Qualcuno si ribella alla deriva modernistica.
Intanto altri vescovi si sono aggiunti, oltre a 4 cardinali. Vedere Il Timone QUI: «l’urgenza delle nostre osservazioni congiunte è radicata in Romani 12, e in particolare nella cautela di Paolo: “Non conformarti a questo mondo”. E la loro serietà scaturisce dalla confusione che il Cammino sinodale ha già causato e continua a causare, e dal potenziale scisma nella vita della Chiesa che inevitabilmente ne risulterà» [...] «Il Cammino sinodale tedesco si è allontanato dal sentiero dell’autentica sinodalità e si è posto in opposizione alle verità della nostra fede cattolica come insegnate i secoli dalla Scrittura e dalla Tradizione – poi aggiunge – Nella correzione fraterna e in unione con i Vescovi di tutto il mondo, incoraggio i Vescovi della Germania a tornare al vero deposito della fede, come ci è stato trasmesso da Gesù Cristo».
QUI Tempi.
QUI alcune improvvide affermazioni del S. Padre Francesco sulle caratteristiche della "Chiesa Sinodale" (e, purtroppo, su altro).
QUI su Acistampa, e in fondo al post, il testo completo del documento (soprattutto nei sette punti riassuntivi) e buona parte dei firmatari.
Luigi
La Nuova Bussola Quotidiana, Nico Spuntoni, 14-04-2022
74 vescovi del mondo, di cui 48 solo statunitensi, scrivono ai vescovi tedeschi per contestare la piega «ideologica e politica» presa dal Sinodo: «Documenti non ispirati da Scrittura e Tradizione, ma da gender ed ideologie. State andando in un vicolo cieco». L'unico italiano a firmare è un vescovo in pensione: il "reggiano" Camisasca.
ll cardinale Carlo Maria Martini la chiamava "la legge di Matteo 18,15ss." cioè il dovere di ammonire "tra te e lui solo" se "il tuo fratello commette una colpa". In questo senso, la lettera aperta inviata da più di 70 vescovi di tutto il mondo ai vescovi tedeschi è in pieno spirito evangelico perché ha le sembianze di una correzione fraterna.
Al centro dell'appello c'è l'indirizzo assunto dal Cammino Sinodale tedesco e le sue possibili implicazioni sulla Chiesa universale. "Gli eventi in Germania - scrivono i firmatari - ci obbligano a esprimere la nostra crescente preoccupazione per la natura dell'intero processo tedesco del Cammino sinodale e del contenuto di suoi vari documenti". Nella lettera viene sottolineato quanto la storia cristiana sia "disseminata di sforzi ben intenzionati che hanno perso il loro radicamento nella Parola di Dio". Un precedente che si starebbe replicando in Germania dove il Cammino Sinodale rischia di portare la Chiesa ad "un vicolo cieco", scrivono i firmatari.
L'iniziativa è partita da Oltreoceano e vede una netta prevalenza di vescovi statunitensi, ben 48 su 74. Tra i nomi nella lista anche quelli di quattro cardinali: Raymond Leo Burke, George Pell, Wilfred Napier e Francis Arinze. Ma la preoccupazione per la china presa dai lavori del Cammino Sinodale è sicuramente più diffusa nel Collegio cardinalizio e nelle ore successive alla pubblicazione della lettera ci sono stati altri porporati che hanno solidarizzato privatamente con l'iniziativa.
Tra i vescovi dei quattro continenti - e dieci Paesi - si segnala l'alto numero di prelati africani, mentre compare il nome di un solo italiano: monsignor Massimo Camisasca, da poco vescovo emerito di Reggio Emilia e Guastalla. La lettera arriva dopo quella scritta dal presidente della Conferenza episcopale polacca, l’arcivescovo Stanisław Gdecki al suo omologo tedesco, monsignor Georg Bätzing.
Anche in quel caso, il capo dell'episcopato polacco lamentava di osservare "con preoccupazione l’approccio del Cammino sinodale tedesco perseguito finora" perché "guardando i suoi frutti, si può avere l’impressione che la base della riflessione non sia sempre il Vangelo" e chiedeva "di ripetere slogan triti e ritriti e richieste standard come l’abolizione del celibato, il sacerdozio delle donne, la comunione ai divorziati risposati o la benedizione delle coppie dello stesso sesso".
