Post in evidenza

Sono sante le carmelitane scalze di Compiègne, ghigliottinate nel 1794 dai rivoluzionari

Mercoledì scorso, Papa Francesco ha esteso alla Chiesa universale il culto dei martiri di Compiègne: la Beata Teresa di Sant'Agostino e ...

venerdì 21 febbraio 2020

La Corona del Rosario: in tasca sempre in qualsiasi momento

Una bella riflessione, per i nostri lettori, sul S. Rosario, l'arma principale di noi cattolici.
Luigi


San Giuseppe Moscati, grande clinico di Napoli, portava sempre la corona del Rosario in tasca. Quando era in sala medica, di fronte a casi difficili, metteva per qualche attimo la mano in tasca, stringeva la corona e chiedeva aiuto alla Madre Divina. E le sue diagnosi avevano spesso del portentoso, a volte del miracoloso.
S. Camillo de Lellis, il Fondatore dei Ministri degli infermi, fece risuonare di Ave Maria le corsie di tanti ospedali e ricoveri per sofferenti. Ogni giorno egli recitava il Rosario con i malati all’ospedale, e ai suoi figli raccomandava, con l’esempio e con la parola, che anche «negli uffici e impieghi più materiali di casa – in cucina, guardaroba, lavanderia – si doveva abitualmente pregare recitando la corona». S. Giovanni di Dio e Santa Giovanna Antida Thouret, S. Vincenzo Pallotti e Santa Maria Bertilla, hanno svolto un’opera santa di conforto spirituale e di sostegno morale per tanti ammalati con la recita del S. Rosario che trasforma ogni letto dell’ammalato in un altare di preghiera e sacrificio vivente.

Spostiamoci ora sui monti, e pensiamo al giovane studente il Beato Piergiorgio Frassati e al maestro universitario Beato Contardo Ferrini, che portavano entrambi la corona del Rosario in tasca, appassionati alpinisti, ma ambedue ancor più appassionati amatori del Rosario, che non tralasciavano mai di recitare anche nei giorni di audaci ascensioni, ai rifugi alpini, negli alberghi o sui picchi dei monti…
Ci fu anche qualche palazzo reale in cui la recita del Rosario risuonò devota nelle grandi sale dei sovrani. La reggia in cui visse la venerabile Maria Cristina di Savoia che aveva sempre la corona del Rosario in tasca, è stata ricordata da molti per l’esempio singolare offerto dalla Venerabile, la quale, fin da fanciulla, si aggirava ogni pomeriggio per le stanze reali suonando un campanello per chiamare il personale di servizio alla recita del Rosario.
L’ultimo esempio, tanto più attuale, quanto più significativo e coraggioso, è quello del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, che portava sempre con sè la corona del Rosario in tasca e fu proprio durante un solenne discorso all’ONU, nel Palazzo delle Nazioni Unite, teneva il Rosario fra le mani. E nei Giardini Vaticani, durante il breve passeggio, era molto facile incontrare il Papa che sgranava piamente la corona del Rosario. Abbiamo tutti da imparare a fare tesoro di questo gioiello del Rosario, fonte di ogni grazia.

Nessun commento:

Posta un commento