Dichiarazione dei vescovi tedeschi sull’attuale cammino della Chiesa Cattolica
2. La FSPPX non è perciò in comunione con la Chiesa cattolica, poiché è fuori della tradizione cattolica [fantastico!!] e ha rotto l’unità col Papa. E’ compito della FSPPX superare lo scisma e attraverso un processo di reintegrazione accettare l’unità col Papa e la dottrina della Chiesa. Il S. Padre Papa Benedetto XVI togliendo le scomuniche dei vescovi ha porto la sua mano come gesto di buona volontà. E’ responsabilità della Sede Apostolica determinare se la FSSPX è pronta a affermare e adottare chiaramente le convinzioni religiose dell’intera Chiesa e specialmente gl’insegnamenti dei papi e dei Concilii. I documenti del Concilio Vat. II appartengono alla tradizione cattolica e non possono essere annullati, tanto meno i testi sulla libertà religiosa e le relazioni con le religioni non cristiane, sull’ecumenismo e sulla Chiesa nel mondo moderno e le dichiarazioni sulla collegialità dei vescovi nelle loro relazioni con l’autorità papale [argomento assai sensibile, per una conferenza episcopale].
3. Ci spiace che in questo contesto siano sorte incertezze sul cammino della Chiesa. Lo abbiamo percepito in conversazioni e comunicazioni. Molti vescovi hanno già dato chiarimenti da subito. Le condizioni teologiche e pastorali specie del Concilio Vat. II sono l’ovvio fondamento dei nostri sforzi di rinnovare spiritualmente la Chiesa in Germania e dare nuova forza in parole e fatti alle risposte di fede sui temi religiosi del nostro tempo. Speriamo che nelle scorse settimane un nuovo interesse nelle dinamiche e orientamenti del Concilio Vat. II sia stato risvegliato. E’ un’opportunità che vogliamo utilizzare.
4. E’ particolarmente deprimente la negazione dell’Olocausto di un vescovo della FSPPX e le corrispondenti correnti antisemitiche nella Fraternità. Manca ancora una seria presa di distanza della parte in questione da tale inaccettabile attitudine, come la Sede Apostolica ha chiesto loro dal primo momento. Papa Benedetto XVI ga in più occasioni chiaramente affermato che la Chiesa cattolica rigetta attitudini antisemitiche e antiebraiche. Ci fa piacere che il S. Padre nelle scorse settimane sia stato in grado di continuare il dialogo con alti rappresentanti ebrei. In Germania, hanno avuto luogo parecchi incontri importanti con rappresentanti ebrei in cui v’è stata un’opportunità di parlare apertamente di preoccupazioni e paure e approfondire l’impegno reciproco. Ne siamo molto grati e portiamo avanti questi sforzi.
5. Sfortunatamente, sono anche stati datti commenti sugli eventi in corso nelle recenti settimane che presentavano la situazione in modo polemico. Anche dentro la Chiesa, si sono state voci e attività prive di carità, estremamente unilaterali e perfino degradanti e hanno danneggiato l’unità. Deploriamo questo stile di trattare vicendevolmente. Soprattutto rigettiamo ogni tentativo di mettere in dubbio la reputazione e l’integrità del papa, negare la costituzione della Chiesa cattolica e lavorare per la divisione. Se la FSSPX sia in piena comunione con la Chiesa cattolica è non ancora chiarito. Molto sembra parlare contro questo ora. Ma non è questa la domanda su cui stiamo trattando in primo luogo, ma sulla preoccupazione di rafforzare e rinnovare la vita ecclesiale e testimoniare al suo servizio sostanziale e multiforme. In questo sforzo, lavoriamo con preti e diaconi, il personale in servizio alla Chiesa e con tutti i credenti, che in molti modi danno la sua forza e capacità di agire. La Chiesa vive di questa associazione di vocazione e impegno corrispondente alla missione data dal Signore risorto. Confidando in Lui con una sola voce, chiediamo la Sua benedizione.
Fonte: Cathcon
vien voglia di ridere.... se non ci fosse da piangere...
RispondiEliminanon si capisce come mai una fraternità che questi vescovi teutonici ripetono essere fuori della Chiesa violi le leggi della Chiesa se procede a fare ordinazioni sacerdotali!
RispondiEliminaMa le leggi della Chiesa non le possono violare solo coloro che son dentro la Chiesa?
Mysterium fidei!
Una cosa è lampante (e lo era anche senza questo ridicolo comunicato): ci sono interi episcopati ferocemente contrari alla soluzione dei problemi con la FSSPX.
Il papa è determinato a chiudere la vicenda ma non possiamo sapere quanto le furibonde pressioni che vengon fatte su di lui potranno realmente frenare o interrompere questo cammino.
