Traduciamo il seguente articolo, apparso sul giornale colombiano El Tiempo:
E’ in Vaticano da più di 20 anni, da quando il Papa Giovanni Paolo II lo chiamò a lavorare al suo fianco. Il sacerdote, nato a Medellìn il 4 luglio 1929, fu uno dei primi vescovi a raggiungere la curia romana.
Benché non abbia ricevuto la comunicazione ufficiale del termine del suo incarico da parte di Benedetto XVI, già sa che il suo lavoro nella commissione che stava presiedendo, la Ecclesia Dei, termina oggi.
Inoltre essendo cardinale, non potrà votare nel conclave, ossia nell’elezione di un nuovo Papa.
Comunque, in dialogo telefonico da Roma con EL TIEMPO, ha spiegato che questo non equivale a un ritiro definitivo. Vivrà a Roma, anche se – dice – avrà più tempo per venire in Colombia, scriverà un libro sul rito antico cattolico e darà conferenze. E, più importante per lui, si dedicherà alle parrocchie.
Benché non abbia ricevuto la comunicazione ufficiale del termine del suo incarico da parte di Benedetto XVI, già sa che il suo lavoro nella commissione che stava presiedendo, la Ecclesia Dei, termina oggi.
Inoltre essendo cardinale, non potrà votare nel conclave, ossia nell’elezione di un nuovo Papa.
Comunque, in dialogo telefonico da Roma con EL TIEMPO, ha spiegato che questo non equivale a un ritiro definitivo. Vivrà a Roma, anche se – dice – avrà più tempo per venire in Colombia, scriverà un libro sul rito antico cattolico e darà conferenze. E, più importante per lui, si dedicherà alle parrocchie.
- E ora a che pensa di dedicarsi?
Terminerò un libro che ho iniziato a preparare sull’antico rito gregoriano e varie conferenze e seminari su questo tema. E mi dedicherà al lavoro nelle parrocchie, che è la cosa più gratificante.
- E dove vivrà?
Continuerò a stare qui in Vaticano. Continuo a essere cardinale; quel che succede è che non devo più "timbrare il cartellino". Resterò a Roma, però avrò più tempo per andare in Colombia.
Continuerò a stare qui in Vaticano. Continuo a essere cardinale; quel che succede è che non devo più "timbrare il cartellino". Resterò a Roma, però avrò più tempo per andare in Colombia.
- Come si sente?
Felice che il Signore mi abbia permesso di raggiungere in buona salute quest’età. Mi sento felice dei progetti che ho seguito. Non penso nel quarto d’ora passato, penso nel quarto d’ora che viene. Uno non si ritira quando è impegnato con Cristo.
Felice che il Signore mi abbia permesso di raggiungere in buona salute quest’età. Mi sento felice dei progetti che ho seguito. Non penso nel quarto d’ora passato, penso nel quarto d’ora che viene. Uno non si ritira quando è impegnato con Cristo.
- Quali sono stati questi progetti?
All’Ecclesia Dei mi ero riproposto tre cose e ho potuto compierle. Primo, che tutti i sacerdoti del mondo potessero celebrare liberamente la Messa, che si liberasse il rito antico senza opposizione al nuovo e senza che fosse obbligatorio. Secondo, far conoscere la ricchezza di questo rito, e terzo, togliere la scomunica dei vescovi lefebvriani e avvicinarli di nuovo alla Chiesa.
All’Ecclesia Dei mi ero riproposto tre cose e ho potuto compierle. Primo, che tutti i sacerdoti del mondo potessero celebrare liberamente la Messa, che si liberasse il rito antico senza opposizione al nuovo e senza che fosse obbligatorio. Secondo, far conoscere la ricchezza di questo rito, e terzo, togliere la scomunica dei vescovi lefebvriani e avvicinarli di nuovo alla Chiesa.
- Come è finito lo scandalo per quest’ultimo punto?
E’ stato transitorio, però ha fatto molto danno. Loro (i lefebvriani) furono scomunicati perché furono ordinati senza permesso, non per altro. Quando fu tolta la scomunica apparirono le dichiarazioni, sbagliate, di mons. Williamson, che negò l’olocausto nazista. Però questa cosa non ha niente a che vedere con l’altra.
