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giovedì 19 ottobre 2023

Un Vescovo francese «perde la testa» per i fedeli tradizionali: «L’obiettivo del motu proprio Traditionis custodes è sradicare i tradizionalisti». E si impantana nell’ignoranza e nella malafede

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 968 pubblicata da Paix Liturgique il 17 ottobre, in cui si riporta la fedele trascrizione di una conversazione informale tra un giornalista e «mons. Y», il Vescovo (reso anonimo) di una Diocesi francese.
Nella sua ignoranza (o, forse peggio, malafede) storica, giuridica e liturgica, emerge in tutta la sua franchezza un vero e proprio odio (ma anche gelosia) verso i suoi fedeli tradizionali, la cui esistenza «è nel migliore dei casi un male da tollerare, e dobbiamo fare in modo che scompaia gradualmente».
La riflessione cui si giunge è che la mentalità e la linea argomentativa di questo Vescovo (e di molti altri) «si scontra imperturbabilmente con la non meno imperturbabile negazione dei fatti: da cinquant’anni questi fedeli tradizionali ci sono sempre, sempre giovani, sempre in aumento; mentre i fedeli ordinari sono sempre meno visibili, sempre più vecchi, sempre meno numerosi».

L.V.


In occasione degli incontri biennali della Conférence des évêques de France a Lourdes, il servizio stampa della CEF fa di tutto perché i giornalisti discutano il meno possibile con i Vescovi e, se possibile, controllando le domande poste. Forse non hanno torto: i fedeli non hanno bisogno di sapere tutto, soprattutto se li riguarda e se l’obiettivo è quello di reprimerli mentre si fanno loro grandi sorrisi e si sollecitano le loro donazioni.

Ecco una conversazione informale con un Vescovo – che sarà il nostro mons. Y – in un bel Vescovado che non si trova nella città più popolosa della sua Diocesi. Garantiamo che le parole pronunciate da questo Vescovo francese sono qui scrupolosamente trascritte. Egli le riconoscerà senza difficoltà e potrà assumerle se lo desidera.

La nostra domanda: Gesù non avrebbe scacciato una pecora o un’altra.

Mons. Y: Non dobbiamo essere come Gesù.

La nostra domanda: Allora, monsignore, come intende applicare il motu proprio Traditionis custodes?

Mons. Y: Manterrò le Sante Messe tradizionali – alcuni miei colleghi le hanno eliminate, il che è un errore, sono stati massacrati dai media e dai loro parrocchiani, e quindi hanno dovuto fare marcia indietro – ma esigerò alcune cose, come il fatto che i sacramenti siano registrati nel libro parrocchiale, la concelebrazione ecc.

La nostra domanda: E i sacerdoti che saranno ordinati?

Mons. Y: Non potranno più celebrare il rito tradizionale.

La nostra domanda: L’obiettivo è quello di sradicare i fedeli tradizionali impedendo ai giovani di celebrare in questo rito?

Mons. Y: Sì, chiaramente. Nella Chiesa c’è un solo rito, tranne che tra i fedeli orientali. Nella Chiesa cattolica romana c’è un solo rito, e non spetta ai fedeli scegliere, è la Chiesa che glielo dà.

La nostra domanda: È questo che ha detto ai suoi fedeli della Santa Messa tradizionale?

Mons. Y: Al contrario, ho cercato di conoscerli. Sono andato alle loro Sante Messe, ho condotto un sondaggio diocesano e ho incoraggiato i loro sacerdoti a chiedere ai loro fedeli di rispondere. In particolare, ho chiesto se andavano alla Santa Messa tradizionale, con quale frequenza, se praticavano il rito ordinario in un’altra Parrocchia e cosa significasse per loro questa Santa Messa tradizionale. Ho ricevuto molte risposte. Un piccolo numero proveniva da una Diocesi vicina [che ha un solo luogo di Messa Ecclesia Dei], il che non è molto normale.

La nostra domanda: E la Fraternità sacerdotale San Pio X?

Mons. Y: Oh no, non voglio conoscerli, sono in scisma.

La nostra domanda: Papa Francesco non deve pensarla così, visto che ha concesso loro la facoltà di sposarsi, in particolare, nel 2017.

Mons. Y (balbettando): Sì, ma alcuni dei loro sacerdoti citano il Vescovo e papa Francesco nel Canone, altri no.

