per il rinnovamento liturgico della Chiesa, nel solco della Tradizione - a.D. 2008 . - “Multa renascentur quae iam cecidere”
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lunedì 25 aprile 2011
Il vescovo di Treviso, un caso di autoritarismo clericale
Il vescovo di Treviso non è intenzionato ad applicare nella sua diocesi il motu proprio Summorum Pontificum. Ne abbiamo accennato nei giorni scorsi poiché della vicenda si era occupato Andrea Tornielli nel suo blog. Ecco ora l'articolo del Corriere del Veneto dedicato alla vicenda del vescovo di Treviso. Facciamo subito un paio di osservazioni. Il famoso coinvolgimento e rispetto dei laici sbandierato dal Concilio Vaticano II in questo caso è stato calpestato. Inoltre, è mancato un livello minimo di educazione, rispetto e carità: perché la curia non ha voluto rispondere alle lettere, alle email, alle telefonate, numerose, da parte degli organizzatori?
***
IL CASO Messa in latino per il parroco
Il vescovo di Treviso dice «no»
Vetrego, volevano festeggiare i sessant’anni di ordinazione
VETREGO (Venezia) - Don Pietro Mozzato è il parroco della frazione di Vetrego da quarant'anni. E già sarebbe un anniversario da festeggiare. In più questo primo di maggio ricorrono i sessant'anni dalla sua ordinazione sacerdotale. Una duplice occasione che i suoi fedeli hanno voluto ricordare chiedendogli di celebrare la Messa in latino, possibilità concessa da papa Ratzinger nel 2007. Era tutto pronto: c'era l'approvazione del consiglio parrocchiale, della corale e dello stesso don Pietro, c'erano i volantini per invitare i compaesani alla cerimonia, erano stati scelti testi e canti. Ma la notizia di questa scelta «tradizionalista», che negli anni ha già contato diversi ostacoli, è passata di sagrestia in sagrestia arrivando fin nelle stanze della curia di Treviso. E, attraverso le parole del parroco di un paese vicino, al sacerdote di Vetrego è stato suggerito di rinunciare alla funzione col rito romano antico, poco gradito—viene riportato dai protagonisti della vicenda — al vescovo monsignor Gianfranco Agostino Gardin. L’episodio è stato oggetto di una riflessione del vaticanista veneto Andrea Tornielli, che tiene il blog «Sacri Palazzi ». «Nessuna nostalgia borbonica - scrive il giornalista -, nessun inno al Papa re, nessuna finalità "politica", nessuna polemica contro il Concilio Vaticano II… Solo una messa secondo il rito antico, con il messale del 1962, quello promulgato dal beato Giovanni XXIII, quello liberalizzato dal suo successore Papa Ratzinger».
È del 2007 il Motu Proprio Summorum Pontificum con il quale Benedetto XVI concesse ai parroci di celebrare la messa in latino in presenza di un gruppo stabile di fedeli e senza il bisogno di un'autorizzazione del vescovo. In questo caso specifico si tratta di una singola cerimonia: ma l'opposizione, quand'è arrivata, è stata dura e ferma. Vetrego, frazione di Mirano in terra veneziana, fa capo alla diocesi di Treviso. E da lì sarebbe giunto il no, proprio a ridosso della festa organizzata dai fedeli per il loro pastore: il vicario generale della diocesi monsignor Giuseppe Rizzo, venuto a sapere della cosa dal parroco di Spinea, avrebbe mandato a dire che quest'ultima non poteva avere luogo. E don Pietro, che avrebbe comunque potuto procedere senza tener conto del «suggerimento », ha annullato tutto. Inizialmente sorpresi, perché certi di aver operato all'interno delle indicazioni papali, i fedeli hanno cercato più volte di contattare sia telefonicamente che via mail il vicario perché ritornasse sui suoi passi, ma non hanno ancora ottenuto risposta. «Ci troviamo di fronte ad un muro insormontabile da parte di vescovi e parroci - scrivono - circa l'applicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum, in queste terre passato completamente in sordina e del tutto ignorato dalla Chiesa locale». Monsignor Rizzo evita di soffermarsi sull’argomento, ma spiega che a sua è stata una decisione pastorale precisa: «Bisogna farsi semplicemente una domanda: è questo il modo migliore per festeggiare i 60 anni di sacerdozio di Don Pietro? Con una messa in latino? Come diocesi non abbiamo posto veti, abbiamo dato un'indicazione dicendo che ci pareva fuori luogo. E comunque mi pare una polemica pretestuosa in pieno periodo pasquale, se si protrarrà la diocesi non esiterà a rispondere». Tornielli non ne scrive come di un caso isolato, anzi porta riferimenti a simili episodi verificatisi precedentemente e sempre a Mirano, nella diocesi trevigiana di monsignor Gardin. Anzi, introduce la sua analisi dicendo che «le resistenze al motu proprio stanno raggiungendo livelli di guardia».
Silvia Madiotto
Davide Tamiello
***
Al caso di Vetrego si deve aggiungere anche quello di Mirano, provincia di Venezia ma diocesi di Treviso. Qui alla fine dello scorso anno, dietro richiesta dei fedeli, lo scorso 27 novembre, nella chiesa parrocchiale di S. Leopoldo Mandic (nel capoluogo comunale), si è celebrata una splendida Messa cantata nella forma straordinaria del Rito Romano(officiata da un sacerdote esterno col consenso del parroco), a cui hanno assistito centinaia di fedeli entusiasti. Dal quel momento, il parroco ha negato il permesso per ulteriori celebrazioni e la diocesi non ha ancora risposto agli appelli dei fedeli, malgrado una lettera raccomandata e ripetute mail e telefonate da parte dei fedeli.
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Inviamo tutti un fiume di proteste alla Curia, ma stavolta al vicario generale mons. Giuseppe Rizzo, protagonista della vicenda insieme al vescovo. Indirizzo mail: vicariogenerale@diocesitv.it
RispondiEliminaPer esperienza personale: disertate le chiese se non ottenete quanto prescritto dal nostro Santo Pontefice (che il Signpre Iddio ce lo conservi a lungo);
RispondiEliminaanche i parroci più restii all'applicazione del Motu Proprio si ridurranno a mitissime pecorelle se e quando sperimenteranno sulla propria pelle quanto decisi sino certi Fedeli. Certo bisogna insistere, insistere ed insistere a più non posso. Il mio parroco si era detto disposto a farsi travolgere da un trattore piuttosto che lasciare celebrare secondo il Vetus Ordo ma si è accorto a sue spese con chi aveva a che fare ed ha...ceduto.
E' comunque una vera vergogna che nemmeno le disposizioni del Sommo Pontefice vengano da taluni prese in considerazione se non addirittura osteggiate!! L'importante è pregare, che poi si preghi in latino, in italiano od in un'altra lingua che importa? Boh!
<span>disertate le chiese...</span>
RispondiEliminaehh ??
bravo Claudio, facilissimo ! ma lei ce l'ha un'idea di quante chiese devono disertare, stando al suo invito, in una intera regione -dico REGIONE- dove i vescovi sono schierati compatti CONTRO il MP ?
devono passare la domenica a girovagare per l'Italia ....e quanti se lo possono permettere, per benzina o altri problemi di famiglia ?
