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Luis Badilla. "Per Papa Francesco visitare la Francia era già un problema nel 2014"

Grazie a Luis Badilla per questa nuova analisi sulla ritrosia di Francesco a fare viaggi apostolici in Francia. QUI ancora Badilla sulla ma...

giovedì 15 marzo 2018

Figuraccia planetaria: lettera di Benedetto XVI su Francesco, un autogol di Mons. Viganò. Ne parla anche il NewYork Times: "The Vatican admitted Wednesday that it altered a photo sent to the media of a letter from retired Pope Benedict XVI about Pope Francis. The manipulation changed the meaning of the image in a way that violated photojournalist industry standards."

Pubblichiamo alcune considerazioni sull’affare “Lettera di Benedetto XVI”: la figuraccia di mons. Viganò viene smascherata e riportata anche dal APNEWS (https://apnews.com/01983501d40d47a4aa7a32b6afb70661) e dal NEW YORK TIMES, che conferma che la foto della lettera è stata alterata e appositamente “sfocata” nella parte “scomoda”. 

VATICAN CITY — The Vatican admitted Wednesday that it altered a photo sent to the media of a letter from retired Pope Benedict XVI about Pope Francis. The manipulation changed the meaning of the image in a way that violated photojournalist industry standards.
The Vatican's communications office released the photo of the letter on Monday on the eve of Francis' five-year anniversary. The letter was cited by Monsignor Dario Vigano, chief of communications, to rebut critics of Francis who question his theological and philosophical heft and say he represents a rupture from Benedict's doctrine-minded papacy.
In the part of the letter that is legible in the photo, Benedict praised a new volume of books on the theology of Francis as evidence of the "foolish prejudice" of his critics. The book project, Benedict wrote, "helps to see the interior continuity between the two pontificates, with all the differences in style and temperament."

The Vatican admitted to The Associated Press on Wednesday that it blurred the two final lines of the first page where Benedict begins to explain that he didn't actually read the books in question. He wrote that he cannot contribute a theological assessment of Francis as requested by Vigano because he has other projects to do. (Continua qui  )

In Italia è Sandro Magister che scopre i maneggi per alterare la realtà è “oscurare” il testo integrale di Benedetto XVI che di fatto ridicolizza con fine ironia il (basso) livello teologico del papa regnante; con un attento lavoro di sbobinatura, trascrive la lettera di cui era stata data lettura in Sala Stampa, e la pubblica, rivelando le imbarazzanti manovre vaticane


 Di seguito una gustosa analisi di ciò nel bel articolo Di Riccardo Cascioli.
da LaNBQ

 La notizia è stata ripresa anche dal Foglio, che ha ribadito che la lettera aveva un terzo paragrafo, non ripreso dal comunicato della Segreteria per le comunicazioni (e nella foto era stato "sfuocato" ad arte) e palesava che la lettera di Benedetto XVI era comunque una risposta di cortesia a Mons. Viganò che si era premunito di inviargli i libelli di Francesco, ma che il papa emerito non aveva avuto il tempo di leggere. Vani sono stati quindi anche i tentativi di Enzo Bianchi di plasmare alcune righe estrapolate dalla corrispondenza di Benedetto al fine di attribuire loro una certificazione di continuità tra le due reggenze.

Tornielli poi, il quale su Vatican Insider aveva fatto un panegirico sulla lettera di Benedetto XVI presentandola come un attestato di stima del papa emerito indirizzato a quello regnante, diffusa la verità grazie a Magister ha dovuto correggere il tiro (in data 15.03.2018 alle 11.20), o meglio, l'articolo che aveva già pubblicato il 14.03.2018). Peccato non avere fatto lo screen shot per confrontare le due versioni. 

Anche il Corriere poi, in data 15.03.2018, si è accorto della notizia e si è deciso a pubblicarne un commento, definendo eufemisticamente "pasticcio" il tentativo di alterazione da parte della S. Sede, del testo (e quindi del significato) della lettera.

