E' vero, il nostro blog nasce, vive e cresce per difendere la Liturgia della Chiesa (e la Teologia ad essa connessa) e promuovere la Riforma della Riforma (c.d. Benedettiana) mediante un sempre più diffuso (e completo) recupero del Rito Antico, secondo le direttive normative (e non) del Papa Benedetto XVI.
Ma non possiamo certo ignorare uno degli argmenti-pilastro della dottrina della Chiesa Cattolica: la difesa della vita.
Questo anche per il fatto che, a quanto pare, essa venga ormai difesa solo dai Cattolici meno di "sinistra" e, ça va sans dire, dai c.d. "tradizionalisti" (FSSPX in primis -e con espresso riconoscimento e plauso dagli Ebrei- mentre altri Cristiani - ahinoi- come ad esempio la setta Episcopale (Anglicani degli Stati Uniti), ne lodano l'utilità e la comodità.
Per questo motivo e ponendoci contro l'aborto in perfetta adesione alla linea del Magistero della Chiesa Cattolica, abbiamo più volte dato spazio sulle nostre pagine virtuali ai Congressi (ex plurimus nello scorso Ottobre 2011) di illustrazione e sensibilizzazione contro questa abominevole forma di omicidio (edonistico), alle Marce per la Vita di quest'anno (a Desenzano con i Revv.di F.F.I. e a Roma), alla vittoria del referendum contro l'aborto tenutosi lo scorso anno nel Liechtenstein e all'impegno attivo e in prima linea dei porporati come il Card. Burke.
Ecco che allora anche oggi proponiamo la prima parte di un articolo dell'Avv. Pietro Guerini, portavoce di No194 (http://www.no194.org/) su
Ma non possiamo certo ignorare uno degli argmenti-pilastro della dottrina della Chiesa Cattolica: la difesa della vita.
Questo anche per il fatto che, a quanto pare, essa venga ormai difesa solo dai Cattolici meno di "sinistra" e, ça va sans dire, dai c.d. "tradizionalisti" (FSSPX in primis -e con espresso riconoscimento e plauso dagli Ebrei- mentre altri Cristiani - ahinoi- come ad esempio la setta Episcopale (Anglicani degli Stati Uniti), ne lodano l'utilità e la comodità.
Per questo motivo e ponendoci contro l'aborto in perfetta adesione alla linea del Magistero della Chiesa Cattolica, abbiamo più volte dato spazio sulle nostre pagine virtuali ai Congressi (ex plurimus nello scorso Ottobre 2011) di illustrazione e sensibilizzazione contro questa abominevole forma di omicidio (edonistico), alle Marce per la Vita di quest'anno (a Desenzano con i Revv.di F.F.I. e a Roma), alla vittoria del referendum contro l'aborto tenutosi lo scorso anno nel Liechtenstein e all'impegno attivo e in prima linea dei porporati come il Card. Burke.
Ecco che allora anche oggi proponiamo la prima parte di un articolo dell'Avv. Pietro Guerini, portavoce di No194 (http://www.no194.org/) su
NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : COME E’ CAMBIATO L’ANTIABORTISMO ITALIANO NEL 2011
Fine anno , tempo di auguri e di bilanci .
Premesso che il mio dizionario , alla voce “antiabortista" recita: “Colui che è contrario alla legalizzazione dell’aborto" e che , quindi , solo il nostro movimento (con i suoi iscritti presenti e futuri) può dichiararsi tale , in quanto si muove coerentemente a tale contrarietà, accettiamo per una volta la ben più generosa accezione giornalistica del termine.
Accezione secondo cui l’antiabortista è colui che stigmatizza esplicitamente la pratica abortiva.
Orbene partendo da tale presupposto, il quadro attuale dell’antiabortismo italiano, per analizzare fedelmente il quale ricorrerò a frasi riportate testualmente è chiaro .
1) DIFENSORI DELLA 194
Tale posizione è espressa da Giuliano Ferrara, Direttore de Il Foglio.
La stigmatizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza è assolutamente esplicita .
Si legge, infatti, su Il Foglio del 20-10-2011 : “L’aborto è un omicidio, il massimo omicidio possibile perché preclusivo di tutto il futuro della persona" .