<span><span>disertate le chiese...</span>
RispondiEliminaehh ??
bravo Claudio, facilissimo ! ma lei ce l'ha un'idea di quante chiese devono disertare quei fedeli, stando al suo invito, in una intera regione -dico REGIONE- dove i vescovi sono schierati compatti CONTRO il MP ?
o forse devono passare la domenica a girovagare per l'Italia ....e quanti se lo possono permettere, per benzina o altri problemi di famiglia ?</span>
Il vescovo di Treviso ha capito il vero spirito del Motu Proprio del Santo Pontefice felicemente regnante: Si vede che vuole diventare cardinale. Farà sicuramente carriera.
RispondiEliminavorrei tanto chiedere a questo vesovo perchè cosi tanta contrarietà alla messa antica ,qual è il motivo di un tale rifiuto ,ha paura di dover imparare il latino per caso? o forse perchè i fedeli troveranno più spirituale la santa messa antica e diserteranno quella nuova ,ma poi non si vergogna a disubbidire al sommo pontefice ?
RispondiEliminasarà forse un vescovo massone?
RispondiElimina<span>forse devono passare la domenica a girovagare per l'Italia ....e quanti se lo possono permettere, per benzina o altri problemi di famiglia ?</span>
RispondiEliminaa) nEL tRIVeneto la FSSPX ed altri istituti hanno più di un centro di Messa,
b) Mi astengo dal ripetere la descrizione delle mie scelte, ripeto, scelte fatte dietro ESPLICITO CONSIGLIO (ma NON imposizione) di sacerdoti.
E' la famosa democrazia introdotta dal Concilio Vaticano II. Spazio ai laci! Certo, ma alla fine contano poco e decidono poco. E' l'era del dialogo: sì, ma basta che le persone con le quali dialoghiamo facciano quello che vogliamo noi. Credo che Roma debba intervenire
RispondiEliminaIl vescovo, detto con tutto il rispetto, non ha capito proprio niente.
RispondiEliminaO forse finge di non capire.
Certo è che, secondo me, ha sbagliato!
Disertare, mai!
RispondiEliminaDisertare le Chiese equivale a disertare i Sacramenti.
Ma si, certo che ha sbagliato: è d'accordo il parroco, sono d'accordo i fedeli, c'è il placet del consiglio pastorale. Perché allora mettere i bastoni fra le ruote?
RispondiEliminaMa poi, diciamole tutte, il vescovo in questione era segretario della Congregazione per i religiosi. Ci sarà un motivo per cui il Papa lo ha allontanato...
RispondiEliminaHo gia' inviato nei giorni scorsi un mail di protesta a questi due bellimbusti (vescovo e sodale). Ma nulla cambiera' fino a quando la Santa Sede non si decidera' ad adottare misure adeguate. Basterebbe rimuovere un solo vescovo (uno solo) per palese disobbedienza nei confronti del Papa e come per incanto tutti gli eccellentissimi cambierebbero atteggiamento. La loro tracotanza e' frutto della certezza della propria impunita' . Ma purtroppo attendere una decisione del genere dal Vaticano e' come credere alla Befana....
RispondiEliminaPesto Pablo
": è questo il modo migliore per festeggiare i 60 anni di sacerdozio di Don Pietro? Con una messa in latino? "
RispondiEliminaE perchè no?
Che cosa teme monsignor Rizzo? Che la Santa Messa "in latino" sia gravemente contagiosa?
Forse che don Pietro non è stato ordinato con quella Messa che il monsignore sembra diprezzare?
Chissà forse lui stesso è stato formato e ordinato con quella Messa....
Sa mons. Rizzo che anche la Messa NO secondo la Sacrosanctum Concilium è in latino...che il documento conciliare non ha di certo previsto la soppressione del latino?
Comunque quello è il pensiero e quelli sono i sentimenti della maggioranza dei vescovi, pietoso, lamentevole, e anche vergognoso, ma questa è la realtà con cui bisogna confrontarsi.
<span>": è questo il modo migliore per festeggiare i 60 anni di sacerdozio di Don Pietro? Con una messa in latino? "
RispondiEliminaE perchè no?
Che cosa teme monsignor Rizzo? Che la Santa Messa "in latino" sia gravemente contagiosa?
Forse che don Pietro non è stato ordinato con quella Messa che il monsignore sembra disprezzare?
Chissà forse lui stesso è stato formato e ordinato con quella Messa....
Si ricorda mons. Rizzo che anche la Messa NO secondo la Sacrosanctum Concilium è in latino...che il documento conciliare non ha di certo previsto la soppressione del latino?
Comunque quello è il pensiero e quelli sono i sentimenti della maggioranza dei vescovi, pietoso, lamentevole, e anche vergognoso, ma questa è la realtà con cui bisogna confrontarsi.</span>
Bisogna dire che, in questa parte del Veneto, la Messa in latino, il motu proprio, la liturgia ben fatta, l'amore per la tradizione della Chiesa, la cura per il culto bello e dignitoso, sono del tutto inesistenti. Le messe sono ovunque sciatte e minimaliste, con paramenti da incubo. Non esistono più talari, cotte, incenso, croci processionali. Preti vestiti in borghese dentro e fuori le chiese. I confessionali non si usano più, le confessioni vengono fatte a tavolino, seduti sulle sedie uno di fronte all'altro, magari senza neanche più la stola indossata dal prete. Le chiese si sono ovunque riempite di manifesti, tabelloni, striscioni, avvisi, riviste di tutti i tipi. Candelieri, tabenacoli e tovaglie sono scomparse dagli altari laterali. Insomma, un vero e proprio disastro e tutto nel giro di appena una ventina d'anni, non di più. Ricordo che, negli anni ottanta quand'ero ragazzino, la situazione era già molto meno precaria rispetto ad oggi. Andata in pensione la generazione dei parroci ordinati ai tempi di Pio XI e Pio XII, lo pseudo spirito dell'ultimo concilio, molto male interpretato, ha divorato la tradizione e trasformato la Chiesa cattolica in una confessione para-protestante.
RispondiEliminaQuesta è la condizione della Chiesa nel Veneto centro-orientale, cioè nelle diocesi di Treviso, Padova e Venezia.
Quello era anche il pensiero e quelli i sentimenti dei vescovi francesi nel 1988, riporto qui una nota "edificante".