La nostra domanda: Non teme che limitare o eliminare le Sante Messe tradizionali diocesane dei suoi fedeli li spinga tra le braccia della Fraternità sacerdotale San Pio X, che lei definisce scismatica?

Mons. Y: Ma loro fanno quello che vogliono! Non ho intenzione di mettermi in ginocchio per farli seguire. I fedeli tradizionali sono forse il 5 per cento dei miei fedeli, e anche in quel caso.

La nostra domanda: E Gesù? Lui era il Buon Pastore, e non avrebbe scacciato una pecora o l’altra

Mons. Y: Ma a quel tempo non c’era la Chiesa. E noi non dobbiamo essere come Gesù, questi paragoni non hanno senso.

La nostra domanda: Non è questo l’obiettivo di ogni Cristiano?

Mons. Y: No. E i fedeli tradizionali hanno molte persone, perché colgono tutto. Oggi, se metto un sacerdote in ogni campanile [con la Messa ordinaria], ha cinque o dieci fedeli. Con i fedeli tradizionali, i loro sacerdoti non hanno altro da fare che occuparsi dei loro parrocchiani. Ci sono sacerdoti diocesani che hanno duemila fedeli in quaranta comuni…

La nostra domanda: Deve ammettere che molte persone, anche non praticanti, sono veramente scioccate da questa caccia al fedele tradizionalista che si sta facendo nella Chiesa… una caccia che si fa anche agli ultimi fedeli e ai più giovani.

Mons. Y: In altre parole, non capiscono il problema.

La nostra domanda: E qual è il problema, monsignore?

Mons. Y: Il problema non sono i fedeli. Tre quarti di loro vanno anche alle Messe diocesane, e sarebbe facile farli andare solo a quelle. Il problema sono i sacerdoti e le attività che organizzano accanto a quelle diocesane, catechismo, scuole, attività. Non concelebrano e alcuni di loro non riconoscono papa Francesco.

Riflessioni di Paix Liturgique

1. «Nella Chiesa c’è un solo rito, tranne che tra i fedeli orientali. Nella Chiesa cattolica romana c’è un solo rito, e non spetta ai fedeli scegliere, è la Chiesa che glielo dà». Il Vescovo contraddice direttamente il motu proprio Summorum Pontificum, che parla di «due espressioni della lex orandi» (articolo 1), ma traduce correttamente il motu proprio Traditionis custodes, che afferma che i nuovi libri liturgici «sono l’unica espressione della lex orandi del Rito Romano».

Il motu proprio Summorum Pontificum non decide, ma nota che ci sono due espressioni della lex orandi. Il motu proprio Traditionis custodes ha fatto lo stesso. Possiamo concludere che uno dei due Papi si sbaglia e che la questione è libera. A meno che non si sbaglino entrambi, e solo una liturgia abbia pieno diritto al titolo di lex orandi, quella antica. Che estende la libertà della materia in questione, o la limita… In ogni caso, si tratta di un caos giuridico.

2. E poi possiamo andare ancora più in là con l’affermazione perentoria di mons. Y che «nella Chiesa cattolica romana c’è un solo rito», sa che fino al Concilio di Trento esisteva un gran numero di riti che coesistevano nella Chiesa romana e che per questo San Pio V autorizzò i riti antichi che potevano giustificare più di duecento anni a continuare dopo la promulgazione della sua bolla Quo Primum nel 1570! E sappiamo che alcuni di essi sono ancora vivi oggi all’interno della Chiesa latina… (i riti ambrosiano e mozarabico, anche quelli riformati, per esempio). Ma se volgiamo l’attenzione all’epoca contemporanea, come spieghiamo il rito zairese? E il rito amazzonico, attualmente in preparazione presso gli uffici del Dicastero per il  Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti? E come spieghiamo il rito del Cammino Neocatecumenale, che è molto diverso dal rito romano novus ordo? Si tratta di ignoranza, come nel caso di mons. Guy André Marie de Kerimel o del card. Arthur Roche, o di malafede? Alla fine, probabilmente entrambe le cose…

3. Mons. Y non ha nulla a che fare con i membri tradizionali del suo gregge:

Ha solo disprezzo: «D - L’obiettivo è quello di sradicare i fedeli tradizionali, impedendo ai giovani di celebrare in questo rito? R - Sì, chiaramente… I fedeli tradizionali sono forse il 5 per cento dei miei fedeli, e anche allora… Il problema non sono i fedeli. Tre quarti di loro vanno anche alle Messe diocesane, quindi sarà facile farli andare solo a quelle».

