Post in evidenza

Elenchi dei Vescovi (e non solo) pro e contro Fiducia Supplicans #fiduciasupplicans #fernández

Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

martedì 16 agosto 2022

Gastromia (pre)tridentina. San Rocco, coraggioso servitore di Dio tra gli appestati

Continuiamo con la gastronomia cattolica nel giorno di San Rocco.
Protettore anche contro le epidemie.
Luigi

06-12-2021, La Nuova Bussola Quotidiana, Liana Marabini

Il carisma di San Rocco, che Dio ha inviato tra gli appestati e che di peste si ammalò. Guarendo miracolosamente. Umile fino in fondo, anche nei cinque anni di prigionia dove fu rinchiuso con la falsa accusa di spia. E' patrono dei malati infettivi e degli invalidi.

Il bosco fitto lo avvolgeva come un manto fresco nell’afosa giornata di luglio. Si diresse lentamente verso la piccola sorgente che era apparsa il giorno prima, sgorgando dal suolo duro tra gli alberi. Si chinò con difficoltà, sofferente per i linfonodi gonfi che gli coprivano le articolazioni in tutto il corpo. La febbre gli faceva pulsare le tempie e il mal di testa era così atroce che pensò per un attimo che il cane bianco spuntato dal nulla e che ora si dirigeva verso di lui fosse frutto del suo cervello febbricitante.

Ma il cane era reale. Si avvicinò con passo calmo e lasciò cadere ai piedi dell’uomo un grosso pezzo di pane scuro, che aveva portato reggendolo tra i denti. L’uomo prese il pane e fece una carezza sulla grossa testa del molosso. Il cane alzò lo sguardo, poi si allontanò scomparendo nuovamente.

Rocco, questo il nome dell’uomo, si sedette vicino alla sorgente e si sforzò di mangiare il pane, anche se non aveva fame. Sapeva che doveva riprendere le forze e non per lui, ma per le decine di malati che aveva in cura. Si chinò sulla sorgente e bevve l’acqua fresca. Si sentì meglio.

Si sdraiò sul suolo e chiuse gli occhi. Ripercorse con la memoria quello che era accaduto fino allora. Si rivide bambino, figlio di genitori anziani. Avevano tanto pregato per avere un bambino. Ed era arrivato lui, sul tardi nelle loro vite: era nato nel 1348 (o 1349) a Montpellier, città prospera che apparteneva alla corona d'Aragona e a che era stata annessa alla corona di Francia nel 1349. Era una grande città del sud, cosmopolita e tollerante, molto famosa per la sua università. Importante meta di pellegrinaggio sulla Via Tolosana, beneficerà ulteriormente della vicinanza ad Avignone, sede del papato per oltre quarant'anni.

I genitori lo avevano accolto con grande gioia. Suo padre, Jean Roch de La Croix, dignitario della città, ne fu il primo console nel 1363. Sua madre, Liberia, era lombarda. Figlio tanto atteso e agognato, la sua nascita si rivelò in parte miracolosa - i suoi genitori avevano pregato la Vergine Maria di avere un figlio - era infatti nato e con il segno di una croce rossa sul petto. Trascorrendo un'infanzia in un ambiente profondamente cristiano, fu battezzato nel santuario di Sainte-Marie des Tables, che era anche il centro della vita spirituale, intellettuale, amministrativa e sociale di Montpellier.

I genitori lo mandarono a scuola presso i domenicani, un ordine allora nuovo e fiorente, prima di studiare medicina. Affrontò in giovane età le terribili epidemie di peste del 1358 e del 1361. A Montpellier, quest'ultima causò fino a 500 morti al giorno, per tre mesi.

Il suo carisma con i malati si manifestò indubbiamente in quel momento. Perse anche i genitori, morti uno dopo l’altro. Rimasto solo e in possesso della cospicua eredità di famiglia, donò tutto ai poveri e cominciò un pellegrinaggio verso Roma. Aveva anche saputo che a Cesena infuriava l'epidemia. Andò lì, facendo ciò che Dio si aspettava da lui mentre andava in pellegrinaggio, e di nuovo ottenne guarigioni miracolose.

Giunse finalmente a Roma, all'inizio del 1368, e si prese cura dei malati presso L’Ospedale di Santo Spirito. Un cardinale (Gaillard de Boisvert, reggente pro tempore della Sacra Penitenzieria, a quel tempo), guarito dalle sue cure e testimone di guarigioni miracolose lo presentò a papa Urbano V, il quale, vedendolo, esclamò: "Mi sembra che tu venga dal Paradiso!" E gli diede l'indulgenza plenaria.

Rocco aveva senza dubbio visto a Montpellier questo Papa di Avignone, che tentò di reinsediare il pontificato a Roma dal 1367 al 1370, quando venne a consacrare l'altare maggiore della chiesa del monastero di San Benedetto, futura cattedrale di San Pietro.

Rocco lasciò Roma nel 1370 per tornare in patria. Ma nel luglio 1371 è ancora in Italia, a Piacenza, presso l'Ospedale Notre-Dame de Bethlehem, presso la Chiesa di Sant'Anna, dove assiste, guarisce e conforta gli ammalati. Il diario di viaggio di Messer Enguerrand de Salinière, di passaggio in quella città, lo menziona: ”Un compatriota di nome Roch è tenuto in grande considerazione da queste parti. Ha la fama di guaritore, fa miracoli su persone date per morte e ha una grande pietà”.

Ma la sorte si accanì su Rocco. Colpito dalla peste, Rocco si recò sofferente in un bosco ai margini del borgo fortificato di Sarmato, pensando che lì sarebbe morto. Lì spuntò una sorgente, quella descritta all’inizio del nostro racconto. E ogni giorno un cane gli portava il pane. Il padrone del cane era il nobile Gothard Pallastrelli che sarebbe diventato il discepolo di Rocco. Sarebbe stato anche il primo biografo del santo e l'autore del’unico e vero ritratto da vivo, conservato a Piacenza, nella chiesa di Sant’Anna. È stato anche riferito che un angelo ha salvato Rocco. Ed è possibile, visto che riprese la salute e tornò a Piacenza, dagli appestati, mostrando notevole coraggio e umanità.

Riprese il viaggio, ma le terre milanesi furono teatro di una guerra tra il duca di Milano, Barnabé Visconti, suo fratello Galeazzo II e la lega formata da papa Urbano V, guidata da Amedeo VI di Savoia. Questo conflitto durò dal 1371 al 1375. Preso per spia, Rocco fu arrestato a Broni e trasferito a Voghera da Beccaria, intendente militare dei Visconti.

La fama di Rocco era già grande. Inoltre, grazie alla sua voglia a forma di croce sul petto, poteva essere identificato dallo zio, governatore della città o da uno dei più stretti collaboratori di quest'ultimo. Ma, fedele al desiderio di anonimato di tutti i pellegrini, Rocco non ha rivelato la sua identità e ha chiesto di poter riprendere il suo cammino come "umile servitore di Dio". La sua richiesta è stata respinta ed è rimasto in prigione.

La sua reclusione durò cinque anni. Secondo la tradizione, ha rivelato la sua identità a un sacerdote solo il giorno prima della sua morte, martedì 16 agosto 1379, all'età di circa 30 anni. Fu iscritto nel Martirologio Romano da papa Gregorio XIII e canonizzato da Urbano VIII nel 1629 a seguito di un fervore popolare divenuto importante.

San Rocco è patrone di parecchie cause: malati infettivi, invalidi, prigionieri, animali, la città di Montpellier.