L'arcivescovo del capoluogo sardo, Giuseppe Mani, vive aspri momenti di contestazione per la sua intenzione di rimuovere un parroco. Un incontro coi fedeli nella parrocchia è finito ad insulti quando egli ha dichiarato che quella non era più una chiesa, ma una baracca. Ricorderete di questo vescovo l'inqualificabile comportamento e la vena tirannica con la quale proprio un anno fa impedì che si tenesse un incontro di studio sul motu proprio, tanto da aver meritato un posto nella rubrica La trahison des clercs (il tradimento dei chierici) che trovate nella colonna di destra. Tuttavia, in relazione ai fatti di questi giorni, confessiamo di non avere chiavi di lettura. L'arcivescovo non ha specificato i motivi della rimozione del parroco in questione, trincerandosi dietro il frusto argomento della sua 'scadenza' dall'incarico (che l'incarico parrocchiale non sia più vitalizio è uno strumento di pressione straordinario in mano a vescovi che molto spesso ne abusano, ad esempio in funzione antitradizionale). Al tempo stesso, ci chiediamo che tipo sia quel parroco. Per chiarirci le idee, abbiamo chiesto una relazione ad un lettore sardo, che ci ha molto cortesemente inviato quanto segue.
Il clima di queste settimane tra il clero di Cagliari ed il suo Vescovo è molto incandescente per il clamore balzato alla cronaca dopo l’annunciato trasferimento del parroco di Sant’Eulalia del quartiere di Marina. Gli animi non intendono ancora a placarsi.
Il trasferimento di don Cugusi “s’ha da fare”, lo ha ribadito lo stesso arcivescovo Giuseppe Mani a una rappresentanza (quattro membri su undici) del Consiglio Pastorale Parrocchiale durante un incontro teso, durato alcune ore, nel corso del quale il capo della diocesi ha attaccato duramente, in particolare il decano Paolo Fadda, per le accuse al parroco della Cattedrale, definito da Fadda «inadeguato» e per la lettera indirizzata al Vaticano in cui si accusa l’arcivescovo di rifiutare da anni l'ordinazione di un diacono, reo di aver denunciato una relazione omosessuale di un prelato romano.
«Ho avuto l'impressione che queste iniziative per l'arcivescovo siano state la prova che la parrocchia di Sant'Eulalia sia un covo di eretici», ha detto Fadda. L’esito del trasferimento del parroco del quartiere di Marina era scontato, e non solo a causa della contestazione dell’altro sabato all’Arcivescovo da parte dei parrocchiani di San’Eulalia. Sembra che l’iniziativa della lettera indirizzata al Vaticano sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che Mani da tempo tollerasse a fatica un parroco considerato progressista. Secondo Mons. Mani il parroco Cugusi lo criticava da anni su alcune scelte pastorali e contestava la scelta della Congregazione del Santissimo Sacramento (una ONLUS nata alla Marina per aiutare i poveri), di destinare i fondi alle iniziative del vescovo. «So bene che parte della Marina non è con don Cugusi», ha detto l'arcivescovo a Fadda e agli altri membri del consiglio, Salvatore Cubeddu, Salvatore Secci e Isabella Ferrando (la donna che gridava a Mani “se ne vada, se ne vada”).
«Ci ha fatto perdere due ore dicendoci molte bugie», ha commentato Fadda, ancora scosso per i modi bruschi con cui l'arcivescovo gli si sarebbe rivolto. «Dopo l'incontro di oggi abbiamo capito che Mani vuole fare piazza pulita, che vuole liberarsi di don Cugusi e del gruppo che lavora con lui, che siamo un tumore da estirpare. Mi ha detto che le voci che ho messo in giro sul parroco della Cattedrale sono false come è falso che la Digos se ne sta occupando. Io invece ho la certezza che non sia così».
Il decano dei parrocchiani ha confermato l’invio di una lettera al Vaticano con la segnalazione dei fatti e la denuncia del comportamento del vescovo, che avrebbe offeso i parrocchiani definendo la loro parrocchia “una baracca”. «la lettera è pronta», ha riferito il decano. Che conferma l'intenzione di promuovere in tutta la città un dibattito sulla gestione della diocesi da parte di Mani perché «c'è una pentola in ebollizione e questo trasferimento è uno scandalo».
L'arcivescovo non torna indietro: don Mario Cugusi andrà via da Sant'Eulalia. «Perché è alla Marina da trent'anni e il sinodo diocesano ha stabilito che non ci possono essere parroci a vita». Questa motivazione però non convince i parrocchiani, infatti molti altri parroci governano da ben oltre trent'anni… Afferma il giornalista Andrea Scano: «I motivi di un trasferimento possono essere tanti, però stupisce il fatto che tocchi “proprio a lui”. Lascia stupiti l’espressione (a mio avviso rozza e volgare) usata dall’arcivescovo “questa non è una chiesa, è una baracca”. Dimentico del fatto che proprio Gesù nacque in una “baracca”. Così come mi lasciò stupito quella sorta di “campagna elettorale” che fece da cornice all’arrivo del nuovo vescovo di Cagliari, alcuni anni fa: tanti poster per le strade con l’effige di monsignor Mani. Quasi che si trattasse di una rockstar in concerto, o di un candidato alla carica di sindaco. Altro che povertà, altro che umiltà cristiana… Certamente quella sorta di “campagna elettorale”, da allora, è proseguita con obbiettivi ben precisi e a vantaggio di schieramenti politici ben precisi. Sarà stato questo il vero motivo del trasferimento di un prete scomodo?»
Ad onor del vero, i rapporti tra il parroco e l'arcivescovo non sono mai stati idilliaci. Divergenze di opinione sono emerse anche con toni aspri in occasione di assemblee pubbliche, come le periodiche riunioni del consiglio dei vicari foranei di cui Don Cugusi è vicario della forania della Cattedrale. «So chi ha chiesto la mia testa: la Congregazione del Santissimo Crocifisso. È nata nel rione – afferma Don Mario - e doveva far beneficenza qui. Poi è diventata una onlus, ci hanno portato via mezzo oratorio e non ci danno un soldo ed i cospicui introiti vengono destinati a tutti tranne al quartiere di Marina, anche al vescovo, ad esempio per arredare il college del seminario. Da lì è nato tutto. Ne ho parlato più volte con l’arcivescovo, ma non è mai intervenuto, secondo me sbagliando».
Secondo Pierangela Floris, docente di diritto ecclesiastico e diritto canonico nell'università di Cagliari, la sospensione del trasferimento non è automatica: «È rimessa alla valutazione dell'autorità che riceve il ricorso». Il diritto canonico prevede in questi casi una disciplina simile al diritto amministrativo: dopo il ricevimento del decreto, Cugusi avrà dieci giorni di tempo, a norma del canone 1734, per presentare una «petizione» all'arcivescovo, nella quale può chiedere sostanzialmente un ripensamento. «In questo caso è l'arcivescovo a decidere sulla sospensiva». Ovvero lo stesso Mani, che difficilmente darà al sacerdote del quartiere di Marina un vantaggio simile.
Rimarrebbe però una seconda possibilità per congelare il trasferimento: «Dopo la risposta, ipotizziamo negativa, del vescovo, si può proporre un ricorso gerarchico di fronte alla Congregazione per il clero. È un organo superiore che può pronunciarsi sulla legittimità e sul merito del provvedimento. Anche in questo caso può essere chiesta la sospensione», spiega l'avvocato Giuseppe Carta, esperto di diritto canonico. Un passaggio che non sarebbe immediato, ma potrebbe avvenire «soltanto per cause gravi ed evitando sempre che la salvezza delle anime ne tragga danno», dicono gli articoli del diritto canonico.
Ma non sarebbe l'unica chance per rimandare il trasferimento. «Entro trenta giorni può essere proposto un ricorso giurisdizionale di fronte alla seconda sezione del Tribunale supremo della Segnatura apostolica, che si può pronunciare solo sulla legittimità del provvedimento. Equivale alla Cassazione dell'ordinamento giudiziario italiano». Gli effetti della sospensione, secondo Carta, potrebbero avere delle ripercussioni sulla parrocchia di Sant'Eulalia: «Se viene concessa il vescovo nel frattempo non può nominare un nuovo parroco, ma può provvedere alla nomina di un amministratore parrocchiale». Prima però sarà necessario conoscere il provvedimento che monsignor Giuseppe Mani ha annunciato.
Intanto la battaglia continua… Difficile valutare il peso di due sfere della chiesa cagliaritana, che stanno dando vita a uno scontro senza precedenti. Giovedì 22 mentre i sostenitori di Mani partecipavano a una messa di riparazione in cattedrale, sull’altro fronte il consiglio pastorale della parrocchia preparava un documento pro-Cugusi da spedire in Vaticano, insieme alla relazione dell'infuocata riunione di sabato scorso. Intanto che i fedeli decideranno in che modo agire, il parroco ha già pronte le valige per la nuova destinazione.
Ma chi è Don Mario Cugusi? È un prete di trincea. Mandato a lavorare in uno dei quartieri più degradati della città. Dopo venti anni di sforzi e dopo esser riuscito ad aprire la sua parrocchia agli immigrati, facendo celebrare le messe anche agli ortodossi, Don Mario, è diventato il punto di riferimento, il prete-simbolo degli immigrati a Cagliari.
Personaggio nuovo, non un semplice progressista come qualcuno lo vuol definire. In particolare don Mario ha dimostrato un grande sforzo e impegno per la cultura. Negli anni, è riuscito ad aprire una Scuola popolare, un teatro, un interessante Museo archeologico cristiano a seguito degli scavi operati sotto la chiesa; ha aperto un centro di ritrovo per stranieri, punto di riferimento per centinaia di badanti. È riuscito anche ad aprire le porte della sua chiesa agli ortodossi che ormai celebrano le funzioni ed i principali riti per gli stranieri dell’est residenti in città. Ma quel che più conta è che ha fatto riaprire, restaurare e far rivivere le chiese del rione chiuse da troppi anni.
Don Cugusi è il simbolo dell’intero quartiere che gli riconosce l’impegno e la dedizione di sacerdote, nell’aver trasformato il rione da ghetto retrostante le banchine del porto quale era anni fa, a piccolo gioiello di questi giorni, con le sue antiche chiese restaurate con criterio e rispetto per l’arte e per la liturgia [vedi foto: in alto, S. Eulalia, in basso SS. Sepolcro]. Non semplici e banali trasformazioni in nome di un insensato adeguamento liturgico ma restauro conservativo nel rispetto dell’arte e dell’arredo liturgico antico.
«Senza il rapporto spirituale con i miei parrocchiani sto male», - dice Don Mario con le lacrime agli occhi - «Senza la mia parrocchia ho paura e mi sentirò angosciato, molto angosciato». Domenica 25 luglio, ha celebrato il quarantesimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale. Andrà via a settembre.
Il clima di queste settimane tra il clero di Cagliari ed il suo Vescovo è molto incandescente per il clamore balzato alla cronaca dopo l’annunciato trasferimento del parroco di Sant’Eulalia del quartiere di Marina. Gli animi non intendono ancora a placarsi.
Il trasferimento di don Cugusi “s’ha da fare”, lo ha ribadito lo stesso arcivescovo Giuseppe Mani a una rappresentanza (quattro membri su undici) del Consiglio Pastorale Parrocchiale durante un incontro teso, durato alcune ore, nel corso del quale il capo della diocesi ha attaccato duramente, in particolare il decano Paolo Fadda, per le accuse al parroco della Cattedrale, definito da Fadda «inadeguato» e per la lettera indirizzata al Vaticano in cui si accusa l’arcivescovo di rifiutare da anni l'ordinazione di un diacono, reo di aver denunciato una relazione omosessuale di un prelato romano.
«Ho avuto l'impressione che queste iniziative per l'arcivescovo siano state la prova che la parrocchia di Sant'Eulalia sia un covo di eretici», ha detto Fadda. L’esito del trasferimento del parroco del quartiere di Marina era scontato, e non solo a causa della contestazione dell’altro sabato all’Arcivescovo da parte dei parrocchiani di San’Eulalia. Sembra che l’iniziativa della lettera indirizzata al Vaticano sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che Mani da tempo tollerasse a fatica un parroco considerato progressista. Secondo Mons. Mani il parroco Cugusi lo criticava da anni su alcune scelte pastorali e contestava la scelta della Congregazione del Santissimo Sacramento (una ONLUS nata alla Marina per aiutare i poveri), di destinare i fondi alle iniziative del vescovo. «So bene che parte della Marina non è con don Cugusi», ha detto l'arcivescovo a Fadda e agli altri membri del consiglio, Salvatore Cubeddu, Salvatore Secci e Isabella Ferrando (la donna che gridava a Mani “se ne vada, se ne vada”).