RispondiEliminaNote secrète de l’épiscopat français (3)
B. Il a été question d’une prélature personnelle
* La question du rite :
Une prélature personnelle peut-elle d’abord et principalement « reposer » sur le rite de Saint Pie V tel qu’il est revendiqué par Mgr Lefebvre et les membres de la Fraternité Saint-Pie X ? Ce rite ne repose pas sur une réalité culturelle comme les rites orientaux par exemple. Les mentalités et les activités des communautés lefebvristes sont cependant profondément marquées par un comportement social particulier. Loin de constituer une culture proprement dite, qui apporterait des valeurs positives à la société, cette manière d’appréhender la réalité sociale se situe en « contre-société ». L’attachement actuel au rite de Saint Pie V ne signifie pas non plus une manière positive de vivre sa foi ; il est la manifestation du refus d’une expression de la foi proposée à toute l’Église par le Concile Vatican II. Le rite de Saint Pie V est ainsi considéré par les « lefebvristes » comme un « contre-rite ». Le nombre restreint de fidèles assistant à la messe de Saint Pie V, concédée selon l’Indult de Jean-Paul II en 1984, en est la preuve : seul un petit nombre de catholiques vivent de façon positive le culte eucharistique selon le rite de Saint Pie V.
http://www.perepiscopus.org/summorum-pontificum/note-secrete-de-lepiscopat-francais-3
<span>Quello era anche il pensiero e quelli i sentimenti dei vescovi francesi nel 1988, riporto qui una nota "edificante".
RispondiEliminaNote secrète de l’épiscopat français (3)
B. Il a été question d’une prélature personnelle
* La question du rite :
Une prélature personnelle peut-elle d’abord et principalement « reposer » sur le rite de Saint Pie V tel qu’il est revendiqué par Mgr Lefebvre et les membres de la Fraternité Saint-Pie X ? Ce rite ne repose pas sur une réalité culturelle comme les rites orientaux par exemple. Les mentalités et les activités des communautés lefebvristes sont cependant profondément marquées par un comportement social particulier. Loin de constituer une culture proprement dite, qui apporterait des valeurs positives à la société, cette manière d’appréhender la réalité sociale se situe en « contre-société ». L’attachement actuel au rite de Saint Pie V ne signifie pas non plus une manière positive de vivre sa foi ; il est la manifestation du refus d’une expression de la foi proposée à toute l’Église par le Concile Vatican II. Le rite de Saint Pie V est ainsi considéré par les « lefebvristes » comme un « contre-rite ». Le nombre restreint de fidèles assistant à la messe de Saint Pie V, concédée selon l’Indult de Jean-Paul II en 1984, en est la preuve : seul un petit nombre de catholiques vivent de façon positive le culte eucharistique selon le rite de Saint Pie V. </span>
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<span> http://www.perepiscopus.org/summorum-pontificum/note-secrete-de-lepiscopat-francais-3</span>
La miglior risposta a certi vescovi e' una sola: destinare ad altro scopo l'8 per 1000. Vedremo se poi qualcosa cambiera'. Un errore ,comunque, l'ha fatto anche il sacerdote: siccome un 'consiglio' non dovuto e non richesto si puo' ignorare, doveva celebrare ugualmente in rito antico come aveva pienamente diritto di fare, e poi... chi non fosse contento mugugnasse pure.
RispondiEliminaSecondo i vescovi francesi nel 1988, ma la situazione salvo rare eccezioni non è cambiata, <span>l`attaccamento al rito di San Pio V non significa una maniera positiva di vivere la propria fede</span>( !) ;<span> è la manifestazione del rifiuto di un`espressione della fede proposta a tutta la Chiesa dal Concilio Vaticano II (!!)</span>
RispondiElimina....e ciliegina finale....il numero ristretto dei fedeli che assistono alla Messa di San Pio V , concessa dall`indulto dei Giovanni Paolo Ii nel 1984, è la prova che <span>solo un piccolo numero di cattolici vivono in modo positivo il culto eucaristico secondo il rito di Pio V </span>(!!!)
Da notare che il parroco di Vetrego, don Pietro Mozzato, è stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1951, lo stesso esatto giorno in cui, nella vicina Baviera, riceveva l'ordinazione un certo Joseph Ratzinger! Curiosa coincidenza, no? Che ci sia lo zampino dello Spirito Santo? Che la Provvidenza voglia dare un segnale che qualcosa potrebbe cambiare in meglio grazie anche a questo scandao?
RispondiEliminaNei giorni scorsi la maggior parte delle mail erano state inviate al segretario del vescovo. Stavolta, invece, inodiamo di messaggi il vicario generale mons. Rizzo, visto che da lui è arrivato il "Non possumus". Indirizzo: vicariogenerale@diocesitv.it
RispondiEliminaScusatemi, ma un atto di disobbedienza così plateale non è sanzionabile in qualche modo?
RispondiEliminaSe questo vescovo non vuole obbedire ripristiniamo le sanzioni della Chiesa antica:deponiamolo e scomunichiamolo .Come popolo cristiano riprendiamoci i nostri diritti!
RispondiEliminaAl Vescovo di Treviso diciamo Anathema sis!
Mi dispiace e mi ripeto: bisogna pestare forte forte i piedi e pretendere che il Motu Proprio venga rispettato; ma, per la miseria, le disposizioni del Santo Padre non valgono più niente? Occorre fare in modo che lo "scandalo" giunga alle orecchie "piene di cerume" di Roma anche manifestando a piena voce!
RispondiEliminaNon dico di arrivare come a Montaner di Sarmede ai tempi del vescovo di Vittorio Veneto, Il futuro Sommo Pontefice di santa memoria Albino Luciani dove, per altri motivi, metà paese divenne ortodosso ma quasi!
Forza e coraggio, siete dalla parte della ragione e quindi fatela valere onde evitare che anche da noi avvengano episodi tragici quali quelli di Evreaux dove il vescovo CONCELEBRA con gli anglicani e non gli succede nulla e l'Abbé Michel, che celebra con il Vetus Ordo viene rimosso: roba da perdere la fede e mandare tutti affanbagno!
Aggiungo che posso capire (ma forse no) la delicata posizione del Parroco Don Pietro Mozzato che, alla sua non più giovene età non si senta di "battagliare" con il suo vescovo ma non riesco a capire la posizione pavida dei parrocchiani.
RispondiEliminaSe perdete questa battaglia avrete perso per sempre.
Mi disgustano le ipocrite motivazioni di mons. Rizzo.
RispondiEliminaOltre al fatto che la Messa in questione sarebbe una tantum (ma speriamo che l'appetito venga... celebrando) e che si è mossa una intera comunità parrocchiale in perfetta sintonia e collaborazione: e cosa vogliono di più?
In ogni caso, quello che importa di un Vescovo non sono certamente i suoi "gusti": se al monsignore il rito antico è poco gradito, non è certo un problema per chi volesse celebrare la Messa.
Concludo dicendo, agli amici trevigiani, che non hanno bisogno di nessun permesso, e già nel 1989 una commissione in cui era presente anche l'allora card Ratzinger, precisò che la Messa antica non poteva essere proibita da chicchessia. Specialmente se non c'è motivazione alcuna, nascosta tra un "poco gradito" e "fuori luogo", che tradotto dal curialese con inflessioni conciliari vuol dire "se celebrate, verrete piallati".
Cosa temono?Il fanatismo cara Luisa.Più fate i fanatici e più i Vescovi si chiudono!Volete più spazio?fate meno i fanatici siate equlibrati e vedrete che ci saranno meno resistenze.
