Grazie a Marco Tosatti per la pubblicazione di questa analisi sull'ennesimo tradimento, questa volta in Spagna, degli uomini della Chiesa, Vaticano in testa.
QUI InfoVaticana – Jaime Gurpegui: "Parolin può dimenticarsi del papato. In Spagna si accorda con Sánchez ripetendo gli errori commessi con la Cina".
QUI e sotto il video delle proteste di un fedele nei confronti del Vescovo traditore: "Un enorme schiaffo all'arcivescovo José Cobo dopo il suo patto con Sánchez e la Valle de los Caídos".
InfoVaticana – Redaz.: "Pacifico raduno alle porte della Conferenza episcopale spagnola per chiedere ai vescovi di difendere Valle de los Caìdos".
Luigi C.
28 Marzo 2025
Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione questo articolo di Alfredo Monteverdi, che ringraziamo di cuore, su una pessima storia che si sta svolgendo in Spagna con la complicità della Chiesa locale e del Vaticano. Buona lettura e diffusione.
Chiesa spagnola e Vaticano approvano le menzogne sul Valle de los Caídos
di Alfredo Monteverdi
In Spagna si sta consumando l’ennesimo gravissimo tradimento da parte delle gerarchie ecclesiastiche. Nel mirino, il Valle de los Caídos, grandioso monumento ideato nel 1939-1940 e inaugurato nel 1959 dal Generalissimo Franco per ricordare tutti i caduti della guerra civile.
Succede che, in ottemperanza alla Ley de Memoria Democrática voluta dall’attuale presidente del governo Pedro Sánchez, non solo l’intero complesso è stato ribattezzato Valle de Cuelgamuros (ovvero il nome della località dove è situato, che peraltro – ma questo i socialisti evidentemente non lo sanno – deriva da “cuelga moros”, ovvero “appendi, impicca i musulmani”), ma ora vogliono anche dargli un nuovo significato.
In sintesi, il governo vuole trasformare il monumento in una sorta di struttura dove verrà imposta una sola versione ufficiale della storia, totalmente falsificata e manipolata. Lo scopo è chiaro ed è perseguito da oltre vent’anni, sin dai tempi del presidente Zapatero: cancellare la storia che non piace e vincere la guerra civile!
Il Valle de los Caídos è però anche un’abbazia benedettina e, al centro del complesso, maestosa, si erige la croce più alta del mondo. La chiesa, poi, ha ricevuto il titolo di Basilica Minore da papa Giovanni XXIII. Possiamo immaginare quanto tutto questo molesti il PSOE e l’accozzaglia di partiti suoi complici. Così, il governo deve vedersela con la Chiesa. Il che non costituisce un gran problema, data la remissività e la codardia dell’attuale gerarchia. La stessa gerarchia che non ha mosso un dito per evitare la profanazione della tomba di Francisco Franco, esumato a forza dalla chiesa del Valle de los Caídos, nell’ottobre 2019. E dire che fu proprio lui a salvare la Chiesa dallo sterminio dei predecessori di Sánchez. Ma si sa, la riconoscenza è il sentimento del giorno prima, come diceva Andreotti… A dire il vero qualcuno si oppose valorosamente, con tutte le sue forze: l’eroico priore del Valle, il benedettino padre Santiago Cantera.
E infatti ora… è stato rimosso! Su pressione del governo spagnolo e con l’accordo dell’arcivescovo di Madrid, il cardinale José Cobo, e del Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin. Lo stesso arcivescovo e il Vaticano si sono detti d’accordo a effettuare modifiche del Valle de los Caídos secondo i desideri dell’esecutivo socialista, a patto che non si tocchi l’altare, la Croce monumentale esterna e che non si caccino i benedettini. E per ora (per ora!), a Sánchez va bene così.
Ma per chiunque abbia ancora l’uso della ragione, questo è un oltraggio gravissimo e intollerabile. Perché si fonda sulla menzogna.
Come detto, il PSOE ha uno scopo ben preciso: tornare alla Seconda Repubblica, e vincere la guerra civile ottant’anni dopo. Delegittimando di fatto l’attuale regime democratico e la monarchia, perché tanto l’uno quanto l’altra vengono direttamente dal franchismo, non certo dai socialisti!
E per far questo Sánchez e i suoi scherani non possono far altro che nascondere la verità. Di seguito sfatiamo alcuni falsi miti rispetto al Valle de los Caídos.