 Qui proponiamo l'articolo di Cascioli da LaNBQ.:


La lettera del Papa emerito a sostegno di Francesco si è rivelata in realtà un'operazione mediatica gestita dal prefetto della Segreteria per le comunicazioni, monsignor Viganò (con la della casta dei vaticanisti), subito smascherata. 

Se questo è il “dominus” della comunicazione in Vaticano, allora è bene che papa Francesco cominci a preoccuparsi seriamente. Stiamo ovviamente parlando di monsignor Dario Edoardo Viganò, potente prefetto della Segreteria per la Comunicazione, colui che sta rivoltando come un calzino tutti i media della Santa Sede per farne una efficientissima macchina da guerra con più bocche da fuoco concentrate sullo stesso obiettivo.
Ebbene, per il quinto anniversario del pontificato di Francesco, monsignor Viganò aveva preparato un grande colpo di scena: una lettera di Benedetto XVI che esalta la profondità teologica di Francesco e ne sottolinea la continuità con il suo pontificato. In effetti il colpo era riuscito: ieri tutti i giornali riportavano con grande risalto la notizia di Benedetto XVI che bacchettava i detrattori di papa Bergoglio. La lettera veniva presentata da Vatican News (il nuovo portale vaticano creato da monsignor Viganò) come un «contributo» che Benedetto XVI «ha voluto dare» per testimoniare l’«unitarietà interiore spirituale dei due pontificati». Si tratta di una lettera, dice sempre Vatican News, ricevuta da monsignor Viganò in occasione della presentazione della collana ‘La Teologia di Papa Francesco’, 11
volumetti editi dalla Libreria Editrice Vaticana (LEV), in cui diversi teologi di ogni parte del mondo interpretano le linee teologiche di questo pontificato.
Nel corso della conferenza stampa Viganò ha letto i passaggi centrali di questa lettera, che hanno indubbiamente colpito: «Plaudo a questa iniziativa – scrive Benedetto XVI - che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi». E poi ancora: «I piccoli volumi mostrano a ragione che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento».
Tanto è bastato per scatenare l’entusiasmo dei giornali laici e dei soliti ”guardiani della rivoluzione”, con punte di trionfalismo come per i tweet di padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica, che ovviamente non ha perso l’occasione per irridere ancora una volta i cardinali dei Dubia.
In effetti in tanti hanno notato la singolarità del messaggio sia per lo stile – così diverso da altri interventi del Papa emerito - sia per i contenuti, anche se dalla portata molto meno sconvolgente di quanto si sia fatto credere.
Ma ecco che ieri, il blog di Sandro Magister pubblica la lettera integrale di Benedetto XVI (mai apparsa su Vatican News) e allora si capisce che monsignor Viganò aveva nascosto due particolari decisivi, in grado di capovolgere il significato della lettera: il primo, riguarda le circostanze del messaggio: la lettera è datata 7 febbraio (oltre un mese fa) e papa Benedetto sta rispondendo a monsignor Viganò che il precedente 12 gennaio gli aveva inviato gli 11 volumetti chiedendogli un contributo teologico. Si tratta dunque di una lettera di cortesia che niente ha a che vedere con la volontà di dire la sua a sostegno di Francesco nel quinto anniversario del suo pontificato.
Ma il secondo particolare è ancora più stupefacente: Viganò infatti ha citato due capoversi della lettera tralasciando il terzo che viene subito dopo e che, riferendosi proprio agli 11 volumetti ricevuti, dice così:
«Tuttavia non mi sento di scrivere su di essi una breve e densa pagina teologica perché in tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente letto. Purtroppo, anche solo per ragioni fisiche, non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti».
Riassunto: Viganò scrive a Benedetto XVI per strappargli una «densa pagina teologica» da inserire come trofeo a presentazione della collana. E il papa emerito, con il suo stile umile e vagamente ironico, gli manda a dire che «No, grazie. Molto gentile, ma ho cose più importanti da fare che leggere questi contributi (che solo dall’indice non devono essere sembrati particolarmente attraenti) e scrivere un saggio a mia volta». Una porta chiusa in faccia dunque, che Viganò ha comunque cercato di usare secondo lo scopo originario.