E’ stato transitorio, però ha fatto molto danno. Loro (i lefebvriani) furono scomunicati perché furono ordinati senza permesso, non per altro. Quando fu tolta la scomunica apparirono le dichiarazioni, sbagliate, di mons. Williamson, che negò l’olocausto nazista. Però questa cosa non ha niente a che vedere con l’altra.
- In quel frangente si speculò che le relazioni col Papa si fossero guastate.
Per nulla! Le mie relazioni col Santo Padre sono state ottime sempre e continuano ad esserlo.
Per nulla! Le mie relazioni col Santo Padre sono state ottime sempre e continuano ad esserlo.
- Che cosa le manca?
Vedere che tutto il mondo si converta, che vada a messa e si confessi, che tutte le famiglie sian benedette da Dio.
Vedere che tutto il mondo si converta, che vada a messa e si confessi, che tutte le famiglie sian benedette da Dio.
[..]
Che peccato! Se la Chiesa avesse più sacerdoti e vescovi della statura morale e spirituale del Cardinale Hoyos, non assisteremmo agli scempi che vediamo quasi quotidianamente nelle nostre chiese, nè avremmo gli sbandamenti dottrinali, che purtroppo abbiamo avuto negli ultimi 40 anni. Purtroppo il Santo Padre si troverà con un prezioso collaboratore in meno, anzi direi due, visto che mons. Ranjith partirà per lo Sri Lanka, quindi mi auguro che chi prenderà il loro posto sia all'altezza della situazione.
RispondiEliminaIl card. Ojos senz'altro ha fatto molto per l'ottenimento dei risultati relativi al Motu Proprio ed alla revoca delle scomuniche. I sud-americani tuttavia non brillano mai molto per le loro capacità organizzative. Qualche pasticcetto ovviamente lo ha provocato, magari per la troppa fretta ma penso comunque sempre in buona fede.
RispondiEliminaQuanto all'obbligo di "timbrare il cartellino" pare, da fonti attendibili, che non sia mai stato un suo cruccio visto che, sempre secondo i soliti ben informati, si faceva sempre molta fatica a trovarlo in ufficio e che non si presentasse mai prima delle 11! Comunque molto meglio il card. Ojos di altri porporati teutonici, precisissimi sui tempi ma assai più deficitari sul piano dottrinale (v. Kasper e tanti altri).
'e avvicinarli di nuovo alla Chiesa'
RispondiEliminaMeditare sulle parole del grande uomo, meditare.
Loro (i lefebvriani) furono scomunicati perché furono ordinati senza permesso, NON PER ALTRO.
RispondiElimina----------------
Meditare!!! E medita una buona volta, prete intriso d'odio!
Caro prof. Pastorelli
RispondiEliminami sono sufficienti gli elementi
"stilistici" e contenutistici dell'anonimo provocatore per ritenere con certezza che non si tratta di un prete.
non lo è...
RispondiEliminaper quanto catto-sinistro
allineato al potere egemone
egli possa apparire!
Non mi impressiona gente che per più di vent'anni ha convissuto felicemente con una scomunica e vogliono pure essere visti come cattolici.
RispondiEliminaNon mi impressiona gente che per più di vent'anni ha convissuto felicemente con una scomunica e vogliono pure essere visti come cattolici.
RispondiEliminaa me invece impressiona molto gente che da oltre 40 anni si fa passare per cattolica - ottenendo anche anomali 'bollini' qualità - che continua ad accanirsi nei confronti di chi ha convissuto con una scomunica sapendo di non meritarla (altrimenti non sarebbe stata tolta ante praevisa merita)
Chi fa affermazioni apodittiche come questa, sarebbe poi anche tenuto, per correttezza, a dimostrare perché i lefebvriani non andrebbero visti come cattolici.
Perché criticano il concilio?
E cosa dire allora di chi (neocat-giudeo-luterano-gnostico o progressista che sia) pretende di rifondare la Chiesa proprio basandosi - ma applicandolo arbitrariamente - su un concilio che non può smentire nessuna delle verità di fede proclamate nei 20 (forse anche più) che lo precedono?