Recriminazioni condivise dai 74 vescovi promotori dell'ultima lettera e che hanno voluto evidenziare come "i documenti del Cammino sinodale sembrano in gran parte non ispirati dalla Scrittura e dalla Tradizione (...) ma dall'analisi sociologica e dalla politica contemporanea, compreso gender ed ideologie". Infatti, secondo i firmatari, i documenti del Cammino voluto dal cardinale Reinhard Marx (in foto) "guardano la Chiesa e la sua missione attraverso la lente del mondo piuttosto che attraverso la lente delle verità rivelate nella Scrittura e l'autorevole Tradizione della Chiesa".
Un mese fa, dopo la lettera di monsignor Gdecki, c'era stata anche la presa di posizione della Conferenza episcopale della Scandinavia che in una missiva agli omologhi tedeschi chiedeva ai vescovi di "rispettare i confini stabiliti da temi che rappresentano aspetti immutabili dell'insegnamento della Chiesa”.
Finora, però, dalla Germania non ci sono stati segnali di ripensamenti come dimostrano le recenti parole dell'uomo forte della Chiesa tedesca, il cardinal Marx iniziatore del processo sinodale e ancora membro del C6. L'arcivescovo di Monaco e Frisinga, infatti, al giornalista di "Stern", David Baum ha detto a fine marzo che "il catechismo non è fissato nella pietra" e che "si può anche mettere in discussione ciò che dice" sull'omosessualità. Una richiesta analoga a quella precedentemente avanzata da un altro cardinale di peso, il lussemburghese Jean Claude Hollerich che alla KNA ha dichiarato di ritenere che "il fondamento sociologico-scientifico" dell'insegnamento cattolico sull'omosessualità "non sia più corretto" e "che sia ora di fare una revisione fondamentale della dottrina".
Parole che - analogamente ai contenuti dei documenti del Cammino Sinodale tedesco - hanno fatto saltare sulla sedia diversi cardinali e vescovi in tutto il mondo. Non pochi dei quali hanno preso carta e penna per chiedere alla Congregazione per la dottrina della fede di correggere pubblicamente il presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea. Lo scorso lunedì Papa Francesco ha ricevuto in udienza prima il prefetto dell'ex Sant'Uffizio, il cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer e poi lo stesso Hollerich. Entrambi gesuiti ma molto diversi tra loro: ci sarà stata l'occasione di parlare delle numerose richieste giunte a Roma per correggere il porporato lussemburghese che, peraltro, è anche Relatore Generale per il prossimo Sinodo?
UNA LETTERA APERTA E FRATERNA AI NOSTRI CONFRATELLI VESCOVI IN GERMANIA 11 Aprile 2022
In un’epoca di rapida comunicazione globale, gli eventi che accadono in una nazione hanno un impatto inevitabile sulla vita ecclesiale altrove. Così il processo del “Cammino Sinodale”, come attualmente intrapreso dai cattolici in Germania, comporta conseguenze per la Chiesa nel mondo. Ciò include le Chiese locali di cui noi siamo pastori e i tanti fedeli cattolici di cui siamo responsabili. Alla luce di ciò, gli eventi in Germania ci costringono ad esprimere la nostra crescente preoccupazione per la natura dell’intero processo del “Cammino Sinodale” tedesco e il contenuto dei suoi vari documenti. I nostri commenti qui presenti sono volutamente brevi. Essi richiedono, e noi lo incoraggiamo fortemente, maggiori riflessioni (come, ad esempio, An Open Letter to the Catholic Bishops of the World dell’Arcivescovo Samuel Aquila) da parte dei singoli vescovi. Tuttavia, l’urgenza delle nostre osservazioni qui contenute trovano il loro fondamento nella lettera ai Romani, capitolo 12, ed in particolare nell’avvertimento di San Paolo di «non conformarsi alla mentalità di questo mondo». La serietà di queste osservazioni scaturisce dalla confusione che il “Cammino Sinodale” ha già causato e continua a causare, e dal potenziale per uno scisma che inevitabilmente ne deriverebbe nella vita della Chiesa. La necessità di riforma e di rinnovamento è antica quanto la Chiesa stessa. Alla sua radice, questo impulso è lodevole e non dovrebbe mai essere temuto. Molti di coloro coinvolti nel processo del Cammino Sinodale sono senza dubbio persone dotate di un carattere eccezionale. Eppure, la storia cristiana è disseminata da sforzi animati da buone intenzioni che hanno però perso il loro radicamento nella Parola di Dio, in un incontro fedele con Gesù Cristo, in un vero ascolto dello Spirito Santo e nella sottomissione della nostra volontà alla volontà del Padre. Questi sforzi sono falliti perché hanno ignorato l’unità, l’esperienza e la sapienza accumulate dal Vangelo e dalla Chiesa. Dal momento che non hanno dato ascolto alle parole di Gesù: «senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5), tali sforzi sono rimasti infruttuosi e hanno danneggiato sia l’unità che la vitalità evangelica della Chiesa. Il cammino sinodale della Germania rischia di condurre ad un tale vicolo cieco.
