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mercoledì 3 marzo 2010

Questi sono i nunzi del Papa.

Dal blog di S. Magister:
Ritiratosi a vita privata in un convento di Rottenburg, l’arcivescovo tedesco Karl-Josef Rauber, fino a poco fa nunzio apostolico in Belgio e Lussemburgo, ha vuotato il sacco contro il connazionale Joseph Ratzinger in una fiammeggiante intervista all’ultimo numero de “Il Regno“.

Per uno che di mestiere faceva l’ambasciatore del papa, non è rottura da poco.

Rauber muove le sue critiche da lontano. A suo giudizio, Ratzinger aveva preso una cattiva piega, troppo conservatrice, già quand’era professore a Ratisbona e lui, Rauber, era incaricato di fargli da tramite con Roma.

Le cose peggiorarono quando Rauber era nunzio in Svizzera. Ora lamenta che l’allora cardinale prefetto della congregazione per la dottrina della fede lo denunciò “quattro volte” presso la segreteria di Stato per aver criticato in pubblico la disciplina del celibato del clero e parlato male di alcuni vescovi.

Ma il più grosso motivo di protesta è recentissimo: è la nomina ad arcivescovo di Malines-Bruxelles del conservatore André Léonard, come successore del progressista Godfried Danneels.

Rauber dice che Léonard non era nella terna di nomi che lui, come nunzio in Belgio, aveva trasmesso a Roma. Né in una prima terna, né in una seconda. Perché a suo giudizio Léonard non era “del tutto adatto” per Bruxelles, dove il preferito di Rauber era un ausiliare di Danneels. Ma “in alto” hanno voluto diversamente. In altre parole: è stato Benedetto XVI in persona a impuntarsi e a promuovere Léonard, incurante che fosse sgradito a molti, compreso il re del Belgio.

Dal governo del Belgio, Rauber rischiò nel 2009 di essere dichiarato persona “non grata”, per la condanna dell’uso del preservativo fatta dal papa all’inizio del suo viaggio in Africa. Nel ricordare ora questo incidente, non spende però una parola per dire se lui era d’accordo o no col papa.

Nell’intervista, Rauber ricorda di aver avuto vita difficile anche con il cardinale Angelo Sodano, quando questi era segretario di Stato e quindi suo diretto superiore. Per aver criticato la nomina di un vescovo svizzero ultraconservatore, Sodano lo punì spedendolo in Ungheria.

Rauber ammette comunque un paio di sbagli suoi. Una volta in Svizzera, a Basilea, e una volta in Ungheria, all’ordinariato militare, riconosce d’aver fatto nominare vescovi due tizi che poi se la svignarono con una donna.

A Basilea, per fortuna, dice d’aver successivamente rimediato indicando un nuovo vescovo che papa Ratzinger non voleva ma alla fine ha accettato.

Questo vescovo si chiama Kurt Koch e si è rivelato “una persona eccellente”.

Tant’è vero che presto – si dice – lo stesso Ratzinger potrebbe chiamarlo a Roma come successore del cardinale Walter Kasper alla presidenza del pontificio consiglio per l’unità dei cristiani.

18 commenti:

  1. Queste dichiarazioni dimostrano l'importanza che la S. Sede nomini validi nunzi apostolici, che siano il più possibile fedeli a Roma e soprattutto di stampo conservatore. Mi domando, però, se Bertone sia in grado di fare buone scelte nelle nomine diplomatiche. Se è vero che il suo pupillo per la diocesi di Torino è Versaldi, c'è veramente da stare poco allegri.

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  2. Grazie a Dio Roma non è obbligata a prendere a scatola chiusa la terna di nomi che i vari nunzi le inviano. Fortunatamente avviene (o dovrebbe avvenire) anche un discernimento anche in sede di Congregazione dei vescovi e dell'Evangelizzazione dei popoli. Purtroppo i furbetti non mancano mai riuscendo a farla franca attraverso le maglie della conferenza episcopale nazionale, del nunzio e della competente congregazione. Vedasi il caso capitato da ultimo l'anno scorso di due vescovi della repubblica Centroafricana fatti dimettere perchè bellamente concubini oppure il caso del vescovo di Santiago del Estero (Argentina) fatto dimettere nell'agosto 2005 perchè omosessuale (nonostante fosse stato ordinato vescovo nel 1993 quando le di lui tendenze dovevano già essere note Urbi et Orbi). Per non parlare del caso Wielgus, lo stanco collaborazionista dei comunisti polacchi, nonminato successore del card. Glemp e sul quale la Congregazione dei vescovi prese una cantonata che fece rivoltare nella tomba Wyszynski, Hlond e Giovanni Paolo II. Quanto al pensionamento di Rauber ... non è una grossa perdita per la diplomazia vaticana, anzi ...

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  3. che tristezza quasta chiesa, o si è pecoroni silenti e allineati e sia hanno promozioni altrimenti si è soggetti a punizioni, trasferimenti, emarginazioni. Insomma una bella appliczione del messaggio evangelico non c'è che dire!
    preferirei evitare di leggee articoli come queto, dove simette in evidenza non la virtù evangelica ma la parte marcia della critica a tutto spiano contro chi non la pensa come me......