Io credo che la FSSPX dia così tanto fastidio a chi non può riconoscersi cattolico di fronte alla sua specchiata autentica cattolicità, che deve entrare in dialogo con la Chiesa di oggi, ma può farlo solo con la sua parte SANA, se ancora c'è rimasto qualcosa!
Abbiamo avuto il piacere di incontrare il 24 nov 2008 il card. Castrillóns Hoyos in Vaticano. Alla fine dell'incontro ci consegnò una lettera definendo il sito www.maranatha.it "essenzialmente cattolico". Il card. Castrillóns Hoyos è un uomo semplice di grande umanità, paterno e innamorato di Cristo e della Tradizione.
RispondiEliminaRingraziamo il card. Castrillóns Hoyos per il bene che ha fatto e continuerà a fare per la Chiesa Cattolica e la sua Tradizione.
Cogliamo l’occasione per informare gli amici di Messa in Latino che abbiamo pubblicato in Maranatha.it una Lettera Aperta a S.S. Benedetto IX per sollecitare l'applicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum, affinchè la Santa Messa Antica sia celebrata nella propria Parrocchia. http://www.maranatha.it/Letter.htm
....precedente commento:leggasi Benedetto XVI
RispondiEliminaInvio un abbraccio virtuale
RispondiEliminaalla redazione di www.maranatha.it
per questa notizia STUPENDA
e soprattutto per il coraggio
inaudito che dimostrano,
nell'avanzare questa esplicita
corale richiesta
- dando voce a tanti piccoli fedeli impotenti - e che
li qualifica,
intrepidi davanti agli ostacoli
pesanti ancora come macigni
frapposti in tante regioni d'Italia
(e d'Europa),
come autentici defensores fidei, con la stoffa dei martyroi!
Spero vivamente che il Santo Padre
non rimanga insensibile al gemito
e alla supplica delle anime,
che da tutto il mondo cattolico si rivolgono a lui come Vicario del Buon Pastore,
e che appronti le misure necessarie
per esaudirle, al buon fine che
si dia sollecito e definitivo compimento alle sue stesse paterne intenzioni.
Grazie di cuore!
informiamo gli amici di Maranatha.it che abbiamo 'ripreso' la loro lettera esprimendo tutta la nostra condivisione, sul nostro sito. Il link dalla pagina:
RispondiEliminahttp://www.internetica.it/neocatecumenali/news.html
Purtroppo il potere egemone è ancora molto egemone, abbiamo bisogno di un supplemento di Grazia
RispondiEliminaRobi
Infatti Sig. Pastorelli, quando il problema era disciplinare, c'era poco da preoccuparsi.
RispondiElimina"
Il fatto che la Fraternità San Pio X non possieda una posizione canonica nella Chiesa, non si basa in fin dei conti su ragioni disciplinari MA DOTTRINALI."
Ora che il Papa ha affermato che il problema è DOTTRINALE, mi preoccupo (per loro ovviamente)!!!
Perchè chi scrive crede che la RETTA DOTTRINA, sia appannaggio della Chiesa Cattolica (Sede Roma, capo il Papa, e Congregazione per la Dottrina della Fede).
Saranno i lefebvriani a dover dimostrare la loro ortodossia e la correttezza della propria dottrina professata, non il contrario!
Mediti anche lei, senza tirare in ballo la trita e ritrita storia dello "spirito del Concilio".
Cordiali saluti
Ah! Eminenza come dovremmo ringraziarla per tutto il bene che ha seminato...quale gloria e quali meriti ha acquistato agli occhi di Dio ...mentre altri lavoravano per separare e distruggere lei ha sempre avuto di mira l'unità.
RispondiEliminaGrazie Eminenza!
Saranno i lefebvriani a dover dimostrare la loro ortodossia
RispondiEliminagià...
Come quando è l'innocente
a dover dimostrare di esserlo,
a fronte di accuse ingiuste,
non i suoi calunniatori
a dover provare la fondatezza
delle accuse,
VERO?