Ma s’aggiunge di seguito: “Nello scontro fra assoluti etici che questo comporta , non è possibile riparare ad un peccato morale , tra i più antichi e sofferti del mondo , con punizioni e ipotesi di reato penale a carico delle donne che abortiscono e di chi collabora al fatto abortivo" .
Al minuto 3 e quaranta secondi del suo intervento alla puntata della serata precedente, quindi del 19-10-2011 di Qui Radio Londra, Ferrara ha dichiarato . “Non credo che si possa curare l’aborto con il diritto penale, perché lo si rende clandestino come è sempre successo e questo peggiora le cose".
Ho un particolare rispetto per il noto giornalista, che stimo per il coraggio e l’onestà intellettuale delle sue prese di posizione in quanto la prima parte del suo assunto è frutto di un cammino culturale progressivo , compiuto da un ateo , tale ancor oggi .
Non ho condiviso la sua battaglia con la lista “Aborto no grazie“ alle elezioni politiche del 2008, in quanto, anzitutto, in quella sede dovevamo scegliere un governo e in secondo luogo, una competizione di quel tipo non la si può affrontare con una lista nata da soli due mesi , tanto più con uno sbarramento al 4% su base nazionale alla Camera, ma ho apprezzato, oltre al suo coraggio, la portata culturale dell’iniziativa .
Non condivido, ovviamente la parte finale del suo pensiero, per ragioni che ho già esposto oralmente più volte, ma che intendo trattare in dettaglio prossimamente .
La battaglia di Ferrara, quindi, è puramente culturale, la 194 non va toccata perché va bene così.
2 CRITICI VERSO LA 194 , MA RELATIVISTI
Questa tesi è sostenuta da coloro secondo i quali l’importanza della legge, per quanto quest’ultima sia deprecabile , è del tutto relativa , poiché centrale è un mutamento culturale .
La 194, inoltre, non deve essere attaccata perché del tutto inattaccabile, in un referendum i favorevoli all’abrogazione sarebbero pochissimi.
Come si può notare la centralità/esclusività, dell’elemento culturale è comune alla posizione precedente , ancorché la valutazione del contenuto della legge sia diversa, il cui tentativo di abrogazione costituirebbe comunque un’operazione velleitaria.
Non a caso questa linea è espressa, ad esempio, dal Prof. Agnoli, candidato nella lista di Ferrara alle ultime elezioni politiche.
Cito testualmente un articolo dello stesso che mi è stato inoltrato in questi giorni , pubblicato sul web nel corrente mese: “L’esempio è sempre quello della Croazia: con la legge abortista comunista, invariata da anni e con una martellante campagna di educazione e di propaganda pro life sulla vita del nascituro sulla sua dignità, sul senso del matrimonio etc. gli aborti sono diventati pochissimi. Senza toccare la legge, che un giorno, si spera, verrà abolita del tutto . Oggi un movimento pro life ha questo grande compito: non è oggi in grado di abrogare la 194 , per esempio, con un referendum" .
Nello stesso articolo si esprime una valutazione fortemente negativa delle tendenze culturali presenti nel paese .
Tornerò anche su questa posizione, anticipo solo che, sostenendo nel contempo la centralità dell’orientamento culturale dell’opinione pubblica e una visione pessimistica circa la tendenza “pro life“ della stessa, si conclude fatalmente con un atteggiamento di rassegnazione generale, circa la diffusione della pratica abortiva e l’inattaccabilità della legge che la disciplina.
In concreto, non vi sono soverchie differenze tra sostenere che una legge non deve essere abrogata o che potrebbe essere abrogabile solo in astratto, dopo una campagna culturale apocalittica, tale da rovesciare di 360° la coscienza collettiva di un paese di 60 milioni di abitanti. [... continua]
Fine anno , tempo di auguri e di bilanci .
Premesso che il mio dizionario , alla voce “antiabortista" recita: “Colui che è contrario alla legalizzazione dell’aborto" e che , quindi , solo il nostro movimento (con i suoi iscritti presenti e futuri) può dichiararsi tale , in quanto si muove coerentemente a tale contrarietà, accettiamo per una volta la ben più generosa accezione giornalistica del termine.
Accezione secondo cui l’antiabortista è colui che stigmatizza esplicitamente la pratica abortiva.
Orbene partendo da tale presupposto, il quadro attuale dell’antiabortismo italiano, per analizzare fedelmente il quale ricorrerò a frasi riportate testualmente è chiaro .
