Per la messa in latino scintille tra il Papio e il vescovo Grampa. Che anche nel collegio di Ascona, si potesse celebrare secondo la lingua dell’antico messale, lo aveva confermato in una lettera di pochi giorni fa fa il vicepresidente della Pontificia commissione” Ecclesia Dei”, monsignore Camille Perl, rispondendo ad una domanda del vicerettore del Papio padre Jeffry Moore. Infiltrazioni lefebvriane, messe secondo la tradizione preconciliare nel collegio retto per decenni proprio da monsignor Mino Grampa? “Macché scherziamo! Padre Moore ha posto questa domanda a titolo del tutto personale e puramente accademico. Domanda che, peraltro, il nostro vescovo non ha per niente gradito”, afferma don Patrizo Foletti rettore del Papio.
“Io non ce l’ho affatto con la messa in latino -afferma il vescovo Grampa-. Il papa ha riconosciuto un rito straordinario, secondo l’antica liturgia, accanto al rito ordinario. Ma non bisogna confondere tra i due riti. Il problema vero è che padre Moore chiedeva di celebrare in ambrosiano in un territorio romano, quale Ascona. Ciò non è confacente alle regole, perché il rito è territoriale”.
Stando alla lettera giunta da Roma, sebbene possibile dopo il ‘motu proprio’ di papa Ratzinger che l’ha autorizzata, di messa in latino al Papio non se ne parla proprio, assicura il rettore. Nella sua lettera del 22 maggio scorso in risposta a padre Moore -pubblicata sul sito www.newliturgicalmovement.org qualche giorno fa -monsignor Perl scrive: “Mentre è vero che il motu proprio del Santo Padre non cita esplicitamente il rito ambrosiano, non esclude nemmeno gli altri riti latini; se la volontà del Sommo Pontefice vale per il rito romano, considerato il superiore in dignità, di conseguenza, tanto più per gli altri riti latini, incluso il rito ambrosiano”. Insomma, via libera se vuole cantare messa in latino si può fare.
“Noi siamo rigorosamente di rito romano- ribadisce il rettore don Foletti-. E, poi, con questa storia del rito ambrosiano… è vero che quando è stato fondato il collegio, con gli Oblati, il rito sull’altare maggiore era quello, ma è dal XVII secolo che gli Oblati non ci sono più. Le nostre urgenze pastorali sono ben altre, che non queste storie. Le assicuro, comunque, che il nostro vescovo non l’ha presa affatto sul ridere”. Che ci sia stata qualche frizione lo conferma la riservatezza con cui padre Moore, risponde al cronista: “ La situazione è molto delicata - afferma-. Ci sono tanti elementi...”. Padre Moore conferma che si è trattato di una sua iniziativa personale che non coinvolge per nulla il collegio. “Posso solo aggiungere - precisa - che con don Foletti abbiamo chiarito tutto”.
Fonte: Il Caffè.ch. Grazie a Luisa e a un anonimo lettore per la segnalazione
AGGIORNAMENTO: Ticinonews scrive che don Jeffy Moore, il vicerettore del Collegio Papio che aveva sottoposto il quesito all'Ecclesia Dei, ha rinunziato ad avvelersi della facoltà assicuratagli dal responso vaticano. Ecco un estratto dell'articolo:
La cosa non é però piaciuta al Vescovo di Lugano Pier Giacomo Grampa. Che forse teme derive lefebvriane e conservatrici nella Chiesa ticinese. Don Jeffry assicura di non avere nulla a che fare con le controverse tesi teologiche di Lefebvre. Ma non vuole entrare in polemica col suo Vescovo. Niente più messe in latino al Papio, dunque.
Che bisuntume!
RispondiEliminaSanto subito, sto vescovo!
Elimina"Noi siamo rigorosamente di rito romano" dice il don.
RispondiEliminaAh, se foste altrettanto rigorosamente obbedienti al Papa...
Le commistioni lefevriane ci sono, eccome! Ma il canonico milanese che ha messo in piedi tutta sta pagliacciata chi crede di prendere in giro?
RispondiElimina(leggendo l'Aggiornamento, nell'ipotesi che la notizia riceva conferma)
RispondiEliminac.v.d. La sindrome di Don Abbondio. Basta che sua eccellenza faccia sapere che "non l’ha presa affatto sul ridere" ed ecco che, come per incanto, il pretino di turno ammaina miseramente la bandiera. Sempre che non vi sia qualche eccellenza più cospicua, per esempio quella di un Papa, che comunichi di "non avere preso affatto sul ridere" né la calata di brache del pretino né le spocchiose intimidazioni e gli oleosi escamotaggi dialettici del di lui duce.
