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lunedì 20 marzo 2023

Ratzinger, il testamento: spuntano 5 cugini finora sconosciuti. Le lettere private sono state distrutte #benedettoxvi

È da quando è scomparso il Papa Emerito, che l’esecutore testamentario, mons. Georg Gaenswein sta lavorando per le disposizioni testamentarie di Benedetto XVI.
In un'intervista a Sky 24 (QUI), ieri sera, Mons. Georg ha riferito che sta ancora aspettando un incarico dal Papa; ha parlato inoltre sulle critiche al suo libro, che ha definito "infondate" e "pregiudizio che non accetto".
QUI l'ANSA. QUI AP.
QUI il post di MiL sulla Messa di ieri, in onore di Benedetto XVI, celebrata da mons. Georg.
Luigi

Franca Giansoldati, Il Messaggero, 19-3-23

CITTÀ DEL VATICANO Si sta rivelando una specie di rompicapo il testamento di Joseph Ratzinger. È dal 31 dicembre, da quando è scomparso il Papa Emerito, che l’esecutore testamentario, don Georg Gaenswein sta lavorando per mettere assieme tutti i tasselli e concludere il compito ricevuto. Nei viaggi fatti tra Ratisbona, Markt am Inn e Pentling - dove hanno sede alcune fondazioni (alle quali andranno trasferite le immense collezioni di libri o gli spartiti di musica del grande teologo) - sono spuntati dei parenti lontani fino a quel momento sconosciuti. Anche loro rientrano nell’asse ereditario.
Un delicato passaggio che è stato definito assieme a Papa Francesco e agli uffici giuridici del Vaticano. Don Georg ha così risolto il dilemma di come gestire la somma di denari che giaceva sul conto corrente personale di Ratzinger. Visto che il pontefice defunto non aveva lasciato indicazioni specifiche, in assenza di eredi diretti, è partita la caccia al parente più stretto.

La cifra da dividere non si conosce: si sa solo che certamente non riguarda i proventi milionari relativi al copywright delle opere teologiche stampate e tradotte in tutte le lingue. Autentici best seller che hanno venduto milioni di copie. «Ad un certo punto mi sono accorto che c’erano ancora dei parenti, e per me è stato interessante. Inizialmente pensavo fossero in vita solo due cugini e invece ci sono in tutto cinque parenti. Visto che Benedetto XVI non ha indicato esplicitamente un erede fa testo sia la legge del Vaticano che quella italiana che indica il dovere di individuare i legittimi eredi» ha spiegato Gaenswein. Nel frattempo si è provveduto a rintracciare le loro residenze. «Devo scrivere a questi cugini: per legge dovranno essere interpellati e decidere se vogliono accettare o meno l’eredità».
Gaenswein chiarisce che non si tratta di soldi derivanti dai diritti del lavoro intellettuale del defunto. «In questo caso riguarda una somma liquida». Tutti gli altri oggetti personali dagli orologi, alle penne, dai quadri agli arredi liturgici erano inseriti in un elenco meticolosamente stilato da Papa Benedetto prima di morire. Non ha dimenticato nessuno: collaboratori, segretarie, seminaristi, studenti, autisti, parroci, amici.

Ieri mattina nella parrocchia romana di Santa Maria Consolatrice a Casal Bertone, la chiesa della quale era titolare l’allora cardinale Ratzinger, è stato consegnata una preziosa casula ricamata che Ratzinger indossava sempre durante le celebrazioni. «Qui era di casa» ha detto il parroco mentre don Georg scopriva una targa di marmo.





DISTRUZIONE

Nel testamento Ratzinger ha disposto anche la distruzione di tutte le sue lettere private. Sono rimasti solo gli appunti, trasferiti alla fondazione di Ratisbona. «Tra le incombenze da sbrigare c’era anche la questione delle lettere private. Gli appunti invece no, quelli li aveva ordinati lui stesso e messi da parte. Penso sia stato un peccato distruggere quei carteggi, alcuni anche importanti. Prima che morisse gliene parlai ma lui mi rispose con fermezza ripetendomi che non vi erano scappatoie. Fu irremovibile e, di conseguenza, così ho fatto». Nel monastero Mater Ecclesiae, dove ha vissuto il pontefice tedesco, non ci sono più carte, libri, manoscritti. Tutto è già stato trasferito in Baviera. «Io non ho più niente in mano. L’ultimo libro inedito è quello che si intitola Cosa è il Cristianesimo. Se nella sede della fondazione di Ratisbona troveranno qualcosa si vedrà, ma non penso ci sia più nulla». Don Georg prima di lasciare la parrocchia di Casal Bertone salutando i fedeli ha fatto capire di essere in attesa di sapere quale sarà la sua destinazione futura. «Papa Francesco non mi ha dato ancora alcun incarico, deve riflettere e poi mi dirà. Io sono a disposizione della Chiesa e sono leale e fedele»