1) DIFENSORI DELLA 194
Tale posizione è espressa da Giuliano Ferrara, Direttore de Il Foglio.
La stigmatizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza è assolutamente esplicita .
Si legge, infatti, su Il Foglio del 20-10-2011 : “L’aborto è un omicidio, il massimo omicidio possibile perché preclusivo di tutto il futuro della persona" .
Ma s’aggiunge di seguito: “Nello scontro fra assoluti etici che questo comporta , non è possibile riparare ad un peccato morale , tra i più antichi e sofferti del mondo , con punizioni e ipotesi di reato penale a carico delle donne che abortiscono e di chi collabora al fatto abortivo" .
Al minuto 3 e quaranta secondi del suo intervento alla puntata della serata precedente, quindi del 19-10-2011 di Qui Radio Londra, Ferrara ha dichiarato . “Non credo che si possa curare l’aborto con il diritto penale, perché lo si rende clandestino come è sempre successo e questo peggiora le cose".
Ho un particolare rispetto per il noto giornalista, che stimo per il coraggio e l’onestà intellettuale delle sue prese di posizione in quanto la prima parte del suo assunto è frutto di un cammino culturale progressivo , compiuto da un ateo , tale ancor oggi .
Non ho condiviso la sua battaglia con la lista “Aborto no grazie“ alle elezioni politiche del 2008, in quanto, anzitutto, in quella sede dovevamo scegliere un governo e in secondo luogo, una competizione di quel tipo non la si può affrontare con una lista nata da soli due mesi , tanto più con uno sbarramento al 4% su base nazionale alla Camera, ma ho apprezzato, oltre al suo coraggio, la portata culturale dell’iniziativa .
Non condivido, ovviamente la parte finale del suo pensiero, per ragioni che ho già esposto oralmente più volte, ma che intendo trattare in dettaglio prossimamente .
La battaglia di Ferrara, quindi, è puramente culturale, la 194 non va toccata perché va bene così.
2 CRITICI VERSO LA 194 , MA RELATIVISTI
Questa tesi è sostenuta da coloro secondo i quali l’importanza della legge, per quanto quest’ultima sia deprecabile , è del tutto relativa , poiché centrale è un mutamento culturale .
La 194, inoltre, non deve essere attaccata perché del tutto inattaccabile, in un referendum i favorevoli all’abrogazione sarebbero pochissimi.
Come si può notare la centralità/esclusività, dell’elemento culturale è comune alla posizione precedente , ancorché la valutazione del contenuto della legge sia diversa, il cui tentativo di abrogazione costituirebbe comunque un’operazione velleitaria.
Non a caso questa linea è espressa, ad esempio, dal Prof. Agnoli, candidato nella lista di Ferrara alle ultime elezioni politiche.
Cito testualmente un articolo dello stesso che mi è stato inoltrato in questi giorni , pubblicato sul web nel corrente mese: “L’esempio è sempre quello della Croazia: con la legge abortista comunista, invariata da anni e con una martellante campagna di educazione e di propaganda pro life sulla vita del nascituro sulla sua dignità, sul senso del matrimonio etc. gli aborti sono diventati pochissimi. Senza toccare la legge, che un giorno, si spera, verrà abolita del tutto . Oggi un movimento pro life ha questo grande compito: non è oggi in grado di abrogare la 194 , per esempio, con un referendum" .
Nello stesso articolo si esprime una valutazione fortemente negativa delle tendenze culturali presenti nel paese .
Tornerò anche su questa posizione, anticipo solo che, sostenendo nel contempo la centralità dell’orientamento culturale dell’opinione pubblica e una visione pessimistica circa la tendenza “pro life“ della stessa, si conclude fatalmente con un atteggiamento di rassegnazione generale, circa la diffusione della pratica abortiva e l’inattaccabilità della legge che la disciplina.
In concreto, non vi sono soverchie differenze tra sostenere che una legge non deve essere abrogata o che potrebbe essere abrogabile solo in astratto, dopo una campagna culturale apocalittica, tale da rovesciare di 360° la coscienza collettiva di un paese di 60 milioni di abitanti. [... continua]
(fine prima parte)
di Pietro Guerini – Portavoce nazionale no194 (http://www.no194.org/)
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