Come vostri confratelli vescovi, le nostre preoccupazioni includono, ma non si limitano a quanto segue: 1. Non ascoltando lo Spirito Santo ed il Vangelo, le azioni del Cammino Sinodale minano: la credibilità dell’autorità della Chiesa, compresa quella di Papa Francesco; l’antropologia cristiana e la morale sessuale; e l’attendibilità delle Scritture.
2. Mentre mostrano una patina di idee religiose ed un vocabolario religioso, i documenti del Cammino Sinodale tedesco sembrano in gran parte ispirati non dalla Scrittura e dalla Tradizione – che, per il Concilio Vaticano II, costituiscono “un unico sacro deposito della Parola di Dio” – ma dall’analisi sociologica e dalle ideologie politiche contemporanee, incluse quelle del “gender”. Essi guardano alla Chiesa e alla sua missione attraverso la lente del mondo piuttosto che attraverso la lente delle verità rivelate nella Scrittura e nell’autorevole Tradizione della Chiesa.
3. Il contenuto del Cammino Sinodale sembra anche reinterpretare, e quindi sminuire, il significato della libertà cristiana. Per il cristiano, la libertà consiste nella conoscenza, nella volontà e nella libera capacità di fare ciò che è giusto. La libertà non è “autonomia”. La libertà autentica, come insegna la Chiesa, è legata alla verità ed è ordinata al bene e, in definitiva, alla beatitudine. La coscienza non crea la verità, né la coscienza è una questione di preferenze personali o di autoaffermazione. Una coscienza cristiana adeguatamente formata rimane soggetta alla verità sulla natura umana e alle norme di una vita retta rivelate da Dio e insegnate dalla Chiesa di Cristo. Gesù è la verità che ci rende liberi (Gv. 8).
4. La gioia del Vangelo – essenziale per la vita cristiana, come spesso sottolinea Papa Francesco – sembra essere del tutto assente dalle discussioni e dai testi del Cammino Sinodale. Come tale, questo è un difetto eloquente per uno sforzo che mira ad un rinnovamento personale ed ecclesiale.
5. Il processo del Cammino Sinodale, in quasi ogni sua fase, è opera di esperti e comitati, così da essere burocraticamente pesante, ossessivamente critico, e con lo sguardo volto all’interno. Esso quindi in sé stesso riflette una forma ampiamente diffusa di sclerosi ecclesiale e, ironicamente, assume un tono antievangelico. Nei suoi effetti, il Cammino Sinodale mostra più una sottomissione ed obbedienza al mondo e alle sue ideologie che a Gesù Cristo come Signore e Salvatore.
6. L’attenzione del Cammino Sinodale al “potere” nella Chiesa suggerisce uno spirito fondamentalmente in contrasto con la vera natura della vita cristiana. In fondo la Chiesa non è solo un’“istituzione” ma una comunità organica; non un sistema egualitario, ma familiare, complementare e gerarchico - un popolo sigillato nell’unità dall’amore di Gesù Cristo e dall’amore reciproco nel suo Nome. La riforma delle strutture non è affatto la stessa cosa che la conversione dei cuori. L’incontro con Gesù, come si vede nel Vangelo e nella vita dei santi nel corso della storia, cambia i cuori e le menti, porta guarigione, allontana da una vita di peccato e di infelicità e dimostra la forza del Vangelo. 7. L’ultimo e più immediato e angosciante problema del Cammino Sinodale in Germania risulta essere anche terribilmente ironico. Con il suo esempio distruttivo, esso può portare alcuni vescovi, e porterà molti laici altrimenti fedeli, a diffidare della stessa idea di “Sinodalità”, così da ostacolare ulteriormente il necessario dialogo in seno alla Chiesa sul compimento della sua missione di convertire e di santificare il mondo.
In questo tempo l’ultima cosa di cui la nostra comunità di fede ha bisogno è ricevere più confusione. Nel discernere la volontà del Signore per la Chiesa in Germania, siate certi delle nostre preghiere per voi.