RispondiEliminaNon è vero la descrizione dell'amico non è reale.La Chiesa della provincia di Treviso non è il disastro che dice lui.Ci sono tante cose positive.Purtroppo non vi schiudete dal vostro modo di veder le cose in un unico senso e questo nuoce prima a voi.Poi non lamentetevi se vi fanno resistenza'
RispondiEliminaMah, non ho mai sentito di tradizionalisti che abbiano bruciato in piazza il fantoccio di un vescovo. Comunque, se il problema fosse proprio tagliare le gambe al fanatismo, la mossa migliore sarebbe concedere la Messa tradizionale a chi la chiede, evitando di esasperare gli animi, che è ciò di cui il fanatismo si alimenta.
RispondiEliminaSe certi vescovi spendessero per la rievangelizzazione metà del tempo e delle energie che impiegano per combattere il Motu Proprio, le chiese sarebbero di nuovo piene.
RispondiEliminaMi sono trovato in un caso analogo a quello di Treviso. Abbiamo scritto alla commissione Ecclesia Dei spiegando per filo e per segno cosa accadeva. So che molti mettono in dubbio l'efficacia della suddetta commissione: a noi comunque è capitato di essere chiamati una settimana dopo aver scritto, il vescovo-che-non-rispondeva-neanche-alla-quarta-lettera di colpo aveva deciso che sì, la Messa tradizionale si poteva anche celebrare...
Pasqualino, Pasqualino, ritorna nella tua comunità a seguire le prassi del tuo maestro e ad obbedirgli ciecamente, lo sai bene che qui ci son solo ignoranti, esaltati e fanatici assolutamente insensibili e indifferenti ai tuoi pur lodevoli tentativi di renderli un pò meno ignoranti e un pò più equlibrati ! 8-)
RispondiEliminaMa piantala Pasqualino! Ritorna nel mondo a parte del tuo movimento che vede le cose in unico senso, quello dettato dal vostro maestro! *DONT_KNOW*
RispondiEliminama certo, sig. Pasquale, ma certo ! ...è ovvio che dobbiamo "schiuderci" ad ALTRI MODI di celebrare, visto che siamo nella Chiesa dell'et-et, vero ? visto che ormai, <span>chiesa che vai, Messa che trovi,</span> saremo costretti ad assistere alle celebrazioni allegre, festose e "gastronomiche" come queste che voi neocat usate ormai fare da 40 anni, come illustrato nelle foto sotto ?
RispondiEliminae come ormai è voluto dall'alto, cioè dall'episcopato della diocesi di Campobasso, indottrinando i bambini dalla più tenera età alle catechesi eretiche di Kiko, timbrate dunque dal Vescovo, che stanno propagando la sciagurata mutazione genetica della povera Chiesa di Cristo in una nuova ibrida catto-giudaica ?
E' bello e rassicurante per noi cattolici del 3. millennio vedere questo sacerdote vestito da rabbino ?
E' questo dunque il simbolo della "nuova chiesa rifondata" da Kiko, sig. Pasquale ?
e invece i fedeli alla Messa di sempre devono essere perseguitati in ogni modo, secondo lei, perchè non si APRONO a queste nuove eretiche inaudite celebrazioni ?
siete prontii? "aggiungi un posto a tavola...!"
(grazie a Gianluca Cruccas per le foto, segni dei tempi sciagurati che ci tocca vivere!
http://nullapossiamocontrolaverita.blogspot.com/ )
ah, caro blogger, lei pensa che si usino ancora sanzioni nella Chiesa Cattolica, che nel lontano 1962 ha deciso di usare solo "la medicina della misericordia" e mai più alcun rigore ? forse dovrà leggere qualche documento sulla storia del concilio VatII e post-, per capire che da allora l'autorità suprema può solo proporre, ma mai più imporre nulla, (tranne la Messa NO, come fece Paolo VI nel 1969) e che di fatto comandano i vescovi: lei non se n'è ancora reso conto ?...
RispondiEliminaOspite 1: pretendere che i Vescovi rispettino la volontà del Papa è fanatismo?
RispondiEliminaOspite 2: ben detto.
FZ
anche lei, Claudio, sta dimenticando che il Papa può fare delle leggi, ma non può farle rispettare con forza d'autorità, perchè i Vescovi hanno un potere effettivo superiore all'autorità di Pietro, la quale è stata "livellata" democraticamente dal mitico concilio e resa par inter pares rispetto ai vescovi.
RispondiEliminaQuando mai il Papa ha alzato la voce in questi anni davanti ad un vescovo che non obbedisce, che fa il comodo suo intralciando i suoi decreti, specie il MP (e anche con comportamenti arroganti come a Nourrichard e iniziative blasfeme, come spesso abbiamo visto a Linz e altrove....) ?
caro tripparolo i sacramenti che non si ricevono in certe Chiese si possono ricevere benissimo e con più frutto in altre......
RispondiEliminadon Bernardo (che annovera nella sua parrocchia anche fedeli di altre parrocchie affascinati dallo stile tradizionale....)
caro Tripparolo onore alla tua onestà intellettuale
RispondiEliminaAvevo già visto foto sconcertanti di ciò che succede durante le "celebrazioni" neocat, non conoscevo queste, ma tutto va bene Madame la Marquise!
RispondiEliminaE nessuno interviene....anzi i nostri pastori, i custodi della Liturgia, vanno a farsi ammaestrare da chi ha inventato quel "rituale", lo celebrano senza problemi, lasciandolo tale e quale, e poi lo diffondono nella loro diocesi.
LEX ORANDI, LEX CREDENDI, parole vuote? Parole oramai passate di moda?
Purtroppo Valeria descrive una realtà, quella dell`assenza di sanzione, sacerdoti, vescovi, cardinali si sentono liberi di agire a loro piacimento, liberi di dire e fare quel che vogliono, sicuri di non essere contrariati .
RispondiEliminaMa a noi fedeli che messaggio arriva? Che tutto, e il contrario di tutto, è ok? Come stupirsi che un cattolico non sia più in misura di riconoscere un abuso, un errore ?
Forse che la Liturgia e la Dottrina sono ad elasticità variabile, manipolabili, relative, immerse in um movimento dinamico perchè la fissità è mortifera?
<span></span>
RispondiElimina<span>Purtroppo Valeria descrive una realtà, quella dell`assenza di sanzione, sacerdoti, vescovi, cardinali si sentono liberi di agire a loro piacimento, liberi di dire e fare quel che vogliono, sicuri di non essere contrariati .
Ma a noi fedeli che messaggio arriva? Che tutto, e il contrario di tutto, è ok? Come stupirsi che un cattolico non sia più in misura di riconoscere un abuso, un errore ?
Forse che la Liturgia e la Dottrina sono ad elasticità variabile, manipolabili, relative, immerse in un movimento dinamico perchè la fissità o, forse è più corretto , il fissismo è mortifero? </span>
Questo è ciò che un osservatore non cattolico o un cattolico "formato" post Vaticano II sono indotti a credere.
Quasi 50 anni di libertà, di "è proibito proibire", hanno tracciato un solco profondo, personalmente non vedo segni annunziatori di un raddrizzamento, vorrei tanto sbagliarmi.
