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lunedì 8 gennaio 2024

LE MAGNIFFICHE CRONICHE DI ROMA di mons. Eleuterio Favella: sul libro «La pasión mística. Espiritualidad y sensualidad» del card. Víctor Manuel Fernández

Per tramite del suo segretario diacono Ambrogio Fidato abbiamo ricevuto la seguente segnalazione cronichistica da S.E.R. Mons. Eleuterio Favella.
La «magniffica cronica di Roma» segue alla scoperta del libro erotico-pornografico La pasión mística. Espiritualidad y sensualidad, scritto dal card. Víctor Manuel Fernández, Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, e pubblicato a Città del Messico nel 1998 (QUIQUI su MiL).
Grati a Sua Eccellenza Reverendissima per il rinnovato privilegio della sua considerazione nel volerci segnalare le «magniffiche croniche di Roma, de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario», ed inginocchiati al bacio dell’anello, ci professiamo imperituramente suoi servitori umilissimi.

L.V.

«Appo la festa dell’Epifania colle pricissioni delli Santi Maggi per Roma e pelli felicissimi Stati, l’apostolecho core del Santissimo Segnor Nostro foe noviter contristato de altra historia loschissima che pervenne all’apostolecho scrittojo per le mani zelantissime di mons. Secrettario che, jeri nella mattina, postea ch’el Beatissimo avea completato la tertia delle quattuor coletioni mattinali, che quel dì competeva de viginti vassoja de picciuoli bocconotti & marzappani ch’il distinto monisterio di S. Giovanni Vangelista della christianissima città di Lecce, sotto il guberno del rege neapolitano, mena alla Santa Sedia per tutto il tempo del Natale di Giesù et insino alla Cannelora, pel cathedratico che deve la rev.ma batissa di tal pio romitorio, et sulli quali ama la Santità Sua sorbir una mezza dozina de coppelle de cioccolatte correcto con il vaghissimo liccor di narancelle & melangoli & lemoni che fan con gran cura et arte le pie moniali agostiniane di Urbino, sotto la collatione di monsegnor Della Rovere, ultimo rampollo della dogal casa che si pregia umiliar personalmente al santo piede duodeci barilotti del detto licore la prima dominica di Avento, di talché le auguste ganasce puoten trovar reffrigerio & solacio egualmente al canto dell’Alma Redemptoris che diversamente, a’ sapienti riflessi dell’appostolecho celabro, nulla cale si non pella occurrentia col mentovato liquore che appunto la dist.ma corte & famiglia pontifficale ha preso a nominar “il bicerin dell’Alma” quando, alla III coletion mattinale s’ode pel tutto il palagio apostolicho il tintinnar delli bicchierozzi et verri che il Beatissimo versa nel cioccolatte in cui intinge i pii doni delle venerabili moniche benedettine lupiensi di cui sopra, sicché fuoro presentati agli augustissimi oculi gazethe & fogliacci romani & pasquinate che dicean de un libello che il cardinal Tucco, a tempi di suo presbiterato bonaeriense, avea publicato sine imprimatur del censor ecclessiasticho et era verissimo iscandolo & sozzura & cose de puthane et cinedi & digna de postribbolo, lupanare, angiporto e trivio d’ambosessi, di talché parrochi & nobbeli & abbati & etiam li Conservatori de Roma avean levato voci et protestationi et contumelie alla volta dell’Eminentissimo, noviter passato per sozzone & lurido & lenone et seco lui ancho il Beatissimo ch’ebbe ventura d’eliger esso Tucco dal mazzo delli più splantati & depravati & sozzi del clero coloniale et che gran disdoro era pella Santa Sedia & pel Papato romano & pella degnità del Sagro Colleggio infra quo il cardenal Della Spina, ch’era veglio sì, ma dubioso & riggido et secretamente ausiliava li presuli & frati & moniche dell’Introibbo, se dicea in tucta Roma che tramava contra el Tucco et seco lui contra il celeste guberno della Santità Sua papa Francisco che Diosalvi! et era multo pavore per la periclitante salute d’esso Papa imperocché maghe & fatuchiere strologavan in Borgho et alli Monti et alla Suburra, nanti S. Agata ch’era titulo del Burkardo mericano mandato all’esiglio dal signor Papa, ch’omai al sovrano Pomtiffice non soverchiavan che sei, massimo sette lune per comparir allo judicio de Santo Petro et in Roma era gran mormoratione datosi che una monaca di Dresda, peregrina pell’Urbe colla batissa sua, avea visto fluir lagrime et sanguine del sepulchro del papa Silvestro ch’è alla cathedral Giesa del Ss.mo Salvator e de San Zuanne et le pie sorelle s’erano tutte sturbate et la badissa etiam avea auuto moto potentissimo de viscera nella patriarchal bassilica, creando molto romor & streppito infra li fedeli & clero & pellegrini etc.».