In effetti le frasi da lui citate in conferenza stampa danno apparentemente un’impressione di forte sostegno al pontificato di Francesco da parte di Ratzinger, ma quasi sicuramente se potessimo leggere la lettera che monsignor Viganò ha inviato a Benedetto il 12 gennaio ne capiremmo meglio il senso. In questi casi infatti è abbastanza usuale che l’interpellato risponda cortesemente riprendendo frasi e concetti del suo interlocutore.
In ogni caso, quali che siano le dichiarazioni ufficiali, che la discontinuità del pontificato di Francesco rispetto al predecessore vada oltre stile e temperamento solo un cieco può non notarlo, come direbbe il compianto cardinale Carlo Caffarra. Non è comunque questa la sede per sviluppare questo giudizio.
Qui si vuole notare invece la goffaggine e l’idiozia di certe operazioni mediatiche: sicuramente i grandi media non si correggeranno e lasceranno nei loro lettori ed ascoltatori la sensazione di un papa Benedetto testimonial di papa Francesco. A loro oggi va bene così. Ma resta il fatto che ora i giornalisti che si occupano di Chiesa sanno di avere a che fare con un responsabile della comunicazione vaticana che non si fa scrupoli nel manipolare le informazioni pur di ottenere l’effetto mediatico voluto. E questo potrà creare molti imbarazzi, al Papa e alla Chiesa.
P.S.:
Caro Cascioli, ti segnalo un particolare in più, nella vicenda della lettera di Benedetto XVI. Io alla presentazione dei libretti sulla teologia di papa Francesco c'ero. E c'erano con me una ventina di altri vaticanisti. Ebbene, Viganò la lettera l'ha letta tutta, mentre contemporaneamente veniva distribuito il comunicato stampa che includeva tra virgolette solo i due paragrafi che hanno prodotto il risultato che sappiamo.
Il giorno dopo ho cercato di vedere se era stato pubblicato da qualche parte il testo integrale della lettera. Invano. E allora mi sono detto: Basta! Ho ricuperato la videoregistrazione della performance di Viganò e da lì, dalla sua viva voce, ho trascritto il testo completo della lettera.
Quindi almeno una ventina di vaticanisti avevano udito con le loro orecchie tutto quello c'era scritto nella lettera di Benedetto XVI, eppure l'effetto è stato quello che sappiamo. Non è stata una pagina brillante per la professione. E la colpa non è stata solo di Viganò.
Ciao!
Sandro Magister

19 commenti:

  1. Tanto sarano travolti tutti, loro e tutto il baldacchino di falsità che si tirano dietro

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  2. Questi ancora si bevono ste fesserie e credono che gli asini volano...i complottisti alla Socci.
    Non hanno capito che Benedetto e Francesco sono la stessa faccia della stessa moneta, quella del Concilio Vaticano II.

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    1. Bravo...come si fa a riporre fiducia in "Scarpette rosse"!

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    2. Papi irrimediabilmente post-conciliari.

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    3. Mettere papa Benedetto ed il suo successore sullo stesso piano dottrinale e in una uguale condanna, rivela ignoranza delle dichiarazioni, degli scritti e dell'operato del primo il cui pontificato, come le sue decisioni da prefetto della Dottrina della Fede, sono state aspramente criticate proprio dalla banda bergogliana salita ora al potere. Quanto al CVII sarebbe difficile condannarlo in toto, anche se sarebbe stato meglio non convocarlo, visto che anche per i lefreviani il 90% dei testi va bene.

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  3. "La via dell'iniquità è larga ma...ha i suoi intoppi, i suoi passi scabrosi" scrisse Manzoni, se si pensa alla misericordiosa fatica di sbattere fuori dal Vaticano tutti quelli che non possono condividere le Sue ideologie e ai tanti ' leccacalzini' che si affannano a manipolare i testi per tentare di darGli ragione.