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  4. La solita ministra. Bisognerebbe ricordare a Rauber che non è un peccato mortale essere conservatori, ne tantomeno un delitto. Pensate un pò a come ragionano queste persone: se un tale è conservatore allora va allontanato, messo da parte, azzittito, deriso; se si è progressisti e si è dimostrata disponibilità ad accettare la "nuova Chiesa", sì, sempre quella riferita al Concilio...., allora le porte sono aperte. Porte aperte al carrierismo ecclesiastico per poter essere "disobbedienti" al Papa e seminare zizzania tra i fedeli: e tanti intellettualli neo convertiti al cattolicesimo (ma quale?) abboccano all'amo.
    A colloquio con un Vescovo, riguardo alle nomine dell'apposita Congregazione romana, mi diceva: devi metterti in testa che non si possono nominare vescovi solo ed esclusivamente dei "conservatori" legati alla Tradizione e papalini......, c'è bisogno anche di vescovi dalle idee innovatrici, creatrive etc. etc.. Appunto, rileggendo quali sono i "munera" dei vescovi noto proprio che non vi è accenno a vescovi dalle idee innovatrici.
    Mah che roba.

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  5. Hai ragione, Francesco B. Versaldi è il mio vescovo. Se andasse a Torino per Alessandria non sarebbe una grossa perdita ma per Torino non sarebbe un guadagno. Aurea mediocritas. Basti pensare che ai consueti "martedì di Quaresima" da tre anni a questa parte invita i soliti due noti cattoprogressisti: il costituzionalista prof. Balduzzi e l'iper cattoprogressista prof. don Maurilio Guasco. Se Charrier, predecessore di Versaldi, faceva venire il latte alle ginocchia, questi non ha cercato di rianimare una diocesi dove il cattolicesimo è in coma profondo

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  6. La situazione è talmente incancrenita da far perdere persino la reputazione alla Santa Sede.
    Questi progressisti stanno accellerando i tempi usando l'arma del discredito e del dileggio.
    Quanto ai "Nunzi" del Papa anche noi ... potremmo dire qualcosa ...
    ( meglio tacere in tempo di Quaresima )

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  7. un diplomatico che si sbraga in questo modo una volta in pensione (ma che si sbragava pure quando era in attività) non è adatto in una nunziatura neppure a lavare i pavimenti.

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  8. Mons. Rauber è uno squilibrato. Un sacerdote svizzero mi diceva che spesso era in preda a crisi di isterismo. Si vede che la nevrastenia non gli è passata con il pensionamento!

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  9. Per la verità non sono "accuse nuove".... basta leggere le interviste di Hasn Kung che ben conosceva Ratzinger...
    A Ratzinger non gli si perdona il fatto che in quegli anni immediati alla fine del Concilio egli ebbe una conversione altrettanto immediata...
    E' lui stesso a raccontarlo nel libro "la mia vita" quando sottolinea di essersi reso conto di essersi inserito in un vicolo cieco contro il quale LE INTERPRETAZIONI del Concilio cominciavano ad essere deformate...
    Ratzinger ritenne questa comprensione una sorta di "AIUTO DALL'ALTO" un aiuto verso il quale è sempre stato debitore evitando, da quel momento, ogni compromesso che potesse scompaginare l'intenzione del Concilio soprattutto in tema Liturgico, la sua più grande passione.

    E' per questo che diventa anche un disoccupato, seppur brevemente, quando Hans Kung gli propone un compromesso in cambio dell'insegnamento all'Università....Ratzinger vi rinuncia e perde il posto, ma in tal modo conferma la sua coscienza e porcede serenamente il suo cammino spesso ISOLATAMENTE....

    Quanto al vescovo Ruber sarebbe auspicabile che quando queste persone si ritirano, lo facessero per davvero soprattutto con il voto DEL SILENZIO, non certo per censura ma quanto per prudenza e SENSO DEL PUDORE... una virtù davvero dimenticata...
    Una cosa è certa, come dice il detto: chi sputa in cielo, in faccia gli ricade...

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  10. Più che una conversione Ratzinger si accorse dell'inversione degli altri. Lui ha continuato sulla strada della continuità!
    E' sempre stato un innovatore e non un novatore! I suoi compagni di viaggio di Communio invece si diedero un gran da fare per costruire un sinedrio cui lui non volle partecipare.
    Giusto peouovismo questo, sia chiaro. Condivido tutto!
    Matteo Dellanoce

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  11. Dire che Ratzinger si sia "convertito" è errato. Egli, al contrario di altri teologi suoi contemporanei (e suoi colleghi, cfr Kung) non si è lasciato abbindolare dal cosiddetto (e falso) "spirito del concilio", ma ha sempre tenuto presente e tradotto in pratica il vero insegnamento del C.V.II, e questo da teologo, da Prefetto della congregazione pro doctrina fidei e, adesso, da Pontefice.

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  12. in cauda venenum per Koch.

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  13. Quando in un dicastero di Curia ci sta il Prefetto e il segretario veramente cattolici, che sono in sintonia con il Romano Pontefice noi possiamo dormire sonni tranquilli; ma se ai vertici ci stanno massoni e merde varie tutta la chiesa ne risente il tanfo.

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  14. lei consiglia il voto del silenzio agli altri.....

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  15. sta di fatto che il nuovo arcivescovo di torino non è versaldi!

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  16. sacerdote suddito di lafranconi da mandello lario3 novembre 2010 alle ore 15:05

    per carità di Chiesa (locale) mi metto una mano alla bocca!!!!! 

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