«Ci ha fatto perdere due ore dicendoci molte bugie», ha commentato Fadda, ancora scosso per i modi bruschi con cui l'arcivescovo gli si sarebbe rivolto. «Dopo l'incontro di oggi abbiamo capito che Mani vuole fare piazza pulita, che vuole liberarsi di don Cugusi e del gruppo che lavora con lui, che siamo un tumore da estirpare. Mi ha detto che le voci che ho messo in giro sul parroco della Cattedrale sono false come è falso che la Digos se ne sta occupando. Io invece ho la certezza che non sia così».
Il decano dei parrocchiani ha confermato l’invio di una lettera al Vaticano con la segnalazione dei fatti e la denuncia del comportamento del vescovo, che avrebbe offeso i parrocchiani definendo la loro parrocchia “una baracca”. «la lettera è pronta», ha riferito il decano. Che conferma l'intenzione di promuovere in tutta la città un dibattito sulla gestione della diocesi da parte di Mani perché «c'è una pentola in ebollizione e questo trasferimento è uno scandalo».
L'arcivescovo non torna indietro: don Mario Cugusi andrà via da Sant'Eulalia. «Perché è alla Marina da trent'anni e il sinodo diocesano ha stabilito che non ci possono essere parroci a vita». Questa motivazione però non convince i parrocchiani, infatti molti altri parroci governano da ben oltre trent'anni… Afferma il giornalista Andrea Scano: «I motivi di un trasferimento possono essere tanti, però stupisce il fatto che tocchi “proprio a lui”. Lascia stupiti l’espressione (a mio avviso rozza e volgare) usata dall’arcivescovo “questa non è una chiesa, è una baracca”. Dimentico del fatto che proprio Gesù nacque in una “baracca”. Così come mi lasciò stupito quella sorta di “campagna elettorale” che fece da cornice all’arrivo del nuovo vescovo di Cagliari, alcuni anni fa: tanti poster per le strade con l’effige di monsignor Mani. Quasi che si trattasse di una rockstar in concerto, o di un candidato alla carica di sindaco. Altro che povertà, altro che umiltà cristiana… Certamente quella sorta di “campagna elettorale”, da allora, è proseguita con obbiettivi ben precisi e a vantaggio di schieramenti politici ben precisi. Sarà stato questo il vero motivo del trasferimento di un prete scomodo?»
Ad onor del vero, i rapporti tra il parroco e l'arcivescovo non sono mai stati idilliaci. Divergenze di opinione sono emerse anche con toni aspri in occasione di assemblee pubbliche, come le periodiche riunioni del consiglio dei vicari foranei di cui Don Cugusi è vicario della forania della Cattedrale. «So chi ha chiesto la mia testa: la Congregazione del Santissimo Crocifisso. È nata nel rione – afferma Don Mario - e doveva far beneficenza qui. Poi è diventata una onlus, ci hanno portato via mezzo oratorio e non ci danno un soldo ed i cospicui introiti vengono destinati a tutti tranne al quartiere di Marina, anche al vescovo, ad esempio per arredare il college del seminario. Da lì è nato tutto. Ne ho parlato più volte con l’arcivescovo, ma non è mai intervenuto, secondo me sbagliando».
Secondo Pierangela Floris, docente di diritto ecclesiastico e diritto canonico nell'università di Cagliari, la sospensione del trasferimento non è automatica: «È rimessa alla valutazione dell'autorità che riceve il ricorso». Il diritto canonico prevede in questi casi una disciplina simile al diritto amministrativo: dopo il ricevimento del decreto, Cugusi avrà dieci giorni di tempo, a norma del canone 1734, per presentare una «petizione» all'arcivescovo, nella quale può chiedere sostanzialmente un ripensamento. «In questo caso è l'arcivescovo a decidere sulla sospensiva». Ovvero lo stesso Mani, che difficilmente darà al sacerdote del quartiere di Marina un vantaggio simile.
Rimarrebbe però una seconda possibilità per congelare il trasferimento: «Dopo la risposta, ipotizziamo negativa, del vescovo, si può proporre un ricorso gerarchico di fronte alla Congregazione per il clero. È un organo superiore che può pronunciarsi sulla legittimità e sul merito del provvedimento. Anche in questo caso può essere chiesta la sospensione», spiega l'avvocato Giuseppe Carta, esperto di diritto canonico. Un passaggio che non sarebbe immediato, ma potrebbe avvenire «soltanto per cause gravi ed evitando sempre che la salvezza delle anime ne tragga danno», dicono gli articoli del diritto canonico.
Ma non sarebbe l'unica chance per rimandare il trasferimento. «Entro trenta giorni può essere proposto un ricorso giurisdizionale di fronte alla seconda sezione del Tribunale supremo della Segnatura apostolica, che si può pronunciare solo sulla legittimità del provvedimento. Equivale alla Cassazione dell'ordinamento giudiziario italiano». Gli effetti della sospensione, secondo Carta, potrebbero avere delle ripercussioni sulla parrocchia di Sant'Eulalia: «Se viene concessa il vescovo nel frattempo non può nominare un nuovo parroco, ma può provvedere alla nomina di un amministratore parrocchiale». Prima però sarà necessario conoscere il provvedimento che monsignor Giuseppe Mani ha annunciato.
Intanto la battaglia continua… Difficile valutare il peso di due sfere della chiesa cagliaritana, che stanno dando vita a uno scontro senza precedenti. Giovedì 22 mentre i sostenitori di Mani partecipavano a una messa di riparazione in cattedrale, sull’altro fronte il consiglio pastorale della parrocchia preparava un documento pro-Cugusi da spedire in Vaticano, insieme alla relazione dell'infuocata riunione di sabato scorso. Intanto che i fedeli decideranno in che modo agire, il parroco ha già pronte le valige per la nuova destinazione.
Ma chi è Don Mario Cugusi? È un prete di trincea. Mandato a lavorare in uno dei quartieri più degradati della città. Dopo venti anni di sforzi e dopo esser riuscito ad aprire la sua parrocchia agli immigrati, facendo celebrare le messe anche agli ortodossi, Don Mario, è diventato il punto di riferimento, il prete-simbolo degli immigrati a Cagliari.
Personaggio nuovo, non un semplice progressista come qualcuno lo vuol definire. In particolare don Mario ha dimostrato un grande sforzo e impegno per la cultura. Negli anni, è riuscito ad aprire una Scuola popolare, un teatro, un interessante Museo archeologico cristiano a seguito degli scavi operati sotto la chiesa; ha aperto un centro di ritrovo per stranieri, punto di riferimento per centinaia di badanti. È riuscito anche ad aprire le porte della sua chiesa agli ortodossi che ormai celebrano le funzioni ed i principali riti per gli stranieri dell’est residenti in città. Ma quel che più conta è che ha fatto riaprire, restaurare e far rivivere le chiese del rione chiuse da troppi anni.
Don Cugusi è il simbolo dell’intero quartiere che gli riconosce l’impegno e la dedizione di sacerdote, nell’aver trasformato il rione da ghetto retrostante le banchine del porto quale era anni fa, a piccolo gioiello di questi giorni, con le sue antiche chiese restaurate con criterio e rispetto per l’arte e per la liturgia [vedi foto: in alto, S. Eulalia, in basso SS. Sepolcro]. Non semplici e banali trasformazioni in nome di un insensato adeguamento liturgico ma restauro conservativo nel rispetto dell’arte e dell’arredo liturgico antico.
«Senza il rapporto spirituale con i miei parrocchiani sto male», - dice Don Mario con le lacrime agli occhi - «Senza la mia parrocchia ho paura e mi sentirò angosciato, molto angosciato». Domenica 25 luglio, ha celebrato il quarantesimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale. Andrà via a settembre.
Giovanni
Fonti: Fabio Manca, Mario Iorio, Andrea Scano e Michele Ruffi
Ringrazio la Moderazione per questo ampio ed esaustivo post, che certamente non si sarebbe trovato in altri contesti.
RispondiEliminaIntanto, da sacerdote mi colpisce l'atteggiamento di don Mario. Certo, davanti a una separazione si può essere tristi, avere un certo rammarico ma dire che senza la "sua" parrocchia sta male, questo no, questo, a mio avvivo, è estraneo al ministero di parroco, che è collaboratore del Vescovo quindi è chiamato ad assisterlo comunque e dovunque.
Se don Mario non è d'accordo, lasci il ministero secolare e diventi, per esempio, religioso.
Restano i dissapori con il Vescovo. In tanti anni di vita religiosa ne ho viste di cotte e di crude. L'atteggiamento corretto del suddito deve essere il seguente: avvertire il superiore che sta compiendo un abuso, secondo le leggi, dissociarsi dal suo comportamento se in coscienza lo reputa scorretto, senza creare scandali, ed eventualmente eseguire una "repraesentatio" ossia informare il diretto superiore del superiore. Poi basta, la questione non è più sua.
La Chiesa è di Dio, non si possono combattere battaglie che in fondo non ci pertengono. Ho visto laici, che a fronte di palesi abusi dei loro parroci, non hanno fatto una piega, si sono dissociati, hanno scritto al Vescovo e poi la questione non era più loro.
QUESTI SONO I PRETI CHE SI MERITANO VESCOVI COME MANI.
RispondiEliminaGiusto quello che ha detto don Isidro. Faccio parte di quella generazione formata all'obbedienza! Anche se non sono trascorsi i 9 anni canonici, determinati dalla CEI alcuni anni fa, se il Vescovo ritiene di doverti trasferire in altra parrocchia o altro ministero, si fa la valigia e si parte. Sempre nella massina trasparenza. Al Vescovo si dicono le proprie difficoltà, anche i propri desiderata, ma, una volta espressi, si obbedisce!
RispondiEliminaPerò fa male sapere che un Vescovo ce l'abbia tanto con un suo prete e con una parrocchia della sua diocesi!
ma....non capisco:
RispondiEliminase questo parroco, da ciò che viene riferito, pare aver fatto OGGETTIVAMENTE tante cose buone, sia nel senso materiale che culturale, spirituale ed ecclesiale, perchè deve essere tolto alla sua parrocchia ?
solo per quelle che si evidenziano come "divergenze di opinioni", espressione che può (s)velare come sia malvisto da una contrapposta "fazione" con occhio astioso, simile a quello degli schieramenti politici, poco consoni all'armonia di carità che dovrebbe regnare nella Chiesa ?
O divergenze finanziarie?
RispondiEliminacertamente il parroco sarà tenuto ad obbedire al Vescovo che gli ingiunge di andarsene, (quando anche sarà respinta la sua petizione); ma ciò non toglie che tale ingiunzione mostri spiacevoli risvolti di faziosità, risalenti a dissapori precedenti, che si ravvisano in quelle contrapposizioni riferite dal parroco: <span>«So chi ha chiesto la mia testa....ecc."</span>
RispondiEliminaOccorre avere un orizzonte ermeneutico ampio, quando si parla di Chiesa. Si pensi, ad es., a quello che sono riusciti a combinare Giovanni XII o Alessandro VI, e le vicende di Cagliari sono veramente il gracchiare dei ranocchi in una pozza. Eppure, nonostante Giovanni e Alessandro la Chiesa è ancora qui (e ci resterà).
RispondiEliminainfatti: la questione di come era devoluto certo denaro pare giocare una parte importante nella divergenza.... ( purtroppo ) !
RispondiEliminae come spesso vediamo a questo mondo, tornano i demoni del potere e/o dell'avere a corrompere le anime, e a suscitare scontri e inimicizie, sia nella società civile che nella Chiesa.
Infatti, nei conflitti perdono tutti e in questa vicenda nessuno ci fa una bella figura.
RispondiEliminaeccolo là...
RispondiEliminaNon sappiamo i veri motivi dell'allontanamento...., comunque ammiro le opere del parroco a favore delle due chiese restaurate, nelle foto si vede come tutta la chiesa viene armonizzata come quella di sempre.
RispondiEliminaSecondo me la brutta figura la fa solo il parroco e Mani la fa bellissima ancora una volta.
RispondiEliminaDon Mario obbedisca al suo Vescovo e non faccia nessun ricorso, la parrocchia di Sant'Eulalia non è un suo feudo.
RispondiEliminaIo credo che la lettura completa della situazione dimostra a clare lettere quanto no si vuole capire: la spiritualità tridentinista, disincarnata e ottocentista produce, senza dubbio alcuno, soggetti svirilizzati, mentre la spirtualità incarnata, nutrita della teologia della liberazione, rende capaci di lotta e contemplazione, dona lo coraggio di dire coram populo la verità delle cose. Pace e bene.
RispondiEliminacioè
RispondiEliminaMi sembra che ci sia troppo poco d'oggettivo per giudicare, quindi la sospensione del giudizio è doverosa.
RispondiEliminaeehh ? =-O ? ? =-O ? ?
