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mercoledì 23 settembre 2009

Ai musulmani il Bello, ai cattolici turbine e capannoni

Sull'Osservatore romano del 21-22 settembre 2009 è apparso l'articolo sotto riportato, che troviamo involontariamente umoristico: ci piacciono (si fa per dire!) soprattutto le superfetazioni simil-dotte e le solite litanie postconciliari - i fedeli pietre vive, chiesa in cammino, popolo di Dio - per giustificare l'ingiustificabile, ossia che i poveri cristiani, forse per nostalgia di persecuzioni e catacombe, debbano accomodarsi in locali inadatti, spaesanti, ributtanti (nel senso etimologico= che ricacciano indietro). Di che parliamo? Di questa Chiesa a Calcata (Viterbo):


di Sandro Barbagallo

Calcata è divisa in due zone: il centro storico arroccato su una rupe che svetta tra le forre della valle del Treja e il paese nuovo, sorto negli anni Settanta in una zona pianeggiante in direzione di Faleria. Negli anni le condizioni ambientali che avevano spinto gli abitanti a traslocare si sono modificate e il borgo è stato in gran parte restaurato, tanto da riottenere l'abitabilità e diventare parte integrante del Parco regionale Valle del Treja. Restava però, per il paese nuovo, il problema di avere a disposizione un luogo di culto degno di questo nome e non un capannone prefabbricato. Nel 1996 Paolo e Giovanna Portoghesi, che abitano a Calcata dal 1973, ricevono l'incarico di progettare una nuova chiesa. Consacrata dal vescovo di Civita Castellana il 28 giugno 2009 e dedicata ai Santi Cornelio e Cipriano, la nuova chiesa fin dall'esterno appare composta da due parti distinte: il basamento compatto e articolato come le mura di una ideale cittadella, che esprime la presenza del popolo di Dio raccolto in preghiera e il tiburio verticale che si allarga verso l'alto come mediazione tra terra e cielo, ed esprime la trascendenza della Domus Dei: del luogo in cui si rinnova il sacrificio dell'Eucarestia. Dall'interno la prima parte genera lo spazio compresso e centripeto della comunità che circonda l'altare, la seconda, con la sua spazialità dilatata in altezza, capta la luce e la diffonde sui fedeli, rievocando il miracolo della Pentecoste. Il passaggio tra le due zone è segnato da una corona irraggiante che materializza la luce: "Luce da luce" come recita il Credo. La centralità dell'ambiente simboleggia la chiesa pellegrinante, in cammino verso la salvezza: il portale, l'atrio, la navata e l'abside con l'altare, l'ambone e l'immagine del Cristo risorto. In questo modo la nuova chiesa propone una sintesi delle soluzioni sperimentate dopo il Concilio Vaticano II, introduce il tema dell'illuminazione dall'alto e pone l'accento sul fatto che la chiesa cristiana non è un tempio in cui la divinità ha la sua sede separata, ma un luogo aperto in cui si raccolgono come pietre viventi i fedeli. La matrice geometrica di base è il poligono di sette lati. La scelta deriva dal fatto che il numero sette è privilegiato dalla tradizione religiosa ebraico-cristiana. Sette sono i giorni della settimana e del ciclo lunare, sette sono i sacramenti, i doni dello Spirito Santo e le virtù. Sette sono anche i dolori della Vergine, mentre quattordici le stazioni della Via Crucis. La chiesa di Calcata ospita una serie di opere d'arte strettamente legate a un programma iconologico. L'altare in terracotta, opera dello scultore Paolo Borghi [foto a destra], ha di fronte un'immagine del Cristo crocifisso tra la Madonna e san Giovanni; mentre sui due lati sono rappresentati il sacrificio di Isacco e il Cristo che bussa alla porta secondo la descrizione dell'Apocalisse. Dello stesso autore sono la scultura in terracotta policroma del Cristo Risorto, collocata nell'abside, la statua in bronzo della Madonna e quelle in terracotta dei due Santi protettori. I due grandi paesaggi nelle cappelle laterali sono opera di Luigi Frappi, mentre il battistero è decorato da una composizione astratta di Simona Weller, ispirata all'acqua, con un gioco di luci e riflessi, simbolo di vita e rinnovamento. La vetrata colorata sopra il portale d'ingresso è invece di Rita Rivelli. La chiesa di Calcata, pur essendo un'opera decisamente d'avanguardia, rientra perfettamente nel dibattito attuale sugli indirizzi dell'arte sacra, non disdegnando di avvalersi di una simbologia legata alla tradizione [legata alla tradizione? ma che erba ha fumato costui?].