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  4. Io credo nella Chiesa, o meglio la Chiesa, ma come si fa a fidarsi su questi pagliacci!

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  5. Scusate, però mi sembra proprio che Cascioli commetta lo stesso errore che attribuisce a Viganò riguardo alle frasi elogiative di Ratzinger su Bergoglio. Non entro in merito a come la faccenda sia stata trattata dalla Santa Sede, se Viganò ha tentato o meno un colpaccio che poi è fallito goffamente, però non riesco a capire dove Cascioli veda l'ironia del papa emerito. Cioè, Benedetto XVI scrive:
    "Tuttavia non mi sento di scrivere su di essi una breve e densa pagina teologica perché in tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente letto. Purtroppo, anche solo per ragioni fisiche, non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti".
    E Cascioli legge:
    "No, grazie. Molto gentile, ma ho cose più importanti da fare che leggere questi contributi (che solo dall’indice non devono essere sembrati particolarmente attraenti) e scrivere un saggio a mia volta".
    Qui mi sembra davvero che si voglia forzare l'interpretazione delle parole di Benedetto XVI, il quale fa notare, implicitamente, che per scrivere un commento come si deve (degno di uno studioso della sua levatura) sono necessari tempo e concenterazione, che però deve ormai dosare saggiamente perchè le forze sono quello che sono (ad aprile compirà 91 anni) e tiene altri impegni già presi (forse altre prefazioni che richiedono uno studio attento del testo inviato).
    Insomma, io l'ironia non la vedo proprio. Comunque Cascioli può anche far notare che il messaggio di Ratzinger non è stato mandato per l'anniversario quinquennale del papa, ma neppure lui può negare che le frasi elogiative siano autentiche. Fa intendere qualche sospetto (magari in riferimento all'espressione 'storto pregiudizio') ma non porta prove per dimostrarlo, tranne una su interpretazione che mi sembra alquanto distorta della seconda parte del testo. Però in passato il papa emerito ha già parlato bene del suo successore, e non vedo perchè non possa averne parlato bene anche adesso (al di là di eventuali scorrettezze vaticane).

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  6. Risposte
    1. Meno male che ci sei tu...il “Salvatore”...

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    2. Non lo dico certo io.....SIC TRANSIT GLORIA MUNDI.....

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    3. Le prostitute e i pubblicani vi passeranno avanti nel Regno dei Cieli a voi tradizionalisti che vi fermate all’esterno e giudicate le apparenze!!!

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    4. Anonimo 19:24, eviti di citare il Vangelo a proprio uso e consumo.

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    5. Apparenze, anonimo 19.24 ? Purtroppo, e lo diciamo con grande disagio, sono sfacciate manifestazioni di apostasia. La storia non è stata mai misericordiosa e non lo sarà nemmeno con gli errori attuali !

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    6. Per le apparenze finto-proletarie (e moralismo connesso) rivolgersi a Bergoglio.

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    7. certo che ve la cantate e ve la ballate da soli alla grande! Ma pregate di più invece di guardare la pagliuzza nell'occhio del vostro fratello senza accorgervi della trave che vi offusca, quanta presunzione e arroganza leggo in questo sito e meno male che Gesù ha detto che il comandamento più importante è amare il prossimo come se stessi! Mah siete cristiani??? Mi sembrate più farisei...

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  7. a volte gli zucchetti riscaldano cervelli con un unico neurone e gli effetti sono disastrosi

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  8. Forse papa Benedetto farebbe bene a non emettere giudizi sul suo successore poiché, da una parte non potrebbe parlarne chiaramente male come vorrebbe, dall'altra innescherebbe polemiche ed insulti come quelle che suscitò già da quando era alla Dottrina della Fede con la Dominus Jesus in risposta alle ideologie relativiste e sincretiste che guidano ora l'operato bergogliano. Chiaramente, il pensiero espresso nelle encicliche,nei libri,nelle omelie di Benedetto è totalmente opposto a quello sostenuto in questi ultimi disgraziati cinque anni.

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