RispondiEliminaL'articolo è ben fatto.
RispondiEliminaSe il gregge si mettesse a contestare il Pastore arriveremo al dissolvimento di quello che rimane della disciplina cattolica, un tempo invidiata dagli ortodossi e anche dai protestanti.
L'obbedienza, incondizionata, ai nostri Pastori ( nella mia Regione ce ne sono alcuni che meriterebbero ben altre considerazioni ) deve essere l'esercizio costante della ricerca della santità individuale attraverso la pazienza e l'umiltà.
concordo.. bravo!!!!
RispondiElimina"Il clima di queste settimane tra il clero di Cagliari ed il suo Vescovo è molto incandescente per il clamore balzato alla cronaca dopo l’annunciato trasferimento del parroco di Sant’Eulalia del quartiere di Marina....." Ricordiamoci cosa significa fare il sacerdote... non mi pare che la tradizione proponga il sacerdote come modello di rivoluzonario o contestatore... nemmeno mi pare che ciò sia mai stato detto dai Sommi Pontefici compreso l'Attuale Papa Nostro.
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/v/abc7K_BWufg" type="application/x-shockwave-flash" width="200" height="165
Vero quello che dici, però a volte non si riesce a capire il perchè di certe decisioni (parlo in generale e non mi riferisco alla vicenda in questione).
RispondiEliminaIo credo che la teologia della liberazione produca solo cattiveria, odio e disprezzo per il prossimo. Tienitela tu e goditela, se ti piace tanto.
RispondiEliminaQuella chiesa è curata (dal punto di vista artistico) da fior di architetti e storici dell'arte coordinati dall'ottima Soprintendenza. Se il parroco si azzardasse a toccare qualcosa gli mozzerebbero le mani. E lui si prende il merito di tutto.
RispondiEliminaChe bell'intervento, è copiato ( alla lettera) da un tuo commento della settimana scorsa: ma copi e incolli a mano oppure hai uno script che invia automaticamente commenti progressisti? a volte viene da pensarlo.
RispondiEliminaSarebbe inquietante il contrario.
RispondiEliminaUn buon cattolico si vede (anche) in situazioni come queste, dove nonostante la convinzione di aver ragione sa umiliare il proprio pensiero e obbedire ( come mi sembra voglia fare questo parroco, nonostante i pareri dei suoi parrocchiani).
<span>....ascoltando il discorso del Papa nel filmato:
RispondiElimina"....Il sacerdote inoltre, deve saper vivere le Verità della Fede attraverso un intenso cammino spirituale, e
deve anche saper vivere <span>in armonia con la Chiesa, </span>e spesso opponendosi alla cultura dominante: per questo, ha ribadito il Papa, in quest'anno sacerdotale deve essere di particolare esempio e stimolo la vita del santo curato d'Ars, la cui esperienza e testimonianza sono ancora valide oggi;
ed il popolo cristiano deve riconoscere che in ogni sacerdote parla la voce del Buon Pastore del Vangelo".
----------------
sono d'accordissimo con le sante parole del Papa !
ma..... *DONT_KNOW*
allora quando i sacerdoti (e i Vescovi) si oppongono con forti e minacciose parole e fatti alle richieste della Messa antica,
noi fedeli dobbiamo riconoscere in questo tenace rifiuto che in ognuno di quei Ministri di Dio sta parlando
la voce del Buon Pastore del Vangelo ? <span> :( </span></span>
e poi.....
RispondiEliminache cosa intende esattamente il Papa quando dice che il prete deve spesso
opporsi alla<span> cultura dominante ?</span>
...e saper vivere <span><span>in armonia con la Chiesa ?</span></span>
:(
caro Olatus,
RispondiEliminaallora ANCHE QUANDO un Vescovo impone ad un parroco:
"NON CELEBRARE MESSA TRIDENTINA ! "
"NON PARLARE E NON PERMETTERE CHE NELLA TUA PARROCCHIA SI PARLI DEL MP E SI CHIEDA LA CELEBRAZIONE DI MESSA VO !"
anche in tutti questi casi il buon cattolico e -tanto più- il sacerdote fedele
DEVE umiliare il proprio pensiero e OBBEDIRE AL SUO PASTORE,
o no ?
urge ormai coerenza tra fatti e parole, e anche....tra parole di oggi e parole di ieri e di domani !
Fratelli e sorelle, reverendi padri, siamo davanti a una questione unica nella storia della Chiesa, ossia quella che ha prodotto una riforma epocale spesso inappropriata e insoddisfacente (e non per colpa del CVII), quindi ciò che sarebbe richiesto a ciascun utente è quantomeno una previa conoscenza dell'argomento. Dire che la "spiritualità tridentinista" (ottocentista?) produce individui svirilizzati è come sostenere che S. Domenico, S. Francesco, S. Ignazio di Loyola, S. Giovanni Bosco etc. erano tutti dei mezzi uomini (e le donne? S. Caterina, S. Rita, S. Gemma...)
RispondiEliminaAltre chiese in Sardegna e non solo sono state sfregiate e nessuno ha tagliato le mani ai vescovi ai preti e agli architetti.
RispondiEliminaSe vi sono leggi superiori al Vescovo, va obbedita la legge superiore!
RispondiEliminaSe il Vescovo impone di non obbedire al Papa, non va obbedito!
E' tornato l'anti-ottocentista e tridentinista. Ora ricomincia coi pizzi e i merletti.
RispondiEliminaQuesta è la pura verità.
RispondiEliminabene, allora cominciamo a distinguere, ovvero<span> discernere il giusto dall'ingiusto !</span>
RispondiEliminaè un buon inizio (per quanto si ripeta infinite volte, in questi tempi di cecità volontaria e diffusa.....) !
Da quanto scritto da Giovanni francamente non hocompreso molto, anzi quasi nulla, della reale situazione cagliaritana.
RispondiEliminaNon ho sentito l'audio, ma altro amico di quella città, certo non sospettabile della minima simpatia progressista, so che ha difeso il vescovo, senza, se ho capito bene, entrar nel merito del trasferimento i cui contorni non son chiari, ma per l'atteggiamento dei fedeli che vanno a gridar sotto il naso all'arcivescovo, gesticolando forsennatamente, "vattene via", "tornatene in Toscana", "buffone" ecc.
Come accade talvolta a qualche animo esacerbato anche in questo blog, persino chi può aver ragione solo con cotesti atteggiamenti si mette oggettivamente dalla parete del torto.
<p><span>(1di 2)</span>
RispondiElimina</p><p><span>Senza<span> </span>patteggiare per l’uno o per l’altro mi risulta che il parroco in questione, appena ha avuto notizia della sua rimozione ha fatto le valige ed è pronto a partire per la nuova destinazione (ancora sconosciuta). Don Mario Cugusi non è certo il tipo di prete che si scoraggia per una uova missione! Non siamo di fronte ad un pretuncolo qualunque. Don Cugusi è un prete totale, conosce bene il suo ministero. Sa qual è il suo ruolo e dentro quali ambiti deve muoversi, perciò chiederei a coloro che hanno sempre fretta di dare giudizi gratuiti senza conoscere le persone, di evitare certi commenti. </span>
</p><p><span>Don Mario, oltre ad essere prete che ben conosce qual’è il suo compito, è, nel contempo, anche una persona umana e, come tale, può manifestare anche il suo stato d’animo ed il suo punto di vista. Tutto il resto sono solo commenti dei fedeli e della stampa o illazioni di chi è in malafede.</span>
<span>Uno dei motivi che ha scatenato la polemica e di cui si parla più insistentemente in questi giorni è il denaro! Bisogna sapere che nella parrocchia di Sant’Eulalia c’è una Confraternita nata per fare un servizio caritativo nel quartiere; questa ,diventata ONLUS, riceve molti soldi dallo stato. Denaro che dovrebbe essere impiegato nelle opere di carità della parrocchia. Invece tali fondi vengono dirottati altrove e per motivi diversi. Come si accenna anche nel post, buona parte sono andati a<span>d arredare il lussuoso college del seminario diocesano voluto dal Vescovo. La “fuga di questa notizia” ha fatto imbestialire Mons. Mani</span> che così ha voluto “punire” il parroco “lagnoso”.</span></p>
<p><span>(2 di 2)</span>
RispondiElimina</p><p><span>Altre lamentele della gente sono che Mani ha malamente trasformato e manomesso la cattedrale: Ha fato demolire l’antico altare maggiore monumentale, contro il parere dei fedeli e degli esperti sia di Curia sia della Soprintendenza. Di tali manomissioni ha pure lasciato la sua firma a caratteri cubitali ai piedi del nuovo altare-mensa. Quello che a gran parte dei fedeli non è piaciuto è che Mani ha rimosso il grandioso tabernacolo d’argento del ‘600 (alto 2 m.) a forma di tempio, che stava all’apice dell’altare maggiore e lo ha fatto collocare in una cappellina di passaggio in una parete del transetto. Con esso ha fatto pure togliere la grande lampada votiva d’argento (1,50 m.) che pendeva da secoli, con una catena, sempre d’argento, di circa 14 metri, dal centro della cupola. Non si sa che fine abbiano fatto nè i quattro aquilotti d’argento massiccio che sorreggevano il tabernacolo, né buona parte della lunga catena d’argento della lampada (si vocifera che siano andati fusi per realizzare il nuovo pastorale del Vescovo). Sono queste le cose che la gente chiede di sapere.</span>
</p><p><span>Ma Mons. Mani più che un Pastore è un Generale di Corpo d’armata, come lui stesso tiene a sottolineare, perciò il suo modo di fare non può essere messo in discussione!</span>
</p><p><span>Don Cugusi invece (anche se lo si vuol far passare per eversivo, contestatore e progressista) ha fatto egregiamente restaurare, riaprire al culto e far quindi far rivivere le chiese chiuse del suo rione. Le due foto parlano da sole: l’arredamento liturgico preconciliare è rimasto gelosamente al suo posto. Nella nuova destinazione di certo si rimboccherà le maniche per ricominciare da zero a fare umilmente e con dedizione il prete di frontiera.</span>
</p><p><span><span>A voi dunque stabilire chi dei due è progressista o tradizionalista. <span> </span></span></span>
</p><p><span> </span><span><span>(foto: Il presbiterio prima dell’adeguamento liturgico di Mani: http://www.contusu.it/spaw/images/lib1/presbiterio.jpg)</span></span></p>
<span>prego, multinick !
RispondiEliminala cosa più importante è stabilire che cosa sia GIUSTO e che cosa sia INGIUSTO O MENO GIUSTO,
NON voler a tutti i costi affibbiare a qualcuno l'etichetta di
progressista o tradizionalista !
La coscienza cristiana deve sempre impararare, (anzi OGGI <span>re-imparare) a </span>
DISTINGUERE IL BENE DAL MALE, IL VERO DAL FALSO, PER POTER ATTENTAMENTE SCEGLIERE IL BENE E RIGETTARE IL MALE, oppure preferire un bene maggiore ad un bene minore !</span>
E questa invece sì.
RispondiEliminaHo amici sardi di quelle parti che già da tempo mi avevano informato su contrapposizioni all'interno del clero gagliaritano.
RispondiEliminaIn una situazione del genere mi sembra di capire che mons. Mani non sia l'uomo adatto a gestire tali contrapposizioni, e infatti si sono acuite.
La proibizione di un semplice convegno come quello di Mandas, un convegno per riflettere su una legge della Chiesa (il motu propio è legge), era e resta scandalosa, illecita (quando mai un vescovo può proibire a preti e fedeli di riflettere per approfpondire la conoscenza delle leggi della Chiesa?) e certamente lesiva di diritti, del clero e più ancora dei laici.
La rimozione del parroco in questione invece è pienamente legittima in se (come in se è pienamente legittima la rimozione dell'abbè Michel in diocesi di Evreaux); bisogna vedere se tale rimozione nasconde altri fini (come sembra sia ad Evreaux).
Il parroco in questione è iperprogressista; certo ha restaurato alcune chiese lasciandole intatte, senza "adeguamenti liturgici" e questo a noi non può che fare immensamente piacere.
Resta il fatto che è iper progressista. E le citazioni da lui fatte nella predica per l'anniversario della propia ordinazione lo dimostra ampiamente.
Insomma, la situazione è alquanto ingarbugliata;
c'è un prete progressista che però ha fatto restauri di chiese che noi applaudiamo, ma che resta iper progressista per il resto;
c'è un vescovo progressista e forse troppo impulsivo e "sanguigno" per gestire una simile diocesi.
A me questo sembra uno scontro tra progressisti le cui vere motivazioni mi sfuggono; che ci sia questione di soldi come lo stesso parroco ha accennato?
Non lo so.
Cosa può accadere ?
Mani è in scadenza, è molto probabile quindi che lo si lasci finire. compirà 75 anni fra 11 mesi!