Francis Cardinale Arinze (Onitsha, Nigeria) Raymond Cardinale Burke (Saint Louis, USA) Wilfred Cardinale Napier (Durban, Sudafrica) George Cardinale Pell (Sydney, Australia) Arcivescovo Samuel Aquila (Denver, USA) Arcivescovo Emerito Charles Chaput (Philadelphia, USA) Arcivescovo Paul Coakley (Oklahoma City, USA) Arcivescovo Salvatore Cordileone (San Francisco, USA) Arcivescovo Damian Dallu (Songea, Tanzania) Arcivescovo Emerito Joseph Kurtz (Louisville, USA) Arcivescovo J. Michael Miller (Vancouver, British Columbia, Canada) Arcivescovo Joseph Naumann (Kansas City in Kansas, USA) Arcivescovo Andrew Nkea (Bamenda, Cameroon) Arcivescovo Renatus Nkwande (Mwanza, Tanzania) Arcivescovo Gervas Nyaisonga (Mbeya, Tanzania) Arcivescovo Gabriel Palmer-Buckle (Cape Coast, Ghana) Arcivescovo Emerito Terrence Prendergast (Ottawa-Cornwall, Ontario, Canada) Arcivescovo Jude Thaddaeus Ruwaichi (Dar-es-Salaam, Tanzania) Arcivescovo Alexander Sample (Portland in Oregon, USA) Vescovo Joseph Afrifah-Agyekum (Koforidua, Ghana) Vescovo Michael Barber (Oakland, USA) Vescovo Emerito Herbert Bevard (Saint Thomas, Isole Vergini Americane) Vescovo Earl Boyea (Lansing, USA) Vescovo Neal Buckon (Ausiliare, Servizi Militari, USA) Vescovo William Callahan (La Crosse, USA) Vescovo Emerito Massimo Camisasca (Reggio Emilia-Guastalla, Italia) Vescovo Liam Cary (Baker, USA) Vescovo Peter Christensen (Boise City, USA) Vescovo Joseph Coffey (Ausiliare, Servizi Militari, USA) Vescovo James Conley (Lincoln, USA) Vescovo Thomas Daly (Spokane, USA) Vescovo John Doerfler (Marquette, USA) Vescovo Timothy Freyer (Ausiliare, Orange, USA) Vescovo Donald Hying (Madison, USA) Vescovo Emerito Daniel Jenky (Peoria, USA) Vescovo Stephen Jensen (Prince George, British Columbia, Canada) Vescovo William Joensen (Des Moines, USA) Vescovo James Johnston (Kansas City-St. Joseph, USA) Vescovo David Kagan (Bismarck, USA) Vescovo Flavian Kassala (Geita, Tanzania) Vescovo Carl Kemme (Wichita, USA) Vescovo Rogatus Kimaryo (Same, Tanzania) Vescovo Anthony Lagwen (Mbulu, Tanzania) Vescovo David Malloy (Rockford, USA) Vescovo Gregory Mansour (Eparchia di San Marone di Brooklyn, USA) Vescovo Simon Masondole (Bunda, Tanzania) Vescovo Robert McManus (Worcester, USA) Vescovo Bernadin Mfumbusa (Kondoa, Tanzania) Vescovo Filbert Mhasi (Tunduru-Masasi, Tanzania) Vescovo Lazarus Msimbe (Morogoro, Tanzania) Vescovo Daniel Mueggenborg (Reno, USA) Vescovo William Muhm (Ausiliare, Servizi Militari, USA) Vescovo Thanh Thai Nguyen (Ausiliare, Orange, USA) Vescovo Walker Nickless (Sioux City, USA) Vescovo Eusebius Nzigilwa (Mpanda, Tanzania) Vescovo Thomas Olmsted (Phoenix, USA) Vescovo Thomas Paprocki (Springfield, Illinois, USA) Vescovo Kevin Rhoades (Fort Wayne-South Bend, USA) Vescovo David Ricken (Green Bay, USA) Vescovo Almachius Rweyongeza (Kayanga, Tanzania) Vescovo James Scheuerman (Ausiliare, Milwaukee, USA) Vescovo Augustine Shao (Zanzibar, Tanzania) Vescovo Joseph Siegel (Evansville, USA) Vescovo Frank Spencer (Ausiliare, Servizi Militari, USA) Vescovo Joseph Strickland (Tyler, USA) Vescovo Paul Terrio (Saint Paul in Alberta, Canada) Vescovo Thomas Tobin (Providence, USA) Vescovo Kevin Vann (Orange, USA) Vescovo Robert Vasa (Santa Rosa, USA) Vescovo David Walkowiak (Grand Rapids, USA) Vescovo James Wall (Gallup, USA) Vescovo William Waltersheid (Ausiliare, Pittsburgh, USA) Vescovo Michael Warfel (Great Falls-Billings, USA) Vescovo Chad Zielinski (Fairbanks, USA)