O l’odio? R - «Oh no, non voglio conoscerli [i fedeli della Fraternità sacerdotale San Pio X], sono nello scisma… D - Non teme che limitando o eliminando le Sante Messe tradizionali diocesane i suoi fedeli vengano spinti tra le braccia della Fraternità sacerdotale San Pio X? R - Ma loro fanno quello che vogliono! Non ho intenzione di mettermi in ginocchio».

4. A meno che mons. Y, in fondo, non sia geloso: «E poi i fedeli tradizionali, hanno gente perché raccolgono dappertutto. Oggi, se metto un prete in ogni campanile [con la Messa ordinaria], ha cinque o dieci fedeli. Con i fedeli tradizionalisti, i loro sacerdoti non hanno altro da fare che occuparsi dei loro parrocchiani. Ci sono sacerdoti diocesani che hanno duemila fedeli in quaranta comuni. Per questo, mons. Y non pensa nemmeno per un attimo di dare questo o quel campanile con cinque o dieci fedeli a un sacerdote tradizionale, i quali magari preferiscono una Santa Messa tradizionale ogni domenica a una Messa ordinaria al mese o all’anno.

5. Nel complesso, da questi commenti liberi emerge chiaramente che questo Vescovo francese sta ragionando nello stesso quadro dei suoi predecessori, e lo fa da cinquant’anni: l’esistenza di fedeli alla liturgia tradizionale è nel migliore dei casi un male da tollerare, e dobbiamo fare in modo che scompaia gradualmente. È una linea di argomentazione che si scontra imperturbabilmente con la non meno imperturbabile negazione dei fatti: da cinquant’anni questi fedeli tradizionali ci sono sempre, sempre giovani, sempre in aumento; mentre i fedeli ordinari sono sempre meno visibili, sempre più vecchi, sempre meno numerosi.

Possiamo immaginare che, se le cose continuano così sotto il Concilio, tra vent’anni al massimo la Diocesi di mons. Y, di raggruppamento parrocchiale in raggruppamento parrocchiale, avrà una sola Parrocchia, con duecento campanili e trecento fedeli praticanti, di cui mons. Z, successore di mons. Y, sarà il parroco-vescovo. Nel frattempo, i fedeli tradizionali…

7 commenti:

  1. Evidentemente, li conosce molto bene.

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  2. Il summorum pomtificum è stato superato dal motu proprio del Santo Padre Francesco. Il vescovo ha soltanto ragione per 4 fedeli attaccati alle sottane dei sacerdoti tutto sta bolgia

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  3. Il "solo rito" della Chiesa, comprende anche le Messe sui materassini gonfiabili, le benedizioni alle coppie gay, le liturgie inclusive contro le discriminazioni inferte agli omosessuali, le Comunioni ai divorziati risposati (civilmente, si spera), le benedizioni nuziali ai divorziati che si ripresentano con nuovi partners, le omissioni del Credo perché il celebrante non ci crede, le particole sostituite da ciambelloni, l'allontanamento coatto di fedeli che osassero mettersi in ginocchio... ? No, chiedo, giusto per capire.

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  4. Non trascuriamo, nell' "unico rito", la venerazione (adorazione ?) della pachamama, e le preghiere per la conversione, ma soltanto quella ecologica, e gli strusciamenti con amuchina benedetta, e le invocazioni per introdurre i migranti a prescindere da qualunque accertamento e condizione.. sempre chiedo e sempre solo per sapere...

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  5. "Duecento campanili"? Mi sembra un po' troppo ottimista! In Francia, di questo passo, avranno demolito pure quelli con le ruspe e i superstiti saranno trasformati in minareti..

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  6. E insiste più volte il caro vescovo Y con la concelebrazione. Ma non lo sa che nella Messa tradizionale la concelebrazione non esiste?

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  7. Questo Vescovo, come molti altri, renderà conto a Dio non tanto sulla Messa tradizionale quanto sulle parole di disprezzo e sugli atteggiamenti di disprezzo verso i fedeli che sono legati a quella forma rituale.

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