Si spera che il suo successore sia scelto con attenzione; la diocesi di Cagliari ( e non solo quella) ha un urgente bisogno di restaurazione; e si restaura iniziando dalla formazione dei preti. Un vescovo deve pensare per prima cosa al seminario, deve essere il suo chiodo fisso, deve occuparsene di persona. Siri, il grande Siri, conosceva i suoi seminaristi, (tutti, da quelli del minore fino a quelli del maggiore) meglio dei rettori del seminario e degli stessi educatori; perché? Semplice perche un giorno alla settimana lo riservava al seminario e lo trascorreva in seminario per conoscere, per valutarem per capire e poi per decidere.
Ci son vescovi che non sanno neppure quanti seminaristi hanno!
Insomma a Cagliari come altrove è necessario ripristinare la disciplina; è necessario far passare e anche subito la sbornia conciliare, far rimettere i piedi per terra a tanta gente e riappropriarsi di ciò che è stato buttato via.
Falso: non ha demolito un bel nulla, ha solo rimosso una copertura barocca dell'altare più antico che ci stava sotto.
RispondiEliminaQuella che si è lamentata di più è una signora che era dispiaciuta di non poter vedere più l'addobbo davanti al quale si era sposata: un argomento davvero decisivo...
Grazie Andrea: parole e concetti chiari !!!!
RispondiEliminaE, a proposito di trasparenza, bisognerebbe davvero conoscer i veri motivi dell'attrito.
RispondiEliminaHa fatto molto, il parroco, per il rione, sul piano sociale e culturale. Ma sul piano spirituale?
Calma e gesso. Dice il MP:
RispondiElimina<span>Art. 5, § 1. "In paroeciis, ubi coetus fidelium traditioni liturgicae antecedenti adhaerentium stabiliter exsistit, parochus eorum petitiones ad celebrandam sanctam Missam iuxta ritum Missalis Romani anno 1962 editi, libenter suscipiat. Ipse videat ut harmonice concordetur bonum horum fidelium cum ordinaria paroeciae pastorali cura, sub Episcopi regimine ad normam canonis 392, discordiam vitando et totius Ecclesiae unitatem fovendo."</span>
Il senso è che quando vi sono gruppi stabili di fedeli aderenti alla forma liturgica precedente, il parroco "libenter" (volentieri) conceda la celebrazione di quanto richiesto. Il punto è che tutto questo va fatto "harmonice" (in armonia) con il bene dei fedeli e della Diocesi, evitando di creare scissioni e a questo punto solo il Vescovo è in grado di concedere o meno il benestare (non disobbedendo al Papa) ma cercando di salvaguardare il bene di tutti, poiché spesso solo il Vescovo è in grado di sapere tutto.
Ci sia auspica che i Pastori siano uomini di preghiera e discernimento, pieni di Spirito e di zelo per la loro Diocesi; nel dubbio è meglio accendere un piccolo lume piuttosto che maledire la tenebra, innalzando preghiere e suppliche al Signore invece che inveire.
Si dice che pure S. Ignazio di Loyola avesse a che fare spesso con gerarchie non benigne, allora faceva celebrare ai suoi tante Messe. Alla fine il superiore o diventava benigno o se ne andava al Creatore...
Non conosco personalmente don Cugusi, ma ho sentito parlare molto bene delle sue molteplici iniziative e di tutte le attività che sono sorte per merito del suo costante impegno. Ad onor del vero facevo il tifo perché, come aveva preannunciato, realizzasse anche il recupero della chiesa di S. Lucia, distrutta dai bombardamenti del '43. Quanto al vescovo della Diocesi, debbo onestamente riconoscere che ha disatteso le aspettative che molti avevano riposto in lui al momento della sua nomina; tante persone impegnate hanno trovato impedimenti e ostacoli per le loro iniziative (tra cui il citato convegno di Mandas), mentre inesistente pare l'impegno profuso da SE per la crescita delle vocazioni e delle attività pastorali nella Diocesi. Debbo dire che si é espresso molto bene partecipando attivamente e palesemente alle ultime elezioni regionali ed é riuscito a trasformare il seminario arcivescovile in "college a 5 stelle". Sicuramente, se dovrà relazionare a qualcuno, potrà mettere in risalto i benefici economici derivanti dalla gestione della nuova struttura ricettiva contro i costi di gestione di un seminario (dove peraltro il numero dei seminaristi é irrilevante). Di certo avrei preferito un poco più di impegno nell'attuare quanto disposto dal Santo Padre in occasione del MP del '97, non certo con l'interrogare il latino ai fedeli che chiedevano la Santa Messa Tridentina.
RispondiEliminaCioè, taglieranno le mani a un prete che osasse sfregiarla in qualche modo? O qualche colpo di doppietta?
RispondiEliminaLa chiesa è tutelata, e il merito non è del parroco uscente.
RispondiEliminaRagazzi/e sono "Mantovano", ed ho bisogno di tutti voi.
RispondiEliminaAd un bambino di soli 18 mesi della mia parrocchia è stato diagnosticato un tumore osseo alla gambina.
La situazione è molto grave, tanto che il bambino è stato immediatamente ricoverato al Centro Tumori di Milano.
Immaginate la disperazione di quei giovani genitori !
Chiedo a tutti ma proprio tutti di offrire dei Rosari per questa creatura e a tutti i sacerdoti di ricordarlo con una preghiera speciale nelle S. messe che celebrerete.
Dio ve ne compenserà.
Grazie a tutti.
Arturo, non dire cavolate per la fretta. sai benissimo che ora il tabernaccolo è messo in un angolino, quasi un ripostiglio, in un luogo di passaggio verso la sacristia. a quel punto potevano trovargli una sistemazione più decorosa.
RispondiEliminasperiamo nomino te come Pastore della diocesi cagliaritana. tempo una settimana e saresti fatto fuori come minimo!
RispondiEliminaPrima era in un angolino nascosto, quasi introvabile, davanti al quale transitavano parroco e collaboratori con mazzi di chiavi grandi come angurie, che non si degnavano manco di una genuflessione perchè dovevano ramazzare.
RispondiEliminaAdesso lo spazio è più grande, più luminoso, più accessibile, più sontuoso e accogliente per pregare. Per chi vuol pregare, ovviamente.
Perchè dici che Mani non è adatto: perchè non si lascia mangiare la pastasciutta in testa dai tanti signorotti pseudointellettuali che infestano la povera Cagliari, che creano un'infinità di circoletti chiusi e autoreferenziali e non lasciano passare l'aria per respirare, che protestano contro quello che loro chiamano "autoritarismo" e poi si rilevano più autoritari del PCUS?
RispondiEliminaMani è adattissimo, che continui a liberarci da tutte queste blatte schifose che intristiscono la Sardegna!
Grazie, Arcivescovo, non si lasci intimorire!
Anch'io ho sentito parlare di don Cugusi: un subcomandante castrista che si è appropriato della parrocchia per installare la sua tenda di comando, facendosi assistere dai suoi sgherani sessantottardi.
RispondiEliminaAria!
confermo Dante, su youtube si sente chiaramente che gli dicono BUFFONE e BARABBA.
RispondiEliminae poi una del consiglio pastorale va in sagrestia e aggiunge tra le altre cose, PRENDA LA NAVE E SE NE VADA.
fosse anche il peggiore Vescovo sulla faccia della terra è inammissibile un simile comportamento nei suoi confronti.
tutto perchè nel ragionamento che Monsignor Arcivescovo faceva ai fedeli durante la visita per spiegare le motivazioni disse:
"non vorrei che pensaste che voi amate la Chiesa e il vescovo no, che voi siate intelligenti e io un cretino, che fa le scelte; questo nella Chiesa non vige; questa non è Chiesa, questa è baracca", il virgolettato è chiaramente intellegibile dal video su internet.
il vescovo non ha detto che quella parrocchia è una baracca, ma che quel modo di ragionare da lui ipotizzato (parrocchiani intelligenti vescovo cretino etc.) non è da Chiesa, ma da baracca..
Speriamo che il successore di Mani sia intelligente....
RispondiEliminaIl Vescovo non dimentichi ciò che San Bernardo raccomandava ad un suo amico divenuto Vescovo: "Praesse ut praeibis, non ut imperes".... quindi uno stile più pastorale e meno dittatoriale non farebbe male in molti casi
RispondiEliminaTi ringrazio per questo tuo post, Giovanni, per aver messo in luce fatti e circostanze senza emozioni.
RispondiEliminaQuesto mi aiuta davvero a capire meglio il contesto.
Giò, un tuo conterraeno m'aveva detto già qualcosa del genere. Non son riuscito ad attivar l'audio a youtube, non l'uso mai e non ne sento la mancanza.
RispondiEliminaQuindi le parole riferitemi erano esatte. Concordo pienamente con te. Un conto è avanzar richieste e, quando necessario, se il vescovo afferma cose contrarie alla fede e ai costumi, o si comporta da feroce satrapo, la reprensione, prima privata e poi pubblica, un conto è l'aggressione facinorosa. Nel contrasto non so, non avendone precisa informazione, dove stia la ragione e dove il torto. Ma il comportamento di quei fedeli va riprovato fermamente.
Arturo, ma sta scherzando?! Veramente parla sul serio? Io sospendo il giudizio perché non possiedo la versione dell'Arcivesovo e perché non capisco il merito della vicenda, esposta su questo blog da persone che ne sono coinvolte e che, dunque, omettono cose a noi sconosciute e dipingono il racconto dal loro punto di vista. La sospensione del giudizio è doverosa quando non si hanno elementi sufficienti per giudicare e questo val per tutti, compreso per quel che mi riguarda(penso di conservare integro il senso della Chiesa). Ah, per la cronaca sono un conservatore che sa ammettere quando qualcuno, di diverse vedute, compie del bene. E, per citare l'ottimo prof. Pastorelli, Ha fatto molto, il parroco, per il rione, sul piano sociale e culturale. Ma sul piano spirituale? In vista di tuti i se e ma del caso, ovvio è sospendere il giudizio.
RispondiEliminaPAROLE, significa <span>andare contro il mondo, pur vivendo nel mondo per portarlo a Cristo.</span>
RispondiEliminaE poi accusa la teologia della liberazione d'aver creato odio, disprezzo ecc. ecc. Guarda dove va a ficcarsi la santità curiale.
RispondiEliminaVedendo il filmato della contestazione all'arcivescovo Mani non posso che dargli ragione, QUESTA NON E' CHIESA, QUESTA E' BARACCA.
RispondiEliminaEsprimendosi in questo modo è chiaro che la baracca è la sua baracca.
Da una prima impressione direi che ognuno ha la baracca che si merita, sia il prete che il vescovo.
Poi bisognerebbe conoscere i retroscena di tutta questa storia.
Ma fedeli che urlano in chiesa in faccia al vescovo, parroco che dopo 30 anni non se ne va, vescovo che si esprime in quel modo davanti ai fedeli... una scena vergognosa.
Che son pastori questi? E' Chiesa? QUESTA NON E' CHIESA, QUESTA E' BARACCA.
Arturo, mi chiedo dove vivi. Nell'iperuranio forse? Prima dici una cosa e subito dopo la contraddici. come fai a dire che il Tabernaccolo di trova in una posizione dignitosa quando è in una sorta di corridoio dove c'è un andirivini continuo? come fai a dire che con un lussuoso inginocchiatoio davanti, si prega straordinariamente bene? Per pregare nopn c'è bisogno di inginocchiatoio lussuoso, basta una semplice panca di legno oppure si si può insinocchiare tranquillamente per terra. Ma non è questo il problema, tu che sei molto informato prova a dirci che fine hanno fatto i quattro aquilotti dargento che reggevano il tabernaccolo e buona parte della catena che teneva la lampada barocca.
RispondiEliminaTutti i gusti sono gusti, ma diffronte a certi pezzi preziosi che mancano si resta con un interrogativo? che fine hanno fatto? è vero che son finiti per fare il pastorale del vescovo? Prova a darci un ragguaglio tu. grazie
E' MOLTO NOBILE PARLARE DI RISPETTO AL VESCOVO MA NON FACIAMO GLI IPOCRITI SAPETE BENE CHI SIA MANI E QUALE ALTA <<moralita>> HA TESTIMONIATO NEGLI INCARICHI CHE HA AVUTO NELLA SUA VITA .</moralita>
RispondiEliminaCi si scanna anche tra progressisti ora? Non darei un euro a nesuno dei due. Eliminateli tutti e due così ci prendete!
RispondiEliminaSperiamo, soprattutto, che sia cattolico!!
RispondiEliminaSperiamo che tutto si risolva, io farò la mia parte nella preghiera.
RispondiEliminaMagari Annarita, due piccioni con una fava.