"non si basa in fin dei conti su ragioni disciplinari MA DOTTRINALI."
RispondiEliminama sappiamo tutti che questa ragioni DOTTRINALI non inficiano la cattolicità, ma solo la corretta interpretazione del concilio, e prendiamo atto anche delle altre parole del Papa:
"Non si può congelare l’autorità magisteriale della Chiesa all’anno 1962 – ciò deve essere ben chiaro alla Fraternità. Ma ad alcuni di coloro che si segnalano come grandi difensori del Concilio deve essere pure richiamato alla memoria che il Vaticano II porta in sé l’intera storia dottrinale della Chiesa. Chi vuole essere obbediente al Concilio, deve accettare la fede professata nel corso dei secoli e non può tagliare le radici di cui l’albero vive."
Le ragioni che hanno 'mosso' Lefebvre e continuano a muovere i Lefebvriani riguardano proprio la necessità di tener salde queste radici
il Sig. Pastorelli, che non è un "non sig." Anonimo, non tira in ballo il trito spirito del Concilio, che pure tanti guasti ha provocato. Il sig. Pastorelli ritiene che alcuni punti dei documenti conciliari son così equivoci che posson esser tirati a destra e a sinistra, e da qui possibili errori in un senso e nell'altro.
RispondiEliminaIl Papa vuol discuter i motivi dottrinali: e questo è ciò che la Fraternità S. Pio X chiede da 40 anni. E' necessario, infatti, che questi punti sian definitivamente chiariti e se ne dia l'esatta interpretazione della Chiesa, senza ricorrer però ad un'altra abusata espressione che sembr un apriti sesamo: l'ermeneutica della continuità.
Si deve dimostrar come questi punti contestati, e non solo dalla Fraternità, ma anche da grandi teologi ad essa assolutamente non riconducibili, possan effettivamente inseririsi nella Tradizione.
Io mi auguro che si possa farlo, ma io non son il Papa.
Ricordo, tuttavia, che un concilio
che sin dalla convocazione e via via durante e dopo lo svolgimento si dichiari pastorale, non può invocare la nota dell'infallibilità
per nessuno dei suoi documenti. Ed infatti anche il Papa attuale ha senza esitazione specificato che il Vaticano II niente ha mutato della dottrina cattolica.
Se non ha cambiato la dottrina, che senso ha dire che va interpretato secondo la Tradizione? Basta ricorrer all'insegnamento precedente: il concilio, allora, ha mutato solo la forma, non la sostanza e la forma può esser criticata o discussa.
Ma ricordo per i motivi che negli anni '80 la Commissione Teologica Internazionale pubblicò un documento in cui affermava che atti del magistero non definitori potevan esser discussi dai teologi perché non eran oggetto di accettazione de fide. Se non vado errato quello stesso documento arrivava a sostentere che persino i dogmi presentavan aspetti essenziali non toccabili ed aspetti accessori soggetti ad approfondimenti e mutamenti perché appartenenti al tempo in cui quei dogmi erano stati definiti.
Della Commissione Teologica Internazionale io non mi son mai fidato troppo (vedi caso Limbo). Sulla possibilità di riformulare i dogmi o vedervi parti accessorie non voglio neppure pronunciarmi.
Ma sui testi magisteriali che non son definitori sibbene pastorali le conclusioni di questta Commissione sono pacifiche.
Devo tornar a dichiararmi lieto che finalmente si affrontan i problemi seri in modo adeguato come ho fatto più volte?
Non solo è bene ed anche ora per la Chiesa e per i credenti affrontare questi problemi seri in modo adeguato, ma è certamente pensabile che ciò possa venir fuori dal confronto con i Lefebvriani, che - come dice giustamente Dante Pastorelli - non sono tuttavia i soli portatori di questa necessità di chiarezza per uscire dalle secche di un'ambiguità che pretenderebbe escludere dal dialogo chiunque ne critichi le tesi partorite, divenute dogmi; e così rivela la sua natura ideologica, evidente anche nell'eccesso di pragmatismo di irrazionalità e di strumentalizzazione, molto presenti nei post degli odiatori della Tradizione
RispondiEliminaanonimo
RispondiEliminama perche non tieni la tua bocca di rosa chiusa ... una volta per tutte !!!!!!!!!!!