MA VOGLIAMO CAPIRE CHE PER CELEBRARE SECONDO IL VETUS ORDO NON C'E' AFFATTO BISOGNO DI CHIEDERE IL PERMESSO AL VESCOVO! E' EVIDENTE CHE SI CHIEDE IL PERMESSO IL VESCOVO, NELLA PIU' TOTALE LEGITTIMITA', PUO' CONCEDERLO O NEGARLO.
RispondiEliminaRIBADISCO: NON SI DEVE CHIEDERE ALCUN PERMESSO: SI CELEBRA E BASTA... POI VOGLIO PROPRIO VEDERE UN VESCOVO, O VIC. GEN. CHE SIA, PROTESTARE A ROMA! VOGLIO PROPRIO VEDERLO!
SU FRATELLI SACERDOTI, CHE AVETE IL GRUPPO RICHIEDENTE RICHIESTO DAL M. P. SUMM. PONTIFICUM, UN PO' DI CORAGGIO, NON FRONTATEZZA, PROPRIO E SOLO CORAGGIO!
ma caro sacerdote (?), il guaio è che i suoi confratelli che avessero (eventualmente) la pur vaga intenzione di celebrare quella Messa antica, sia di loro iniziativa che per richiesta dei fedeli, vengono minacciati e prevenuti dal farlo ben a monte dell'iter, cioè molto prima che si formi quel desiderio nella loro mente: i vescovi hanno spesso pensato bene di irregimentarli e istruirli fin da quel 2007, obbligandoli alla congiura del silenzio e del diniego verso i parrocchiani (fatte salve le rare lodevoli eccezioni) !
RispondiElimina<span>ma caro sacerdote (?), il guaio è che i suoi confratelli che avessero (eventualmente) la pur vaga intenzione di celebrare quella Messa antica, sia di loro iniziativa che per richiesta dei fedeli, vengono minacciati e prevenuti dal farlo ben a monte dell'iter, cioè molto prima che si formi quel desiderio nella loro mente: i vescovi hanno spesso pensato bene di irreggimentarli e istruirli fin da quel 2007, obbligandoli alla congiura del silenzio e del diniego assoluto (pena varie salutari punizioni e trasferimenti....) verso i parrocchiani (fatte salve le rare lodevoli eccezioni) !</span>
RispondiElimina<span> </span>E QUESTI SAREBBERO I NEO CATECUMENALI?? DAVVERO DA NEURO CATECUMENALI. DA NEURO DELIRI
RispondiElimina<p><span>Anch'io ho avuto modo di scrivere tre volte ad un arcivescovo per ragioni inerenti il mio cristianesimo, e sempre su carta intestata personale e spedita con lettera raccomandata e ricevuta di ritorno. Non mi ha mai risposto. Quando gli ho scritto chiedendo il perché del suo silenzio, questa volta però ho esibito (sì, proprio esibito!) la carta intestata ufficiale (ho un certo ruolo pubblico, non del tutto trascurabile) il Monsignore in questione (dal 1970 non hanno più diritto al titolo di eccellenza, come del resto i Prefetti) mi ha immediatamente risposto sostenendo che non aveva ricevuto le precedenti lettere (di cui ho conservato le ricevute di ritorno!!! Ridicolo) e rispondendomi con ributtante servilismo. Mi ha fatto pena…</span>
RispondiElimina</p><p><span>Signore! Pietà! B. P. Lodi</span>
</p>
La migliore medicina sarebbe: fatela lo stesso, e documentate attraverso le fotografie.
RispondiEliminaPoi le mandate al vescovo e al suo vicario. Che, a quanto pare, sono degni dei pagliacci dei pagliacci.
Ha ragione, ospite delle 14.54, in quello che dice. Sono rimaste poche in Veneto le isole felici dove poter vivere il Cattolicesimo senza la concontaminazione del protestantesimo. Lutero è molto venerato anche se ancora in maniera un po' nascosta. Ci sono vari preti che inneggiano alla "sola scriptura" di luterana memoria e che dicono: "basta la Parola". La Chiesa veneta si sta trasformando sempre più in un gruppo di elite nel quale puoi starci solo se la pensi in un certo modo. Le diocesi sono zeppe di sessantottini dalle più svariate idee liturgiche, catechetiche, teologiche ed ecclesiologiche; quella che mette insieme tutti è solo la contrarietà al Papa. Se parli male del Papa nelle realtà ecclesiali venete vai a gonfie vele e nessuno ti dice niente (i preti fanno pure carriera!). E' per questo che mi rattrista sapere che il Papa verrà a Venezia a parlare a chi, una volta che se ne è andato, parlerà male di lui e lo deriderà dietro le spalle come fa dal 19 aprile 2005. Sono convinto, comunque, che non andremo avanti ancora per molto così, succederà prima o poi qualcosa...
RispondiElimina<span>Ha ragione, ospite delle 14.54, in quello che dice. Sono rimaste poche in Veneto le isole felici dove poter vivere il Cattolicesimo senza la concontaminazione del protestantesimo. Lutero è molto venerato anche se ancora in maniera un po' nascosta. Ci sono vari preti che inneggiano alla "sola scriptura" di luterana memoria e che dicono: "basta la Parola". La Chiesa veneta si sta trasformando sempre più in un gruppo di elite nel quale puoi starci solo se la pensi in un certo modo. Le diocesi sono zeppe di sessantottini dalle più svariate idee liturgiche, catechetiche, teologiche ed ecclesiologiche; quella che mette insieme tutti è solo la contrarietà al Papa. Se parli male del Papa nelle realtà ecclesiali venete vai a gonfie vele e nessuno ti dice niente (i preti fanno pure carriera!). E' per questo che mi rattrista sapere che il Papa verrà a Venezia a parlare a chi, una volta che se ne è andato, parlerà male di lui e lo deriderà dietro le spalle come fa dal 19 aprile 2005. Sono convinto, comunque, che non andremo avanti ancora per molto in queste condizioni, succederà prima o poi qualcosa che ci farà tornare sulla retta via. Concludo dicendo che n</span><span>on mi stupiscono più certe notizie come questa poichè ormai in Veneto questa è la normalità. </span>
RispondiElimina<span>ripristiniamo le sanzioni della Chiesa antica: deponiamolo e scomunichiamolo...</span>
RispondiElimina....sta dicendo sul serio ?
<span>- ripristiniamo</span>
- deponiamolo
<span><span><span>- scomunichiamolo...</span></span></span>
sono verbi al cong. esortativo, esprimenti atti di imperio, alla 1a persona plurale: il soggetto dei verbi è <span>NOI;</span>
ma scusi sig. Ezio, siamo concreti, per favore : CHI SONO questi personaggi-soggetto, chi sarebbe quel " NOI " che compie (compirà?....) quelle 3 azioni da lei enunciate ?
abusi di potere e un po0 di viltà dal basso: per celebrare la Santa Messa con il Messale del Beato Giovanni XXIII non si deve chiedere il permesso nemmeno al Papa.