RispondiEliminaLa situazione venutasi a creare a Cagliari è molto complessa ed è divenuta sempre più ingarbugliata. é troppo semplicistico leggere questa esplosione di odio dei fedeli e della Diocesi (clero e fedeli)come attribuibile al trasferimento del parroco di Sant'Eulalia. questo ultimo fatto è infatti "la goccia che ha fatto traboccare il vaso", ma già da prima fermenta nella diocesi una ostilità ed una forzata sopportazione da parte dei fedeli per il proprio Vescovo..a Cagliari c'è sempre stata una venerazione ed una speciale devozione per la figura del Vescovo in quanto Vescovo (pensiamo a quando Mons. Alberti visitava le parrocchie), sicuramente i parrocchiani hanno oggettivamente sbagliato nell'offendere il Vescovo, ma guardate nei video la risatina "simpatica" con cui Mani risponde alla gente...la figura del Vescovo a Cagliari è stata portata molto in basso per gli atteggiamenti e i modi per nulla buoni e sinceri di mons. Mani, modi che anzichè ricalcare la sua forza per l'autorevolezza ne delineano invece la sua debolezza per l'autoritarietà...insomma è un gran povero vestito da ricco. è troppo semplice ricercare le ragioni da dare a Mani soltanto in questo caso del trasferimento del parroco della Marina dicendo anche che è progressista( e Mani cos'è tridentino?), anzi penso che il parroco, al di là del suo progressismo, non abbia ragione in ambito canonico...certamente avrà le sue ragioni per rimanere, se posso io gli consiglierei la stessa motivazione che tirò fuori Mons Mani quando, mentre era Ordinario Militare, andando contro una legge italiana domandò una proroga di due anni pur essendo scaduto il mandato poichè aveva 65 anni, e come ogni generale di corpo d'armata se ne doveva andare a casa con la sua bella pensioncina...ma arriva la legge "ad personam" perchè per l'ordinario militare d'Italia è facile stare in mezzo ai politici ed ottenere gRAZIA. La motivazione della proroga: "per continuità pastorale"...per cui si faccia furbo don Cugusi e dica alla Congregazione del Clero di ricordarsi del passato( cercate in internet la pubblicazione del decreto da parte della Corte dei Conti).Non trovo giusto che Mani possa cavalcare l'onda solo perchè il diritto canonico gli dà ragione in questa situazione, cavalca l'onda dentro una tempesta che lui stesso ha causato da quando è arrivato a Cagliari. Mons. Mani è abituato a cavalcare: tutto il suo discorso lo fa basandosi sull'obbedienza....ma Lui a chi obbedisce?Perchè non inizia a obbedire a un decreto della Congregazione del Clero che gli dice di ordinare un giovane diacono di Cagliari che ha fatto ricorso e l'ha vinto?Perchè non obbedisce alle regole liturgiche e la smette di vestirsi da vecchia matrona romana con quelle lunghe tunicelle di vari colori diversi dalla casula, e perchè non la smette di fare della Messa del Crisma una tavolata lunga e inutile...la Messa si celebra sull'altare, ma Lui non lo capisce...ad un prete che gli disse: "scriverò all'Ecclesia Dei", rispose con tono sarcastico e provocatorio "ma l'Ecclesia Dei sono io"..IO IO IO, leggete il Portico, il suo giornale, non il giornale della Diocesi...IO IO IO, siamo nauseati dopo sette anni, e come bene ha detto qualcuno: " se si arriverà ad otto anni. li ricorderemo come gli OTTOMANI.Trasferite pure il parroco di Sant'Eulalia, ma trasferite al più presto anche chi non sentiamo come pastore e guida, vorrei vedere se ora Roma prende decisioni verso il parroco, mentre non lo fa verso il Vescovo per tutte le sofferenze e i disagi causati nella povera Chiesa che è in Cagliari, che IO tratta da schiava e non da sposa. Ricordiamoci sempre però che il fine del CIC è la salus animarum, non la salus parochorum o la salus episcoporum....oremus
RispondiEliminaLa situazione venutasi a creare a Cagliari è molto complessa ed è divenuta sempre più ingarbugliata. é troppo semplicistico leggere questa esplosione di odio dei fedeli e della Diocesi (clero e fedeli)come attribuibile al trasferimento del parroco di Sant'Eulalia. questo ultimo fatto è infatti "la goccia che ha fatto traboccare il vaso", ma già da prima fermenta nella diocesi una ostilità ed una forzata sopportazione da parte dei fedeli per il proprio Vescovo..a Cagliari c'è sempre stata una venerazione ed una speciale devozione per la figura del Vescovo in quanto Vescovo (pensiamo a quando Mons. Alberti visitava le parrocchie), sicuramente i parrocchiani hanno oggettivamente sbagliato nell'offendere il Vescovo, ma guardate nei video la risatina "simpatica" con cui Mani risponde alla gente...la figura del Vescovo a Cagliari è stata portata molto in basso per gli atteggiamenti e i modi per nulla buoni e sinceri di mons. Mani, modi che anzichè ricalcare la sua forza per l'autorevolezza ne delineano invece la sua debolezza per l'autoritarietà...insomma è un gran povero vestito da ricco. è troppo semplice ricercare le ragioni da dare a Mani soltanto in questo caso del trasferimento del parroco della Marina dicendo anche che è progressista( e Mani cos'è tridentino?), anzi penso che il parroco, al di là del suo progressismo, non abbia ragione in ambito canonico...certamente avrà le sue ragioni per rimanere, se posso io gli consiglierei la stessa motivazione che tirò fuori Mons Mani quando, mentre era Ordinario Militare, andando contro una legge italiana domandò una proroga di due anni pur essendo scaduto il mandato poichè aveva 65 anni, e come ogni generale di corpo d'armata se ne doveva andare a casa con la sua bella pensioncina...ma arriva la legge "ad personam" perchè per l'ordinario militare d'Italia è facile stare in mezzo ai politici ed ottenere gRAZIA. La motivazione della proroga: "per continuità pastorale"...per cui si faccia furbo don Cugusi e dica alla Congregazione del Clero di ricordarsi del passato( cercate in internet la pubblicazione del decreto da parte della Corte dei Conti).Non trovo giusto che Mani possa cavalcare l'onda solo perchè il diritto canonico gli dà ragione in questa situazione, cavalca l'onda dentro una tempesta che lui stesso ha causato da quando è arrivato a Cagliari. Mons. Mani è abituato a cavalcare: tutto il suo discorso lo fa basandosi sull'obbedienza....ma Lui a chi obbedisce?Perchè non inizia a obbedire a un decreto della Congregazione del Clero che gli dice di ordinare un giovane diacono di Cagliari che ha fatto ricorso e l'ha vinto?Perchè non obbedisce alle regole liturgiche e la smette di vestirsi da vecchia matrona romana con quelle lunghe tunicelle di vari colori diversi dalla casula, e perchè non la smette di fare della Messa del Crisma una tavolata lunga e inutile...la Messa si celebra sull'altare, ma Lui non lo capisce...ad un prete che gli disse: "scriverò all'Ecclesia Dei", rispose con tono sarcastico e provocatorio "ma l'Ecclesia Dei sono io"..IO IO IO, leggete il Portico, il suo giornale, non il giornale della Diocesi...IO IO IO, siamo nauseati dopo sette anni, e come bene ha detto qualcuno: " se si arriverà ad otto anni. li ricorderemo come gli OTTOMANI.Trasferite pure il parroco di Sant'Eulalia, ma trasferite al più presto anche chi non sentiamo come pastore e guida, vorrei vedere se ora Roma prende decisioni verso il parroco, mentre non lo fa verso il Vescovo per tutte le sofferenze e i disagi causati nella povera Chiesa che è in Cagliari, che IO tratta da schiava e non da sposa. Ricordiamoci sempre però che il fine del CIC è la salus animarum, non la salus parochorum o la salus episcoporum....oremus
RispondiEliminaE' SEMPRE IL VESCOVO E MERITA RISPETTO ED EDUCAZIONE.
RispondiEliminaEST MODUS IN REBUS
Ecco la dichiarazione della Corte dei Conti.
RispondiEliminaAh ah ah... Gli ottomani... Carina questa...
RispondiEliminaKalaritanus o qualche altro può dire qualcosa in più sul disposto della Congregazione del Clero che da ragione al diacono che mons. Mani invece non vuole ordinare prete?
RispondiEliminanon funziona il link
RispondiEliminaEcco cosa ha scritto un amico di Cagliari sull' Unione Sarda di sabato 17c.m..
RispondiElimina<p><span>Ho appreso con grande tristezza<span> </span>le notizie circa i<span> </span>fatti che hanno visto violata la sacralita' della parrocchia di S. Eulalia da tanti “fedeli” . Tutto davanti al Santissimo esposto.<span> </span>Molti di loro non sono abituali messanti ma arrivano da altre parrocchie attratti dalle mistiche omelie dominicali<span> </span>udibili in questo intoccabile santuario del cattoprogressismo cagliaritano. Altri invece costituiscono<span> </span>i cosiddetti laici impegnati in servizio permanente effettivo in detta parrocchia. Questi laici, spesso dei pensionati<span> </span>svolgono, con rare eccezioni,<span> </span>uno zelante quanto<span> </span>inutile servizio nei cosiddetti Consiglii Parrocchiali con patetico entusiasmo<span> </span>e<span> </span>insufficiente preparazione sulla moda postconciliare che , col beneplacito dei parroci spesso affacendati piu' nell'essere archeologi<span> </span>per diletto<span> </span>o capipopolo o agenti di collocamento anziche' esser<span> </span>mossi dalla vera sollecitudine<span> </span>pastorale volta alla salvezza delle anime attraverso( per esempio)<span> </span>l'obsoleto sacramento della Confessione,<span> </span>vorrebbe vedere attuata<span> </span>l'eresia protestante del sacerdozio universale. </span>
</p><p><span>Ecco allora corsi prematrimoniali tenuti da persone che spargono a piene mani errori gravissimi .Ecco le beghine" tricoteuses" che fanno a gara nell‘arrivare al pulpito per la lettura e distribuire<span> </span>a Messa ( con parroci seduti) le ostie come le carte a scopone.<span> </span>Ecco gli ex DC che fieri della loro medaglia di latta di decani di un Consiglio Pastorale<span> </span>affermano<span> </span>( spero in buona fede) ignorando pero'<span> </span>il semplice catechismo<span> </span>come<span> </span>nella loro Parrocchia di<span> </span>in un clima multiculturale e multietnico si preghi<span> </span>l'unico Dio! Allah, invece,<span> </span>come ogni mussulmano sa bene, e' assai<span> </span>diverso dal Dio Trinitario cristiano!</span>
</p><p><span><span><span> </span>Tutto cio’ frutto<span> </span>delle tante stucchevoli devianze postconciliarie: la clericizzazione dei laici e la laicizzazione del clero!<span> </span></span></span>
<span>E' cosi impossibile nel terzo millennio per i sacerdoti non fare a meno di questo inutile istituto del Consiglio dei Savii parrocchiani? Dei Sinodi dei laici? Ecche' quando il primario deve pianificare un intervento chirurgico chiede forse<span> </span>un consulto a qualche paziente in corsia? Povera Chiesa che ricorre a modelli non suoi</span></p>
Allora riassumo brevemente la questione:
RispondiElimina- Il vescovo fa il suo mestiere e trasferisce un parroco, offrendogli altra parrocchia bellissima, popolatissima e promettentissima;
- il suddetto parroco, ormai ossificato nel suo piccolo regno, rifiuta ripetutamente l'invito, insulta il vescovo, organizza una sommossa (tanto ormai è di moda), semina zizzania in tutta la diocesi. Il Vescovo conferma la sua decisione e quelli scrivono lettere dove calunniano altri sacerdoti e il Vescovo stesso.
E' sufficiente per un giudizio? Per me sì.
RISPETTO PERCHE' VESCOVO? IL RISPETTO SI DEVE A CHI RISPETTA.
RispondiEliminaRISPETTO PERCHE' VESCOVO? IL RISPETTO SI DEVE A CHI RISPETTA.
RispondiEliminaLo sarà certamente, Welcome, come lo è stato Mani.
RispondiEliminaMa è ovvio che sarà cattolico, questo è scontato, che dici?
RispondiEliminaTrasferire parroci è dittatoriale? Pensavo fosse ordinaria amministrazione in una diocesi.
RispondiEliminaPiena solidarietà a Mani, la baracca non l'ha fatta lui.
RispondiEliminaMani non è progressista, piena solidarietà al Vescovo.
RispondiElimina<span>Altri giudizi, altra melma sulla REDAZIONE che incassa: purtroppo dorme molto spesso.</span>
RispondiEliminaCi rimarresti bene se qualcuno proponesse di eliminare te e Annarita in un colpo solo?
RispondiEliminaPiena solidarietà all'Arcivescovo contro tutti i detrattori.