Eccone uno (l'anonimo delle 0.09) che vede i lefebvriani anche sotto il letto...
RispondiEliminaChi sarebbe il canonico milanese? Non era un vicerettore american-ticinese?
Una domanda...il Motu Proprio vale quindi anche per gli altri riti occidentali (Ambrosiano, Patriarchino, Gallicano, Lionese, Mozarabico, di Braga, di Sarum) nella loro versione antica?
RispondiEliminaQuanto alle "infiltrazioni lefebvriane" (ma stiamo parlando di religione o di idraulica? XD) le trovo assai improbabili...potrei credere a infiltrazioni "conservatrici" (ma che brutti termini, "conservatore" e "progressista"...bisogna esser solo cattolici, mica siamo al Parlamento!)...ma lefebvriane proprio no...la FSSPX non si può dire che manchi di chiese, conventi e seminari, specie in Svizzera, quindi...
RispondiEliminaTra l'altro, perchè non si parla anche di infiltrazioni moderniste e protestanti nei seminari, nei conventi, nelle chiese, nella Chiesa svizzera?
A mio parere, sono quelle le più gravi da risolvere...
Guardate questo (orrendo) link
RispondiEliminahttp://laici.forumcommunity.net/?t=28226517
Lo so, il sito è orrendo, per usare un camion di eufemismi, perchè se dovessi esprimere ciò che penso di questo sito e del suo amministratore, mi caccereste (giustamente) a pedate per eccessiva volgarità...
L'amministratore è una nostra vecchia conoscenza, mia e del prof Pastorelli...ogni tanto, quando ho voglia di ridere, o di farmi venire un'ulcera, vado su siti come questo o quello dell'UAAR...
La notizia del link, e che riempie di gioia i laicisti e gli anticlericali, è che il clero della Diocesi di Lugano è anziano, minoritario e pure straniero...ciò che del resto si vede anche nelle altre Diocesi...
Monsignor Grampa, secondo me, dovrebbe occuparsi dei seminari vuoti, delle chiese che si svuotano e del relativismo e del modernismo che stanno infettanod la Chiesa, e non del Rito Antico, che anzi sarebbe una medicina contro questa crisi...
Tra l'altro, com'è che quasi tutti i seminari, i conventi e le chiese più "tradizionali" sono pieni, o comunque stabili, mentre quelli "ordinari" sono vuoti?
Ma nessuno se lo è mai chiesto?
Ma l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori vale anche per i Vescovi, ora?
RispondiEliminaNon so de robdealb è svizzero, se sì, condividiamo lo stesso territorio e la stessa realtà, a dire il vero, disastrosa della Chiesa svizzera.
RispondiEliminaNon conosco bene la situazione in Ticino, so che Mons. Grampa ha aperto subito e prestissimo le porte al cammino neocat, lasciando costruire un Redemptoris Mater, è stato anche uno dei vescovi che ha risposto al generoso invito=convocazione di Kiko Arguello andando in Galilea, nella cittadella neocatecumenale, e concelebrando con il rito neocatecumenale, (che non sto qui a descrivere) allorquando lo statuto non era ancora approvato definitivamente, ma mi sembra anche che non vi siano difficoltà per la Messa Tridentina, almeno a Lugano.
No so se avete letto la sua omelia che ho messo in link più sotto, vi dà un pò la sua visione sull`essere sacerdote oggi.
In ogni caso, e per quel che mi riguarda, sono sempre più disgustata dal comportamento di chi dovrebbe essere esempio di integrità, di umiltà, di generosità, di obbedienza, lontano dalle lotte di potere e influenza, insensibile ai richiami del mondo e dei suoi servi, primo fra i quali il denaro, uomini di Dio, al servizio della Sua Parola e non delle proprie ideologie, quando non sono infuenze che di cattolico hanno ben poco... uomini rispettuosi delle promesse che hanno fatto al momento dellal oro consacrazione.
Quando vedo certi pastori che usano e abusano del loro potere, che si comportano come degli elettroni liberi, generosi con gli uni, avari con altri, sensibili con certi, insensibili con altri, all`ascolto di certi e chiusi "à double tour" con altri, gli uni e gli altri essendo sempre gli stessi, devo fare un grande sforzo per mantenere eancora una seppur minima fiducia in chi dovrebb guidarci e proteggerci.