da «Le magniffiche croniche di Roma sotto l’augustissimo ponteficato del Ss.mo Signor Nostro papa Francesco» de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario, appresso la stamperia Medicea con privileggio - Libro VI


7 commenti:

  1. Non lo sapete che l'estasi di santa Teresa del Bernini è la figurazione plastica di un orgasmo? E le parole con cui la santa racconta quell'esperienza sono la descrizione di un orgasmo vero e proprio nel vero senso della parola? Svegliatevi un po', va', falsi puritani, che cadete sempre dal pero.

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    1. Tu non hai capito un accidente, blasfemo saccentone. Proprio perche' l'esperienza dell'unione con Dio e` totalmente ineffabile, irraggiungible ed indescrivibile, i mistici sono costretti ad usare un linguaggio carnale. La Luce e` troppo intensa, ci acceca e ci appare come tenebre.

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    2. Da del “saccentone” agli altri…inizia un commento con “tu non hai capito un accidente”!
      E la moderazione gongola.

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  2. Moderi i termini e sia più educato. "A lei piacciono di più le carezze e i baci, e ha bisogno che l'uomo giochi un po' prima di penetrarla. Ma lui, insomma, è più interessato alla vagina che al clitoride.
    [...]
    Al momento dell'orgasmo, lui di solito emette dei grugniti aggressivi; lei, invece, fa dei balbettii o dei sospiri infantili.
    Non dimentichiamo che le donne hanno un ricco plesso venoso intorno alla vagina, che mantiene un buon flusso sanguigno dopo l'orgasmo. Ecco perché di solito è insaziabile.
    E un venerabile teologo egiziano del XV secolo ha fatto la seguente lode a Dio: "Lode ad Allah, che stabilisce peni duri e dritti come lance per fare guerra alle vagine (Al Sonuouti)".
    Queste secondo lei sono frasi da uomo di Dio. Peccato per lei che Fernadez l'abbia già smentito dicendo che il libro era sbagliato: https://blog.messainlatino.it/2024/01/ultimora-il-card-fernandez-rompe-il.html?m=1
    Studi prima di parlare

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    1. Poi sì, sono parole di un uomo normale. Non so se dal punto di vista scientifico siano corrette le affermazioni sui flussi sanguigni e plessi venosi, ma parole come vagina, clitoride, orgasmo, pene fanno parte della natura e della bellezza della vita e di quella cosa bellissima chiamata sesso, che non è una cosa sporca come per tanto tempo ha voluto una visione sessuofobica della Chiesa; la sessualità è stata voluta da Dio (per chi ci crede) o dalla Natura come parte integrante della vita dell'uomo e del mondo, bisogna essere proprio retró per scandalizzarsi a sentir menzionare certi organi che fanno parte dell'anatomia umana.

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    2. Se la trovo per strada, invece di stringerle la mano, le stringo altro. Così, per non essere retrò, un organo vale l'altro e fa parte della bellezza della creazione.

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  3. Fernandez é indifendibile e leggo con piacere il vostro blog... ma il modo in cui questa rubrica tratta con inutile sarcasmo argomenti molto seri buttandola continuamente sul ridicolo e sullo scherzo é davvero irritante.

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