RispondiEliminaE' vecchia e non fa ridere.
RispondiEliminaPersino don Cugusi ha dovuto ammettere che sono tutte invenzioni.
RispondiElimina...."<span><span><span>la clericizzazione dei laici e la laicizzazione del clero".... è proprio così! ! !</span></span></span>
RispondiElimina<span><span><span>Faccio parte di un consiglio pastorale di una paesino dell'Arcidiocesi di Milano e sperimento questa *devianza* in modo più o meno accentuato durante ogni consiglio pastorale. Il mio mandato finisce l'anno prossimo. Meno male che ne facciamo uno ogni 3 mesi!!! ^__^
</span></span></span>
Mi scuso con tutti gli utenti: avevo già eseguito la cancellazione dei post e lasciato un commento, ma evidentemente il blog non ha recepito.
RispondiEliminaQuanto al nostro provocatore Arturo, il consiglio che dò è di lasciar perdere certi elementi, limitandosi a usare la funzione "flag" per segnalarli, e poi pazientare: di solito vengon presi in considerazione nell'arco della giornata.
Lorenzo
<span>
RispondiElimina<span>Ma se le non vuole subire la "melma"di Dante Pastorelli, che molti, io per prima, considerano un nettare nutriente e benefico, stia alla larga da questo blog! </span></span>
IL VESCOVO RAPPRESENTA LA CHIESA IL PAPA CRISTO NELLA SUA DIOCESI.
RispondiEliminaAMATE I VOSTRI NEMICI.
SE AMIAMO SOLO CHI CI AMA E RISPETTIAMO SOLO CHI A SUA VOLTA RISPETTA, SIAMO COME TUTTI GLI ALTRI, SIAMO SALE SCIPìTO.
Anche quando DISOBBEDISCONO apertamente al Papa?
RispondiEliminaAnche quando si comportano in despoti tiranni?
Perchè allora esistono i ricorsi previsti per le vittime degli abusi di potere di certi vescovi?
No, non è progressista è uno scatenato tradizionalista...ho qui a video il suo giuramento antimodernista di San Pio X...
RispondiEliminaMa mi faccia il piacere!!
Essere martirizzato da te non deve essere il massimo...
RispondiEliminaCaro Lorenzo, finché insultano me non è poi rilevante. ma l'insulto ripetuto di inqualificabile all'intero blog, cioè a tutti coloro che vi scrivono e alla Redazione, non può esser tollerato.
RispondiElimina<span>
RispondiElimina<span>Consiglio a monsignor Mani di assumere il signor Arturo come responsabile della comunicazione, o come suo portavoce, a meno che lo sia già, visto l`ardore, la totale e beata ammirazione di "Antonio"per il suo vescovo, monsignor Mani non sarà deluso!</span></span>
Qui si è passatisti :-D il parroco è progressista...per fortuna che c`è mons. Mani che sta al centro, suppongo.
RispondiEliminaLo abbiamo capito! Saremo passatisti, inqualificabili, ma ciechi no!
RispondiEliminaSono d'accordo... abbi pazienza Dante, anche il commento di sopra è apparso in un punto diverso da dove l'avevo lasciato... il blog sembra in tilt. Ma stiamo provvedendo, in tutti i sensi.
RispondiEliminaDante, qui nessun dorme, è che la moderazione non è istantanea... SICURAMENTE vien fatta in giornata, con particolare attenzione agli elementi flaggati.
RispondiEliminaLorenzo
Caro Teofilo, se non ti bastan i giudizi e le prove (quali?) di qualche difensor d'ufficio curiale, e sospendi il giudizio, lo fai perché vuoi appigliarti a tutto per colpir mons. Mani. Sta' a veder che ora ci si serve anche di un tipo di prete che non è certo l' ideale per la quasi totalità dei frequentatori di questo blog inqualificabile, per attaccar un vescovo. Come se io mi mettessi ad attaccar l'arcivescovo fiorentino mons. Betori (di cui, specifico, fo grande stima) mettendomi a esaltar don Santoro e don Stinghi. Così va la logica.
RispondiEliminasì, Dante: grazie, concordo !
RispondiEliminaGiò, e perché non l'aereo? Non se ne liberebbero prima e magari, non si sa mai, potrebbe anche precipitare?
RispondiEliminaL'Ambrosia, il nettare degli dèi. Visto che è estate, cara Luisa, ti consiglio di tenerlo un po' in frigo o almeno di aggiungergli qualche cubetto di ghiaccio. Lo si potrebbe anche vendere ..uhmmmm.....
RispondiEliminaCome spot proporrei : " Bevete il nettare del Pastorelli, vi farà diventare più santi e più belli ! "
Arturo mi hai fatto raggiungere il record di post cancellati per giornata. Quasi quasi propongo agli altri redattori la consegna di un premio.
RispondiEliminaLorenzo
<span>Questa notiziola secondaria, che cosa vuol dire ?</span><span></span><span>DOMANDA:</span><span>Messa con iPad</span>
RispondiEliminaHanno veramente celebrato la messa con un ipad? La trovo solo io molto triste come cosa?
<span>Risposte inviate</span> <span>
Sì, è stata celebrata a Gramolazzo (MS). Anchio la trovo un po' triste come cosa
</span>
L'importante è che la nuova collocazione permetta la genuflessione di chi passa. Prima, evidentemente non c'era spazio a sufficienza, neppure per il parroco e il sacrestano. Meglio così. Almeno due un segno di riverenza lo possono fare. Ma non capisco dove sian finiti i mazzi di chiavi grossi come angurie. Certamente li han sostituiti con card (carta elettronica, non cardinale).
RispondiEliminaAntonello Vescovo? Forse farebbero prima cardinale mons. Fellay.
RispondiEliminaprprio in Sardegna
RispondiEliminaNemici mortali per la Fede, e quindi miei. Ma almeno avevano una logica per quanto perversa. Certi curiali son perversi, ma sforniti della minima capacità logica. Tutti han letto l'odio e il disprezzo che hai sprizzato contro tutti.
RispondiEliminaMantovano, se mi fornisci il nome del bambino nel giro di un paio di giorni una messa, da spregevole sacrestano, la farò celebrar per lui.
RispondiEliminaPOVERO PAPA E POVERA CHIESA
RispondiEliminaREDAZIONE, altre offese a tutti.
RispondiEliminaMA, SCUSATE, A NOI SU QUESTO BLOG CHE COSA CI INTERESSANO LE BARUFFE TRA PROGRESSISTI ED IPERPROGRESSISTI E TRA I LORO FANS CHE FANNO GAZZARRA?
RispondiEliminaNOTIZIE IRRILEVANTI.......
Dalla relazione di giovanni non ho capito gran che, anzi quasi niente. A lume di naso posso dire che l'arcivescovpo Mani, noto per l'intransigente rigetto della antica messa e del non rispetto della sunnorum pontificum, raccoglie quello che ha seminato. Come può, lui disubbidiente al papa, pretendere ubbidienza da un suo chierico? Mi sembra che questa si chiamasse legge del contrappasso. Chi di spada ferisce di spada perisce. Detto questo, dell'arcivescovo mani e di quello che gli succede non me ne pò fregar di meno. Anzi è sempère troppo poco.
RispondiEliminaPovero Cristo!
RispondiEliminaBisognerebbe fare solo messe di 'riparazione', da un po' di tempo in qua!
Conosco una illustre studiosa nonché docente universitaria che ha scritto in Vaticano protestando per i lavori che venivano fatti sull'altare...
RispondiEliminaSarà la maledizione di Arturo.
RispondiEliminaCol caldo qualche pisolino di pomeriggio non ci sta?
RispondiEliminaUna Messa secondo l'antico rito può insidiare il bene dei fedeli? Può esser causa di divisioni? Ai fedeli che frequentan il NO cosa vien tolto? E perché dovrebbero opporsi alla legge e alla volontà del Papa? La concessione della Messa invece evita le divisioni e fa sentire tutti fratelli e non crea due categorie di figli della Chiesa, di serie A e serie B.
RispondiEliminaNoi non siamo S. Ignazio. Le Messe le facciamo celebrare. Ma non per mandar al Creatore preti e vescovi.
Nettare pare troppo forte e suscita ironia? Eppure nettare,= nectar, è più semplicemente = bibita deliziosa, per chi ha sete bien entendu!
RispondiEliminaSe sostituisco nettare con cibo va meglio?
Comunque, bevanda o cibo, per me i contributi di Dante sono molto nutrienti e rinfrescanti! :)
Ehm, vorresti per caso Nerone? Non valutarti troppo: umiltà, Spes, umiltà. Accontentati.
RispondiEliminaLuisa, e chi ti crede?
RispondiEliminaCaro confratello, tu travisi il Motu Proprio. Non è il vescovo che decide se applicare il MP, ma il parroco:
RispondiEliminaArt. 2. Nelle Messe celebrate senza il popolo, ogni sacerdote cattolico di rito latino, sia secolare sia religioso, puo' usare o il Messale Romano edito dal beato Papa Giovanni XXIII nel 1962, oppure il Messale Romano promulgato dal Papa Paolo VI nel 1970, e cio' in qualsiasi giorno, eccettuato il Triduo Sacro. Per tale celebrazione secondo l'uno o l'altro Messale il sacerdote non ha bisogno di alcun permesso, ne' della Sede Apostolica, ne' del suo Ordinario.
Art. 4 Alle celebrazioni della Santa Messa di cui sopra all'art. 2, possono essere ammessi - osservate le norme del diritto - anche i fedeli che lo chiedessero di loro spontanea volonta'.
Art. 5. § 1. Nelle parrocchie, in cui esiste stabilmente un gruppo di fedeli aderenti alla precedente tradizione liturgica, il parroco accolga volentieri le loro richieste per la celebrazione della Santa Messa secondo il rito del Messale Romano edito nel 1962. Provveda a che il bene di questi fedeli si armonizzi con la cura pastorale ordinaria della parrocchia, sotto la guida del Vescovo a norma del can. 392, evitando la discordia e favorendo l'unita' di tutta la Chiesa.
Come vedi è sempre il giudizio del parroco che conta. Quello del vescovo riguarda il can. 392 che è affatto generale sulle competenze del vescovo concernenti la disciplina.
Questo pressapochismo clericale tendenzioso e per di più espresso in latino mi fa imbufalire
Gutta non cavat lapidem.
RispondiElimina<span>Anche se toscano, so poco di Mani e per questo nulla posso dir di lui, salvo quanto mi riferiscono fidati amici cagliaritani e romani. Son d'accordo con te, al vescovo spetta sempre l'amore soprannaturale, il quale però, all'occorrenza, non esclude il richiamo e il monito. Ma anche il vescovo deve amare il suo gregge. Anche su questo saremo giudicati tutti, fedeli e vescovi.</span>
RispondiEliminaSon segni delle divisioni nella Chiesa. Conoscerli male non fa: se li conosci li eviti.
RispondiEliminaEsagerato. Il comportamento dei fedeli è deplorevole e va deplorato.
RispondiEliminaConfesso che anche dopo questo post della Redazione non ci ho capito molto. Ho l'impressione che continui a mancare qualcosa agli atti, non so però dire cosa.
RispondiElimina<p><span>No c’è evidentemente in questa gerarchia il senso della chiesa laica voluto dal Concilio. Una chiesa che consapevole di essere essa stessa mondo FA PROPRIO IL SENSO DEL LIMITE: no è potente, trionfalistica militarizzata, ma solo testimone <span> </span>di fede vissuta nella complessità, nel viaggio incerto in compagni di donne e uomini, il cui Dio no ama uragani e e terremoti ma è vento leggero (Isaia 45,15). Una chiesa no prigioniera del clericalismo, della burocratizzazione e della ierocrazia, libera, forte solo della Parola e di una speranza forte ma no ostentata, no separata sacralisticamente, ma compagna di strada dei poveri cristi del mondo. No moralistica, no docente, ma in grado di imparare da ognuno e in primo luogo dai propri peccati. È evidente allora che no l’autorità costituita, anche ecclesiastica, che opprime il povero e la vedova, no i laudatores temporis acti, potranno capire: al massimo trasferire e gioire dei trasferimenti. E poi, perché Cagliari sì e Thiberville no?</span></p>
RispondiElimina<span>E' un'idea. Un po' passatista, ma può andare. Si va sempre sul sicuro. Poiché siamo in un blog inqualificabile mi verrebbe quasi quasi la voglia di riportar la pubblicità di un lassativo dei primi 20-30 anni del 900 venduto nelle farmacie di Livorno (altrove non so).
RispondiElimina</span>
<span>Noi ci mettiamo la nostra quota, anche per scusarci - almeno io lo fo volentieri - per le pressioni esercitate sul blog</span>
RispondiEliminaDipende dal valore che si dà all'aggettivo.