RispondiEliminaA aprte il caso "Vetrego", il problema per coloro che amano seguire, in tutte le feste di precetto, la Santa Messa Vetus Ordo nella diocesi di Treviso, è complesso e articolato. Costoro sono in continuo aumento, un aumento contenuto, ma pur sempre un aumento. L'età media dei partecipanti si sta abbassando sempre più. I famosi "vecchi nostalgici", per questione anagrafica, sono ormai una residua minoranza. Allora i pastori d'anime della Chiesa Tarvisina dovrebbero porsi una semplice domanda: perché i giovani che non sono cresciuti e non hanno mai conosciuto l'antico rito, pur con tutti gli impedimenti che come gerarchia ecclesiastica frappongono, sono sempre più attratti dalla Messa Gregoriana? Ci dovrà pur essere una spiegazione! Parlando con alcuni di costoro mi hanno risposto che ormai non riuscivano più a pregare nelle liturgie Novus Ordo, continuamente "violate" e "violentate" dall'ars celebrandi soggettiva ed dall'inventiva senza freni dei celebranti. Gli abusi liturgici sono talmente "ordinari" che non ci si accorge più quanto si celebra in maniera difforme ai principi e norme del messale (ed. 1983). Voi pastori d'anime sapete bene che la liturgia non è al vostro servizio, ma è il Signore che chiede e comanda come vuol essere celebrato e onorato. Così,... "a caldo"... mi viene in mente l'esempio di quel prete di una forania che per carità cristiana taccio io nome, superecumenico qual'è, che che cambia le parole del Credo con: "...la Chiesa, una, santa e Cristiana"... Ma di esempi ce ne sarebbero a iosa, come quello che cambia le arole della consacrazione!!!
RispondiEliminaDi tutto questo la diocesi non si accorge; spacca il capello in quattro quando si tratta di ostacolare il Motu proprio Summorun Pontificum, ma quando si tratta di correggere e contrastare gli abusi liturgici è silente in modo assordante. Triste cosa per i pastori d'anime che dovrebbero avere a cuore la santificazione dei fedeli, non il loro "coinvolgimento compiacente". Invece, per non farli annoiare e per farli partecipare sempre più (actuosa participatio), si inventano delle parodie di messe sulle quali, dato il periodo pasquale, sempre per carità cristiana, non mi voglio pronunciare. Perché l'Ordinario diocesano non prende posizione contro tali abusi a mente dell'Istruzione Redemptionis Sacramentum emanata da Giovanni Paolo II (non da Benedetto XVI)?
E' certo che le persone più sensibili che ricercano una spiritualità, che amano addirittura poter pregare in chiesa, riesce loro difficile in tanto trambusto celebrativo. Se il Vescovo Gardin, riuscisse di nascosto, magari seduto sull'ultimo banco di qualche chiesa, ad ascoltare una di queste messe forse si renderebbe conto della situazione della sua diocesi. Ma... Tant'è...
Allora ai fedeli cattolici di Treviso che hanno a cuore la Liturgia antica o che non trovano nella liturgia Novus Ordo la pietà che si conviene al Santo Sacrificio Eucaristico, e che amano conoscere almeno una volta l'antico rito che la loro diocesi nega,non resta che invocare lo "stato di necessità", e ottemperare al precetto domenicale frequentando la Cappella della B.V. di Lourdes di Lanzago di Silea in via Matteotti (Messa festiva alle ore 10,30 celebrata dai sacerdoti della Fraternità Sacerdotale San Pio X),
Oppure a Venezia nella chiesa di San Simeon Piccolo, di fronte alla stazione ferroviaria (Messa festiva alle ore 11,00 celebrata da padre Konrad della Fraternità Sacerdotale San Pietro)
Deliri autorizzati, legittimati e anche incoraggiati.
RispondiEliminaBreve elenco di fanatici:
RispondiEliminaFrancesco di Assisi
Antonio di Padova
Giovanni Maria Vianney
Luigi Maria da Monfort
Massimiliano Kolbe
Francesco Marto
Giacinta Marto
Bernadette Soubirous
Pio da Pietralcina
Giovanni Bosco
Leone Xiii
Pio X.............
......................Leopoldo Mandic!
<span>Deliri legittimati e anche incoraggiati.</span>
RispondiEliminaVale forse anche qui il detto: "chi tace acconsente"? Dobbiamo dirci che per i custodi della Liturgia quel che si vede su quella foto, e su tante altre, è una liturgia cattolica ?
Se così fosse dovrei dedurne che mi stanno cambiando la mia religione. *DONT_KNOW* :'(
Le battaglie, se per Verità e Giustizia, si devono fare fino all'ultimo respiro!
RispondiEliminaI preti che disubbidiscono una norma del Sommo Pontefice come il SP non dovrebbero essere seguiti dai fedeli. E, se parliamo di certi vescovi come quello di cui si parla in questo post, beh, che dire... loro chiedono obbedienza ad un povero parroco ma, a loro volta, se ne fregano di quella dovuta al Papa! Allora, sono credibili? No! Qua c'è una totale mancanza di coerenza e questo nei primi che dovrebbero essere di esempio per i fedeli è intollerabile! E' uno scandalo!!!! >:o >:o >:o >:o >:o >:o Tutta la mia solidarità al parroco e alla parrocchia di Vetrego e, se potete, continuate ad insistere! Rompete bene quello che dovete rompere! ;)
RispondiEliminaMa più che democrazia è stata introdotta piuttosto una dittatura!
RispondiElimina<span>Ma più che democrazia è stata introdotta una dittatura clericale!</span>
RispondiElimina<span>" Se il Vescovo Gardin, riuscisse di nascosto, magari seduto sull'ultimo banco di qualche chiesa, ad ascoltare una di queste messe forse si renderebbe conto della situazione della sua diocesi."</span>
RispondiElimina<span></span>
<span>Guardi sig. Renzo che tale vescovo come si celebra a Treviso lo sa benissimo; quando era sacerdote alla chiesa di s Francesco celebrava esattamente allo stesso modo e non gliene puo' importare di meno..Quello che a lui interessa é che per nessun motivo si celebri in VO,il resto ciccia.</span>
<span>Conosco bene la realtà trevigiana e vi assicuro che é peggio di come l'hanno descritta alcuni post critici precedenti;é una Chiesa sofferente, provinciale, esangue, ricca di soldi ma povera di fede,dove gli anziani si ritrovano a casa loro per poter pregare,e i giovani pure, come di nascosto, dove non si fa adorazione eucaristica, dove si perde tempo e soldi e energie in infinite 'opere 'parrocchiali, e dove si insegna una teologia vergognosa alla Scuola Teologica per laici che ho frequentato,protestante, eretica, buonista.. dove si consiglia agli anziani di non andare a messa tutti i giorni,pure se quelli vorrebbero..e molte altre cose dure de dire!</span>
<span>Conosco personalmente diverse persone in grave pericolo per la loro anima, a causa di parroci e sacerdoti anche francescani (della 'casa' del sig. Vescovo)perché seguendo i loro "consigli spirituali" sono in preda al dubbio, non pregano piu' e perdono la fede.. Vi assicuro che é una diocesi in grande pericolo, per cui bisogna molto pregare.</span>
<span>Grazie a Dio ci sono tante conversioni spontanee,e anziani che tengono duro e vivono in semplicità di cuore la Fede delle nonne di campagna ma quelli che si avvicinano alla Fede, magari dopo una conversione, incontrano questi signori parroci o quelli del Rinnovamento e sette varie, che poco a poco li riallontanano dalla Dottrina..meglio emigrare, come ho fatto io..Preghiamo per questa diocesi e il suo cosiddetto pastore..</span>
<span> <span>l`attaccamento al rito di San Pio V non significa una maniera positiva di vivere la propria fede</span></span>
RispondiEliminaSe allora la pensavano in questo modo, perché non hanno spiegato dov'è lo sbaglio nel vivere così la propria fede? Si rischia di perdere l'anima?