,, SE C'E' UN VESCOVO CHE ROMPE CON ROMA , QUELLO NON SARO' IO ,, parole profetiche quelle di MONSIGNOR LEFEBVRE ,,
e bravi i '' LEFREVIANI,, '' DIFENDEREMO LA TRADIZIONE A OLTRANZA ,, limpidi , puo' bastare . MONSIGNOR LEFEBVRE , che le piaccia o no MAI E' uscito dalla CHIESA CATTOLICA , SEMMAI E' STATO MESSO ALLA GOGNA , DOPO AVER DATO TANTO ALLA Chiesa , non CE LO SCORDIAMO . A SAINT NICHOLAS DU CHARDONNET , roccaforte dei lefreviani da me frequentata sempre , non appena sono a PARIGI , dicevo , i negracci dell' Africa che la frequentano come me ancora si ricordano di LUI e ne parlano ancora come di un PADRE ,pieno di affetto e premure verso di loro e ancora lo benedicono a distanza . io sono una persona pratica , lasciamo stare le elucubrazioni mentali stomachevoli va !!!!
sfido KASPER E COMPANY a fare e dare per il prossimo un quarto di quello che ha dato MONSIGNOR LEFEVRE !!!!!! ce lo vede LEI Kasper nel mezzo della savana ad aggiustare il motore in panne dalla propria macchina ??? Ebbene MONSIGNOR LEFEVRE LO HA FATTO , E HA DATO E AIUTATO LA CHIESA AFRICANA ATTINGENDO ALLE PROPRIE SOSTANZE PERSONALI .............
natura ideologica, evidente anche nell'eccesso di pragmatismo di irrazionalità e di strumentalizzazione, molto presenti nei post degli odiatori della Tradizione
RispondiElimina---------
e gli odiatori della Tradizione sono, secondo me, anche quelli che gioiscono dell'abbattimento delle balaustre e rovesciamento degli altari, e della riduzione della Messa a banchetto-show, ritenendolo un vero avvicinamento
dell'uomo a Dio
(i Santi non avevano capito niente!) così come gioiscono della demolizione del SACRO nell'intimo stesso della coscienza umana...
e che odiano anche la sola idea di adorare il Signore, perchè è giunta l'ora dell'uomo che si fa dio, giudice e faber di se stesso nel bene e nel male, senza un riferimento ultimo al trascendente
(a che pro l'adorazione, se Dio si è fatto uomo?)
.....
e ho paura che fra i nuovi geniali teologi, in un giorno non lontano,
uno di loro, il più audace di tutti, cercando "cose nuove e nuove vie" come quel prete del post
coi palloncini, andrà a toccare il
Dogma della Transustanziazione,
col preciso intento - occulto o manifesto - di demolirlo...
e allora, che sarà della Chiesa di Cristo?
Ne scorgiamo già i segni premonitori dalla funesta notizia
dataci da Lycopodium, come quando
in una giornata ancora soleggiata
vediamo all'orizzonte un vasto fronte temporalesco...
(ma non date peso, è solo una mia povera impressione!)
sig Franco sono perfettamente d' accordo con lei . se da una parte gioisco , dall' altra tremo per il dopo RATZINGER , MA ....... AD MULTOS ANNOS !!!!!!!
