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giovedì 24 novembre 2022

Controstoria del movimento liturgico #56 - La riforma liturgica e il Belgio: p. Nocent OSB. Di A. Porfiri

Padre Adrien Nocent, docente al Pontificio Ateneo S. Anselmo. 
Qui i post precedenti 

La riforma liturgica e il Belgio: Adrien Nocent (1913-1996)

Studiando le riforme ecclesiali e il movimento liturgico, ci si accorge di come alcune nazioni abbiano giocato un ruolo veramente importante. Una nazione che ho imparato a considerare come probabilmente determinante è il Belgio. Non solo le elaborazioni teologiche e pastorali in alcuni monasteri, come Mont Cesar e Maresdous, l’Università di Lovanio, ma anche figure come il già visto dom Lambert Beauduin, il cardinale Léon Joseph Suenens ed altri, hanno formato una avanguardia per il rinnovamento teologico e pastorale nella Chiesa. Tra questi non è certamente da dimenticare è dom Adrien Nocent, figura importante nell’ambito del Vaticano II e della riforma liturgica.

Allievo di Bernard Capelle e Bernard Botte, confratello di Lambert Beauduin che avrà sicuramete frequentato, studiò a Lovanio e poi andò a Roma per insegnare al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo. Con dom Salvatore Marsili e dom Cipriano Vagaggini fu tra i fondatori del Pontificio Istituto Liturgico di sant’Anselmo. 

Fu direttore di Ecclesia Orans, esperto al Vaticano II e consultore della Congregazione per il Culto Divino. È autore di numerose opere. Una di queste, in cui rilegge la riforma liturgica dopo il Concilio, è chiamata Liturgia semper reformanda. Del resto ritroviamo questo concetto della liturgia sempre in divenire anche in altri libri ed altri autori. Che siano necessari aggiornamenti di tanto in tanto questo nessuno lo può dubitare ma che queste “variazioni” come le definirebbe Romano Amerio possano toccare elementi essenziali della stessa non dovrebbe essere possibile. Denis Crouan tocca questo aspetto di ciò che è essenziale e ciò che è accessorio nella liturgia in alcuni suoi studi.

In un testo reperibile online in cui risponde a coloro (tradizionalisti) che polemizzavano sulla protestantizzazione della Messa diceva: “Quando Cristo dice: "Fate questo in memoria di me", questo significa: fate questo pranzo rituale che attualizza davanti agli occhi del Padre mio ciò che ho fatto obbedendo alla sua volontà per la Nuova ed eterna Alleanza. Una delle nuove preghiere eucaristiche dice: "Guarda, Signore, la vittima che tu stesso hai preparato". Il Canone romano ripete varie volte con questa o quella parola il fatto della presenza, della vittima presente, del sacrificio attualizzato. Si deve dunque capire a fondo ciò che è la memoria. Molti articoli o libri contro la riforma liturgica, quando affermano che in questo modo siamo diventati protestanti, che l’eucaristia è così diventata semplice ricordo, dimostrano la loro ignoranza in rapporto alla "memoria". Ignoranza inaccettabile di ciò che è la memoria, perché essa suppone la realtà, è la realtà attualizzata nell’oggi. Quando si dice che la celebrazione eucaristica è memoria della Passione, questo esprime molto di più che se si dicesse: la celebrazione eucaristica ripete il calvario. Non lo ripete, ma è questo sacrificio stesso attuato; e poiché attuati, ne diventiamo attori, collaboratori. Questo costituisce lo scopo dell’istituzione eucaristica”. Certo è che forse il padre Nocent avrebbe dovuto rivolgersi ai tanti “riformatori” che hanno reso la liturgia un semplice banchetto, come i protestanti, minimizzando se non eliminando la dimensione sacrificale. I tradizionalisti possono pure abbaiare, ma sono i progressisti che mordono.

2 commenti:

  1. beh, Nocent porta avanti la sua tesi che vede la Messa come Sacrificio perchè Cena-Memoriale della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo
    in questo modo cerca di salvaguardare l'unicità del Sacrificio del Calvario con la dimensione sacrificale della Messa, evitando sia di rende la Messa quasi un altro sacrificio separato come rischiava di fare la tesi del 'Sacrificio perchè immolazione'
    che poi questo sia stato frainteso è perchè si è perso il concetto di memoriale - ripresentazione sacramentale

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  2. Dopo la fioritura di cosi tanti fenomenali teologi e liturgisti la chiesa del Belgio è entrata in agonia ,forse addirittura è morta . A furia di sentire questi giganti delle fede spaccare il capello ,e non solo quello ,in quattro i fedeli sono diventati quasi tutti atei . Troppa grazia sant'Antonio....

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