Ora, Portoghesi è un grande architetto. Ma come tutti, si adegua alla committenza. Che nella Chiesa cattolica è composta, bisogna ben dirselo, di supponenti selvaggi con la sveglia al collo che si credon colti e intelligenti. Perché quando cambia la committenza, il discorso architettonico è ben diverso. Guardate quest'altra opera di Portoghesi e dite se non è bella, funzionale, riconoscibile in quanto reinterpreta i canoni della tradizione, insomma attraente (e certo senza che nessuno si sia fatto onanismi cerebrali inerenti il tempio con la divinità separata, lo spazio centripeto e simili fregnacce). Come mai? Semplice: non è una chiesa cattolica, è la moschea di Roma:


13 commenti:

  1. Se può consolare, anche alla moschea di Roma Portoghesi ha fatto solenni cappellate, tipo "dimenticarsi" di inserire i bagni (che in un luogo di culto islamico sono indispensabili, per via delle abluzioni rituali): dovettero aggiungerli in un secondo momento. La committenza (che mi pare fosse saudita) nemmeno se ne era accorta quando aveva approvato il progetto, per cui tutto il mondo è paese.

    Non sono un architetto e non vorrei dare l'impressione di difendere quegli ecomostri delle chiese moderne, ma nel discorso rientra di certo anche una questione di costi. Le colate di cemento armato hanno un prezzo enormemente inferiore rispetto alle volte in pietra. Anche se esisterebbero modi per conciliare il budget con un minimo di decoro: basta volerlo.

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  2. "sintesi delle soluzioni sperimentate dopo il Concilio Vaticano II,"

    Questa frase mi basta per darmi la nausea!
    La divina Liturgia oggetto di sperimentazioni, sì una vera conquista del Vaticano II, grazie Annibale Bugnini.
    E chi è quel vescovo che celebra dietro quell`altare e davanti una statua di Cristo risorto?
    Dove è la Croce di Cristo?
    Non è sull`altare, transit, ma non è nemmeno dietro l`altare, senza dubbio una conquista della riforma liturgica, mettiamo la Croce da Parte, mettiamo l`accento sulla Risurrezione, sul banchetto.
    Sacrificio Eucaristico ? Suvvia roba d`altri tempi vi diranno alcuni, altri vi diranno e che cosa è?
    Spazio sacro?Per carità, è l`assemblea che celebra, annulliamo le distanze, la divisione.
    Gli architetti, gli artisti, dovrebbero essere guidati da teologi, probabilmente lo sono stati, ebbene questa Chiesa e troppe altre ci parlano dello stato in cui si trova la teologia postconciliare.

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  3. "...il battistero è decorato da una composizione astratta di Simona Weller, ispirata all'acqua, con un gioco di luci e riflessi, simbolo di vita e rinnovamento..."

    una composizione astratta che ricorda l'acqua, simbolo di vita e rinnovamento? ovvero qualcosa che ricorda un simbolo di qualche altra cosa... questo sì che avvicina i fedeli e li rende partecipi, fare cose con simbologie complesse e nuove che, ovviamente, nessuno capisce se non le spiegano.
    Gesù e Giovanni battista non erano più semplici?

    "...non disdegnando di avvalersi di una simbologia legata alla tradizione..."

    la simbologia legata alla tradizione c'è eccome: un altare con una croce, e addirittura una statua di Cristo e una della Madonna! mamma mia delle statue! è troppo sfacciatamente clericale e antiecumenica questa Chiesa! come faremo per prestarla ai protestanti e ai musulmani?

    ( e sono d'accordo con la Redazione, la Moschea a Roma è veramente molto bella; anche se non come la Moschea Blu di Teheran)

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  4. Ah sì è vero, la Croce è scolpita sull`altare....ma che cosa è che attira lo sguardo? Sotto quale scultura è la sedia del presidente dell`assemblea (!?!), su che cosa si è messo l`accento?
    Non so voi, ma io è la prima volta che vedo una scultura del genere dietro l`altare, ho visto dei Crocifissi con il Cristo prefigurante la Sua Risurrezione, ho visto anche l`assenza di Croce, ho visto l`orribile Croce di San Giovanni Rotondo, sospesa sopra `altare, ma una statua come quella della foto, mai.