Le Conferenze Episcopali dei Paesi Nordeuropei sono da tempo organi prevalentemente politico- territoriali che pertanto, ovviamente, privilegiano il rapporto con i concittadini protestanti rispetto al legame con la Chiesa di Roma e col Papa che ormai è labile e di tipo puramente formale. La FSSPX,il caso Wagner,i consultori abortisti, le sperimentazioni sulle staminali..: l'era Obama è cominciata! E Benedetto,se non si piegherà dovrà subire un attacco mediatico premditato su scala planetaria a settimana. L'opposizione negli organi politici si fa così. Fino alla paralisi e alla sostituzione di chi guida! I cattoprogressisti sanno che sui temi decisivi della vita, non potranno mediare "politicamente" e dovranno scegliere se stare con la Chiesa di Roma o con i cattoabortisti, cattoprofilattici,cattosperimentatori etc. etc. americani. Pena la loro uscita dalla comunione ecclesiale. A meno che non riescano dall'interno a far evolvere "annacquandolo" il massaggio della Chiesa di Roma, fiaccandola per mantenere se stessi e il loro potere politico.
RispondiEliminaUn consiglio ai vescovi tedeschi:
RispondiEliminaFatevi luterani siate almeno coerenti!
L'ipocrisia dei vescovi tedeschi e svizzeri è odiosa: un'untuosa e falsa dichiarazione di unità col Papa, ma una sostanziale ribellione.
RispondiEliminaLa Fraternità, coi suoi sacerdoti, se riconciliata con la S. Sede, inonderà senza più ostacoli Germania, Svizzera, Francia ed altre nazioni, ed i loro seminari diverranno ancor più zeppi di vocazioni perché, scomparso il marchio d'infamia della scomunica, verrano meno i motivi di comprensibili dubbi e cautela.
La Fraternità fa paura: com'ebbe a dire Ratzinger alla Conferenza episcopale cilena, essa ha una grande attrattiva sui giovani che in essa trovano la spiritualità che non trovano nella chiese e nei seminari "ufficiali".
Il Papa ormai dovrebbe ben sapere dove sono i veri nemici.
Sarebbe necessario chiamare questi episcopati ad una visita ad limina con un solo punto all'ordine del giorno: giurare totale fedeltà al Papa, giurare di accettare tutte le sue decisioni e di non ostacolare l'opera della Fraternità se reintegrata. In caso di comportamento contrastante con questo giuramento, immediata deposizione, scomunica e riduzione allo stato laicale: fine delle prebende e aria pura nella Chiesa.
Ove il S. Padre non imponga con grande sollecitudine e con la massima energia la sua autorità, è l'istituzione del Papato e la sua funzione che ne soffrirnno in misura inimmaginabile.
La dialettica alla lunga farà bene. Questi vescovi si sono disabituati al confronto interno (su quello esterno sono invece fin troppo bravi), e ora la prospettiva di dover fare i conti con un cattolicesimo "diverso" li disorienta. Io giudico in qualche caso eccessive e provocatorie le tesi della Fraternità S. Pio X, ma per sbloccare gli ingranaggi arrugginiti le maniere forti si possono rendere necessarie.
RispondiEliminaParticolarmente interessante è la risposta della FSSPX:
RispondiEliminahttp://www.fsspx.info/news/news.php?show=5322
http://cathcon.blogspot.com/2009/03/sspx-hits-out-at-german-bishops.html
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RispondiEliminaC` è poi da dire che gratta, gratta, sotto, troviamo per la Svizzera una semplice, si fa per dire, storia di soldi.
RispondiEliminaIn effetti i cattolici svizzeri-tedeschi, i più contestatari, progressisti, riempiono le casse della Chiesa con le loro contribuzioni, se non si vuole pagare l`imposta ecclesiastica, bisogna fare una dichiarazione di uscita dalla Chiesa.
È anche per salvaguardare le proprie finanze che i vescovi svizzeri sono così lenti al sostegno del Santo Padre e così pronti nella critica.
È per piacere a chi sistematicamente contesta non solo il Magistero petrino ma la persona del Papa che i miei vescovi hanno pubblicato quel comunicato insensato.
E poi Mons. Koch si arrabbia perchè la stampa dice che i cattolici sfileranno a Lucerna per contestare il Papa precisando che non sono tutti i cattolici...bisognerebbe riflettere prima caro monsignore, bisognerebbe evitare certi errori di governo e comunicazione...i vostri... ed evitare di mandare il superiore dell`abbazia benedettina di Einsiedeln a Lucerna in quella manifestazione o suggerirgli di restare a casa sua!
Quanta ipocrisia !
Dio abbia pietà di questi ribelli che provocano scandalo e confusione nella Chiesa. CHE VERGOGNA!
RispondiEliminaMi unisco al messaggio: FATEVI LUTERANI! Tanto è solo un questione di forma....
Toni sgradevoli da parte della conferenza episcopale svizzera e irritanti da parte di quella tedesca. E' chiaro che qualcosa è ormai fuori controllo.
RispondiEliminaPersonalmente credo che il pieno ritorno della FSSPX nel corpo della Chiesa avrà funzioni altamente balsamiche ma non taumaturgiche, però trovo che questa vera e propria rivolta dei vescovi contro il rientro dei lefebvriani abbia passato il segno.
