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sabato 10 dicembre 2016

I vescovi polacchi: “Con Giovanni Paolo II non c’era bisogno di interpretare il magistero di Pietro”

Ennesimo buon  contributo su Amoris laetitia.
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Il Foglio Matteo Matzuzzi 24-11-16
Roma. Il dibattito sull’esortazione post sinodale Amoris laetitia è all’insegna della parresia più spinta come poche altre volte si era visto nei tempi recenti della chiesa. Dopo la pubblicazione dei Dubia e della lettera con richiesta di chiarimenti che quattro cardinali (Carlo Caffarra, Raymond Leo Burke, Walter Brandmüller e Joachim Meisner) avevano inviato lo scorso 19 settembre al Papa senza ottenere risposta, altri porporati e vescovi sono intervenuti nel dibattito, chi accusando di fatto i quattro di essere un manipolo di congiurati, chi prendendone le difese e rilanciando le perplessità sul documento pubblicato dal Papa pochi mesi dopo il Sinodo.
 
Se il titolare del dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, il neo cardinale Kevin Farrell, ha detto a mezzo stampa che il Pontefice non deve rispondere proprio a nessuno e che il testo di Amoris laetitia è chiarissimo – rimproverando anche il connazionale Charles Chaput, arcivescovo di Philadelphia, di aver presentato ai fedeli della sua diocesi linee-guida non in sintonia con le aperture romane – è dalla Polonia che è arrivato il sostegno più rilevante (e simbolico) a favore dei quattro cardinali. Mons. Jan Watroba, presidente del Consiglio per la famiglia della Conferenza episcopale polacca, infatti, ha definito “non riprovevole” la pubblicazione della missiva di Caffarra, Burke, Brandmüller e Meisner. Anzi, si è trattato “dell’espressione di una preoccupazione per la corretta comprensione della dottrina di Pietro”.

Io, altri vescovi e parroci siamo sopraffatti da queste o simili domande”, ha aggiunto il presule, a giudizio del quale “è un peccato che non ci sia nessuna interpretazione generale” del documento e che passi un messaggio “non chiaro”, al punto che bisogna “aggiungere interpretazioni”. “Io, personalmente – ha chiosato Watroba – forse per abitudine ma anche con profonda convinzione, preferisco un’interpretazione tale (come era solito fare Giovanni Paolo II) dove non c’era bisogno di commenti o interpretazioni del magistero di Pietro”.

3 commenti:

  1. Chi giudica chiari gli ambigui discorsi di Bergoglio, figli del CVII, deve possedere rare doti che i comuni ignoranti mortali non hanno, colpevolmente ancorati alla chiarezza del Vangelo, professata dai Santi, papi, sacerdoti e fedeli fino a Benedetto XVI.

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  2. Il card. Farrell e quelli che la pensano come lui, devono avere capacità divinatorie singolari se i 4 cardinali, tutti di indiscusso alto profilo intellettuale e dottrinale, come tantissimi altri, non riescono a capire cosa voglia dire Bergoglio con i suoi discorsi ambigui ed involuti.

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  3. Cosa non si farebbe pur di compiacere il sovrano assoluto, dire che la terra è quadrata, perché così egli la vede......speriamo che ai 4 sulla cui integrità morale non ho dubbi si accodino altri, e che diamine, tutti lecca calzini?

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La Redazione