Bisogna aggiungere i bloggers di Mesainlatino che si santificano in mezzo alle persecuzioni episcopali nelle proprie diocesi. ;)
RispondiEliminaBisogna aggiungere i bloggers di Messainlatino che si santificano in mezzo alle persecuzioni episcopali nelle proprie diocesi.
RispondiElimina<span>Bisogna aggiungere i bloggers di Messainlatino che si santificano in mezzo alle persecuzioni episcopali nelle proprie diocesi. </span> ;)
RispondiEliminaMa loro ormai sono ebrei, perché non lo ammettono? Perché non vanno direttamente alla sinagoga? >:o >:o >:o >:o >:o >:o
RispondiEliminaEretici giudaizzanti
RispondiEliminaIo abito da poco a Mogliano Veneto. Non conosco né m'interessa conoscere questa triste realtà! Perciò evito di frequentare la diocesi di Treviso grazie a voi che avete segnalato le pietose condizioni in cui si trova. E' già più di un anno e mezzo che sono felicemente legata alla chiesa di Padre Konrad. Venezia è la mia diocesi!
RispondiEliminaMi potrebbe gentilmente dare i riferimenti normativi riguardo la perdita del diritto al titolo di eccellenza?
RispondiEliminaForse perchè vogliono far confluire il cattolicesimo nell`ebraismo.... *DONT_KNOW* e per far questo dovevano e devono essere dentro la Chiesa.
RispondiEliminaAbuso di potere , indubbiamente.
RispondiEliminaViltà, forse sì, se c`è mancanza di coraggio è che la paura è troppo forte, la paura è più forte.
Paura di che cosa? Di chi?
Che cosa rischiano i sacerdoti che osano con coraggio OPPORSI all`ostilità del vescovo?
Quali sono le pressioni, le manovre ostili?
Segnalo che Tornielli ha dedicato un nuovo post a Treviso...ecco che cosa scrive :
RispondiElimina"Uno di voi mi ha segnalato un interessante passaggio dell’omelia della messa crismale celebrata dall’arcivescovo-vescovo di Treviso, padre Gianfranco Agostino Gardin, il quale, dopo aver proposto una bella meditazione sul servizio sacerdotale e sull’unità con Pietro, ha aggiunto: «Non mancano oggi coloro che, non senza qualche punta di arroganza, sembrano assai preoccupati della fedeltà della Chiesa a forme esteriori mutevoli e secondarie, perdendo clamorosamente di vista le esigenze sostanziali del vangelo».
A che forme si riferisce? Spero non alla Liturgia!!
Per la Messa a Vetrego si è ancora in tempo...
RispondiEliminaSe non ci daranno la chiesa speriamo che qualche parrocchia limitrofa ci possa ospitare...
Poi....tanto di foto al vescovo....con mille grazie!!
Quello che spiace è il modo subdolo, ignobile, mafioso e degno del peggior "pseudo-galateo" sacrestanesco con cui la "velina" è pervenuta agli interessati. Perché non mettono nero su bianco? E perché arretrarsi di fronte ad una manovra marcatamente intimidatrice quanto irrita, priva di fondamento disciplinare, giuridico e quant'altro? All'Eccellentissimo non piace la messa in latino. Sarà vero? O non piace al suo vicario, oppure al parroco confinante (si facesse gli affari suoi!) o a qualche fedele turbato dal rito gregoriano sino a perdere il sonno? Se il parroco intende liberamente di voler celebrare il proprio 60. d'ordinazione con il rito della sua giovinezza, lo faccia senza problemi di coscienza; ha l'appoggio del suo greggie e (se ciò non basta) del Supremo Pastore ma, soprattutto, compie un'azione gradia a Dio. Scusate s'è poco.
RispondiEliminaegr. Miserere (ed altri bloggers ignari dei gravi accadimenti incalzanti da 40 annni) , ricordo qui a chi non lo sapesse ancora, che quei catto-giudaici del CNC al seguito di KIKO, sono stati approvati dalle supreme gerarchie ( PCL e Papa), promossi letteralmente come NUOVI EVANGELIZZATORI, il giorno 17 gennaio 2011, dunque si ritengono "cattolici" a pieno titolo (molto più della FSSPX) e continueranno a propagare le loro eresie e blasfeme ibride celebrazioni, con il permesso della Chiesa docente, che considera tuttora la FSSPX fuori della porta (posizione canonica di unione imperfetta con la Chiesa), ed anche tutta la Tradizione, evidentemente, passibile di essere osteggiata e perseguitata, come dimostra la guerra fatta al MP dal 90% dei vescovi.
RispondiEliminaQuesta è la realtà, nella Chiesa dell'et-et, generata e cresciuta sull'albero dell'ecumenismo conciiare.
Ci sono tanti ignari, è vero, il segreto ha accompagnato e accompagna l`iter anomalo del cnc, ma se i fedeli che non hanno contatto con il cnc sono nell`ignoranza, le autorità religiose , i custodi della Dottrina e della Liturgia, SANNO, non solo SANNO E TACCIONO sugli abusi ma vi partecipano senza nulla modificare, lodano e ringraziano, lodano e inviano le comunità neocat a diffondere il tipo di eresie che vediamo su quelle foto.
RispondiElimina<span>Per Alessandro:</span>
RispondiEliminaPaolo VI non ricordo ora, ma potrei rintracciarlo, con decreto precedente il 1970 (non dimentichiamo il contesto surreale in cui si viveva) ha abolito attribuito ai cardinali il titolo de IL SIG. CARDINALE... e ai vescovi il titolo di MONS. (ARCI) VESCOVO, colloquiale Monsignore, abolendo in pari tempo i rispettivi titoli di Eminenza reverendissima ed Eccellenza reverendissima.
Poi, come capita molto di frequente anche nella Chiesa, si è pensato bene di... continuare nello stesso modo, anzi rivolgendosi a detti 'dignitari' così: Ecc.za rev.ma mons. Vescovo; Emin.za rev.ma il sig. Cardinale!!
Non ricordo bene se Ciampi o Napolitano hanno provveduto ad abolire il titolo di 'eccellenza' per i Prefetti, decretando che ci si rivolga ai suddetti con ... signor Prefetto! In ambito civile la cosa (formale fin che si vuole) è di gran lunga più rispettata (i Prefetti con i quali ho avuto modo di fare cortesemente rifiutarono il titolo e, ancor di più, si guardarono bene dall'esigerlo) che in ambito ecclesiale (dove non ho ancora sentito un vescovo rifiutare l'eccellenza e men che meno un cardinale. Oserei dire, anzi!)