Non c'è dubbio che dopo tanti anni di isolamento la Fraternità abbia qualche passo da compiere e qualche asperità di troppo da limare, ma Benedetto XVI non è uno sciocco e farà in modo che la piena riammissione della Fraternità nel seno della Chiesa segua il giusto cammino.
Di che cosa hanno paura questi vescovi? Temono forse che il Papa si vesta di sacco e vada con il cinere in testa dai lefebvriani a chiedere perdono e soccorso? E ancora, di quali colpe si sarebbe macchiata a loro avviso la Fraternità? Di non essersi sottomessa alla volontà del Santo Padre? Se pure lo ha fatto, lo ha fatto per difendere la Tradizione e dunque con un movente ben più degno di quello che anima certi riottosi membri delle conferenze episcopali, i quali sono evidentemente convinti che la Tradizione si riduca agli ultimi quarant'anni.
Questi vescovi farebbero bene a riflettere sulle abbondanti eresie ed abusi liturgici che avvengono a profusione nelle loro diocesi anziche' dire che la FSSPX e' fuori dalla Tradizione Cattolica!
RispondiEliminaVedono la pagliuzza negli occhi degli altri e non la trave nei propri :((
Che coraggio! Il bue che da' del cornuto all'asino!!!!
Ricordano anche il fratello del figliol prodigo. Loro diranno che il figliol prodigo è tornato con le orecchie basse, mentre Fellay si fa avanti dicendo: babbo, adesso che sono tornato, ti aiuto a rigovernare la casa. Ma intanto starnazzano come oche invece di gioire per la riconciliazione imminente.
RispondiEliminaQuesti veri e propri
RispondiElimina"pronunciamenti" contro la S. Sede potranno, forse, rallentare ma non fermare la riconciliazione che aspettiamo da quasi 40 anni.
Ci sono stati altri casi di società sacerdotali che sono state reintegrate, come la S. Pietro, il Buon Pastore, la S. Giovanni Vianney di Campos: se si leggono la lettera del vescovo e dei sacerdoti di quest'ultima società al Papa per chiedere il riconoscimento ufficiale come sacerdoti e vescovo cattolici e la risposta del Papa, si vedrà che niente essi hanno rinnegato del loro passato e della loro battaglia e rivendicano con onore la loro fedeltà alla Tradizione per cui han combattuto il modernismo nella Chiesa anche accettando di ritrovarsi in una situazione anomala derivata da uno stato di necessità. Nessuna abiura è stata loro richiesta, non si parla neppure di accettazione del Concilio.
Perché tutto questo odio nei riguardi della Fraternità S. Pio X? Evidentemente è la paura della sua consistenza che faciliterà i fedeli a riconoscere la voce dei veri Pastori, a ritrovar loro identità cattolica: insomma la Fraternità è la voce della coscienza che condanna questi vescovi ribelli e privi d'ogni spirito di carità, di fatto eretici e/o scismatici.
Segnalo a tutti coloro che capiscono il francese un video di un colloquio fra l`abate Lorans e Mons. Fellay, realizzato il 5 febbraio, molto interessante.
RispondiEliminahttp://www.laportelatine.org/communication/presse/2009/ConfNDC090211/confnouvdechret090211.php
Come al solito il nostro Dante Pastorelli ha fatto segno,in quattro parole:la Fraternita' fa paura.Specialmente in Paesi come la Svizzera,dove Econe ha sede.Ed in Paesi,come la Germania ed il Nord Europa,dove il Cattolicesimo si e' snaturato oltre ogni immaginazione.E'ovvio che li',i veri cattolici,quanti essi possano essere, preferirebbero frequentare,anche senza particolari preferenze per la liturgia tradizionale,le strutture della Fraternita',specie dopo la remissione delle censure canoniche.E' da ringraziare Iddio che il Italia,malgrado tante "sbavature",non ci siano queste gravissime lacerazioni.Cosi' in Ispagna e Polonia.Tutto grazie,secondo il mio modesto avviso,alla forte impronta mariana che in questi fortunati Paesi connota il culto cristiano.Lo stesso Ratzinger ricordava,nel suo "rapporto sulla Fede",che dove regna Maria non puo' esserci eresia.Pietro
RispondiEliminaI Lefebvriani sarebbero fuori della Chiesa, ma credono, forse, questi indegni successori degli Apostoli, con quanto hanno avuto il coraggio di profferire, di trovarsi in una posizione di maggiore comunione con il Pontefice rispetto ai primi? Si potranno conseguentemente considerare "valide" le ordinazioni sacerdotali operate dai membri di quella Conferenza Episcopale? E, qualora si volessero considerare tali, sulla base di quale mai principio, posto che, come è noto, "Non chi dice Signore, Signore! Ma chi fà la volontà del Padre Mio ..."?
RispondiEliminaCordialmente.
Son problemi che a Roma non si pongono o, se se li pongono, non vogliono affrontarli e risolverli.
RispondiEliminaScriveva Papa Felice III: L'ERRORE CHE VOI NON CONTRASTATE, VOI L'APPROVATE!