottobre 2010

Un nuovo testo edito dalle Francescane dell'Immacolata. Con presentazione di mons. Gherardini





Per richieste:
Suore Francescane dell’Immacolata
Monastero delle Murate
06012 Città di Castello (PG)
Tel. 075/8555779
e.mail: francescanecittacastello@interfree.it



Poche pagine, scritte molti anni fa in un contesto non dissimile dal nostro, che se mai l’ha portato alle conseguenze estreme; ma scritte anche per un tale contesto come un accorato convinto e convincente appello ai valori perduti e come seminagione della fondata speranza di ripristinar il rapporto con Dio – interrotto dalla ribelle superbia dell’uomo – attraverso il ritorno a quel Calvario, sul quale la cultura moderna s’era illusa che fosse stato definitivamente crocefisso l’Uomo-Dio. L’accesso al Calvario? Il Crocefisso stesso, unitamente alla Madre sua Addolorata, attraverso il Sacrificio della Messa.

Poche, ma preziose. Bisognerebbe farle entrar e risuonare nelle profondità della coscienza contemporanea, queste pagine, per scuoterla dalla rinnovata albagia del “non serviam” (Ger 2,20) e farle comprendere che non sarà l’assurda pretesa d’ergersi al di sopra dei confini naturali nel pazzesco atteggiamento d’autoctisi e di sgambetto a Dio Creatore e Redentore a restituirle unità armonia e dignità.

Poche preziose e facilmente sintetizzabili, queste pagine partono dalla Messa come Sacrificio sostanzialmente identico a quello del Calvario, anche se in forma incruenta, ed analizzano la sostanziale identità nella causa: a) efficiente, b) materiale, c) formale e d) finale, ossia in ciò che oggettivamente ed intenzionalmente Calvario e Messa hanno in comune:

a) Gesù Cristo come unico Sacerdote;

b) l’unico Sacerdote ch’è insieme un’unica vittima di valore infinito;

c) attraverso un’unica azione sacrificale ad immolazione dell’unica vittima;

d) a maggior gloria di Dio e per la salvezza del genere umano.

Di particolare rilievo è la parte che l’opuscolo giustamente riconosce a Maria in ognuna delle suddette cause, e che costituisce il fondamento teologico della corredenzione mariana.

Il lettore ha già visto dalla copertina a chi queste pagine appartengano. Da parte mia, ho il piacere di presentarle non solo per il loro intrinseco e quindi permanente valore, ma anche per un tributo di gratitudine verso un lontano Maestro e poi Collega: il grande P. Gabriele M. Roschini. Un grande, che l’andazzo postconciliare ha tentato inutilmente di metter tra i ferri vecchi. Qualcuno, ancor oggi, proprio questo vorrebbe, ma non son rari i teologi che osano sfidare l’andazzo, citando il nome di quel Grande.

Nato il 19 dicembre del 1900, a diciott’anni fece il noviziato presso i Padri Serviti e divenne uno di loro. Ordinato sacerdote a ventiquattro, iniziò poco dopo il suo “cursus” di responsabilità interne ed esterne all’Ordine. Fu presto maestro dei novizi, definitore provinciale, direttore spirituale d’un Seminario nel Viterbese, dottore in filosofia e teologia. Nel 1933 iniziò l’attività d’insegnante a Roma, dove fu pure consultore del Sant’Uffizio e della S. Congregazione dei Riti, nonché procuratore generale e, successivamente, vicario generale dell’Ordine. Nel 1939 fondò Marianum, una gloriosa rivista tuttora sulla breccia della ricerca mariologica, e nel 1950 coronò il suo sogno di vedere lo studio generale dell’Ordine eretto a Pon-tificia Facoltà Teologica. Membro di varie Società mariane in Europa e nel mondo, fu un innamorato di Maria ed un mariologo di caratura mondiale. A lui si deve, in buona parte, quanto di Maria entrò nel Vaticano II. Non fu, tuttavia, “homo unius libri”: i suoi interessi spaziarono in quasi tutto l’ambito della ricerca teologica, s’affacciò sulla mistica con competenza, con chiarezza più unica che rara, con fine senso del soprannaturale accostò un po’ tutt’i problemi da autentico mariologo, mai trascurando di richiamare l’attenzione alla parte che, in essi, era di spettanza mariana. La conferma sta nelle sue 920 pubblicazioni e, se pur piccola, in quella che oggi, grazie ad una scelta illuminata, ritorna d’attualità. Morì, fra dolori atroci come egli stesso li chiamò, definendoli “un solo atto d’amore nel dolore”, il 12 settembre 1977.

Il succinto profilo dell’indimenticato P. Roschini è anche un invito al lettore delle pagine che seguono: le accosti con la certezza che attraverso di esse parla un Maestro e con la gioia di rinnovarne la scoperta nel passaggio da pagina a pagina.

Dal Vaticano, 6 giugno 2010

Brunero Gherardini


Le Suore Francescane dell'Immacolata segnalano inoltre che sono ancora disponibili presso di noi gli altri due libri pubblicati: La Santa Messa, di dom Prosper Gueranger, e Questa è la Messa di H. Daniel Rops. Potete richiederli all'indirizzo indicato in epigrafe. 

2 commenti:

  1. Mi piacerebbe che le Suore Francescane dell'Immacolata pubblicassero l'Anno Liturgico di dom Prosper Gueranger. Non dovrebbero esserci problemi di copyright.

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  2. Buon giorno e buona domenica! Desideravo sapere se avete un recapito di posta elettronica aggiornato delle religiose. Quello presente nel post risulta chiuso.

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