NATURALMENTE TUTTO PER IL BENE DELLA SANTA CHIESA DI DIO!!!
<span><span>Per Alessandro:</span>
RispondiEliminaPaolo VI non ricordo ora, ma potrei rintracciarlo, con decreto precedente il 1970 (non dimentichiamo il contesto surreale in cui si viveva) ha </span><span>attribuito ai cardinali il titolo de IL SIG. CARDINALE... e ai vescovi il titolo di MONS. (ARCI) VESCOVO, colloquiale Monsignore, <span>abolendo in pari tempo i rispettivi titoli di Eminenza reverendissima ed Eccellenza reverendissima. </span></span>
<span>Poi, come capita molto di frequente anche nella Chiesa, si è pensato bene di... continuare nello stesso modo, anzi rivolgendosi a detti 'dignitari' così: Ecc.za rev.ma mons. Vescovo; Emin.za rev.ma il sig. Cardinale!! Cioè un chiaro esempio di eterogenesi dei fini!
Non ricordo bene se il presidente Ciampi o il presidente Napolitano hanno provveduto ad abolire il titolo di 'eccellenza' per i Prefetti, decretando che ci si rivolga ai suddetti con ... signor Prefetto! In ambito civile la cosa (formale fin che si vuole) è di gran lunga più rispettata (i Prefetti con i quali ho avuto modo di fare cortesemente rifiutarono il titolo e, ancor di più, si guardarono bene dall'esigerlo) che in ambito ecclesiale (dove non ho ancora sentito un vescovo rifiutare l'eccellenza e men che meno un cardinale. Oserei dire, anzi!)
NATURALMENTE TUTTO PER IL BENE DELLA SANTA CHIESA DI DIO!!!</span>
Non bisogna cedere, né lasciarsi intimidire. Naturalmente non è il caso di mettere il mano alla spranga di ferro e correggere la lordosi di questo o quel monsignore a suon di nerbate, ma certamente bisogna usare ogni mezzo lecito per arrivare a fondo.
RispondiEliminaPensate, che il mio vescovo tempo fa, si è fatto imporre le mani da un gruppo di preghiera del Rinnovamento, i quali, pregavano su di lui e penso di aver detto tutto....
RispondiEliminaA buon intenditor, poche parole!
Gent. Antifumo, se le è sfuggito anche la Messa gregoriana è stata approvata dalle supreme gerarchie ecclesiastiche, infatti è stata approvata dal Papa in persona. Quanto alla persecuzione dei vescovi al MP, conferma quanto la Chiesa post-conciiare sia come dice lei: "et-et, generata e cresciuta sull'albero dell'ecumenismo conciliare". Vorrei sottolinearle che molta teoria del vostro profeta è stata ritrattata in sede apostolica e sono state corrette molte posizioni ed errori dottrinali. Raccoglieremo i frutti tra qualche anno delle vostre catechesi e delle vostre liturgie ibride. Quando il profeta Kiko tornerà come Elia su di un carro di fuoco verso chi lo ha mandato a completare la Rivelazione fatta da Cristo, allora vedremo come andrà la storia anche per voi.
RispondiElimina<span>Gent. Antifumo, se le è sfuggito anche la Messa gregoriana è stata approvata dalle supreme gerarchie ecclesiastiche, infatti è stata approvata dal Papa in persona. Quanto alla persecuzione dei vescovi al MP, conferma quanto la Chiesa post-conciiare sia come dice lei: "et-et, generata e cresciuta sull'albero dell'ecumenismo conciliare". Vorrei sottolinearle che molta teoria del vostro profeta è stata ritrattata in sede apostolica e sono state corrette molte posizioni ed errori dottrinali. Raccoglieremo i frutti tra qualche anno delle vostre catechesi e delle vostre liturgie ibride...</span>
RispondiEliminaE' vero, io celebro la Messa di sempre ogni settimana nella mia parrocchia pubblicamente ad orario (e anche più spesso fuori orario) e non ho mai chiesto il permesso a nessuno......
RispondiElimina"Chi pecora si fa il lupo se lo mangia.......
Bella l'espressione "fantoccio di un vescovo"........
RispondiEliminaUn Vescovo che non onora la sua missione è proprio così un..... "fantoccio".......
<span>No, ma qui si parlava di Messe cattoliche!
RispondiElimina</span>
Non è ancora sera per nessuno! Mi riferisco al vescovo e al suo vicario (galoppini compresi). Li attenderemo al varco e li guarderemo dritti sugli occhi!... In nome di uno spirito conciliare, che da sempre si è definito PASTORALE E NON DOGMATICO, si ostinano a ignorare o peggio calpestare LA MESSA DI SEMPRE, MAI VIETATA, DOGMA PER ECCELLENZA che racchiude come nucleo centrale e vitale la FEDE di TUTTA LA SANTA CHIESA IN CRISTO NOSTRO REDENTORE E NOSTRO RE!!! Siamo alla resa dei conti, molti Santi hanno prefigurato questo amaro epilogo, molte volte la Madonna stessa ci ha messo in guardia da queste apostasie, da questi errori, da questa confusione. L'ho detto anche in altri blog, ma lo ripeto! Si vuol far passare la menzogna per verità, si vuol far vedere quello che non c'è, si vuol chiamare bianco ciò che è nero....NON CI SIAMO PROPRIO!!! Ci sono molte MELE MARCE nella Chiesa, i frutti avvelenati del "tanto amato" concilio ecumenico vaticano II, stanno facendo stragi di coscienze e alla fine di ANIME. Ma vi rendete conto che dietro a tutto questo c'è solo lui: il padre della menzogna, satana?!! Se ne parla troppo poco e molto spesso lo si ignora proprio! E tutto questo da una gran parte del clero che preferisce parlare solo d' amore, di belle cose e di cose "positive", per non scoraggiare o impaurire le persone. E intanto fanno il gioco del diavolo che ama passare inosservato e ancor meglio ignorato. La VERITA' DI DIO, CHE E' L'UNICA, NON SCENDERA' MAI A PATTI CON LA MENZOGNA! Altrettanto lo DEVE FARE LA CHIESA DI CRISTO! E non prostituirsi con le "chiese sorelle", in nome della "pace"e della "fratellanza"! Ma che assurdità è mai questa!!! Ma che ecumenismo insulso e "dialogante" portiamo avanti! Nostro Signore Gesù Cristo ha parlato CHIARO: ANDATE E AMMAESTRATE TUTTE LE NAZIONI... Dobbiamo convertire attraverso il messaggio di Cristo e non farci ubriacare da quattro fumati eretici. Attenti a voi ai falsi profeti e ai cattivi maestri! Dice il Signore.
RispondiEliminaUbi Veritas et Iustitia, ibi Caritas; ubi Caritas et Amor, Deus ibi est !
Antonius