RispondiEliminacaro vittorio,innanzitutto complimenti per la difesa della figura di lefebvre:se ha amato la chiesa fino ad arrivare a sfidare il papa ci fornisce,se ancora ne avessimo bisogno, la misura della deriva ereticale presente a roma e,allo stesso tempo,la statura di quel presule.perche',vede,tutto questo parlare sul blog mi da tanto l'idea di un veleggiare tra Scilla e Cariddi.c'e' chi fa derivare la crisi(che essa ci sia penso sia pacifico proprio per tutti)OB vatdue,c'e' chi,invece,punta il dito sul POST vatdue.in termini spiccioli,e nemmeno tanto spiccioli,cosa cambia?distinguere un quid di origine conciliare da un quid di origine pontificia,se puo' avere un valore pel canonista,poco o punto valore avra' pel fedele.come pel cittadino poco importera'se una multa se la becca in forza di legge(di origine parlamentare) o in base ad un decreto-legge(che e' un decreto avente forza di legge emanato dal potere esecutivo).semmai,coloro che si sforzano di difendere il concilio additando lo "spirito del concilio" come responsabile dello sfascio-sperando con cio' di non creare e crearsi problemi di eterodossia- ricadono in una eterodossia peggiore,perche',come e' pacifico che ci sia la crisi,e' altrettanto pacifico che non c'e' stato atto,nomina,bolla,breve,trasferimento,approvazione,convalida,ecc.ecc.nella chiesa pre durante e post conciliare che non abbia in calce la firma del pontefice pro-tempore.la messa e' opera di bugnini,e' vero.il concilio lasciava invece intendere che....e' vero anche questo.ma,in termini spiccioli,che spiccioli non sono,la firma sotto il nuovo messale di chi e'?
RispondiElimina...convalida nella chiesa pre....
RispondiElimina(((furto di lettere)))
sig anonimo
RispondiEliminaper uno come me che dice pane al pane e vino al vino , è frustrante parlare con un muro , poiche non conosco la sua identità , ma ciò non è importante .
detto questo NON sono lefreviano pur conoscendoli e frequentandoli prima per pura curiosita' , poi sul serio e conoscendoli sempre meglio nel tempo ,
e questo per me è fonte di frustrazione , NON saro' mai come loro , non ne ho i cromosomi .
troppo di spessore , troppo colti , troppo aristocratici , nel senso etimologico della parola , se appartenessi alle loro fila sarei solo un numero , peccato perchè ho avuto i miei antichi sacerdoti da bambino dopo sono venuti i ciabattoni .
se faccio ancora il nome della croce prima di addormentarmi lo debbo solo a loro e a mia madre . figli avete detto le preghierine , ci diceva da bambini entrando in camera prima di addormentarci . io NON sono ne ci sarà mai per il mio futuro la benchè minima volontà per potermi definire un cattolico maturo ,
Nel mio commento delle 16,37, capoverso V, al posto di "per i motivi" (parte d'una correzione restata nella tastiera) leggasi "anche".
RispondiEliminaNon c'è peggior sordo di chi non vuol intendere...
RispondiEliminaChe pazienza bisogna avere con chi continua a sfoggiare atteggiamenti di odio verso la Tradizione della Chiesa senza mai rispondere a tono, punto su punto, alle chiare e sostanziali tesi e posizioni dei vari Pastorelli (non nomino gli altri, ancorché bravissimi, per paura di dimenticarne qualcuno). Perchè sfuggire a domande precise e rilanciare accuse o teorie che non sono difendibili. E seppoi vengono da prelati ... Anche il Papa ha richiamato i sacerdoti a preoccuparsi principalmente dei sacramenti e a diffondere il Vangelo e a lasciare ad altri il compito di rivoluzionare il mondo ... Molti di quei pochi che qui scrivono contro la Tradizione perchè continuano ad assillarci con demenzie o fanatismi indifendibili in questo blog ? Perchè insistere a provocare ? Andate altrove a seminare il vostro sapere e la vostra scienza: noi ci "accontentiamo" di quello in cui crediamo, anche se qualcuno pensa che sia un'eresia ! E siamo tanto convinti della nostra Fede che abbiamo il coraggio di firmarci, non ci nascondiamo dietro l'anonimato .
PRECISAZIONE PER CORRETTEzZA DI INFORMAZIONE.
RispondiEliminaNel mio commento delle 16,37 per un lapsus della memoria - come ho già detto non ho con me libri e appunti qui in campagna - ho fatto tutt'uno di due documenti diversi.
I concetti espressi non mutano, ma a ciascuno il suo.
La reinterpretazione dei dogmi appartiene essenzialmente ad un documento della Commissione Teologica Internazionale del 1989, mentre la possibilità di discutere, nella forma e nel merito il Magistero non infallibile e pertanto non irreformabile, è trattata in un documento della Congregazione per la Dottrina della Fede del 1990, DONUM VERITATIS.