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  5. Cari amici,

    della chiesa e del massone Portoghesi ne avevo già parlato qui:
    http://fidesetforma.blogspot.com/2009/06/ecco-voi-la-chiesa-mulinex-di-calcata.html

    Grazie e a presto

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  6. Cosa ci si aspettava dal paese in cui si venerava la SS. reliquia del Prepuzio di NS.?

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  7. "Ai musulmani il Bello, ai cattolici turbine e capannoni"

    se i cattolici fanno pippa, di che ci lamentiamo?

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  8. " Ah sì è vero, la Croce è "scolpita sull`altare....ma che cosa è che attira lo sguardo? "

    credo che i progettisti abbiano pensato che facendo una Chiesa così povera e spoglia lo sguardo si fermerà per forza prima o poi sulla Croce dell'Altare, se non altro perchè c'è poco altro da guardare... :)

    faccio poi notare che questa Chiesa segue i canoni ( ormai ) classici delle chiese moderne; cosa c'è, per esempio, di più riconoscibile del Tabernacolo? chi è abituato ad andare in Chiese così riconosce subito il cubo metallico come Tabernacolo, perchè oggi li fanno tutti così ( e sembrano da lontano tutti uguali, tra l'altro ).

    Ma l'altare di terracotta è una trovata unica ( non voglio indagare se almeno il piano dell'altare sia in pietra come vuole il CONCILIO!!!). Mai visto prima un altare in terracotta.

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  9. Abbiamo urgente, assoluto bisogno di recuperare il senso del bello nella nostra vita. La bellezza risulta essere una straordinaria forza che ci attira verso Dio, che in sé è armonia, pienezza, verità.
    Quanti uomini e donne, nella storia, si sono avvicinati alla fede perché attratti dalla bellezza del Cristo, dalla maestà delle chiese, dalla spiritualità della liturgia, dalla ineguagliata umanità degli insegnamenti della sua Chiesa, dalla stupefacente maturità del suo popolo e la meraviglia della sua arte.

    Vorrei chiedere a tutti quanti oggi commissionano tali obbrobri: ma voi, visitando le nostre belle cattedrali e chiese antiche non avete mai avuto il fiato mozzato dalla percezione di una bellezza immensa, dentro il vostro cuore, che stava allagando la vostra vita? Non vi siete mai detti: Sì, è bello essere qui, Signore, è bello essere tuoi discepoli!
    Non credo, perché di fronte alla maestosità di Dio e ai suoi maestosi templi la nostra arroganza e saccenza svaniscono.
    L'affermazione ingenua e divertente di Pietro sul Monte Tabor: “è bello per noi restare qui, Maestro” non la sentiremo mai in quella costruzione di Calcata - lì non c’è il vento dello Spirito, il vento leggero di Elia.

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  10. Finchè i progetti delle chiese saranno assegnati ad architetti atei e massoni, come appunto Portoghesi, Fuksas e Renzo Piano, le chiese somiglieranno sempre di più a dei templi massonici e satanici, piuttosto che a luoghi di culto in cui si adora Nostro Signore Gesù Cristo.

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  11. Il problema non sono gli archietti ma la committenza, e gli esempi proposti lo dimostrano: la chiesa cattolica sembra il robot della moulinex ed è brutta, la moschea di Roma sembra ciò che é, ed è bella.

    Francesco Colafemmina nel suo blog ricordava pochi giorni fa come in Grecia le norme per la costruzione delle chiese ortodosse sono rigide e controllate dal Santo Sinodo.
    Anche la chiesa cattolica ha delle norme, ed è qui il problema: le norme concepiscono le chiese come saloni dove la comunità si riunisce intorno o davanti ai cosiddetti "poli celebrativi".

    Il risultato è quello che vediamo.
    Non diamo quindi le colpe agli architetti atei o massoni, ma al pretame neomane.

    Antonello

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  12. ... andiamo dall'imam e gli si dice: "Barba, si fa a cambio?" questo sarebbe dialogo interreligioso.... A Granada non successe così?
    AndreasHofer

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  13. La splendida chiesa di Maier nella periferia di Roma nella sua "semplicità" bianca e rigorosa, con il crocefisso al posto giusto, invita se non alla preghiera, sono tendenzialmente atea, di certo alla meditazione, la chiesa di Calcata nuova invita a fare colazione vista da fuori sembra un pandoro rovesciato!

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