RispondiElimina<span>Forza don Camillo confessati a don Arturo-Antonio magari per email. Fa' gli scongiuri, non si sa mai. Già il blog è in tilt. Mi dicon che in Sardegna ci son molti jettatori veraci ed anche stregoni che pratican la magia nera.</span>
RispondiEliminaChe succede a Cagliari? Bo!? Ho capito ben poco. Mi pare però che l'epilogo sia quello "standard" per situazioni in cui de facto le esperienze pastorali border line vengono tollerate mentre le tradizioni di Santa Romana Chiesa vengono soffocate. Succede sempre così: emarginati gli obbedienti tradizionali, l'astio dei progressisti deve trovare uno sfogo e si rivolge necessariamente contro colui che li ha "risparmiati" Lo stesso capita anche nel lavoro e nella politica. Sto Vescovo, per i fedeli tradizionali è un progressista, per quelli progressisti è un despota autoritario. In ogni caso guai a trasformare la Chiesa in un luogo di volontariato o aggregazione sociale. Siamo a fine "mandato" per cui la responsabilità della situazione non può che ricadere sull'Arcivescovo. Non ha agito per tempo dove doveva agire, prpbabimente, con poca lucidità, ha agito dove non doveva agire. Tutto questo serva almeno da monito all'entrante. Sia un pastore di anime di TUTTE le anime che gli vengono affidate.
RispondiElimina<p><span><span>Caro don Camillo, se avesse letto bene il post avrebbe notato che il parroco ha preparato le valige già da prima del decreto ufficiale , infatti con obbedienza andrà via a settembre come prevede l'ordine del vescovo. Nessuna disobbedienza dunque da parte del parroco semmai sono venuti alla luce i disappunti detti e ridetti a più riprese anni addietro. </span></span><span>
RispondiElimina<span>Riguardo a monsignor vescovo è prossimo alla pensione, è vero, e che pensione! Ha un'idea di quanto prende un ex Generale di Corpo d'armata? </span>
Come vede i<span>l motivo del contendere non è la fede, ma </span><span>il denaro</span><span>! I cagliaritani lo sanno bene. I benefici dell'8 x mille che lo <span>s</span>tato ha concesso alla Confraternita della parrocchia sono stati dirottati per arredare il lussuoso </span><span>college </span><span>ricavato dal seminario diocesano ormai vuoto di studenti. Ora è un albergo a 5 stelle per chi può permettersi di pagare profumatamente. E i soldi dati dallo Stato per le opere di carità parrocchiali? Obbedire si, sempre, ma non passivamente quando ci sono ingiustizie eclatanti come questa. Don Cugusi non avrebbe dovuto svelare questa notizia. Sarà questo il motivo vero del trasferimento? Il vescovo si giustifica appellandosi al Sinodo diocesano che ha stabilito che un parroco non può essere nominato a vita. Ma allora perché solo don Cugusi e gli altri parroci che pure governano da ben oltre trent’anni?</span></span>
</p><p><span><span>Sarei più propenso, come la maggior parte dei cagliaritani, a credere all’ipotesi dell’interesse economico, e non si parla di pochi euro… </span></span>
</p><p><span><span>Non condivido affatto l’atteggiamento dei parrocchiani nei confronti del vescovo ma li capisco, quando si è esasperati si arriva a perdere la calma e l’uso della ragione.</span></span>
</p><p><span><span>Bisognava esserci in quell’assemblea parrocchiale per capire bene come sono andate le cose. Il vescovo si è rifiutato di parlare nell’arena parrocchiale dove i fedeli lo attendevano. Ha voluto che tutti si radunassero in chiesa, e così è stato. La mancanza di tatto da parte del vescovo ha infiammato gli animi già surriscaldati dalla temperatura di quei giorni… e così la guerra che covava sotto la cenere da anni si è scatenata. Da notare che molti di quei parrocchiani gli corsero incontro festosi e ospitali al suo arrivo otto anni fa…</span></span>
<span><span>Da che parte sta la ragione? Difficile a dirsi, come sottolinea il post.</span></span></p>
quali invenzioni?
RispondiEliminaNo qui siam sempre sulla breccia, anche se non ve ne accorgete :).
RispondiEliminaNon ti preoccupare a segnalare, basta che tieni in conto che l'arco di tempo per visionare i post è max una giornata, anche se cerco di farlo ogni tot ore.
RispondiEliminaevviva Peter tu si che sai parlare e fare chiesa! complimenti e ad maiora
RispondiEliminaMa ogni tanto non scendete in trincea lmeno a bere?
RispondiEliminaIl problema è quando gli arturi sparan raffiche senza sosta, neppure quando dicon d'esser in chiesa a pregare. Comunque ti possiamo pagar lo straordinario. Io ti do tutto quel che al nero mi passa la redazione.
RispondiEliminaIl nome soltanto.
RispondiEliminaUna chiesa con INOPPORTUNO PAROLAIO
RispondiElimina<span>Carissimo. chi ha scritto quell' articolo non solo non si fa pagare ( non e' giornalista) ma è un professionista cagliaritano noto nei circoli tradizionalisti isolani che ha tanto patito e combattuto per ripristinare la Messa Antica.</span>
RispondiEliminaInopportuno, non ho capito un beneamato cxxxo di quello che ha scritto.
RispondiEliminaconosciamo bene ho detto
RispondiEliminaimmagine evocativa e gustosissima, già!
RispondiEliminaProfessore, lo schiaffo del Vescovo all' inopportuno cresimando non fu mai abbastanza forte.
RispondiEliminaAdesso capisco perche mons. Mani ha invitato Berl us coney alla festa di Bonaria dove c'entrava come i cavoli a merenda....
RispondiEliminaFatti squallidi dell'ambiente progressista che hanno le radici nella crisi odierna della Chiesa.Non vale la pena di parlarne. Si rischia di suscitare una cagnara, anch'essa squallida e poco dignitosa , come oggi.
RispondiEliminaQuesto Blog oramai è diventato un blog di gossip.
RispondiEliminaParafrasando un noto di re di francia.
Centinaia di risposte valgon bene un blog degno di pomeriggio 5 della D' Urso.
NO, NON BISOGNA GENERALIZZARE, IL BLOG è INTERESSANTE E VALIDO. iO MI RIFERIVO SOLO A QUEST'ULTIMO ARGOMENTO. COMUNQUE, CHI NON E' INTERESSATO NON E' OBBLIGATO A PARTECIPARE, NE' TANTOMENTO A SCRIVERE.
RispondiEliminaCoraggiosissimo Multinick buonasera, l'amico Malleus Calaritanus mi comunica che Lei mi diffama in questo blog scrivendo che l'articolo mio pubblicato dall'Unione Sarda lo scorso sabato 17 avrebbe avuto una motivazione mercenaria. Le consiglio di chiedermi le dovute scuse. O saro' costretto a querelarLa.
RispondiElimina<span>Mau, se pagan bene, ci metti una buona parola per me? Posso scrivere due pagine al giorno e userò il compenso solo per lavori di restauro alla "mia" chiesa. Anzi, facciamo così: il giornale verserà il compenso direttamente sul conto della Confraternita, ed io avrò meno impicci. Datti da fare.</span>
RispondiElimina<span>Il reverendo don Cugusi alle 19:15 del giorno giovedì 17 giugno ha dinanzi al pubblico presente nell'aula parrocchiale di S.Eulalia per la presentazione d'un libro del notissimo Prof. Emilio Biagini (difese il Papa durante l'ostile campagna mediatica sull'utilita' del profilattico nella prevenzione all'AIDS) docente presso la locale Universita', messo in dubbio la Santita' di S.S. Pio V con fare irrisorio e provocatorio. Inizialmente data la veste sua negletta e non degna d'un consacrato ( ma anche d'un normale laico) non compresi chi fosse , pensai ad un no-global attempato . Poi uno dei partecipanti mi svelo' chi fosse.....Quale fulgido esempio di sacerdote. Preghiamo per la conversione di questo parroco confuso.</span>
RispondiEliminaNo devi scrivere NON, gnurant!
RispondiEliminaCosa succede a Cagliari? Succede che chi semina vento raccoglie tempesta.
RispondiEliminaPer farsi poi un'idea sul fatto specifico basta andare su you tube. Ascoltate anche l'intervista a don Mario Cugusi così avrete tutti gli elementi per capire non tanto di che cosa si tratta, ma almeno di chi sono i protagonisti della vicenda. Mani o Cugusi? Il Beato Pio IX avrebbe detto che si tratta di scegliere tra il terremoto e il colera. Ne "L'Unione Sarda" di sabato scorso c'erano due articoli affiancati, uno pro e uno contro, sullo stile del glorioso Candido di Guareschi. Uno era firmaro da Maurizio Muscas, già riportato in uno dei commenti, l'altro era a firma di un tale Francesco Casula. Io di Francesco Casula ne conosco uno che scrive, o scriveva, su "Il Sardegna" sotto la qualifica di "storico". Trent'anni or sono insegnava materie letterarie all'istituto per ragionieri "Martini" ed era un militante di democrazia proletaria. Se è lo stesso che si è espresso a favore di don Cugusi si può capire immediatamente chi è dalla parte del terto e chi da quella della ragione. Ma comunque si tratta sempre di scegliere tra terremoto e colera.
Caro Inopportuno vedo che no sei ancora riuscito a correggere gli errori di ortografia. Ma con la teologia come stiamo?
RispondiEliminaCarissimo Filippo Burighel,
RispondiEliminase vuoi farti un'idea di quanto accade a Cagliari puoi digitare "mons. Mani" su you tube e vedrai in prima persona quanto riferisce questo post. Ti raccomando di guardarti anche l'intervista al parroco ribelle, anche se ci vuole molta pazienza per ascoltarlo sino alla fine. Per curiosità puoi accedere anche al sito diocesidicagliari.it dove nella home page alla voce "intervista all'arcivescovo" ci sono due allegati molto interessanti e divertenti. Il settimanale diocesano "Il Portico" riferisce, tra l'altro, che il decano del consiglio pastorale (ma che titolo è?) che collega il trasferimento del suo amatissimo parroco a dubbie operazioni finanziarie della diocesi, è pregiudicato per bancarotta. Speriamo non faccia parte anche del consiglio affari economici!!? Al peggio pare proprio non esserci mai fine. Cordiali saluti
l'arcivescovo chiede e pretende obbedienza, com'è naturale nel ruolo che ricopre, ma....
RispondiEliminaquesta è la testimonianza risentita del Kalaritanus, ore 14.42:
<span><span> "</span></span><span><span>Mons. Mani è abituato a cavalcare: tutto il suo discorso lo fa basandosi sull'obbedienza....ma Lui a chi obbedisce? Perchè non inizia a obbedire a un decreto della Congregazione del Clero che gli dice di ordinare un giovane diacono di Cagliari che ha fatto ricorso e l'ha vinto? Perchè non obbedisce alle regole liturgiche e la smette di vestirsi da vecchia matrona romana con quelle lunghe tunicelle di vari colori diversi dalla casula, e perchè non la smette di fare della Messa del Crisma una tavolata lunga e inutile...la Messa si celebra sull'altare, ma Lui non lo capisce...ad un prete che gli disse: "scriverò all'Ecclesia Dei", rispose con tono sarcastico e provocatorio <span>"ma l'Ecclesia Dei sono io"!</span></span></span>
:( ...dunque:
<span>COME LUIGI XIV, MONS MANI DISSE: L’ECCLESIA DEI SONO IO !</span>
-----------
Colui che pretende obbedienza NON DA' esempio di obbedienza: si fa despota, disobbediente alla Gerarchia superiore, preparando così egli stesso i semi di una rivolta nei sudditi da lui oppressi, che spontaneamente si affezionano e si attaccano eccessivamente ad un nuovo "capopopolo" che fa intravedere loro una sorta di "liberazione" dal giogo tirannico.
Si assiste così al<span>l'estremo approdo dell'<span>anarchia</span>, favorita dal post-concilio con la sua distruzione della catena gerarchica e <span>del concetto stesso di obbedienza, a partire dal vertice della Gerarchia</span>, il Pastore supremo che per primo non viene obbedito, e non impone più l'obbedienza, dovendo inchinarsi (così pare) al primato della collegialità, trasformatasi subito dopo il Concilio, gradualmente in (stra)potere dei Vescovi, come constatiamo giornalmente, in fatti e misfatti, specialmente a danno dei tradizionalisti, e che in questo caso si è rivelato un vero boomerang !</span>
------------------
Ovvero: parlare di obbedienza e mostrarsi disobbedienti è inutile e controproducente, poichè
Verba volant, exempla trahunt !
Perchè mi ritiene un provocatore: le ripeto che il provocato sono io e ho sempre reagito solo per legittima difesa da certi elementi.