Questo documento, firmato dal card. Ratzinger, dopo aver elogiato e spiegato il lavoro dei teologi, affronta il tema dell'accettazione obbligata per Fede Teologale del magistero infallibile, sia solenne che ordinario che ripeta verità già definite. E qui tutti siamo d'accordo. Un magistero infallibile non si può rigettar o discuter senza cader nell'eresia e nello scisma.
Quanto al magistero non definitorio - magistero autentico -se merita ossequio della mente, non impedisce la discussione e la critica, anche perché spesso tal magistero risente del periodo e delle circostanze che l'han prodotto e può contener giudizi che il tempo e l'approfondimento teologico dimostrano presentar affermazioni vere ed affermazioni contingenti e non sicure.
In tal caso il teologo, se ha motivi seri, deve presentar i suoi dubia all'autorità, discuter le asserzioni a cui in coscienza non si sente di aderire, chieder tutt'i chiarimenti necessari ed una riformulazione di quelle asserzioni in forma più esatta onde evitar equivoci.
Se, dopo opportuni chiarimenti, il teologo continua a non esser convinto della verità di quell'insegnmento, deve essere aperto ad ulteriori approfondimenti.
Ciò detto, cosa di più discutibile, di più reformabile di documenti pastorali che per la loro stessa natura son legati al tempo e son presentati in forma discorsivo-teologica, ed anche con fini di dialogo e non di insegnamento definitorio, come son quasi tutti i documenti conciliari?
Il "non sig." Anonimo (cioè io), ritiene che i documenti conciliari sono UNIVOCI. E che SONO tirati a destra e a sinistra, e da qui i CERTI errori, in un senso e nell'altro.
RispondiEliminaPer il resto nulla vi è da dire.
Non signorili ed anonimi, ma Cordiali, saluti.
Se i documenti conciliari fossero UNIVOCI non potrebbero esser soggetti ad interpretazioni così disparate.
RispondiEliminaSe tali testi fossero univoci ed in tutto infallibili, la Verità risulterebbe evidente, ed evidente il suo esprimere il Magistero di sempre, magari approfondito eodem sensu eademque sententia.
Se fossero infallibili sarebbero autorevoli ed obliganti in sé e non si dovrebbe, per dar loro il valore adeguato, ricorrere in continuazione all'ermeneutica della continuità. Quando ci si rivolge al concilio di Trento o al Vaticano I s'intende sempre rivolgersi ad un Magistero infallibile che non ha bisogno d'esser interpretato alla luce della Tradizione perché la Verità vi è espressa in tutta la sua forza e non ha bisogno di altri documenti che la sostengano ed illuminino: la Tradizione in essi è contenuta integralmente.
Cosa significa ciò? Significa che il Vat.II, per interpretare il quale si deve ricorrere post factum all'intepretazione della Chiesa e che attende chiarezza e indicazione di valore da questa interpretazione che si sforza di porlo nel solco della Tradizione, presenta un magistero confuso, ambiguo, passibile di ricezione erronea: insomma un Magistero non infallibile - se non nei punti come tali individuati ed individuabili - perché l'infallibilità è stata esclusa in partenza ed in corso...d'opera.
Il riconoscimento della pastoralità di tale assise risolverebbe il problema.
Bravo,come al solito,anzi straordinario il nostro Dante Pastorelli.Quindi il concilio vatdue presenta un magistero confuso,ambiguo,passibile di erronee interpretazioni.In altre parole non e' magistero,tale essendo solo cio' che delucida,chiarisce ed univocamente indirizza. Finalmente ci siamo.Fino a poco tempo fa se uno diceva una cosa del genere,apriti cielo.L'aria Ratzinger finalmente produce i suoi benefici effetti sui polmoni della Chiesa(il termine "ecclesiale" mi sta assai antipatico!).Resta il "nodo" di sapere,a parte i guasti apocalittici,a cosa di positivo e' servita la "pensata" del papa "buono".