Franco lo volle come suo mausoleo faraonico? Falso. Il Generalissimo non lasciò alcuna disposizione in merito. Fu Juan Carlos, su istanza del governo, a decidere di seppellirlo nel Valle. Una decisione presa subito dopo la morte del Caudillo, tanto che si dovettero fare i lavori piuttosto in fretta per aprire la tomba dietro l’altare centrale. Franco aveva comprato una cappella nel cimitero del El Pardo e sua moglie, Carmen Polo, avrebbe desiderato che lì fosse sepolto, ma si rimise alla volontà del Governo e del nuovo Capo dello Stato, re Juan Carlos appunto. Paradossi della storia, è stato Sánchez ad esaudire i desideri della signora Franco, che finalmente ora ha ritrovato il marito al suo fianco.
È un monumento alla vittoria di una parte contro l’altra? Falso. Perché, se è vero che il monumento nasce per commemorare la vittoria dei nazionali, e se è vero che celebra un dato di fatto, ovvero la Spagna cattolica guidata dal Generalissimo, rapidamente si pensò di farne un simbolo di riconciliazione, su impulso della Chiesa e con il pieno consenso di Franco (il che suscitò varie perplessità in alcuni settori del regime, che invece non gradivano questo “ramoscello di pace” verso gli sconfitti). E infatti al suo interno accoglie i resti di oltre 30.000 caduti di entrambi gli schieramenti. Da notare che – contrariamente a quanto ha fatto Sánchez con lo stesso Franco – i resti degli sconfitti identificati si sono inumati nel Valle solo previo consenso delle rispettive famiglie. Non ci può essere riconciliazione migliore, sotto le braccia della croce. Non a caso Franco volle come custodi i monaci benedettini, affinché pregassero incessantemente per i morti e per la pacificazione di tutti gli spagnoli.
Si impiegò il lavoro schiavo dei prigionieri politici? Falso. Per chi sa lo spagnolo, vale la pena leggere il documentatissimo libro di Alberto Barcenas, Los presos del Valle de los Caídos, o, dello stesso autore, cercare le tantissime interviste che si trovano su Youtube. A lavorare al monumento furono soprattutto operai liberi. I prigionieri furono una minoranza e impiegati solo sino al 1950. Quello che non si dice mai è che i cosiddetti prigionieri politici in realtà erano spesso responsabili di crimini orrendi ed efferati commessi durante la guerra civile. Quindi non si trovavano in regime di detenzione perché la pensavano diversamente dai franchisti! Altro dato volutamente nascosto: i prigionieri volevano andare a lavorare al monumento per i vantaggi che questo implicava. Il regime, infatti, aveva istituito l’“Opera di redenzione della pena tramite il lavoro”, attraverso la quale si raccoglievano le richieste volontarie dei prigionieri che volevano ridurre le rispettive pene lavorando. I prigionieri ricevevano la stessa paga dei lavoratori liberi, ampia libertà di movimento, assistenza sociale, buona alimentazione e potevano ricevere le visite dei familiari. Si redimevano fino a 5/6 giorni di prigione per ciascun giorno di lavoro.
Fu un campo di concentramento? Falso. Tanto che molti prigionieri, una volta scontata la pena, decisero di rimanere a lavorarvi. Non solo. I morti sul lavoro, in vent’anni di costruzione, sono stati 15. Non si dice che una delle punizioni che le autorità minacciavano per una eventuale cattiva condotta dei prigionieri era… l’espulsione! Davvero uno strano campo di concentramento! I lavoratori, peraltro, potevano vivere lì con le loro famiglie, avevano l’obbligo di mandare i figli alla scuola locale, e potevano accogliere parenti, ad esempio, per l’estate.
Venne finanziato con i soldi degli spagnoli in un’epoca di grande miseria? Falso. Le risorse vennero prese dal denaro devoluto da volontari per finanziare il bando nazionale durante la guerra civile e con alcuni sorteggi della lotteria nazionale.
Il Centro di Studi Sociali. Da non dimenticare che dal 1958, quando arrivarono i benedettini, e sino al 1982, nel Valle de los Caídos rimase attivo il Centro di Studi Sociali, il cui scopo era lo studio e la diffusione della Dottrina Sociale della Chiesa, alla quale il regime franchista sempre si ispirò, promuovendo il benessere degli spagnoli e trasformando il Paese nell’ottava potenza industriale del mondo. Sì, perché in Spagna, la promozione delle classi sociali più umili è avvenuta grazie a Franco.
Ma tutto questo Sánchez lo vuole nascondere. Con la complicità stupida e vigliacca della gerarchia ecclesiastica e del Partito Popolare.