RispondiEliminaAllora può dormire tranquillo: io non insulto nè lei nè il blog fino a che questi non insultano gli altri. Il mio "inqualificabile" era la replica al fatto che il redattore si permetteva di ritenere "inqualificabili" le decisioni dell'Arcivescovo di Cagliari: una cosa davvero insopportabile.
RispondiEliminaEcco, Pastorelli ha spiegato benissimo, concordo pienamente.
RispondiElimina<span>....e anche giustamente si è ripetuto: <span> chi semina vento raccoglie tempesta. </span>
RispondiEliminaOra, proviamo a risalire indietro negli anni .....e ad individuare il punto e il momento in cui
dall'otre di Eolo spalancato fu liberato e scatenato questo <span>vento di ribellione, </span>
pseudo-liberatorio e "molto primaverile":
.....<span>.a quale anno potremo</span> con certezza fermarci, prima del quale NON avvenivano siffatte rivolte contro i Vescovi, nè siffatte PROFANAZIONI DELLE CHIESE, RIDOTTE AD AULE liturgiche-o-parlamentari, a pari funzionalità, nè mai siffatte proclamazioni da parte di Vescovi che dicano, convinti e soddisfatti:
<span> L'État=Eglise c'est moi! ??</span>
....fino a quale anno del 20.mo secolo la Chiesa aveva visto la sua Gerarchia ordinata e funzionante COME NOSTRO SIGNORE l'aveva istituita, secondo vera concordia e obbedienza ordinata a Lui stesso che è il vero Capo, rappresentato dal Papa ?
:( </span>
Io miriferivo a Pcus e teologia della liberazione, forse ha inteso male (così va meglio, moderatore?)
RispondiEliminaIl senso dell'aggettivo? Cattolico, solo cattolico.
RispondiEliminaPregherò anch'io per te e farò dire anch'io una messa da abietto curiale quale sono.
RispondiEliminaLa ringrazio, ma non credo di avere le competenze, la mia è solo la difesa e l'affetto di un fedele cattolico per aver visto il Pastore Buono attaccato vilmente.
RispondiEliminaQuelle del Decano. E' tutto spiegato sull'ultimo numero del Portico.
RispondiEliminaNo non vivo nell'iperuranio. E tu vivi nel terzo anello di Saturno? (se il moderatore vuole cancellare questa mia battuta è pregato di cancellare per par condicio anche quella analoga del mio provocatore).
RispondiEliminaPer il resto ribadisco che l'attuale collocazione è migliore, più spaziosa, più luminosa e più adatta alla preghiera.
I quattro aquilotti non so dove siano, un blog di rifondazione comunista ha messo in giro 'sta storia del pastorale ma è evidente che si tratta dell'ennesima calunnia ai danni di Mani: 'sto pastorale nessuno l'ha mai visto.
Il pezzo di catena non so dove sia, sicuramente non se l'è intascato il Vescovo.
IL NOME DEL BAMBINO E' NICOLO'.
RispondiEliminaGrazie prof. Pastorelli, Cajetan AG, Mic, Luisa, Scrivi qui il tuo nome, i vari Ospite, Cesare , Arturo e tutti gli altri che stanno pregando e offrendo S. Messe per il piccolo Nicolò.
I nonni, informati di quello che state facendo, vi ringraziano commossi e vi benedicono.
Da parte mia, ancora GRAZIE ! Siete straordinari !
Caro Maurizio, hai ragione a lamentarti. Ricorda però che tu pure hai accusato il Vescovo di rubare, quindi attenti con le querele perchè potrebbe essere un boomerang.
RispondiEliminafaccia pure come crede. io sono qui.
RispondiEliminaIn risposta all'ennesimo commento cancellato di Arturo: qui accettiamo anche voci contrarie, solo i suoi commenti vengon sistematicamente eliminati. Provi a chiedersi perché.
RispondiEliminaMaurizio, ho letto il tuo intervento sull'Unione Sarda e mentre leggevo pensavo "sono completamente d'accordo con questo che scrive", solo alla fine ho notato la tua firma! Complimenti.
RispondiEliminap.s. l'articolo contrapposto al tuo è stata la summa dei luoghi comuni catto-progressisti... desolante...
E lo chiede a me? lo saprà lei.
RispondiEliminaMa nemmeno per Mani esserlo da voi due. (Per il moderatore: se cancella questa mia frase prego per par condicio cancellare anche quella del mio provocatore, grazie).
RispondiEliminaCaro Stefano , se anche tu mi diffami , non ho problemi ad aggungere il tuo IP alla denuncia che presentero' domattina alla PolPost.
RispondiEliminaMi riferivo a "intelligente". Quanto a "cattolico", non c'è qualificativo più deprecabilmente abusato.
RispondiEliminaNon hai perduto niente.
RispondiEliminabeh, per essere un argomento irrilevante o di nessuna utilità come ha scritto qualcuno, gli interventi sono stati 185 in meno di 24 ore; un ottimo risultato! Complimenti Redazione.
RispondiEliminaMa quel Francesco Casula che ha firmato l'altro articolo è quello che si qualifica "storico" quando scrive su "Il Sardegna" e trent'anni fa insegnava lettere al Martini militando in democrazia proletaria?
RispondiEliminaSi, in un contesto ironico ho spiegato bene quel che tu pensi, formulando giudizi estremamente temerari.
RispondiEliminaLo sappiamo tutti.
RispondiEliminaNo, carissimi Pastorelli e don Gianluigi, io credo che il problema sia stato mal posto da voi.
RispondiEliminaSe leggete cronache complete della vicenda vedrete che:
a) la gerarchia preferisce persone psicologicamente inadeguate ma "fedeli alla linea", tanto meglio se tridentinizzanti: è un bene per la chiesa? o sarebbe meglio aver persone rompiscatole e irregolari, ma capaci di fare davvero i pastori? Lotta e contemplazione per diventare uomini di comunione! diceva il martire fratello Rogelio di Taizè.
b) quello che rispondete ad a), risponderete anche per Thiberville ...
c) mi rimproverate che voglio una chiesa povera? era ricco Gesù? (comunqu lo Spirto Santo qualche volta no vi lascia soli, riporto dal bloggo di Raffaella un commento: "ho l'impressione che il problema stia tutto qui:
«So chi ha chiesto la mia testa: la Congregazione del Santissimo Crocifisso. È nata nel rione – afferma Don Mario - e doveva far beneficenza qui. Poi è diventata una onlus, ci hanno portato via mezzo oratorio e non ci danno un soldo ed i cospicui introiti vengono destinati a tutti tranne al quartiere di Marina, anche al vescovo, ad esempio per arredare il college del seminario. Da lì è nato tutto. Ne ho parlato più volte con l’arcivescovo, ma non è mai intervenuto, secondo me sbagliando».
Il disastro che puo' succedere nel rapporto tra "mondo religioso" (parrocchie, istituti ecc) e Onlus e' enorme, perche' quello che inizialmente ha un tipo di partenza, gestione e controllo poi con la costituzione ad Onlus diventa un ente a se, non piu' gestibile come fosse una dipendenza (dalla parrocchia, istituto ecc).
Di frizioni cosi' e' piena l'italia, complice purtroppo quell'avidita' che tanto fa danno, piu' degli scanali pedofili (e non e' poco), perche' questa avidita' si riesce anche a mascherare da carita' e fai fatica a riconoscerla per quella che e'.
Prima o poi con la faccenda onlus-chiesa saltera' un botto serio. <span></span>").
Pace e bene.
Ritiro quello che ho detto e chiedo scusa a Maurizio.
RispondiEliminaPoveri davvero, con certi fedeli...
RispondiEliminaLa S. Messa sarà celebrata domenica.
RispondiEliminaIn ogni caso nessuno[ insostituibile...non ci sono elementi per non obbedire al proprio arcivescovo.
RispondiEliminaMons. Mani è amato dal popolo e penso sia un bravo vescovo.
Ordinaria amministrazione? Non mi pare che la diocesi debba essere trattata come un'azienda, e il ministero del Parroco come quello di un funzionario dello stato!
RispondiEliminasolo una domanda al signor elio......ma lei vive a cagliari?? posso pienamente trovare un riscontro su quello che lei afferma, cioè che nessuno è insostituibile, non mi soffermo sull'obbedienza perchè il primo a darci esempio di disobbedienza è stato proprio mons. mani, come può poi affermare che mons mani è amato dal popolo?? ma lei rappresenta forse una bella e abbondante fetta di cagliari che ha subito le innumerevoli offese fatte dal vescovo?? non penso che sentire molte affermazioni provocatorie fatte dallo stesso abbiano giovato i cuori di molti fedeli con termini tipo "BARACCA" "PECORARI"....PER QUESTO LE DICO..... lei vive a cagliari??? beato lei che resce ad amare colu che ha solo creato malumori e per primo non ha dato amore alla nostra terra
RispondiEliminaScusami, le accetto di cuore, ma non merito le accuse di esser stato pagato da chicchessia. Anzi non si puo' dire che goda di particolare stima negli ambienti della Curia locale. Ne' fra i sacerdoti cagliaritani.
RispondiEliminaCirca il Multinick ( dal nome si evincono la coerenza e coraggio): mi han detto che ho tempo anche 3 mesi per sporgere querela. Non si dica che non osservi il salmista:"lento all’ira e grande nell’amore". Aspettero' dunque ancora le sue scuse poi operero' secondo giustizia.
tutto ciò e molto altro mi convince che ci sta un grandissimo equivoco di fondo ben descritto dal romanzo di rosa Alberoni " Intrigo al concilio vaticanoII ", questa non è più la Chiesa di Cristo , o meglio lo è ancora ma è posseduta e spadroneggiata da veri e propri delinquenti da tutti i punti di vista: umano, morale, economico, pastorale, teologico e chi più ne ha più ne metta......... che fare? restare fedeli si e poi che fare???? che tristezza
RispondiEliminaL'ultimo numero del Portico è una vera C****A, sembra di assistere ai dispettucci di un bambino discolo (Mons. Mani) che spara semi di eucaliptus agli altri bambini con il tubo della biro dal balcone di casa sua (che è il Portico)...che vergogna che un vescovo scenda così in basso... e poi complimenti alla redazione che nel trafiletto intitolato "LO spillo" a pagina 3 del Portico, complimenti per le bugie proferite con linguaggio semi-serio (vista la ridicolaggine dell'intera pagina 3), mi riferisco alle bugie dette sul giovane diacono, che probabilmente ad oggi costituisce la "patata più bollente" per Mani, la si smetta di dire bugie per salvare la faccia del Vescovo e Mani la smetta di arrampicarsi sugli specchi...il Diacono deve essere ordinato poichè è stato emanato un decreto della Congregazione del Clero che dice di fare così, non ci sono processi o altre cause canoniche che blocchino, non dite bugie..
RispondiEliminaL'ultimo numero del Portico è una vera C****A, sembra di assistere ai dispettucci di un bambino discolo (Mons. Mani) che spara semi di eucaliptus agli altri bambini con il tubo della biro dal balcone di casa sua (che è il Portico)...che vergogna che un vescovo scenda così in basso... e poi complimenti alla redazione che nel trafiletto intitolato "LO spillo" a pagina 3 del Portico, complimenti per le bugie proferite con linguaggio semi-serio (vista la ridicolaggine dell'intera pagina 3), mi riferisco alle bugie dette sul giovane diacono, che probabilmente ad oggi costituisce la "patata più bollente" per Mani, la si smetta di dire bugie per salvare la faccia del Vescovo e Mani la smetta di arrampicarsi sugli specchi...il Diacono deve essere ordinato poichè è stato emanato un decreto della Congregazione del Clero che dice di fare così, non ci sono processi o altre cause canoniche che blocchino, non dite bugie..
RispondiElimina<span>L'ultimo numero del Portico è una vera C****A, sembra di assistere ai dispettucci di un bambino discolo (Mons. Mani) che spara semi di eucaliptus agli altri bambini con il tubo della biro dal balcone di casa sua (che è il Portico)...che vergogna che un vescovo scenda così in basso... e poi complimenti alla redazione che nel trafiletto intitolato "LO spillo" a pagina 3 del Portico, complimenti per le bugie proferite con linguaggio semi-serio (vista la ridicolaggine dell'intera pagina 3), mi riferisco alle bugie dette sul giovane diacono, che probabilmente ad oggi costituisce la "patata più bollente" per Mani, la si smetta di dire bugie per salvare la faccia del Vescovo e Mani la smetta di arrampicarsi sugli specchi...il Diacono deve essere ordinato poichè è stato emanato un decreto della Congregazione del Clero che dice di fare così, non ci sono processi o altre cause canoniche che blocchino, non dite bugie..</span>
RispondiEliminao mandis una volta dici che la guerra è necessari e un'altra volta dici che bisogna amare i memici--- mi sa che hai un po' le idee confuse...
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