RispondiEliminaRiporto il link a Donum Veritatis
RispondiEliminahttp://host.uniroma3.it/progetti/cedir/cedir/Lex-doc/SCV_SS/DO_24_5_90.pdf
Importanti ai fini della valutazione del Magistero sono i numeri da 23-24 a 28-29.
All'ultimo ANONIMO.
RispondiEliminaSe dei testi, o comunque parti o singole affermazioni di testi, di un concilio son passibili di diversa e addirittura opposta
interpretazione, v'è qualcosa in essi ch'è ambiguo, confuso ed equivoco.
Però non ho mai scritto che tutti i testi del concilio sono sullo stesso piano magisteriale o che tutti in sé siano erronei.
Ho sempre citato alcuni punti fondamentali che van spiegati e compresi rettamente e che il chiarimento deve venire dal Papa.
Ed è un fatto inusuale nella Chiesa, diciamolo francamente, che i testi di un Magistero Conciliare per esser tali debbano esser successivamente corretti (Nota praevia) o chiariti. Il che significa che il Vat. II non trova in sé la sua autorità ma ha bisogno di trovarla nel precedente Magistero!
Il fatto che il Papa insista sino alla noia che il Vat. II dev'essser letto nell'ermeneutica della continuità, e che tutti vi si accodino come per attinger ad una mielosa panacea, cosa significa?
Perché non ci si pronuncia negli stessi termini nei riguardi del concili di Firenze, di Trento, del Vaticano I?
E' chiaro che il Vat. II presenta un magistero che in alcune parti, per esser accettabile, va inquadrato, con qualche, e talvolta grave, sforzo anche linguistico e non solo dottrinale, nell'alveo della Tradizione: insomma non contiene una Verità che viene dichiarata ed imposta e da credere de fide, ma trova la sua giustificazione alla luce di un magistero precedente.
E' vero: il Magistero è tale se delucida, indirizza, e, sia pur in diverso modo, vincola.
Può non piacere ma questa è la realtà.
Per quanto mi riguarda, a sostener tali tesi non ho aspettato l'era Ratzinger.
Si da atto a quel che dice il Sig. Pastorelli che effettivamente, è vero, a sostener tali tesi non ha aspettato l'era Ratzinger.
RispondiEliminaCon altrettanta sincerità si dovrebbe dare atto che "altri", solo "ora" iniziano ad tirar fuori la testa, ad aprir bocca e versare inchiostro.
Opportunismo, timore, criptismo???
In futuro si vedrà.
Non escludo che alcuni si sian per decenni acquietati abulicamente nella corrente; che altri abbian aspettato, per esprimersi liberamente, un clima più favorevole; che altri, soprattutto sacerdoti, abbian avuto timore di ripercussioni negative e d'esser emarginati.
RispondiEliminaTuttavia parecchi fedeli han riscoperto la liturgia della loro fanciullezza e giovinezza e tanti giovani hanno scoperto tale tesoro per troppi anni negato.
Ma molti, chierici e laici, han combattuto questa battaglia a viso aperto, confortati da grandi cardinali, vescovi, teologi e canonisti, incuranti del sospetto e delle esecrazioni, ed perfino delle persecuzioni.
Non mi meraviglierebbe se ora qualche prete o monaco ambizioso, fiutato il clima più favorevole, ne approfittasse per proclamarsi "tradizionalista" a fini di "carriera".
Tutto ci sta.
Però non cerchiamo di vedere sempre e soltanto il male.
... ma infatti SIG PASTORELLI ,la mia paura è che col tempo , per amor di carriera TUTTI diventino TRADIZIONALISTI . Io non sono un grande esperto in materia , pero' l' istinto ed il buon senso mi dicono che il problema VERO , va risolto a cominciare dai seminari . Chi li frequenta DEVE essere consapevole della sostanza dell' essere sacerdote .
RispondiEliminaCultura , spessore , selezione in seminario , lavorare sodo . Non è possibile che qualcuno enti in seminario solo perchè è un ozioso , un fallito o perchè è stato ordinato di farlo dal dottore ....
Il pericolo paventato non credo abbia alcuna ragion d'essere.
RispondiEliminaIl problema della formazione nei seminari è, invece, reale.