Concordo pienamente coi pensieri di Luisa.
RispondiEliminaTra l'altro, com'è che quasi tutti i seminari, i conventi e le chiese più "tradizionali" sono pieni, o comunque stabili, mentre quelli "ordinari" sono vuoti?
RispondiEliminaMa nessuno se lo è mai chiesto?
Caro robdealb91,
la piu' semplice ragione sta nell'empio e deliberato proposito di non avere piu' preti cattolici. Quindi niente sarcamenti e niente (o assai remota) salvezza delle anime, con gran compiacimento del principe di questo mondo.
Non si tratta certo di uno svuotamento casuale.
F.d.S.
Rispondo a Luisa...no, non sono svizzero...sono italiano, e sto a Perugia ;-)
RispondiEliminaTuttavia, ho letto molte notizie provenienti dalla Svizzera...e molte brutte...da una parte, la FSSPX, che si trova comunque, ancora, in una situazione irregolare e non nella piena unità...dall'altra, le confusioni della Chiesa locale...ho letto le tue (se posso dare del tu) testimonianze, che dei in loco...ho letto le discussioni su questo e altri blog e fora...ho sentito dire che l'Eucaristia è un ostacolo che ci separa dai protestanti, e che noi dovremmo lasciarla andare per strada...ho visto la notizia della manifestazione contro il Papa guidata dal nunzio e da un abate benedettino (!!!), aperta da una bambina con in mano un cartello raffigurante il Papa, con la scritta "Amate i vostri nemici" (il Papa percepito addirittura come un nemico...non dagli anticlericaloidi vari, ma da cattolici)...e le notizie di abusi liturgici (e purtroppo non solo liturgici) di cui si sono resi colpevoli alcuni sacerdoti elvetici...e appunto, i seminari e le chiese vuote...
Spero e prego che la vostra Chiesa, la Chiesa svizzera, torni ad essere quella di San Maurizio, San Gallo, San Nicola di Flue, San Carlo Borromeo, San Fedele da Sigmaringen...perchè se un membro è malato, tutto il corpo, alla fine, lo è...e la Chiesa, ricordiamocelo, è Corpo Mistico di Cristo...
Per info... Io ho solo detto che non volevo problemi con mio vescovo. Non ho detto che rinuncio dire la Santa Messa in latino. Dico sempre la Santa Messa nella forma estraordinaria romana per il momento.
RispondiEliminaBravo don Jeffry. Tenga duro!
RispondiEliminaA Lugano la messa antica vi e' tornata regolarmente. celebra un mons. credo docente di dogmatica al seminario vescovile di San Carlo.
RispondiEliminaOvviamente in apposito luogo relegato. Mentre a Lugano la si dice, nella vicina diocesi di Como nn mi risulta nulla in merito.
Vigilia di Pasqua 2010.
forse sarebbe il caso una integrazione a questo post.
Grazie
Ho letto i vari interventi riguardo al caso nato in Ticino a proposito della celebrazione dela messa in rito ambrosiano antico. Mi risulta difficile credere che degli studenti liceali siano interessati a tale rito. Credo che la discrezione del vescovo diocesano nel decidere se dare o meno i proprio accordo sull'uso di un rito che non sia quello normalmente in auge sia piu che legittimo. Mi paiono inoltre eccessive le considerazioni fatte sulla dubbia ortodossia della vita ecclesiale delle diocesi svizzere. Le diocesi svizzere hanno una loro propria storia e una sensibilita ecclesiale che vanno rispettate
RispondiEliminaQuando nel medio-evo i cristiani discutevano sul sesso degli angeli e dell'ombellico di Adamo i mussulmani conquistavano l'Europa.... ed oggi? Non sarebbe meglio prergare di più e polemizzare di meno.
RispondiEliminaRigorosamente di Rito Romano... dalla fine dell'Ottocento però, perché il Ticino è stato ambrosiano per tutto il resto dell'arco storico del quale si disponga di documenti. Rispetto a un millennio di storia ambrosiana, un secoluccio appena pare una parentesi. Questo non per dire che si voglia domani una rivoluzione per instaurare il rito ambrosiano, ma per rimettere la storia ticinese nella giusta prospettiva: cantone genuinamente lombardo e di radici ben milanesi.
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